Vabeh, tanto questo è uno scam per BA e Investor in generale che butteranno milioni in tech startup fondate da un laureato in Bocconi che pretenderà di gestire dei SaaS con uno stagista che fa vibe coding, prima dell’inevitabile disastro
la dedico a tutti i bro e le sis del thread
sempre sostenuto e sosterrò sempre che la prima cosa da insegnare a chi si approcci a, beh, a pensarci bene, qualsiasi forma di archiviazione documentale, incluso codice, deve prima imparare cosa sia il versionamento
No beh dopo è stato testato tutto e si son verificati i risultati. Il risultato finale è discreto, poi ho dovuto gestire dei casi particolari e ne salteranno fuori ancora probabilmente… alla fine poi se i dati che inserisce l’utente sono a caso non c’è molto che possa fare
Son 3 anni che mi capitano gli stagisti di quarta e quinta itis. E ogni anno la parola versionamento la sentono nominare per la prima volta.
Qualche anno fa con due colleghi di lavoro, iniziamo a sviluppare delle app per tablet, gli dico che dovremmo usare git, non avevano idea di cosa stessi parlando. Faccio notare che nel 2019 facendo software di mestiere, non era possibile non aver mai nemmeno sentito parlarne, apriti cielo…
Altra cosa che ho notato i ragazzi di quarta non hanno nemmeno la vaga idea di cosa sia un database. In generale ho sempre l’impressione che di codice hanno scritto proprio il minimo inispensabile che gli è stato detto di scrivere.
Poi i progetti che gli vengono assegnati li riescono anche a completare, sono in gamba alla fine, ma l’estate scorsa ho dovuto riprenderli un po’ perchè usavano gpt un po’ troppo massivamente.
E’ gia stato detto altre volte pure qua. Le generazione post-millenials sono allo stesso livello di analfabetismo tecnologico dei boomer in termini di conoscenza media.
Volendo trovare una roba positiva della generazione millenials (solitamente abbiamo solo sfighe a leggere in giro) e’ il fatto di essere cresciuti in una fase in cui la tecnologia che oggi muove tutto stava appena iniziando a svilupparsi in maniera massiva (rispetto all’essere una roba di super-nicchia) e per chi e’ stato interessato alla cosa, vuol dire esserci realmente cresciuti assieme.
Non e’ una roba da poco e non e’ una roba che si e’ ripetuta con le generazioni successive che invece sono arrivate in una fase di “rendiamo tutto accessibile per vendere piu’ possibile”. E infatti si vedono i risultati.
Questo non sta a dire “ah sti giovani non capiscono un cazzo di XYZ”, perche’ quelli brillanti ci sono comunque, ma nella mia esperienza, che non e’ poca ormai, a livelli di pure quantitativo di persone conosciute nell’ambito IT, membri delle generazioni post millenials che sono, neanche “brillanti” ma quantomeno con un buon livello di intuito per le tecnologie da utilizzare/apprendere/etc sono pochi perche’ sono quelli che invece di fare il loro corso di studi e basta, hanno fatto per conto loro delle esplorazioni in questa o quella tecnologia o concetto che non sarebbe stato approfondito a lezione.
E sono pochi perche’… boh, arrivano dalle superiori, prendono un corso di studi e si aspettano, giustamente, che gli venga insegnato tutto il necessario per essere competenti nel loro percorso di studi
Il problema sara’ quando questi millenials si stancheranno e decideranno di andare in pensione. Ridi e scherza si parla di 20-30 anni. Tutta quella conoscenza non sta venendo trasferita a un numero equivalente di persone piu’ giovani. E con robe come questo vibe-development io non so bene cosa aspettarmi dai sistemi IT del futuro.
Beh se estendiamo il discorso al futuro dell’IT non sono proprio d’accordo.
Sicuro che ci sono ignoranti totali che escono dalle scuole, ma io ho lavorato con parecchie persone giovani che mi mangiavano i risi in testa su alcuni aspetti, e molte technologie incredibilmente migliori sul lato programmazione sono uscite e diventate mainstream solo recentemente.
L’AI è un hype e una bolla che sta letteralmente rovinando solo una parte tecnologica e solo parte delle persone del nostro settore, fortunatamente il panorama è ben più ampio.
Per essere chiari, piccole grandi rivoluzioni come interi linguaggi che diventano nullsafe (c# decentemente lo implementa solo dalla versione 8), browser che finalmente implementano strutture dati per rappresentare decentemente il tempo (a gennaio finalmente Firefox è il primo ad avere in produzione l’implementazione di temporal per JavaScript), le recenti rivoluzioni nelle tecnologie assistive e di UX, la semplificazione e evoluzione di tecnologie per scalabilità (da Kafka, ai vari database, ai vari servizi serverless che li motteggiano platformandizzandoli ), di giovani generazioni che usano queste cose c’è ne sono a pacchi.
A ben pensarci è la platformazione degli strumenti di sviluppo ad aver rovinato più il caso di cui sopra…
guarda anche quando ho fatto l’itis io il livello di insegnamento era molto basso. non ho mai lavorato con un db alle superiori, non ho mai usato git/svn o qualche altro tipo di versionamento. certo, l’indirizzo non era proprio informatica ma era elettronica però ecco veniva insegnato tutto in maniera molto blanda e da un certo punto di vista posso anche capire il perché, c’è da sviluppare il pensiero logico e capire come tradurre un’idea in step precisi da far fare ad una macchina.
Ci può stare che un db o un git sia un po prematuro (cosa che invece ho affrontato all’università, ma vabbè essendo figlio d’arte mio padre mi aveva già insegnato tutto )
indubbiamente però ecco, direi che siano temi che possono essere introdotti alla fine del quinto anno scolastico per almeno dare agli studenti un’idea di quello che c’è fuori.
Confermo, classe 95 qui, sono uscito dall’itis che se mi fossi fatto bastare il programma scolastico sarei uscito con:
- linguaggi: pascal, prolog, infarinatura di c per z80 e asm z80
- database: access (!?!?!??!)
- controllo di versione: non pervenuto
Per fortuna avevamo formato un gruppo di nerds e di nostra iniziativa ci sbattevamo a fare c/asm su amiga, c/asm su x86, e qualcosa di c++.
Database e controllo di versione sono arrivati con le prime esperienze lavorative nel 97/98 (eh, c’era da fare il militare in mezzo) con CSV, pascal è diventato Delphi per i gestionali, e sql server come database.
Dalle superiori, se non hai dei prof cazzuti, esci con roba che non ti aiuta in nulla, speravo che col tempo fosse stato integrato qualcosa di più pratico, ma niente.
Cioè il set minimo minimo post itis oggi dovrebbe avere almeno:
- linguaggi: python, java, c#
- database: pgsql, sql server, un nosql qualsiasi
- git tatuato nel cervello
E mi fermo che ci metterei altre 100 cose…
linguaggi opinabili però ecco dipende molto anche dall’approccio dell’insegnante e capire imho la classe verso cosa è più orientata.
è comunque tanta roba, le ore sono quello che sono purtroppo :(
però concordo con te
- linguaggio tipizzato e uno non tipizzato
- db sql e nosql
- git
così parti già con una forma mentis più o meno adatta per affrontare il mondo del lavoro
Ah beh, io lavoro in golang per dire, è che con gli ecosistemi di oggi dei dei prossimi anni, non puoi uscire da scuola senza saperti destreggiare con python e/o java/c#.
Si chiaro, è importante la teoria, ma dall’itis si doveva uscire con una capacità pratica per entrare nel mondo del lavoro, di solito la “teoria” viene approfondita all’uni.
io sarei dovuto uscire conoscendo il C, non abbiamo mai visto niente post turbo pascal al biennio
secondo me danno per scontato che chi esce dall’itis andrà all’università, ma ciò non toglie che ci sia un grosso problema di distacco tra la formazione e l’effettiva richiesta di mercato che sicuramente penalizza alla fin fine lo studente. sono i professori che ormai sono troppo indietro? il sistema scolastico?
alla fine la gente giovane skillata c’è, ma son sempre gli smanettoni come noi che passano le nottate sul pc
buongiorno povery :
Non so di che anno si parla nel tuo caso ma Turbo Pascal aveva diversi vantaggi sullo C finché non si era diffuso Windows e Visual C era un bordello procurarsi linker, assembler, compilatore, assenza di IDE, documentazione scarsa, tempi di compilazione lunghi ecc. Turbo Pascal era fortissimo da quel punto di vista poi a MS si sono comprati Hejlsberg e ciaone il problema è che nel mondo dell’informatica cinque anni sono un era geologica e nella scuola italiana era ieri
eh, peccato nel programma fosse segnato pure C e programmazione, roba che veramente non ho mai visto passato il biennio. al massimo minimo minimo di programmazione di microcontrollori con i tool specifici del microcontrollore.
0 linguaggi di programmazione.
Da noi devo dire nonostate i cessi di 8088 vecchi già all’epoca di 15 anni si arrivò a fare in Pascal un pannello di controllo con feedback visivo dei dati rilevati dal microcontrollore ( z80 ) da varia roba attaccata ( sonde di temperatura, stepper motors, sensori ecc. ) con dei tachimetri analogici, col prof che si vantava della classe coi colleghi che era riuscita a riprodurre un movimento realistico delle lancette senza scatti
poi il poveraccio ebbe un infarto tornò dopo qualche mese con zero voglia ed entusiasmo finimmo col “fate quello che cazzo vi pare” con lui che si leggeva li giornale mentre noi cazzeggiavamo, l’itis che fa l’itis insomma
io sono arrivato dopo l’ondata dello z80, usavamo un atmega-qualcosa (non ricordo di preciso ormai son passati 20 anni )
il mio progetti di quinta superiore è stato un display a matrici di led pilotato via tcp/ip con un sw fatto con il Builder6 della Borland.
poi le verifiche di Sistemi rubate dal portatile del prof che attaccava in maniera poco sicura il suo portatile alla rete scolastica, gli ho beccato pure i porno scaricati con WinMX
madonna che ricordi
Io facevo elettronica, abbiamo programmato dei pic16f84 se ricordo bene.
A parte programmarli, abbiamo costruito anche le schede per programmarli, più la scheda dove attaccarlo con i vari ingressi e uscite… era il 2003 - 2004. Qualche tempo dopo sono arrivati gli arduino