[TECH-Science] NEWS

risposto
Quattromila antenne in punta di dito

http://www.galileonet.it/articles/50ec233ba5717a563900003d


La tecnologia si chiama phased array ed è nota da tempo: una matrice di antenne capaci di trasmettere onde radio o elettromagnetiche in una sola direzione spaziale, sopprimendo tutte le altre. Con grande lungimiranza, era già stata prevista da Ferdinand Braun, premio Nobel per la fisica nel 1909, che già un secolo fa notava come "una delle applicazioni più utili per il futuro è la trasmissione delle onde in un'unica direzione". All'epoca, Braun si riferiva alle onde radio; oggi, gli scienziati del Research Laboratory of Electronics al Mit, diretti da Jie Sun, ci sono riusciti nel campo dell'ottica. I ricercatori hanno infatti costruito un phased array di 4.096 nanoantenne, integrate su un chip di silicio delle dimensioni di pochi millimetri, in grado di generare e calibrare con grande precisione onde elettromagnetiche direzionali. Il dispositivo è descritto sulle pagine di Nature.
Il concetto di phased array, oggi, è largamente utilizzato nel campo dell'astronomia: i dati provenienti da più radiotelescopi sono "assemblati" per aumentare la risoluzione totale del sistema. In termini spiccioli, il dispositivo di Sun è "l'equivalente di più di 4.000 telescopi in un singolo chip delle dimensioni di un'unghia", come racconta Thomas Krauss, fisico presso la University of York. È lo stesso Krauss a spiegare le difficoltà sperimentali nella costruzione di un dispositivo del genere: "Per ottenere buone prestazioni, bisogna integrare un gran numero di antenne in un singolo chip e controllare con precisione la fase [cioè la posizione relativa dei picchi delle onde, NdA] di ogni singolo elemento. Finora, tali richieste erano difficili da soddisfare, perché le componenti elettroniche erano troppo grandi e non consentivano la miniaturizzazione del dispositivo".
Mentre gli ultimi prototipi di phased array miniaturizzati erano riusciti ad assemblare "appena" 16 nanoantenne, l'équipe di Sun ha utilizzato una griglia metallica miniaturizzata per produrre una matrice quadrata con 64 antenne per lato, posizionandola su un chip di poco più di mezzo millimetro e riuscendo a mantenere alte le prestazioni del dispositivo in termini di potenza e risoluzione. A cosa può servire un congegno del genere? Secondo Krauss, le potenzialità sono parecchie: "La prima applicazione interessante riguarda l'imaging [la tecnica che usa la radiazione luminosa per osservare un'area invisibile dall'esterno, NdA]: si potranno ottenere immagini ad alta risoluzione del tessuto biologico o di liquidi turbolenti. Il dispositivo potrà essere utilizzato anche per progettare televisori e schermi con prestazioni maggiori rispetto a quelli attuali: per fare ciò, però, bisognerà rimpicciolire ulteriormente il chip e abbandonare il silicio, che assorbe la luce visibile. È una sfida intrigante per il futuro".




@Billy, grazie, ti faccio sapere appena possibile.
NANOPARTICELLE MAGNETICHE PER NUOVI VACCINI.

http://www.galileonet.it/blog_posts/50ec39f3a5717a390b0000db
Perché si rompono i dispositivi elettronici?


http://www.galileonet.it/articles/50c869b5a5717a7ff7000074

A volte pare ci sia qualcosa di soprannaturale e maligno nei dispositivi elettronici: sul più bello schermi ultrapiatti, computer portatili, eBook reader smettono di funzionare, senza alcuna ragione apparente. Spesso non vale nemmeno la pena spendere tempo e denaro per farli riparare: ma sarebbe bello, almeno, scoprire il motivo del guasto improvviso. Secondo la scienza, i "colpevoli" più comuni sono i cosiddetti whisker, piccoli filamenti metallici simili a capelli, che crescono sullo strato di stagno utilizzato per coprire i circuiti elettronici. Queste fibre causano spesso cortocircuiti, perché agiscono da ponti elettrici, conducendo l'elettricità tra componenti che dovrebbero invece rimanere isolati. Ma come e perché, a un certo punto della "vita" di un dispositivo, si generano i whisker? La scienza, finora, non era riuscita a dare una risposta al problema.
A trovare il bandolo della matassa è stato Yong Sun, studente di dottorato in ingegneria meccanica al College of Engineering della University of South Carolina. Sun ha utilizzato una tecnica detta correlazione delle immagini digitali, con la quale ha monitorato i cambiamenti che avvengono sulle superfici dei circuiti, riuscendo così a dimostrare che la crescita dei whisker sarebbe dovuta a un gradiente di deformazione che si accumula all'interno del dispositivo. In sostanza, i componenti elettrici generano i maligni filamenti a causa degli stress meccanici ed elettrici cui sono sottoposti nel tempo. Il lavoro di Sun è stato pubblicato sulla rivista Scripta Materialia ed è valso al ricercatore il prestigioso premio Student Acta.
L'importanza della scoperta va ben oltre l'estensione del ciclo di vita dell'elettronica di consumo: anche la Nasa potrebbe essere interessata, dato che molti guasti ai satelliti commerciali sono causati proprio dai whisker. E lo stesso potrebbe valere per sistemi missilistici, centrali nucleari e pace-maker. "È una ricerca molto importante", ha commentato orgoglioso Sun. "I dispositivi elettronici sono ormai ovunque, e sono sempre più piccoli. Quello dei whisker è un problema da risolvere, e noi abbiamo indicato la strada da percorrere".
Riferimenti: Scripta Materalia doi:10.1016/j.scriptamat.2011.05.007
Computer a BOSONI.

http://www.galileonet.it/articles/50d31d38a5717a661b000040

I computer quantistici ancora non esistono, ma hanno già un possibile rivale per il futuro.

Si chiama campionamento di bosoni (particelle il cui spin, una grandezza connessa alle loro proprietà quantistiche, è un numero intero) ed è una tecnologia basata sulle ultime scoperte nel campo della fotonica.

A svelarlo sono due lavori separati e indipendenti, entrambi pubblicati su Science Express. Nel primo lavoro, condotto da Justin Spring e colleghi, ricercatori al Clarendon Laboratory di Oxford, gli scienziati sono riusciti a usare un dispositivo a singoli bosoni (fotoni, per essere precisi) per calcolare il permanente di una matrice, un problema abbastanza complesso da risolvere per i computer di oggi.

Nel secondo esperimento, Matthew Broone,del Centre for Engineered Quantum Systems di Brisbane, è riuscito con la sua équipe a costruire una sorta di porta che conteggia l'uscita dei fotoni da un circuito elettronico, un'operazione alla base della costruzione di un processore a bosoni.
Tecnologie di questo tipo, secondo gli scienziati, aprono una strada promettente per costruire un dispositivo che riesca a risolvere i problemi computazionali in meno tempo di un processore “classico”, ma che sia al contempo facile ed economico da costruire, al contrario dei computer quantistici, la cui costruzione su larga scala è, almeno per adesso, abbastanza complessa e dispendiosa.


in umido deve essere fantastica


http://www.dwavesys.com/en/products-services.html
Infatti stavo per postarlo io, esistonogià sistemi quantistici!

http://www.nature.com/news/faecal-transplants-succeed-in-clinical-trial-1.12227



diventare donatori di merda
Il materiale più duro del diamante

http://www.galileonet.it/articles/50f6c607a5717a42d10000b3
maschera da saldatore con videocamere stereo HDR e argumented reality per guidare la saldatura.

in pratica permette di vedere dove si salda e di moniotare la velocità e l'altezza della saldatura.



Beh è venduta bene la notizia, ma non è un materiale più duro. E' una struttura di un materiale diverso dal diamente che + più duro del diamante convenzionale.
Per essere sicuri si dovrebbe costruire una analoga nanostruttura in diamante.
Inoltre la durezza oltre che dalla regola di Hall-Petch dipende dal numero di imperfezioni nella struttura, quindi è tropo generale dire un amteriale più duro del diamante.

Comunque rilancio coi mini laboratori su chip:
http://en.wikipedia.org/wiki/Lab-on-a-chip


Questa è una sburrata unica.
la voglio





E' dove lavoro io
Cazzo ora vado a spiare! E prima di tutaagorà viaggrò online in vettoriale
visto che mezza agorà sta su ogame, ripesco sta news sfiziosa:

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2010-05-27/lenergia-spazio-095400.shtml

non vi ricorda "vagamente" i satelliti solari di ogame?


Grazie al c.w. inventato?


esatto!
non capivo però cazzo era CV:V

http://www.repubblica.it/scienze/2013/01/23/news/dna_libri-51155700/


Porca troia

un hard disk in provetta