Questo e’ il thread dei diritti civili, se vuoi discuterne aprine uno te
Lol
È talmente un abisso che la mia compagna qualche mese fa ha preso un incarico solo perché l’UE ha obbligato quel settore ad avere le quote rosa, altrimenti ci sarebbe il classico vecchio di 60 anni. True story.
Una delle cose che vengono fatte nei colloqui di lavoro è l’anomizzazione dei candidati. C’è (ci dovrebbe essere) un ufficio preposto all’interno di un’azienda che prende i curriculum e li riscrive in maniera che i fattori che possono essere soggetti di bias (anche non volontaria, nota bene, i pregiudizi possono essere interiorizzati e nessuna persona ne è completamente priva) tipo nome, genere, etnia, estrazione sociale, etc vengano eliminati, e poi passa questi curriculum al dipartimento che decide le assunzioni in maniera che possano decidere in modo imparziale.
Anche questo non è una cosa perfetta, però, perché non considera le disuguaglianze che stanno a monte. Ossia, per farla breve, un maschio bianco benestante cis etero ha di sicuro più possibilità in ambito di educazione, formazione, esperienze lavorative precedenti, ecc. di una donna nera povera trans lesbica. (Esempio estremo, ma spero si capisca.)
Ed è importante anche capire che il privilegio non è una colpa. Ossia, i maschi sono più avvantaggiati delle femmine, ma non è colpa loro. Neanche merito, però.
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Mi sono informato
A parte che non è il fratello di Sasha ma il fratello di Ashley
Sono teorie fortemente criticate dalla maggioranza dei neuroscienziati, vengono in genere categorizzate come “neurotrash” a causa dei deboli metodi di ricerca.
Il problema è che tanto almeno un colloquio glielo devi fare, quindi prima o poi nel processo di selezione si arriva al dunque e tutti i bias che ci sono vengono a galla.
E tra l’altro poi è così che nasce il gap salariale (e si perpetua nel tempo durante le performance review, ecc.) che in parte potrebbe essere arginato da politiche sociali adeguate (esempio: parificare la maternità con la paternità).
È la teoria della riduzione del rischio. Siccome certi fenomeni sono (almeno al momento) impossibili da evitare al 100%, si cerca di ridurre il rischio alla % minima possibile. È la stessa teoria dietro la sicurezza sul lavoro.
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In grosse aziende:
Per fortuna ci sono politiche interne che spingono a valutare il potenziale piuttosto che il rendimento precedente + quote minoranza non esplicite nella singola assunzione, ma nel bilancio dell’azienda.
Ora hanno cambiato anche come pagare: vieni pagato in base al lavoro che fai. E.g. se sei responsabile di prodotto, verrai subito pagato come tale, non sarà ridotto a causa dell’esperienza, etc.
Ovviamente è un minimo stabilito e puoi salire, ma per molti è stato un bel salto.
Il che favorisce i giovani e le donne, ma meno gente più vecchia che era valutata in base all’esperienza, e verrà rallentata nella salita di salario per il cambio di distribuzione di budget.
Il problema del gap salariale e’ a monte.
Non si dovrebbe pagare tutti uguale in maniera indistinta ma in proporzione a un fattore di produttività/valore lavorativo.
Se un azienda ha dati interni che confermano in modo macroscopico che (esempio) una donna di 50+anni produce di più di un uomo che va dai 20-30 (a parità di mansione) , perché non può fare selezione nella scelta dei suoi lavoratori o pagarli in modo diverso?
Io capisco e condivido i punti elencati sopra di inclusivita’ ma stiamo facendo i conti senza l’oste…quel punto di vista va moooolto mediato con il punto di vista dell’ azienda che punta al maggior profitto .
Il vero problema sta nel distinguere una selezione per bias sociale o per meri conti economici di produttività’.
Ma infatti e’ per il valore produttivo che si dovrebbe stabilire un salario anche se in tutte le aziende che giro vedo il problema contrario…esperienza e responsabilità tendono ad acuirsi come voce predominante a fine mese sulla busta paga .
Il problema della produttività crea un altra zona grigia…come fai a ragionare quando varie mansioni esono prevalentemente ad appannaggio di un sesso e devi metterle a confronto? Li nascono dei problemi di valutazione mica da ridere
Ma quando mai succede? Se mai succede, è perché gli stipendi vengono schiacciati al minimo salariale di quella posizione (o al minimo di mercato per avere una risorsa con un turnover non esagerato)
Ma almeno così un ostacolo viene rimosso, ossia: il curriculum non viene cestinato senza neanche essere letto.
Per dire, ho conosciuto di persona un uomo trans nero che abita negli USA che si chiama, di nome, Liam. Nome che ha scelto lui, di origine irlandese.
Quando si presentava come donna i colloqui di lavoro che faceva erano un numero irrisorio se paragonato ai curriculum che inviava. Una volta che ha cominciato a presentarsi come uomo, invece, i colloqui si sono moltiplicati. Ma non solo: non era caso raro che quando si presentava di persona per il colloquio l’intervistatore rimanesse sorpreso a vedere che era nero e non bianco di origine irlandese, come si capiva dal nome.
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No ma sono sicuramente d’accordo che è meglio di nulla, figurati.
Dicevo che queste iniziative vanno assolutamente accoppiate con altre azioni per poter azzerare, prima o poi, il gap.
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In realtà le battaglie femministe che portano le quote rosa hanno come rovescio della medaglia il cercare di livellare mansioni e stipendi in maniera non correlata
E’ il rovescio della medaglia nel imporre inclusivita’ senza che questa arrivi tramite la legge del mercato.
la famosa infallibile legge di mercato
Vegeth sembra Aldo quando cerca di ripetere il discorso della Massironi usando parole a caso
Il livello è quello del “Perché black lives matter? dovrebbe essere ALL LIVES MATTER!!”
e poi si sega pensando a se stesso perché pensa di essere super intelligente.
Con questo livello di risposte chiunque pensarebbe che ci sia un gap d’intelligenza
Le altre risposte? Più che stare qui ad aspettare un ban per trolling cosa vuoi che facciano se non risponderti come ti stanno rispondendo? Fa impressione leggerti in questo forum vegeth.
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io giuro che non sono tutti così a bassano del grappa