Considerata la complessità e lo span temporale dell’opera originale sarà al 100% merda liquida. Non hanno saputo gestire decentemente altered carbon che era mille volte più basic e sarebbe bastato copiare paro paro i libri, figurati che cazzo faranno qui.
Avevo postato il trailer nel thread generico delle distribuzioni Netflix, ma in effetti non ho tenuto conto a chi fosse stata affidata la produzione; nessuna aspettativa, nessuna speranza per un’aspettativa, nessuna prospettiva per una speranza di un’aspettativa. No, non farò parte della prima ondata di sbarco.
Credo che sia anche colpa della lingua originale, in parte. Il cinese dovrebbe essere molto più terra a terra nella costruzione sintattica rispetto alle lingue europee.
Lo è, sono d’accordo, sia come prosa, come stile e forse come impostazione stessa, impersonale direi; già il secondo libro del gruppo mi è parso più dinamico, forse dipende pure dall’esperienze dello scrittore e da, ipotizzo, affiancamento di un editor magari.
sì oramai li leggo tutti e tre; è solo che è abbastanza evidente la cosa.
Molto marcata la cosa, quando presenta i personaggi più umani (il marito di Shen Yufei o Da Shi).
comunque, a 3/4 di libro, mi è piaciuto qb per leggere anche gli altri due. è che mi sembra una roba non trasponibile in serie tv in maniera indolore, francamente
Faccio presente, per chiunque non lo sapesse già, che questa serie ha anche già ricevuto un adattamento a serie televisiva in Cina (una stagione che copre l’intero primo libro, per ora) e che Tencent (quelli che ci han messo i soldi) la ha pubblicata per intero con i sottotitoli inglesi sul proprio canale Youtube.
Quell’adattamento è per larga parte estremamente fedele al libro, per inciso.
Cosa che non mi aspetto assolutamente questo si riveli essere.
il terzo è veramente terribile, come temi e contenuti.
il primo è assai interessante, soffre di una prosa molto arida - però reinterpretato da occhi di una regia sbarazzina (come sembra essere quella del trailer) può anche diventare qualcosa di piacevole.
Verosimilmente sarà una cacatona proprio perché “reinterpretato”, invece.
I pianti sulla “prosa arida” in merito a hard sicence-fiction che è quasi per definizione un genere più incentrato sulle idee su larga scala che sui singoli personaggi a me annacqua un po’ i coglioni francamente, ma tant’è… Son pianti che si sentono dai tempi di Clarke e Asimov e ci ho anche fatto un po’ il callo.
Il secondo è forse il migliore della serie, sia per i temi che tocca, sia perché la “visione del futuro” che offre resta grossomodo ancorata a un livello di verosimiglianza ancora vagamente comprensibile, mentre il terzo si lancia proprio nelle “grandi idee astratte sulla possibile natura dell’universo” che iniziano a diventare un po’ difficili da metabolizzare.