[Thread Raccoglitore] Figli Howto (Part 2)

Solo se la metti in grassetto e size 42

“deve imparare a controllarsi” che suggerimento del piffero è :vface:
se manco gli adulti certe volte imparano a controllarsi

Che è un po’ come dire alla mia donna “stai calma” quando è palesemente non calma.

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A me viene sempre in mente lui.

La mia giornata di oggi.
Alle 16.00 lo prendo all’asilo. Mi abbraccia, scherza, ma giuro che ho visto che era nervoso. Me ne sono accorto.
Saliamo in macchina, lo lego e parto. Facciamo tappa al supermercato perché devo prendere il pane. Lo lascio con sua madre in auto e vado veloce.
Al ritorno come salgo in macchina inizia a darmi i calci: papa! Papa! papaaaa!
-cosa c’è?
-metti… metti l’hotspot!
provo a spiegargli che il mio cellulare non ha bisogno di hotspot. E’ gvià collegato. Lui dice: ma non va!
-passamelo.
-metti l’hotspot!
-dammelo che te lo sistemo
-metti l’hotspottt!!
E intanto calci al sedile, pianto a dirotto, si dimena ma è imbrigliato.
Probabilmente eravamo in una zona in cui non prendeva, cmq riparte la connessione e si calma. Tiro un respiro di sollievo perché il meltdown era imminente… L’ho scampata, penso.
Parcheggio, saliamo le scale e inizia a diluviare.
-Dobbiamo dare da mangiare agli uccellini.
-A. guarda che diluvia. le bricioline volano via.
-perché?
-perché piove forte e l’acqua le spazza via.
-Ma perchè? (chiesto con rabbia… argh!)
-Perché l’acqua così forte spazza via tutto. Foglie, rami e anche le bricioline di pane.
-Ma dimmi perché.
-Te l’ho detto.
-Papa!! Perché?
-Non so spiegartelo meglio di così. Acqua e vento le fanno volare via.
-Non hai detto perché.-Piange, stringe i pugni, rosso in faccia. ARGH!
Apro la porta ed entro. lo invito ad entrare e provo a disinnescarlo anche se mi sa che è tardi.
-A. facciamo merenda.
-Prima mi devi dire quello che stavi dicendo.
-Quando?
-Prima.
-Ma cosa?
-Dimmelo!
-Le bricoline?
-Dillo! devi dirlo. Dillo. Posso dirti una cosa? dimmi quello che stavi dicendo prima. dai dillo. dillo. papà. papà! Dillo.- in un crescendo di crisi forza 10. Salta, stringe i pugni, urla, piange a dirotto.
-A. non so cosa vuoi che dica. spiegamelo.
-Devi dirlo. dillo.
-Ma cosa?
-Quello che dicevi prima delle bricioline.
-Le bricioline volano via con l’acqua.
-non quello. quello che dicevi prima delle bricioline.
-Che c’è tanta acqua?
-Non quello. Dillo. Dai. PAPAAAAA dillo. Ti posso dire una cosa? dillo dai. Papaaaa. Dai dillo. Dillo. Quello che stavi dicendo prima.
-A non so cosa stavo dicendo. me lo spieghi?
-LASCIAMIIIII
-Ok.
-Vieni qui. LASCIAMIII. NOOO VIENI QUI. Voglio che stai qui. Dillo.
-A puoi spiegarmi cosa vuoi sentirti dire?
-Quello che stavi dicendo prima.
-Non me lo ricordo.
-Dai diiilloooo
(ripetere così per 1 ora e 15)
Dopo di che era così esausto che ha iniziato a dirmi con calma - inventandolo - cosa secondo lui avevo detto. Ogni volta aggiungeva una parola o una pausa e io dovevo ripetere la sequenza (per quello penso che abbia anche un DOC… l’unica cosa che lo calma è contare, ripetere sequenze di parole o azioni). Quando si è tranquillizzato mi ha abbracciato ed era sorridente come se non fosse successo nulla.

Signore e signori, questo è un meltdown O_O

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Mamma mia…

Domanda stupida:
Senti ma se invece di spiegare a parole gli fai fisicamente fare l’esperimento di briciole e acqua nel lavandino, non si riesce a concentrare su quello?

Provato. Era in loop. Non ascoltava, non guardava.
Da quel che ho capito studiando libri per genitori neuroatipici, chi ha l’ADHD - specialmente se piccolo (5 anni) - quando va in tilt (stanchezza, frustrazione, rabbia per un rifiuto etc) crea emozioni e desideri discortanti che creano una confusione terribile. Per quello mi voleva vicino e allo stesso tempo mi diceva di andare via. Noralmente il contatto fisico lo calma, ma quando è in meltdown mi rifiuta ma mi cerca. Per cui non posso nemmeno dirgli: senti ok calmati io vado a farmi un giro, ci vediamo dopo. Perché mi segue e mi urla dietro.
Oggi è diventato anche violento lanciando pupazzi, saltando, tirandomi in faccia un cuscino.
Io devo dire che sono stato bravissimo. Mai un cenno di rabbia, nessuna emozione negativa.
A una certa però ho iniziato a dirgli che ero stanco e che mi stava venendo mal di testa, ma senza accusarlo perché se gli dici che stai male per colpa sua il meltdown diventa x3

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mi spiace tanto.
Da come l’hai descritta, sembra che abbia problemi a gestire la frustrazione che deriva dal “non funziona” - “non si può” - “non subito, dopo”. E’ una bella gatta da pelare, perché la vita di occasioni di frustrazione ne offre “un pochine”.

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@xEnd3r hai tutta la mia solidarietà.

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io tuttora ho il bisogno fisico di sedermi sempre nello stesso posto a tavola in qualsiasi appartamento mio e dei miei familiari :asd:
Sul resto migliorerà (i miei a suo tempo usarono il metodo bastone e bastone :asdsad: )

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Sì sì non ne dubito, sempre che qualcuno non decida di cambiare le regole. :asd:

Mi capita una cosa del genere con Bimbo1 quando cerca di spiegarmi una cosa, io non capisco e lui va in crisi d’ansia perché dice che non riesce a spiegarsi e non sa come fare. Il più delle volte capita con i compiti, perché mi mancano pezzi di informazione oppure lui si inceppa sui dettagli senza considerare la situazione generale e non mi ascolta.
A quel punto, non si torna indietro perché si blocca proprio. Piange, è disperato, dice che non respira. In genere facciamo una pausa, cambiamo ambiente, cambiamo attività e argomento e ricominciamo in seguito, magari con l’aiuto del papà che lo capisce sempre meglio di me.

Sono abbastanza sicura che, negli anni passati, ci abbia salvato il fatto che lui mentre gioca ai videogiochi saltella di continuo e questo gli è di aiuto per scaricarsi costantemente.

@xEnd3r ma cambiare argomento, distrarlo con attività diverse in questi casi non funziona? E’ comunque piccolo, quindi come dici tu la stanchezza e la frustrazione che ancora non gestisce rendono la situazione più complicata.

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Non a questo livello ma anche il maggiore a volte mi chiede 5000 volte la stessa cosa e mi fa ripetere 6000 volte la risposta fino a che a un certo punto gli dico: non lo so, non capisco cosa devo dirti.
Ma mi auto convinco che molto spesso sia confusione dovuta al cambio di lingua, spero.

E questi esperti hanno preso la certificazione con i punti del mulino bianco?

letto il resto. Un abbraccio xe :lode:

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fai il test di ingresso e la storia strappalacrime ce la dimentichiamo

oggi abbiamo portato la bimba a casa
bimbo non voleva che la madre mettesse lei a letto, risultato pianti e 1 ora e 15 ci ho messo per farlo dormire

leggendo sopra vedo giornata interessante per tutti :argh:

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Io posso affermare con assoluta certezza (ricordo che sono del 75) che ho avuto compagni alle elementari ed alle medie che sono stati letteralmente abbandonati nelle loro mancanze.

Marò xEnd3r, vorrei tanto trovare le parole giuste per significare empatia.

Proverò a scrivere qualche pensiero consapevole di muovermi in una cristalleria e con non pochi limiti personali ma voglio tentare un aiuto per quel poco che vale.

È possibile che lui desideri che tu entri nel suo mondo?

Io mi immagino i bambini che si creano mondi dove vivono. In questi mondi vivono delle storie che solo loro riescono a decifrare. L’enorme difficoltà di un adulto è entrare in questi mondi.

Potresti chiedergli di farti raccontare un suo mondo e tentare di entrarci dentro.

Forse nel suo mondo quelle molliche erano importanti, e per lui la pioggia non era una motivazione valida. Forse nel suo mondo gli uccellini sono morti.

Bisogna scoprire cosa è importante per lui. Compito per niente facile.

Anche noi adulti abbiamo le cose importanti. E spesso sono davvero laceranti. Ci annebbiano, ci disintegrano, ci riducono a brandelli balbettanti.

I “bambini” quando poi compiono 20 anni una mattina ti dicono “papy, ti vedo triste. Vuoi giocare con me? Cantiamo una canzoncina?”

Come se volessero risolvere i problemi dell’universo. Hanno secondo me dei superpoteri da piccoli. Ma nel vero senso del termine. Vedono cose che gli adulti non vedono più.

Non so se ho scritto cose giuste o sbagliate ma ci ho provato.

Prendile come un istante di empatia.

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