Ciao,
Vi propongo di ragionare su questo argomento che mi sta un po’ a cuore, visto che ci ho perso un parente e che proprio oggi ho rischiato di ri-vedere la scena in diretta.
In Italia il codice della strada si studia per qualche mese intorno ai 18 anni, per prendere la patente di tipo B, e se si passa l’esame teorico, non lo si riprende più in mano per il resto della vita (quote minoritarie lo fanno 1 / 2 volte in più, se hanno conseguito la patente per motocicli a 16 anni o se vogliono patenti oltre la B.)
In Italia, si fanno alcune ore di pratica di guida con l’istruttore, e dopo aver passato l’esame, nessuno più verifica se la persona continua dopo 10, 20, 40 anni ad avere le nozioni necessarie e attua i comportamenti corretti per strada.
Il parco circolante di veicoli su strada risulta essere in costante aumento
Mentre il numero degli incidenti sembra diminuire sensibilmente dal 2010; ha avuto un calo vertiginoso causa Covid ma nel 2022 siamo ritornati a livelli prepandemia
Mettendo in relazione il numero dei veicoli ed il numero degli incidenti, il trend sembra essere sostanzialmente positivo (più auto, meno incidenti, alla grande no?)
… si ditelo ai morti e feriti:
Anno 2022
3159 morti.
223.475 feriti.
165.889 incidenti.
Assumendo per ipotesi che su 45.000.000 di veicoli circolanti, un incidente mediamente a spanne coinvolga tre veicoli, sono 500.000 veicoli incidentati pari al 1,1 %.
Assumendo per ipotesi che ogni veicolo circolante contenga spannometricamente una media di 1,5 persone, (+3159+223475)/(45.000.000*1,5) = 0,3358% questa è la percentuale di persone che riceve un danno di qualche tipo ogni anno rispetto al totale circolante.
(se avete modo di migliorare tali dati, son solo che contento).
Sono numeri accettabili secondo voi, o vale la pena di cambiare le regole?
Sarebbe opportuno verificare (ogni tot anni) le capacità di guida delle persone (esame teorico online /in scuola guida) e un esame pratico, per limitare ulteriormente quel numero, oppure no?