[QUOTE=e1ke;18802935]Riguardo l’ultimo punto, sì, quella conoscenza la ho.
Perché ho solo una laurea in giurisprudenza, con tesi in criminologia e diritto penale, e per di più ci lavoro con il diritto penale.
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ennò così non vale 
comunque mi pare chiaro di non avere “bocciato” alcunchè (con che autorità potrei?) ho solo espresso alcuni dubbi, posso?
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Quelle di Davigo sono dichiarazioni politiche, di scontro con l’esecutivo, ed entrano ben poco nel merito della questione riguardo le intercettazioni:
“La pubblicazione di intercettazioni davvero non pertinenti è già vietata dalla legge penale quantomeno dal reato di diffamazione. Se non rientrano in quel reato o sono pertinenti oppure si tratta di fatti che attengono all’operato di un pubblico ufficiale. Nel qual caso la pubblicazione è lecita”. “Se si ritiene che le pene per la diffamazione non siano adeguate, basta aumentare quelle. Il resto è superfluo”
Come ho già detto, tramite diffamazione si interviene ex post, quando la pubblicazione è già avvenuta.
Il problema è a monte e se fosse questione superflua allora non si spiega perché la procura di Torino, di Roma e di Napoli abbia adottato specifiche direttive per contrastare il fenomeno.
C’è stato anche un intervento del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura):
[I]Lo annuncia sempre Legnini: «La 7^ commissione, su impulso del Comitato di Presidenza, dopo aver acquisito le circolari adottate dalle Procure di Roma, Torino e Napoli ha già avviato il lavoro di definizione delle linee guida sul delicato tema delle intercettazioni telefoniche».
L’obiettivo del Csm è sfornare una direttiva nazionale partendo dalle circolari, che Legnini definisce «positive ed innovative», adottate dai procuratori Pignatone, Spataro e Colangelo. E già s’aggiunge anche Firenze: il procuratore Giuseppe Creazzo ha stabilito che il criterio per la trascrizione sia rappresentato dalla «rilevanza delle conversazioni ai fini di prova». Creazzo ha escogitato anche un trucco per limitare i danni della pubblicazione di intercettazioni non rilevanti ai fini penali: in occasione della parziale “disclosures” degli atti, gli avvocati sono invitati ad ascoltare la massa delle intercettazioni in audio; non ci saranno trascrizioni che possano finire sui giornali.
Tornando alle circolari di Spataro, Pignatone e Colangelo - che hanno avuto il via libera dell’associazione nazionale magistrati - Legnini riconosce: «Se quelle misure adottate sono utili a realizzare il rispetto dei valori costituzionali coinvolti, non vi è ragione di sottrarsi al dovere di mettere a disposizione di tutti gli uffici di Procura un atto di autoregolamentazione uniforme cui ciascun procuratore capo e ciascun magistrato inquirente potrà attenersi o ispirarsi».[/I]
http://www.lastampa.it/2016/04/15/italia/politica/legnini-csm-direttiva-ai-pm-su-conversazioni-private-da-tutelare-QncxL1vyZJKvyuYObgLqRN/pagina.html
Qui l’intervento di Colangelo:
http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/stretta-intercettazioni-si-muove-anche-napoli
Ricapitolando, procure importanti e magistrati di primissimo livello si sono già mossi per adottare circolari atte a porre un argine al fenomeno.
Il CSM stesso si sta muovendo per fornire linee guida, in accordo con quanto elaborato dalle procure di cui sopra.
Riguardo la tua preoccupazione sul diritto alla difesa e le tempistiche che consideri ristrette, ti rinvio nuovamente a una cosa che ti ho fatto notare:
È un passo avanti importante verso la tutela della riservatezza delle persone, e dei loro dati sensibili, non coinvolte in indagini penali il cui contenuto non deve in alcun modo essere divulgato e quindi pubblicato - commenta il presidente della camera Penale piemontese Roberto Trinchero - Sembra positiva e garantista di questi principi anche l’articolata procedura che dovrà, a tutela del segreto, essere rigorosamente seguita al termine dell’indagine per determinare, previa verifica da parte dei difensori, la distruzione delle intercettazioni irrilevanti e inutilizzabili. Sicuramente questa direttiva costituisce un passo avanti nella tutela dei principi da noi sempre ritenuti fondamentali. La Camera penale con spirito positivo vigilerà, nei limiti dei propri principi statutari, sulla corretta applicazione di queste linee guida".
Questa è la posizione della camera Penale del Piemonte (la camera Penale è un’associazione formata da avvocati penalisti operanti in un dato distretto di Corte d’Appello).
Poi in realtà vi è una critica a questa autoregolamentazione da parte della magistratura, che modifica la procedura come se fosse cosa propria e non materia del Legislatore.[/QUOTE]
mi ripeto: a me ciò che non piace è che per contrastare un fenomeno di sciacallaggio di giornalai e pubblico si debbano modificare procedure giudiziarie che mi paiono lineari, sensate e tese alla tutela dei diritti delle parti.
Questione più di principio che pratica, forse.
[QUOTE=Elindur]Il punto a mio avviso non è che è la magistratura che deve limitarsi perchè ci sono i giornali spazzatura che rimestano nel torbido delle intercettazioni, ma che durante un qualsiasi processo lo strumento delle intercettazioni debba essere usato per provare il reato di cui il pm sta indagando (e analogamente, per far dimostrare alla difesa che il proprio assistito è innocente), non certo per scoprire i cazzi privati di chi è indagato per tematiche totalmente scollegate con il procedimento giudiziario, in quanto esiste appunto anche il diritto alla privacy di ogni cittadino che va tutelato.[/quote]
eh ok però allegare TUTTE le intercettazioni fatte nell’indagine che ha portato al processo mi pare la maggiore garanzia per le parti. Se poi quelle intercettazioni contengono cazzi privati e irrilevanti dovrebbe essere il buon giornalismo giudiziario a ignorarle (
).
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Se come adesso qualsiasi atto invece viene reso pubblico il risultato è che si parla quasi esclusivamente dei pruriti di chi è indagato molto più che dei presunti reati commessi.[/QUOTE]
Appunto: “colpa” di giornalai e lettori, non delle procedure.
Mi sa che stiamo ciclando, comunque 