1. La legge è vecchia (inizio anni '80, figurati) ed è stata modificata da sentenze della cassazione, cazzi e mazzi. Come funziona al momento:
a. Percorso psicologico che accerti la tua intenzione di fare la transizione, viene rilasciata perizia psicoclinica;
b. Con la perizia psicoclinica vai dall'endocrinologo e ti fai prescrivere il TOS, trattamento ormonale sostitutivo (la perizia serve perché nessun endocrinologo decente ti prescrive ormoni così a caso), e dopo tot che sei in trattamento (sei mesi / un anno, varia a seconda di diversi fattori) ti rilascia una dichiarazione che sei sotto TOS;
c. Con la perizia psicoclinica e la dichiarazione di TOS vai in tribunale (o meglio, da un avvocato che sistema le carte in maniera corretta e prende appuntamento in tribunale) e fai l'udienza con un giudice. Di solito (ci possono essere complicazioni) il giudice autorizza il cambio di generalità anagrafiche (nome e genere, ossia la lettera F o M sulla carta d'identità) e autorizza, se le vuoi fare, ad avere le operazioni chirurgiche correttive passate dalla mutua.
Poi, dopo i tempi tecnici della burocrazia (per sistemare tutte le carte e fare le modifiche negli archivi), agli occhi dello stato sei al 100% una donna (o un uomo, se hai fatto il percorso nella direzione opposta). Anche se non hai fatto operazioni correttive.
2. La differenza è la "direzione" del percorso: le donne trans sono donne che nascono con corpo maschile ed a cui è assegnato alla nascita il genere "maschio", e fanno il percorso per essere riconosciute come donne; gli uomini trans hanno il percorso contrario, sono uomini che nascono con corpo femminile ed a cui è assegnato alla nascita il genere "femmina", e fanno il percorso per essere riconosciuti come uomini.
E' un'ottima domanda invece.
Non ne ho idea
non mi sono assolutamente mai posta il problema, mi dovrò informare. In teoria però la risposta è si, perché come scritto sopra una volta completato l'iter legale agli occhi dello stato sono al 100% una donna.
