Che dire, Keynes nel 1930 aveva predetto che per la fine del secolo la tecnologia sarebbe progredita sufficientemente in modo da permettere alle popolazioni dei paesi avanzati di avere setitmane lavorative di quindici ore Bellissimo invece vedere che tutti lavorano di più, e non solo, ma abbassano continuamente l'asticella. E qui si parla di uno che voleva il dané e puntava a quello: in alcune realtà nemmeno tanto rare nei paesi sviluppati c'è gente che quei ritmi è costretta a farli per un tozzo di pane.
Trovo il "ciao ciao povero stronzo" un po' di cattivo gusto ed ingiustificato.
In ogni caso scommetto quello che volete che avesse sicuramente patologie cardiache non diagnosticate e saltate fuori a causa del pesante affaticamento, tutto questo escludendo che non facesse uso di "doping".
Non so se avete mai provato l'esperienza, è uno stress psicofisico assurdo e si fanno unicamente se poi hai tre/quattro giorni davanti per recuperare. Devi mettere per scontato che gia dopo 24 ore il sistema immunitario è praticamente spento, a 48 partono le tachicardie importanti, ma per morirci devi avere gravi patologie latenti. Per un giovanotto in salute al massimo il cervello ti stacca la spina e ti mette a dormire, che tu voglia o no. Tendenzialmente arriva il punto che a 72 ore di lavoro ti alzi, ti bevi un bicchiere d'acqua e ti svegli sul pavimento della cucina 12 ore dopo con la faccia nel bicchiere rotto senza sapere che è successo
72 non è possibile farle da sano, di certo avrà assunto stimolanti, non erano droghe "ufficiali"? saran state smart drug ma di certo qualcosa ha assunto o già dopo 24 ore crolli
Old. Uno del 4 miei amici ha resistito poco meno di 48, da Morgan Stanley, e poi dopo i tre mesi l'hanno pure rimandato a casa visto che gli indiani se sparavano i pisolini di un paio di ore per poi ripartire per altre 24 36 filate
Siamo andati una settimana londra a trovarlo l'abbiamo visto dieci minuti una sera che è uscito dall'ufficio per salutarci e la domenica prima di ripartire
Per l'appunto il mio amico mi diceva che gli stranieri che vogliono tremendamente quel lavoro si drogano di brutto per stare svegli e attivi, dalle smart alla coca. I peggio sono gli indiani che vogliono lasciare il paese e devono per forza avere quel lavoro. Bene o male a lui fregava poco restare, in Italia lo aspettava un bel lavoro già garantito dal relatore della tesi.
In taluni ambienti ahime' e' cosi'. Il mio vicino di casa ha degli amici laureati alla Bocconi settore operatore finanziario ed hanno trovato impiego a Londra (presso Lehman & Brothers ) e ci sono rimasti per 5 anni circa prima di rientrare in Italia (immaginerete il perche' ). Paghe fortissime ma orari assurdi. Ritmi stellari senza respiro e senza vita sociale. Una volta rientrate non avevano nulla da raccontargli della Citta' o della loro vita che non fosse unicamente il lavoro.
Bellissimo invece vedere che tutti lavorano di più, e non solo, ma abbassano continuamente l'asticella. E qui si parla di uno che voleva il dané e puntava a quello: in alcune realtà nemmeno tanto rare nei paesi sviluppati c'è gente che quei ritmi è costretta a farli per un tozzo di pane.
