Siete tutti scemi

Beh il rincoglionimento degli intellettuali in età più avanzata è fuor di dubbio, basta vedere come è diventato Augias , ma qui si parla della fascia 25-45 direi.
Io più che il rincoglionimento in senso stretto ho sempre notato un incremento progressivo dell'amarezza latente in quel range di età, poi sì, anche quel genere di rincoglionimento, più si invecchia e più si parla di come funziona il bimby piuttosto che di simbolismo.


Recentemente parlavo con una neuroscienziata (che ha mollato la carriera verso i trentanni per iniziare a fare stand up commedy e recitare) e lei aveva fatto ricerca nel campo della neuroplastcita`.

Mi ha detto che c'e` un enzima che praticamente fa factory-reset del cervello sciogliendo tutti i bond del cervello.

Pero`, e` stato il suo commento, a meno che tu non voglia dove re-imparare ad usare il vasino a trent'anni, la cosa migliore e` fare esercizio o imparare cose nuove che sono assolutamente fuori dal nostro campo (tipo a ballare).

Per il resto a parte una certa minore elasticita` (per cui l'acquisizione delle lingue e della matematica e` piu` difficile) secondo me e` per lo piu` questione di abbruttimento. Cioe` di pratiche alienanti a cui si e` sottoposti: di non poter finire un pensiero perche` costantemente interotti, la possibilita` di passare giorni senza imparare una singola informazione nuova, l'inutilita` della curiosita` e della conoscenza, il dover dare attenzione a cio` che non interessa, l'obbligo della noia etc. etc.

Io mi ricorda di questa ragazza brillante, colta, di buona famigli a che conoscevo quando aveva 14 anni. L'ho incontrata di nuovo a quando lei ne 25 e si era completamente rincoglionita. E`passata dall'essere da una che stava facendo le sue prime letture (un po' di nietzsche, qualche poeta romantico) all'essere una fan della new age che posta su fb gli appelli contro l'abbandono dei cani. Rovinata dalla provincia.



Esatto, anche secondo me e` piu` questione di amarezza e stanchezza, del non voler piu` intrattenere certe domande e allora di risolverle con soluzioni faciloni.

D'altra parte io avro` sempre lui come esempio di come si deve invecchiare:

OP non hai mai pensato che se le persone non affrontano certe discussioni con te non sia per il loro livello intellettuale ma per il fatto che tu non sia (PER I LORO OCCHI) la persona con cui affrontarle?

Sono stato spiegato?


Mah questa è una scusa che sento spesso, ma sotto sotto la realtà è che dietro a questa reticenza vi sono solo idee mezze abortite.

Più che altro le persone che si dedicano seriamente alle idee tendono ad essere impazienti nel confrontarsi, specie se hanno davanti qualcuno di volenteroso, sia perché è raro poterlo fare sia perché è un mondo che richiede un certo Eros proprio per lo sforzo che richiede.

Alla fine ne ho conosciuti tantissimi di intellettualini che non è mai il momento di fateci versatili r serie, che si vantano di essere li sciallati con il libro sottobraccio. Poi la realtà è che parlano solo di cazzate perché non pensano ad altro che cazzate ed il libro non lo hanno mai aperto.
Quando ero ragazzino ero molto bravo con la logica e i numeri ma non riuscivo a leggere 4 righe di fila senza perdere 20 volte il segno e distrarmi 400 volte, a volte leggevo e mi accorgevo alla fine di aver letto a vuoto senza averci capito una sega.

Ora a 28 anni(ma emotivamente ne ho tipo 15 ) faccio più fatica con i problemi logici e matematici, però non ho problemi a leggere libri interi



eh?
Decisamente meglio di quanto fossi a 20 anni. Ma ho notato un netto miglioramento anche rispetto a ieri, se e' per questo.


Eri ubriaco ieri?
Galak non fare lo spiritoso.

La cristallizzazione delle idee mi fa anche pensare a un altro fenomeno. Non so se a trent'anni si perda anche capacità d'ascolto o cosa, ma mi capita sempre più spesso di discutere con persone che mi fanno una domanda a proposito di situazioni episodiche (per es.: com'è andata martedì con la potatura del tuo bonsai? - non ho bonsai, è solo per l'esempio) e, mentre io accenno la risposta specifica (per es.: ho sfoltito i rami bassi), loro partono in quarta con commenti generali, non pertinenti e non richiesti, che non mi consentono neppure di terminare la risposta alla loro domanda, dopo che loro mi avevano contattato perché loro volevano parlare con me (per es.: ah, sì, i rami alti sono quelli che si devono tagliare). Parlo di persone sopra i trenta e sotto i trentacinque. Sembra di parlare con settantenni. Mah, questa è un'esperienza che ho avuto giusto con poche persone, ma quando erano più giovani non erano così Le prime volte cercavo di replicare, ma ormai tendo ad andare di: ah-a. Ah-a. Huh. Ok.



Secondo me, se analizzassimo analiticamente un termine generico e atecnico come 'originalità', ci troveremmo dentro alcuni caratteri dell'intelligenza e del pensiero logico-astratto che, appunto, vengono meno con l'età.



Ammetto che sembra come dici (se non fosse assurdo ). Avrei dovuto metterci una congiunzione avversativa. Stessa spiegazione che ho dato a Nob.



Be', sì, questo è un problema che ho notato sui miei compagni di classe: anche i peggiori, all'epoca della scuola, sarebbero riusciti a seguire ragionamenti assai più complessi di quelli che posso proporre quando ho la sfortuna di incontrarli adesso. Magari all'epoca erano realmente più intelligenti; comunque, volenti o nolenti, esercitavano quotidianamente la mente con problemi più complessi di quelli che affrontano adesso nelle loro giornate lavorative (o 'non-lavorative').
questa storia mi incuriosisce, NumberSix mi descrivi il casus?
Cosa ti ha colpito dell'intelligenza di questa bambina? Di cosa parlavate nello specifico?
Viva la figa è stato detto?

Il casus è probabilmente poco interessante. Inoltre, non è che abbia parlato di chissà che cosa con questa bambina: quello che facevo era piuttosto formulare qualche distinctio fra genera e species, sia in forma di domande, sia in forma di affermazioni che stimolassero comunque sue reazioni e commenti. Gli oggetti delle distinctiones erano sempre minimali, presi da qualche gioco, da quello che facevano i miei parenti o da quello che lei raccontava. Neppure li ricordo in dettaglio. Non è che ci siamo messi a 'conversare' per esteso. In realtà, la mia opinione sulla bambina è anche biased per svariate ragioni che mi sono anche note. A parte questo, non la conosco a sufficienza per averne un'opinione accettabilmente accurata.
L'importanza della bambina è piuttosto nell'occasione di personalizzare e 'narrativizzare' la riflessione che ho proposto in questo topic: quello che mi interessa è la superiorità - intellettiva - dei vent'anni rispetto ai trenta. Il casus della bambina prendetelo per quello che è: un singolo caso che, come tale, non fa scienza; fra il serio e il faceto.
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Comunque sappiate che sono la prova vivente della tesi di Number.
3d interessante ma dopo mezza pagina la mia attenzione è crollata.
Ah e si, ho 31 anni e sono avvocato
buono a sapersi

ti chiamerò un giorno (anche se ti sei rincoglionito!)
Io mi sento molto più sveglio adesso di quando avevo 20 anni. Anzi, a 20 anni ero proprio un coglione. Però è vero che in molti casi non mi va di essere risucchiato nella solita, noiosissima discussione che ho sentito mille volte, quindi evito di parlare di politica, religione, etc. Non c'ho proprio più la forza di volontà di spiegare ai rincoglioniti dove sbagliano, e il più delle volte perdo le staffe. Quindi boh, magari da fuori posso risultare meno brillante.

Però ripeto mi sembra di essere molto più "agile mentalmente" adesso rispetto a 10 anni fa. Anzi ogni tanto mi salgono i nervi quando sto parlando e mi devo fermare per spiegare alla gente robe che per me sono ovvie e sottintese. Anche a gente che considero sveglia e intelligente.


laureata =/= intellettuale