[Storie di vita vera] Essere una donna trans

Onestamente non ho idea di chi sia al di là di “donna trans che ha fatto incazzare i fasci,” quindi non mi esprimo su di lei.

In generale però bisogna fare attenzione ad eleggere una sola persona a rappresentante di un’intera categoria, per una smanicata di motivi. Se fosse possibile preferirei vivere la mia vita in maniera completamente anonima, senza dovere fare politica ed attivismo, ma ahimé non posso esimermi.

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Cosa ne pensi di Contrapoints?

È brava ad esprimere concetti complessi in maniera semplice, ed ha fatto molto per pubblicizzare l’ “essere trans” su internet.

D’altro canto, alcune sue posizioni sono un po’ problematiche, e non reagisce benissimo alle critiche legittime.

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Come si comportano i parenti dopo la transizione?

Famiglia stretta inclusa?

Ottimamente. Ho avuto qualche difficoltà iniziale con mio padre, causata principalmente dal fatto che io ero il figlio maschio :asd: (anche se in realtà vedi sopra riguardo al fatto che io sono sempre stata una donna), ma poi ho risolto. Il resto della famiglia (mamma, sorella, zie, zii, cugini, cugine) zero problemi, fin dall’inizio.

Aneddoto uno: dopo la transizione vado a trovare mia prozia, età 93. Entro in salotto, la saluto, mi fa “Ciao! Come stai?” poi si volta verso mia mamma e fa, “È incredibile, è identica a te quando avevi la sua età.”

Aneddoto due: mia zia, vado da lei e le dico, ti devo dire una cosa. Spiego, e lei risponde, “Ma che scema che sei, mi hai fatto prendere un colpo, quando hai detto ti devo dire una cosa pensavo che ti fosse venuto un cancro o roba simile, questa roba è niente.”

Aneddoto tre, altra mia zia, 60enne divorziata, si trova un nuovo compagno. Dopo un po’ mi viene il dubbio, chiedo, ma lui lo sa di me? “Certo che lo sa, gliel’ho detto tre mesi dopo che abbiamo iniziato a vederci.” E gli sta bene? “Se non gli fosse stato bene adesso non sarei più con lui.”

Ecc, potrei continuare :kissing_heart:

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Le italiane. Che in questo insieme alle americane sono il peggio, dato che è pieno di voci stridule e super forzate per retaggio.
P.e. gia alle spagnole gliene fotte un Cqzzo

Cazzo ma invitale tutte e tre sul forum

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in circa di MILF o GILF :asd: ?
o dici che sono le uniche tre donne che non facciamo scappare?

No è che alzano il livello di discussione

Avete una famiglia così solidale! E le battute sono molto gentili!

igiene personale, se non sbaglio devi assumere estrogeni e altri ormoni femminili, questo ha portato anche ad un cambiamento nei prodotti che usi, non mi riferisco solo alla cosmesi, ma proprio ad un semplice sapone, ad esempio una marca che prima usavi adesso ti secca la pelle.

L’operazione ha cambiato letteralmente alcune parti di te, quindi da un pene sei passata ad una vagina con ferite dovute all’operazione. Questo non può portare ad una successiva chiusura della vagina, come una ferita che si rimargina?

Fiscicamente, oltre a piacerti di più, ti senti più apprezzata? ti senti più bella?

Se puoi descrivere un pochino meglio il decorso ospedaliero, pre e post operazione. Come hanno scritto altri questa cosa del poter cambiare se stessi è affascinante

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Dopo la transizione, come fai con la masturbazione? Penso che la nuova vagina non sia sensibile come quando avevi il pene (per favore se sbaglio correggimi). E riesci ad avere un orgasmo? Se si, è diverso da com’era quando avevi un corpo maschile?

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Andando con ordine:

  1. Igiene personale

E’ cambiato letteralmente l’odore che ho. Avete presente come si dice che gli uomini puzzano di caprone e le donne profumano di violette? Ecco, senza ironia, è verissimo: l’odore corporeo dipende tantissimo dagli ormoni. C’è un’enorme variazione da persona a persona ovviamente, e dipende anche da quanto ci si lava, ma in linea di massima chi ha il testosterone in circolo ha un odore più marcato e più acre di chi ha gli estrogeni.

Io ho sempre avuto un olfatto abbastanza sviluppato, e con il trattamento ormonale si è acuito, quindi c’è stato un momento magico in cui non mi era ancora cambiato l’odore corporeo e sentivo la mia stessa puzza :rotfl:

Ma allo stesso modo, è cambiata la mia pelle. Soffrivo tantissimo di dermatite atopica, adesso molto meno; ma ho anche dovuto cambiare i prodotti che uso per l’igiene personale, sceglierne di meno aggressivi.

  1. Postumi dell’operazione

Precisamente. Per farla breve, l’operazione ha separato i muscoli del pavimento pelvico, creando un’apertura dove non c’era. I muscoli erano “abituati” a stare chiusi, e tendono a stare chiusi, quindi devo tenerli aperti a forza. Ogni sera mi metto a letto e, prima di addormentarmi, passo un’ora con 20 cm di plexiglass infilati su per la topa :asd:

Ovviamente la frequenza con cui devo fare le cosiddette dilatazioni è diminuita nel corso del tempo, per i primi due mesi ero a tre al giorno (mattina, mezzogiorno, sera), poi sono andata a mattina e sera, adesso solo la sera. Quando saranno passati anni posso aumentare gli intervalli, ho un’amica che ha fatto l’operazione nel 2008 e che fa la dilatazione una volta a settimana.

  1. Se mi sento bella

Mi sento me stessa, e questo mi basta. Mi sento bella nel senso che mi apprezzo. (A parte quando mi vengono i – per fortuna rari – attacchi di disforia, allora in quei casi mi faccio schifo.)

  1. Decorso ospedaliero

Innanzitutto prima di fare l’operazione ho fatto tutta una serie di analisi del sangue (compreso un test HIV), ed una radiografia al torace. In Italia, le ho mandate al chirurgo. Allo stesso modo ho dovuto fare due (2) perizie psichiatriche che attestassero che sono sana di mente e che sapevo le conseguenze di quello che stavo per fare, oltre che a chiedermi se magari qualcuno non mi stava obbligando a fare l’operazione. (Fare le perizie psichiatriche è stato complesso perché io non avevo mai visto uno psichiatra in vita mia. Per il percorso di transizione avevo visto psicologi, che mi avevano assistita, ma psichiatri mai, quindi ho dovuto trovare chi lo facesse.)

Poi arrivata in Thailandia si è svolto:

  • Venerdì mi hanno presa dall’hotel e portata in clinica: visite preliminari, intervista con il chirurgo che mi ha spiegato cosa si andava a fare. Poi mi hanno dato le istruzioni su come comportarmi prima: da venerdì a pranzo ho smesso di mangiare cibi solidi, solo dieta liquida, e lassativi e clisteri per “ripulire il tutto”.
  • Venerdì ora di pranzo sono tornata in hotel, passato tre giorni lì, facendo come dicevo dieta liquida.
  • Lunedì mattina mi hanno prelevata dall’hotel e portata in clinica. Mi sono cambiata mettendomi il camice, poi le infermiere hanno rasato tutta l’area che sarebbe stata coinvolta dall’operazione.
  • Circa mezzogiorno mi hanno fatta stendere sul letto a ruote e portata in sala preoperatoria, dove ho incontrato l’anestesista. Mi ha chiesto di confermare chi fossi, se sapevo dov’ero, e l’operazione che stavo per fare (proprio mi ha chiesto di dirglielo, non l’ha detto lui). Ok, tutto a posto, dopo un 10-15 minuti mi hanno portata in sala operatoria, ho salutato il chirurgo, mi hanno siringata, e buonanotte.
  • Mi sono svegliata in sala postoperatoria che saranno state le undici di sera. Passato lì un’ora abbondante sotto controllo, poi mi hanno riportata in stanza della clinica. Nel corpo avevo: flebo in un braccio, epidurale, drenaggio all’inguine (che entrava proprio dentro attraverso la pelle), e catetere. Lì sotto era tutto bendato, con un impacco di garza dentro.
  • Passata una settimana in clinica, di nuovo con dieta liquida. Dopo due giorni mi hanno tolto la flebo, dopo cinque il drenaggio, l’epidurale (che non avevano mai usato comunque), ed i bendaggi, e le garze e mi hanno mostrato come fare le dilatazioni. Negli ultimi due giorni mi hanno incoraggiata a muovermi in giro per la stanza, ovviamente con cautela.
  • Durante il soggiorno in clinica mi è venuta una complicazione: una reazione allergica probabilmente al detersivo che usano per lavare le lenzuola, io ovviamente non ho visto niente ma mi ha detto mia mamma che avevo piaghe sulla schiena. Mi hanno dato un antistaminico e mi è passato.
  • Il martedì (non il giorno dopo l’operazione, il martedì della settimana dopo) mi hanno riportata in hotel. Da lì ho ripreso la dieta solida, mi hanno incoraggiata a mangiare cibi proteici (carne e uova) per favorire il rimarginarsi delle ferite.

In hotel ho passato tre settimane a riposo quasi completo, non sono mai uscita dalla stanza se non gli ultimi giorni. Dilatazioni tre volte al giorno. Una volta al giorno veniva il team di infermiere a visitarmi in stanza di hotel, controllava che andasse tutto bene; dopo due giorni che ero in hotel hanno tolto il catetere, e ho iniziato ad andare di corpo autonomamente.

La prima volta che ho fatto la cacca è stato terrificante :rotfl: avevo paura che si scucisse qualcosa :rotfl:

Dopo due settimane e mezza in hotel ho fatto la visita di controllo con il chirurgo, ha guardato, abbiamo parlato, tutto a posto. Dopo tre settimane sono tornata in Italia. Il viaggio l’ho fatto chiedendo l’assistenza alla compagnia aerea, mi hanno portata con la sedia a rotelle dal check in fino all’aereo, dall’aereo all’altro aereo quando ho fatto scalo, e dall’aereo all’uscita dell’aeroporto.

Quando sono tornata in Italia (un mese dopo l’operazione) ero già autonoma, ma dovevo fare attenzione ad alcune cose, ad esempio a non sollevare pesi (mi facevo portare la spesa a casa). Dopo un altro mese sono tornata autonoma al 100%, e dopo tre mesi in totale ho ripreso a fare sport.

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L’interno della vagina è sensibile come era sensibile la pelle del pene. (Ed in effetti è quella: per capire come viene fatta la cosa, immaginate come quando vi togliete un guanto in lattice e le dita finiscono “capovolte”. Ecco, così :asd: ). La clitoride è sensibile come era sensibile il glande. (E da quello è stata ricavata.)

L’orgasmo è decisamente più intenso di un orgasmo maschile. Diciamo che l’orgasmo maschile ha una salita rapida, un picco, e poi una ridiscesa abbastanza rapida; quello femminile è difficile arrivarci, ma quando ci si arriva si resta lì per svariati minuti, e poi c’è il cosiddetto “afterglow” che può durare anche mezz’ora - un’ora.

Non mi è ancora riuscito di avere un orgasmo puramente vaginale, ma è cosa abbastanza comune:

70-80% delle donne non riescono ad avere un orgasmo se non c’è la stimolazione diretta della clitoride.

(Prendete appunti, maschietti, vi può tornare utile :sisi: )

Leggo l’intervento sia stato eseguito in Tailandia, non era quindi possibile tecnicamente effettuare l’operazione chirurgica di riassegnazione in Italia per qualche complessità organizzativa oppure vi sono altre motivazioni ? Perizia tecnica ed affidabilità per i risultati ambiti per esempio.

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Il motivo principale erano i tempi d’attesa: in Italia si va dai quattro anni in su. Io ho preferito non aspettare, quindi potendomelo permettere ho deciso di andare all’estero.

In secondo luogo: tecniche chirurgiche diverse. In Thailandia sono più avanti; e, tra le altre cose, richiedono meno preparazione pre-operatoria (ad esempio, in Italia è richiesta la depilazione definitiva completa dell’area, mentre in Thaliandia no).

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Comunque quando ci penso, è incredibile come da un pisello si possa “ricavare” una vagina perfettamente funzionante.

E’ allucinante come si possano fare cose simili. Wow.

Beh, comprensibile direi, una volta giunti alla decisione di eseguire l’intervento dover attendere per anni una disponibilità effettiva immagino non sia il massimo.

Dovresti piuttosto pensare che sostanzialmente ogni volta che hai ciucciato un clitoride hai solo succhiato un piccolo pene :sisi:

Esiste altro modo per eccitarsi?