Siete tutti scemi

Oggi sono stato dai miei zii e ho interagito con la figlia di mia cugina (otto anni e mezzo). Intellettivamente, mia cugina è una persona nella media; laureata, non è assolutamente un'intellettuale (il marito è diplomato); ha studiato in città, ma vive in provincia e conserva in gran parte una mentalità di provincia. La figlia non è certamente un prodigio: è una bambina - come si suol dire - intelligente, perché va bene a scuola, è vivace e riflessiva... Quelle cose lì. Insomma, una bambina normale.

Era la prima volta che interagivo con la bimba. Se dovessi confrontarla coi trentenni e i trentacinquenni che normalmente frequento, il confronto sarebbe per questi impietoso (qui su Addio, ho accennato più volte alla questione: il declino intellettivo - sì, era proprio il momento di avere un topic dedicato ). Coi limiti contenutistici delle cose che potevo dire a una bambina di otto anni (e mezzo), cazzo, questa non solo capiva ma, addirittura, ascoltava.
Ho un caro amico di trentatré anni: intelligente, avvocato, provvisto di un'educazione non erudita ma superiore rispetto all'ambiente provinciale nel quale è cresciuto. Ebbene, nel corso degli ultimi anni, non ho dovuto 'sforbiciare' le tematiche che affrontavo con lui? Non ho dovuto semplificare l'elaborazione delle mie riflessioni? Non ho dovuto 'accorciare' e condensare i miei commenti, per compensare la sua diminuita capacità di attenzione?
Una volta gli dissi anche che verso i venticinque anni si inizia a invecchiare mentalmente. E lui mi rispose: NO, non sia mai, che lui si sente intellettivamente molto più in forma adesso che non a vent'anni. Stessa risposta che ricevo da quasi tutti coloro ai quali sottopongo la questione. E 'sti cazzi, come no?

Ho fatto l'esempio del mio amico perché siamo su Addio, ma sono comunque osservazioni generalizzate. Ora, davvero non vi rendete conto di quanto siete diventati cretini? Se non ve ne rendete conto, probabilmente siete messi anche peggio del previsto

Per quanto mi concerne, io non ho paura di dirlo: mi sono un po' rincoglionito.
Si, sei anche diventato brontolone
Mah, più che rincoglionimento penso sia pigrizia. Molto probabilmente ai tuoi interlocutori mediamente non frega un cazzo di intavolare conversazioni su argomenti ''impegnativi'' e che contemporaneamente li interessano relativamente, anche se sono tuoi amici. Io mi sono reso conto che da quando lavoro, un paio d'anni, ho veramente molte meno energie e voglia di interessarmi a questioni astratte che in fin dei conti non mi toccano direttamente in qualche modo. Col cazzo che il lavoro nobilita l'uomo.
Avoja, sono estremamente più rincoglionito di quanto non fossi quando ero un ragazzino

Però d'altro canto invecchiando guadagni in saggezza e conoscenza (si spera).

Comunque, nota a margine:



Essere diplomati o laureati non vuol dire un cazzo così come non vuol dire nulla abitare in provincia e avere la mentalità da provincia
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Però alla bambina non parlavo di Kant, eh Le sue reazioni a commenti piani ma sottili erano semplicemente assai più perspicaci di quelle che avrei ricevuto da parte di un trentenne
D'altro canto, ho fatto l'esempio del mio amico avvocato per una ragione specifica: perché abbiamo avuto la stessa educazione (giuridica) e quindi so bene cosa interessa e cosa non interessa a una persona come lui (per la sua formazione, oltre che come individuo).

Poi la componente della pigrizia c'è: non metto in dubbio che, dopo avere lavorato su atti processuali per dodici ore al giorno come lavora lui, le priorità per la serata possano anche cambiare. Però, magari, a trent'anni si raggiunge molto più facilmente il livello di saturazione: mentalmente, ci si stanca più in fretta.



No!



This above everything else, la riga di coglioni con 110 che conosco riempirebbe un elenco del telefono...

Nella mia esperienza e secondo le mie conoscenze di psicologia, l'educazione dei genitori è uno dei principali predittori di quella che sarà l'intelligenza dei figli. Allo stesso modo, ti assicuro che l'abitare in provincia influenza lo sviluppo di un senso critico, ma qui posso portare a sostegno solo la mia esperienza, sebbene mi sembra lapalissiano che l'ambiente sociale influenzi l'intelligenza e, in questo senso più ampio, potrei certamente portare evidenza scientifica a sostegno del mio assunto.
Comunque, ho scritto quelle cose perché utili per inquadrare 'statisticamente' la bambina. Insomma, non sto parlando di una piccola Leopardi, ma di una bambina normalissima.



Sto parlando di una persona competente. Se ho detto laureata, il sottinteso è che mia cugina è una persona preparata, competente e con una buona educazione. Se le avessero regalato la laurea come siete usi immaginare ogni qual volta si parli di Università, la mia sarebbe stata un'informazione del tutto inutile.



No, non sto parlando di Addio, eh.


Capirai, io ho una cara amica fisioterapista ed osteopata come me, non penso di essere mai riuscito ad intavolarci una conversazione tecnica interessante sull'argomento e non è una stupida. Semplicemente non ne ha voglia. Trovare l'entusiasmo e l'energia di un ragazzino in un adulto in conversazioni ''faticose'' è rarissimo, ma dubito sia questione di rincoglionimento, a meno che tu non intenda il termine in senso lato.
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Ma sì, capisco quello che vuoi dire, è che volevo solo puntualizzare

Per tornare IT sento che la mia soglia di attenzione negli anni sia stata devastata. Quando ero ragazzino studiavo benissimo con la musica e la televisione accesa, buttando un occhio sul computer di quando in quando. Ora mi sarebbe impensabile, roba che nemmeno riesco a leggere decentemente, figuriamoci studiare. Capacità di calcolo? Rallentata. Memoria? Peggiorata. Abilità nel costruire "castelli" di idee astratte e un minimo complesse? Rotfl, evitiamo va. Per non parlare del fatto che spesso mi ci vuole un attimo per farmi venire la parola giusta.

Davvero, è una cosa brutta L'unica è cercare di tenersi in esercizio e sfruttare di più esperienza e conoscenza per sopperire alle sempre più deficitarie facoltà mentali.



Spesso, quando scrivo sul forum, scrivo in un modo che riproduca l'immediatezza del parlato. Il che, in alcuni casi, significa 'saltare di palo in frasca' senza troppi preamboli, in un modo che sarebbe chiaro nel parlato, ma che - mi rendo conto - non lo è sempre nello scritto.
Ho riletto la frase e il tuo fraintendimento è legittimo. Però, oltre a essere assurdo (dovrei essermi seriamente rincoglionito, per parlare - che so - del ban di Cavallaudo? alla figlia di mia cugina ), non è neppure realmente aderente alla sintassi di quella frase
Il caso è chiuso, l'udienza è tolta



A ogni buon conto, ho editato e ho cambiato la sintassi
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Pur ammettendo la rilevanza delle vostre osservazioni, vi faccio notare che non parlo solo di discorsi complessi ma, talora, dell'incapacità di comprendere osservazioni istantanee (ovvero: incremento del tempo necessario per comprenderle). Poi magari mi sono rincoglionito solo io, e non gli altri, ma ho ragione di credere che non sia così
Anche perché, scherzi a parte, ho osservato lo stesso fenomeno su mio padre: e una persona di quasi settant'anni, il più delle volte, non è certamente più la stessa di quando ne aveva cinquanta. Io e mio padre abbiamo una mentalità molto diversa, ma ho sempre apprezzato la sua capacità di comprendere rapidamente qualora evocassi associazioni per lui un po' insolite e tanto istantanee quanto potessero contenersi in una battuta davanti a un piatto di spaghetti: questa capacità è visibilmente decresciuta con gli anni. Fin qui tutto prevedibile. Senonché, ho osservato lo stesso fenomeno nei trentenni (in misura minore, è chiaro).

Nob, 25 anni è un'età che ho fissato arbitrariamente, basandomi un po' sull'esperienza della mia mente, un po' sulle persone che conosco, un po' sui commenti degli intellettuali che si sono interessati della questione, un po' sulla considerazione dell'evoluzione della produzione intellettuale di alcuni personaggi che considero emblematici. Tutto non scientifico, chiaro: si parla pour parler.
Ma io onestamente mi sento meglio ora intellettualmente piuttosto che quando avevo diciott'anni.

Sono ritardato quindi? *sob*

Edito dicendo che è normale anzi, dato che non sono ancora over30.
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allora c'è sia un rallentamento "fisiologico" tra i 20 e i 25, dovuto a mille cose, che uno "culturale", diciamo di cristallizzazione delle idee. C'è un sacco di gente che da un certo punto in avanti della vita tira una riga e da lì in poi vuole mettere in discussione il meno possibile ciò in cui "crede", e spesso pure studiare, imparare cose nuove, ecc. E' lo stesso ceppo di ignoranza da cui proviene l'idea per cui "studiare" è una cosa da ragazzi, solo più subdola e inconscia.

Se devo pensare alla mia di esperienza, credo di aver perso un po' di quell'innata velocità di ragionamento che avevo da adolescente, ma a parte quello la mia "stupidità" è frutto dell'inesercizio e dell'impazienza.


E il "non è assolutamente un'intellettuale (il marito è diplomato)" invece che tipo di informazione è?

Per capire che questa bambina è appunto figlia di una persona laureata (e di un diplomato), la quale pertanto la espone a un certo tipo di stimoli, ma tuttavia non è la figlia di Mo Yan (il che esporrebbe la bambina ad altro genere di stimoli).

Più tardi rispondo a un altro paio di cose.


Ah, perchè sembrava che il tuo "il marito è diplomato" fosse la prova che lei non è un'intellettuale. Come a dire, se tuo marito non è laureato non puoi assolutamente esserlo.