In passato la mia compagna ha lavorato come commessa presso un negozio di abbigliamento in un outlet (marca molto, molto nota). Mi ha raccontato che nel contratto era previsto il licenziamento per fraternizzazione, ossia nel caso si intrattenessero rapporti sociali tra colleghi al di fuori dell'ambito lavorativo. A naso mi è sembrata una roba francamente illegale: non mi pare che un qualsiasi evento della sfera privata di un individuo che non abbia attinenza con il lavoro possa essere usato come causa di licenziamento (anzi, già il fatto che un qualsiasi datore di lavoro possa pretendere di avere informazioni sui rapporti che i dipendenti intrattengono al di fuori del lavoro mi pare in sè una grave violazione della privacy). Ho googlato un po' ma non ho trovato informazioni in merito. Qualcuno tra gli avvocati o gli esperti di diritto del lavoro che bazzicano da queste parti mi sa dare delucidazioni?
[TL; DR]
Possibile che in un contratto di lavoro mi vietino di intrattenere rapporti con i colleghi al di fuori dell'ambito lavorativo, pena il licenziamento?
[QUOTE=LioN;18013898]beh le uni ameriggane chiedono ai prof di rendere noto al preside quando uno di loro fraternizza con uno studente quindi non ci vedo nulla di strano[/QUOTE]
Quindi se nelle università americane funziona così dev’essere lo stesso anche in un ambiente lavorativo italiano?
lol
sarei ancora vergine con questa regola.

Il direttore di zona (mi pare ) lo aveva citato in giudizio e non ricordo se voleva trasferirlo in un altra sede o licenziarlo , dopo aver esposto degli esempi dei comportamenti del capo reparto , confermati dal capo reparto stesso che prendeva le difese dei dipendenti ormai amici , il giudice se non ricordo male aveva dato ragione al direttore di zona ..
Quindi fin quando la fraternizzazione non incide negativamente sul rapporto lavorativo non credo ci siano motivi validi di licenziamento.
[QUOTE=V|endetta;18013923]come già detto da altri, anche a me pare una roba totalmente fuori dal mondo (giuridico).[/QUOTE]
Vabè sarà ufficiosa, tipo quando al colloquio fanno capire alle donne che è meglio se hanno già un paio di figli così non hanno altri grilli per la testa, mica lo scrivono sul contratto ma tant’è.
sì, ma se metti una roba del genere nei contratti e finisce sotto l’occhio dei sindacati ti attiri grane addosso per nessuna buona ragione (ad es., perché a quel punto il licenziato proverà ad agganciare il licenziamento a quella ipotesi di “giusta causa” illegittima).
Il punto è che il licenziamento deve avere una causa ben definita, nel momento in cui il datore di lavoro porta davanti al tribunale il contratto con la suddetta clausola c’e’, oltre alla risata del giudice, un reintegro immediato nella posizione lavorativa precedente, con scuse e risarcimenti di sorta.
[QUOTE=Cece;18013931]rilancio con un altra domanda , se un datore mette a contratto clausole del genere , oltre ad avere effetto nullo può rischiare qualcosa ??[/QUOTE]
Non penso rischi nulla poiché non fa firmare nulla contro l’ordine pubblico. E’ “solo” cattivo gusto, potremmo dire.
Semplicemente si considera la clausola non apposta.
Edit: pensandoci un attimo potrebbe attirarsi le antipatie dei sindacati e con un po’ di sfiga potrebbe trovarsi a doversi difendere in una causa dove trova un attore particolarmente rompicoglioni armato di avvocato che puntano a qualche tipo di risarcimento civile, potenzialmente una delle tante sottocategorie del danno biologico
la sua ragazza si e' bombata tutti i colleghi e l'hanno licenziata
[QUOTE=Wolfy;18013942]plot twist:
la sua ragazza si e’ bombata tutti i colleghi e l’hanno licenziata[/QUOTE]
Può anche darsi. Pensa che ora si bomba il suo principale…