Un viaggio tranquillo interrotto dall'umidità densa di odore del sangue marcio e delle innominabili corruzioni immaginabili dal finestrino della loro carrozza. Gli alberi dalle forme contorte, con le loro ombre suggeriscono pericoli mortali tra i tronchi spinosi ed all'improvviso un sussulto che rompe la ormai desiderabile tranquillità.
Nemmeno un attimo per riprendere il fiato che i pochi raggi del pallido sole coperto da nuvole dai colori pestilenziali riflettono tra i boschi le arrugginite lame di alcuni banditi. Uno scambio immediato di polveri da sparo, la prontezza di riflessi e l'esperienza nelle imboscate di Chilmas salva la situazione dall'attacco a sorpresa
Preparato alla situazione, Crysauld, con un colpo bilanciato e pesante della sua enorme spada, finisce il capo dei banditi con brutalità. Le interiora sparse spaventano i restanti banditi che dileguandosi in rotta tra gli alberi purpurei, abbandonano alcuni valori. La fortuna non è dalla loro, non era una cassa di valori, ma un'ultima trappola, un congegno mortale che punisce l'avarizia dell'avventuriero ignavo. L'armatura spessa di Crysauld però ancora una volta lo salva da morte certa.
Lasciandosi il pericolo alle spalle, i due marciano attenti tra le campagne e arrivando fialmente al Borgo designato.
Nulla però è come se lo aspettavano. Gente rassegnata accoglie i due avventurieri tra le amenità decadenti del luogo, pregando aiuto con occhi assenti e visi stanchi. Altri avventurieri sono già arrivati e si uniscono ai due a dar manforte. Una Vestale che cerca di appendersi a quello che rimane della sua fede per cercare di sopportare gli orrori di quel luogo, un dottore, una emissaria della morte che fa di veleni suo macabro e pericoloso gioco.
Sono allora questi disperati avventurieri a cercare qualcosa dal Borgo o è il Borgo stesso a chiamare loro come una maledizione, un vortice di corruzione e follia che si nutre di morte e disperazione?
