Thread del femminicidio

Ecco qua un bell’insulto patriarcale nel thread dei femminicidi. Che abissi sta raggiungendo sto forum.

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Non so, ogni 3x2 salta fuori qualcuno che - NEL 2023!! - sostiene che gli uomini a causa del testosterone se si incazzano danno di matto fisicamente, mentre le donne piangono. In alternativa arriva qualcuno a dirci “oh raga calmi eh che mica tutte le donne uccise sono femminicidio”. Graziearcazzo, siamo tutti idioti e non ci avevamo pensato.
E intanto ogni tre giorni c’è una donna ammazzata da amante, collega che pensava che lei ci stesse in virtù del fatto che lei gli ha dato il foglio di carta per le fotocopie, fidanzatino, scopamico, marito geloso, padre che “mia figlia non la tocca nessuno, tranne io!” e via dicendo.
Ma continuiamo a fare la punta agli stronzi che i femminicidi non sono 120 ma 102 o addirittura 98! E facciamo i distinguini: eh ma il fidanzato l’ha ammazzata non perché era geloso e la oggettificava, ma perché è sociopatico.
Cambia tutto allora!
Meno male che ce l’avete fatto notare. Ci era sfuggito anche questo.
Oppure ci si fa notare che se uno assume steroidi anabolizzanti poi diventa incazzoso e potrebbe menare.
Accidenti!
Non ci avevamo pensato nemmeno a questo!
Adesso che ci penso bene, lo stesso si potrebbe dire per alcool e droga. Chi li consuma abitualmente tende a perdere la calma più facilmente.
Ma allora è problema risolto! Cioè no, non è risolto nel senso che l’alcool mica puoi vietarlo e la droga è già vitata quindi quel che si poteva fare è fatto.
Grazie mille a tutti. Ora posso dormire più sereno anche perché, fortunatamente, non ho figlie femmine. Al massimo dormirò con la preoccupazione che mio figlio diventi un assassino, ma ehi! posso sempre andare a trovarlo e con un buon avvocato e due esami del sangue, posso dare la colpa agli ormoni.

:myjobisdone:

ps: il modo più efficiente per affrontare un problema è negarlo. Oppure accettare che non ha soluzioni. Vedo che qui sono state percorse entrambe le vie.

E in tutto cio’ hai bellamente ignorato che arriva qua e da degli sfigati. Che fondamentalmente e’ chi non tromba. Perche’ si sa, l’uomo deve trombà.

Avanti, continuiamo a perpetuare questi stereotipi patriarcali nel thread delle vittime del suddetto, e pensiamo anche di essere nel giusto!

Tu invece immagino che sei il Fonzie del forum vero? :asd:

Ma insultare le persone a caso non è anche questa una forma di violenza?

Che pensa un pò, non sono altro che per la maggior parte dei casi semplice testosterone, che accresce il livello di testosterone nel sangue di chi lo assume

Hai sbagliato 3d

Madonna che vomito che avete fatto diventare sto thread

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E con le minacce portate in real Life diciamo che hai varcato la classica soglia di sopportazione, vai a fare il troll in qualche altro lido.

Il topic viene chiuso fino a nuova comunicazione, perché a dover moderare l’asilo nido che cerca giustificativi agli omicidi mentre ci sta in corso una strage alla lunga o stufa o viene voglia di bruciare tutto in modalità Il Corvo

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riapro, senza star a mettere troppe regole o regolette, sappiate che i primi che trollano o fanno casino in sto 3d di nuovo, si beccano ban/silence nell’ordine dei mesi

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Posto il discorso integrale di Giulio Cecchettin al funerale di Chiara.

Carissimi tutti,
abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia:
ci ha travolto una tempesta terribile
e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai.
Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone
che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio.
Mi scuso per l’impossibilità di dare riscontro personalmente,
ma ancora grazie per il vostro sostegno
di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili.
La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine,
al vescovo e ai monaci che ci ospitano al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio
e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia.

Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare.
Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare
dopo la prematura perdita della sua amata mamma.
Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma.
Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente,
un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà:
il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.

Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle
e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi
fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.
Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia?
Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti:
famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione…
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore:
insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno
e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte.
Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro.
Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente,
a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all’esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche.
Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.

La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l’importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.
La prevenzione della violenza di genere inizia nelle famiglie,
ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.

Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti.
Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.

Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo.
Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento.
La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte,
può anzi DEVE essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi:
che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere:

“Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia…”

Cara Giulia,
è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma.
Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme,
il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me
non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia.
Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta,
impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato.
Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano.
Io non so pregare, ma so sperare:
ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma,
voglio sperare insieme a Elena e Davide
e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti:
voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore
fecondi il terreno delle nostre vite
e voglio sperare che un giorno possa germogliare.
E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.

Addio Giulia, amore mio.

niente era arrivata la chiusura mentre stavo preparando (da 2-3 giorni compatibilmente col tempo) un post che approfondiva la tematica psicologica, con un tot di studi pubblicati che indagavano la correlazione tra femminicidio e deviazioni psicologiche, per portare avanti la discussione parallelamente alla questione patriarcato, e valutare come sarebbe possibile intervenire su entrambi gli aspetti, ma poi è andato chiuso e ricercare i link di 50 pagine a botta di ricerche ora non ho voglia.
A valle di questo sollevo una questione che non mi pare sia stata analizzata (ho perso diverse porzioni di discussione perché stava andando troppo a vacca e non ho letto tutto) in merito alla questione patriarcale.
Non so se è stata valutato un aspetto deletereo dell’attribuzione al concetto di patriarcato (che sia o che non sia così, o comunque che dipenda da questo in concomitanza con altri aspetti più o meno individuali), e cioè la deresponsabilizzazione del colpevole in merito a decisioni prettamente individuali.
Questo sarebbe un altro capitolo di discussione particolarmente complesso, su cui dibattono fronti diversi delle stesse associazioni femministe, e su cui ci sono relativi studi correlati a patriarcato e agli aspetti critici, commerciali, economici, culturali della cultura dello stupro.
Quando riprenderò in mano i link, che riguardavano anche questo, vedo di riportare gli studi.

Quest’uomo è un gigante. Purtroppo tra una settimana tutto sarà dimenticato e si andrà nella direzione opposta.
Vorrei poter sperare come fa lui ma è dura

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Lo stanno già massacrando

https://twitter.com/ChissaSonoChi/status/1732023685349855356/photo/1

Quel post per me indica perfettamente che un delle cose più importanti da allenare nella crescita è la capacità di contestualizzare infatti.
Quel che si sta cercando di fare (per me sbagliato) da una parte è quella di eradicare il problema alla radice, facendo in modo che le persone non debbano neanche contestualizzare. Questo porta solo ad una massa forzatamente inibita e repressa, è una cultura basata sul terrore in cui ogni manifestazione che esce da limiti in proiezione sempre più stringenti diventa aliena, e lo stesso che ha quella manifestazione non ha nessuna possibilità di misurarsi col prossimo.
Insegnare a contestualizzare invece, che dovrebbe essere una delle caratteristiche di un individuo normodotato cerebralmente, diventa sempre più complesso.
Di esempi al riguardo se ne possono fare molti.

che tra l’altro mi pare fake.
Nel suo profili non c’è niente nel 2013 e su web.archive non trovo niente a riguardo

Si, mi era venuto il dubbio, ma che sia vero o meno è ininfluente.
Che siano andati indietro di 10 anni a cercare un post che possa sembrare utile per attaccarlo o che se lo siano inventati, cambia poco.

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ah beh io avevo già perso le speranze prima di scrivere il reply sopra.
Infatti…
porcodio

È un atto politico assolutamente e anche potentissimo.

Il personale è politico

E intanto pochi gg dopo il 25 novembre cosa si fa a Catania ?

La Stessa cosa che si vuole fare con lucha y siesta a Roma

Brutti cattivi questi che occupano e gestiscono gli spazi. Mandiamogli la digos