Siamo degli "scrittori"?





Ha un ritmo carveriano.


<3 in effetti era quello il tentativo.

Non avendo molte idee di solito scrivo per esercizio di stile cercando di copiare cio` che mi e` piaciuto di un certo autore.





Hai ragione. Se non ti spiace butto li` un racconto vero e proprio.


Le puttane non lo sanno fare

A pasteggiare in certi ristoranti s'incontrano sempre le stesse persone. I residui di vecchi sistemi produttivi che ora si arrangiano come possono: papponi, tagliagole, clienti e puttane. Le puttane sono le ultime; sono sempre le ultime, mentre i tagliagole li riconosci per il loro riso. Sono gli unici che sanno ridere.

A cenare in certi posti capita di ricevere proposte che sanno ancora di omosessualita`.
Ero nei bagni con Vassil.
-Sai Rado e` tornato. Era in clinica. Ha scoperto a 38 anni che la coca puo` dare assuefazione.
-Che era sveglio si sapeva...- rispondo.
-Si` ma ora e` piu` strippato di prima. Becca uno di questi jojo qualunque a provarci con sua figlia. E lui cosa fa? Non gli stacca il cazzo per poi metterglielo in bocca e poi BANG! secco qui dietro la nuca come si farebbe con un poveraccio qualsiasi.
-No?- mi asciugo le mani.
-No. Lo lega nel garage- vassil si interrompe per ridacchiare - e poi da vero strippato qual e` gli fa la punta al cazzo con il temperino...e senti questa...non lo ammazza nemmeno. Quello ora e` in giro con il cazzo appuntito!- Ridiamo.
-Beh, cosi` quei jojo del cazzo impareranno a farsi le puttane e a non toccare le figlie di papa`.
-Le figlie di papponi vorrai dire.
Guardo le eau de toilette disposte all'uscita del bagno e scelgo Legend di Azarro inebriato dallla leggera nota di arancio amaro.
Al vecchio li` accanto urlo -Allora nonno? Ti tira ancora l'uccello?
Vassil avvicina il naso al mio collo e sussurra - sempre profumi cosi` dolci, non sarai mica una checca?
-Pensa alla tua acqua di selva coglione. Ti invecchia di tre secoli quella robaccia.
Il nonno non si e` mosso nemmeno. Forse e` morto li` nei bagni.
-Sai forse dovremmo prendere una puttana e fottarcela a turno come ai vecchi tempi.- La butta li`, giocando con una delle fiammelle finte poggiate su un candelabro. -Ti va?

Mi capita spesso che mi parlino di persone che non conosco. Ormai vengo fermato anche sugli autobus da qualche jojo dall'aspetto strafatto come nemmeno la peggiore tintura di iodio guatemalteca potrebbe fare, roba dell'altro mondo intendo, e mi chiede se conosco sua sorella o un cugino (per gli jojo siamo tutti cugini), per poi insistere che dev'esser cosi` elencandomi altre persone che non ho mai sentito nominare come se potessi farne conoscenza sul momento.
E` fastidioso ma e` l'economia della citta`. Nessuno conosce mai nessuno ma tutti vogliono farti conoscere qualcuno.
Quando invece e` un pappone che ti parla di qualcuno devi stare attento: o vuole qualcosa o sei a cinque minuti dallo stringere la mano sbgliata. E niente e` piu` pericoloso nelle citta` che stringere la mano sbagliata. Certe dita sono rasoi. Cazzo mi ascolti? Certe dita sono come rasoi ho detto!

Vassil aveva trovato una puttana. Una ragazzina giovane giovane con la bocca di velluto. Guardai i suoi pantaloni e vidi che ce l'aveva gia` in tiro ancora prima di scendere dall'auto.

Le puttane vivono sempre in questi caseggiati bellissimi. Ok, relativamente belli; ok...fanno schifo. Pero` hai sempre la sensazione di andare a trovare la fidanzatina delle medie che vive accanto alla casa della nonna in quelle che ancora non sai essere case popolari. Spesso passeggio per i quartieri delle puttane e guardo le loro finestre. Figlie di piccoli borghesi che desideravo ardentemente durante la mia adolescenza ora sono li` tutte in vetrina. Tendine di nylon ed orologi di plastica; i resti della pizza sul tavolo.

Entrammo nell'apartamento. A tavole c'era una ragazza seduta che guardava la tv mentre la puttana era gia` in camera.
-Vai pure io ti aspetto qui.
-Come non vieni anche tu?
-No no vai...tranquillo.
La porta della camera si chiuse ed io rimasi solo con la ragazza dai capelli lunghi che guardava i cartoni.
-Sai cosa sta facendo di la` il mio amico alla tua amica?
Il suo viso si corruccio un po` come se stesse trattenendo le lacrime. Viso da bambina.
-La sta fottendo a sangue! Ecco cosa fa il mio amico! E tu mi porteresti di la` in camera tua?
-No.
-Ti pago bene.
-Non voglio soldi.
-Allora cosa vuoi? Roba?
-Non sono una puttana.
Si alza per andarse quando le dico -Sai mi hanno parlato di te.
Si ferma terrorizzata la troia. - E che ti han detto?
-Che sarebbe meglio non conoscerti.- Sorrido.
Le afferro il polso e la trascino in camera. Una volta chiesi ad una di queste puttane, mentre spingevo tra le sue gambe da quindicenne dove fosse stata quando ero al liceo; lei mi rispose che era all'asilo. L'avrei voluta conoscere all'asilo pensai.
Intanto fottevo la coinquilina con la faccia da bambina nella sua camera piena di quadri, poster, fiori, bambole e cose adorabilmente inutili.
-Cosa te ne fai di questa roba? le chiesi -Alla fine sei solo una puttana.
Non voleva piangere. Si sforzava di non piangere. Eppure glielo dicevo per il suo bene...
Ci fu uno sparo. Mi alzai dal suo corpo per andar di la` ancora con l'erezione in vista. Sul materasso c'era la puttana morta con la pistola in bocca. La bambina vedendola si mise a piangere. Ah! Ora piangeva. Ora piangeva! Bisognava arrivare a questo!
-Le ho dato la pistola e le ho detto di suicidarsi. Ho dovuto infilarglierla a forza in bocca, spaccandole i denti, perche` non voleva aprirla e poi premere il grilletto mentre non stava ferma un minuto con quelle gambe. Cazzo...non smetteva di agitarsi un attimo. Non sanno nemmeno suicidarsi ste troie.
Ed e` questo che volevo dire alla mia bambina. Quando sei una puttana non sai mai fare niente: non sai fare i pompini, non sai ingoiare, non sai prenderlo nel culo e, soprattutto, non sai come trattare un signore. Cioe`, cazzo, sei una puttana proprio perche` non sai fare un cazzo; vivi di carita` in pratica.
E allora perche` ti sorprendi quando per i soldi che ti si erano promessi qualcuno vuole spararti in gola? Il tuo corpo e` sin dall'inizio un bersaglio di botte e sperma lanciato per diletto, no? Allora apri la bocca infila la canna, come faresti con un cazzo qualunque, e spara. Non lasciare che il cliente faccia tutto da se`, come sempre, mentre fissi il soffitto con le gambe all'aria.
-Cazzo se sei uno strippato!- Urlai, dandogli il cinque.
- Cazzo si`! Comunque mi avevano parlato di lei. Mi avevano detto che era proprio una troietta. Su andiamo...hai finito?
E Vassil rise, come sapevano fare tutti i tagliagole.
Un pò eccessivo in certe parti ma mi è piaciuto, l' ho letto tutto
Ma loro che cazzo hanno sono subumani di loro? Sono strafatti? E poi non si può uccidere così una puttana, il pappone gli spaccherebbe il culo, comunque bello


grazie

Comunque spesso conviene farsela ripagare senza fare casini piuttosto che far fuori qualcuno di importante. O forse lei aveva stretto le mani sbagliate.


Letto. Eccessivo, ma d'effetto.
Anche tu occhio alle revisioni. Per gli accenti consiglio vivamente di usare le lettere accentate sulla tastiera: l'accento aggiunto si nota (soprattutto sulle i, che hanno già il punto) e fa un brutto effetto. Anche queste piccole cose sono importanti.

Il testo scorre veloce e abbastanza agile (anche per la sua brevità), ma manca una storia. C'è moltissima atmosfera e molto ben studiata, ma alla fine del racconto si rimane con la sensazione di non essere andati da nessuna parte. In sostanza il finale non aggiunge nulla a quanto capiamo già dall'inizio.

Cerca inoltre di dare maggior motivo d'essere al personaggio della seconda ragazza: se inserisci un personaggio, questo deve aggiungere qualcosa alla vicenda, deve cambiarla in qualche modo e renderla diversa da come sarebbe stata senza. In questo caso la ragazzina è un personaggio superfluo. Quando si ha un personaggio non incisivo, è meglio eliminarlo direttamente nel 90% dei casi, piuttosto che forzarlo ad avere una parte a tutti i costi, perché ti occupa spazio e ne toglie alle cose davvero importanti.
Esempio: in questo caso, che il personaggio narrante perda tempo con la ragazzina o che stia semplicemente ad aspettare nella stanza, non cambia nulla all'effetto di quando sentiamo lo sparo. La scena dello stupro non descrive nulla di nuovo nel racconto. Ci mostra uno squallore che però era già stato reso bene in precedenza.

Comunque anche tu non demordere: lo stile è buono e le atmosfere le sai rendere, impegnati di più sulle revisioni e tieni presente che tutte le storie efficaci devono portarci a qualcosa che all'inizio non ci aspettiamo e devono farlo senza deviazioni inutili (non devono essere lieari, però, altrimenti l'errore diventa quello opposto).
Scritto stamattina.
Mi cimento nel racconto in prima persona, per testare i miei limiti ;D.
Ho inteinzone di farlo di 4 o 5 pagine.


Non m'arrendo



1- Salsedine all’odore di piombo


Ottobre.
Ho freddo, lei però sembra non accorgersene, ha soltanto una felpa verde con la zip e mi sorride mentre giocherella con il piercing al naso.
“Allora? Qui va bene?”
Annuisco, ho la testa leggera come dopo una doccia bollente.
Lei si gira verso il mare e respira profondamente allargando le braccia “Dio amo questo posto, non potrei vivere da nessun’altra parte. Non ce la farei fisicamente”
Sorrido.
Lei gira soltanto il collo “Non ho ragione?”
“Chiaro”
“Tu ci sei cresciuto in queste zone vero?”
Scrollo istintivamente le spalle: non mi ricordo.
“Credo di si”
“Come credi?”
Mi passo la mano destra sulla testa rasata e sorrido non senza un minimo imbarazzo
“Ultimamente ogni tanto ho come dei vuoti”
Lei sbuffa mentre si gira e pianta gli occhi a dieci centimetri dai miei, rimane in silenzio per una ventina di secondi e in quei momenti vedo il suo sguardo farsi improvvisamente deciso.
“Non mi farai perdere troppo tempo vero?”
Sorrido a metà “Ci proverò”
Lei piega la testa da un lato e mi guarda sbattendo le palpebre come una bambina, un ciuffo castano le cade su un occhio.
Respiro profondamente “E’ una storia lunga e probabilmente piena di errori. Preferisco sempre ricordarmi le cose a modo mio.”
Lei apre la borsetta colorata e tira fuori un pacchetto di Lucky Strike rosse “Non ti preoccupare ho dieci sigarette, ma non vorrai farmele finire tutte vero?”
Guardo la sabbia grigia “No..no”
Lei si siede poggiando i gomiti all’indietro ed inizia a fumare lentamente, mi guarda attraverso il fumo azzurrino.
Chiudo gli occhi e cerco di ricordare: riesco a sentire soltanto il rumore del mare, di quello che lei dice essere MIO.
Ho paura di non ricordare.
Ho paura di ricordare.
Non mi piace, ma sticazzi deve essere un problema mio, detesto questo genere di racconti che dicono tutto e niente, troppo indefinito
è il prologo, mica è finito





Ti ringrazio dei consigli. Ne faro` buon uso.

Anche se un po` ne ero consapevole della staticita` della storia. Molto spesso mi ritroverei a scare infinitamente in una situazione senza farla progredire di un passo.

E` la ragione per cui nell'altro thread dissi che li trovavo noiosi (per me naturalmente).
Io invece ho il problema opposto al tuo.
Tendo a fare fluire la situazione velocemente, però in questo modo è troppo sintetico, a meno che non mi perda in digressioni/descrizioni che a mio avviso risultano pallose.


Però quando sai che cosa sbagli, hai già in mano gli strumenti per correggerti.
Bellisimo thread
Posso dare il mio contributo con... vediamo... l'inizio del Background del mio vecchio personaggio di D&D, lo scrissi 4 anni fa, all'età di 15 anni
È molto corto, sintetico con delle toppe immense nella trama, ma il dungeon master ha voluto così (conoscendomi ha previsto il mio immenso papiro e mi ha detto di scrivere solamente ''il succo'' del discorso)... eccolo qui, lol rido ogni volta che lo leggo

---

Mi svegliai in una radura ai margini del bosco, poco lontano dal mio villaggio.
Tutt'attorno a me, la neve era scomparsa e come se non bastasse, non scendeva più.
Pensai subito al peggiore degli incubi e alzai lo sguardo verso il cielo.
Quello che vidi cambiò per sempre la mia vita.

Avrei tanto voluto morire in quel momento.
Il fuoco bruciava ogni cosa: aria, alberi, erba, cielo e ogni sentimento buono che al mondo poteva esistere.
Mi alzai in piedi, incredulo. Nessuno di fronte a quello scenario sarebbe rimasto impassibile.
Inizia a camminare, urlando il nome di mia madre, il nome di mio padre, il nome di mio fratello.
Smisi di camminare, nessuna risposta, se non una lamento proveniente dal villaggio, ormai divorato dalle fiamme.
Iniziai a correre, cercando la fonte di quel lamento agghiacciante, in totale contrapposizione con il calore di quelle fiamme infernali.
Vidi una sagoma piuttosto malconcia venirmi incontro.
Non lo riconobbi subito, ma quella figura doveva essere mio fratello minore, Aramil.
<>
Si accasciò a terra. Seppi subito che per lui, e per il resto del villaggio tutto era perduto.
Le loro vite stroncate.
Le loro case bruciate.
Il fuoco si era preso le loro vite, la mia vita.
Il fuoco non lasciò nulla di tutto quello che un tempo potei chiamare casa, potei chiamare famiglia.
Non cercai altri superstiti, né cercai di svegliare mio fratello.
Me ne andai senza la mia vita, me ne andai con uno scopo.
Vendetta.
La mia vita si sarebbe basata su quelle lettere, piccole, insignificanti lettere.
Io, Alastir della foglia ghiacciata, mezzo uomo, mezzo elfo, giurai a me stesso di vendicare, prima della fine dei miei giorni, il villaggio che da piccolo mi ospitò, la famiglia che nonostante la mia impurità raziale, scelse di crescermi come un figlio.
Vendetta.
La mia vita non c'era più, o meglio, era cambiata.
L'unica cosa che ora potevo fare era rincorrere il sapore della vendetta.
Il fuoco si era preso la mia vita.
Purtroppo, commise un errore.
Il fuoco mi donò una nuova vita..
Una vita da uomo che ha dimenticato l'amore. Una vita da elfo che ha imparato l'odio.


---


Ahahah, ero un mezzelfo di nome Alastir mi manca D&D


Qualsiasi cosa dica Elric sui contenuti, beh, lascialo perdere.
Se posso, pe scritture alla Welsh del genere, userei il presente. Io uso il presente
E' bello, tagliente, affilato, pungola. Se mai dovessi rivederlo o allungarlo, descrivi meglio le scene di sesso perchè passa troppo poco.
Bello lo slang mi paice proprio.


La pensava così anche Charles Baudelaire.
E' come dire che tutto lo scritto di Bukowsky sia da buttare.
Come dire che tutta la scrittura del dopogguerra americano sia da buttare.
Ellis Da buttare, esclusi American Psycho e Lunar Park.
Mi sembra un po' eccessivo dire che la trama di ogni racconto debba avere un finale in cui "accada" qualcosa. Se voglio lasciarti un senso di vuoto alla fine del racconto, faccio oscillare la tensione emotiva un po' qua e un po' là e poi la rilascio sette righe dalla fine.

Vorrei postare qualcosa ma ho una parola con l'einaudi e non so se sarebbe corretto


Il senso di vuoto non deriva dal finale in sé, deriva dalla vicenda che lo precede: è lì che si costruisce.
Un finale che non porta a nulla non è senso di vuoto o di smarrimento, né di angoscia, ma un senso di non aver concluso nulla.

Le storie sono percorsi e, in quanto tali, devono sempre portarti da qualche parte. Il finale può essere cupo, può essere angosiante, a sopresa, positivo, può lasciarti con l'amaro in bocca, ma ti deve sempre portare da qualche parte: il protagonista (e tu con lui, dato che come lettore c'è immedesimazione) deve essere lasciato in un punto in cui la sua vicenda possa dirsi conclusa. Il suo percorso lo ha portato fin lì e proseguire è inutile perché non c'è nulla da aggiungere.

SPOILER ALERT -"LE IENE"

Per esempio: "Le Iene" (sì, il film) lascia un senso di vuoto alla fine, un gusto amaro (chi l'ha visto sa di che parlo). Ma fa tutto un percorso e alla fine la vicenda ha un inizio, uno sviluppo e una fine. Non vieni lasciato con la sensazione che qualcosa sia stato omesso o che la vicenda possa continuare in maniera interessante (ok, in questo caso Tarantino ha lasciato davvero poco spazio a dubbi). Non ti lascia con l'idea di non esser stato portato da nessuna parte.
E tuttavia non è esente da errori il personaggio di

Spoiler

mr blue,


per esempio, non serve a una beneamata cippa. Sta lì per un motivo non ben precisato, ma non ha nemmeno una linea di battuta in tutto il film, non ha un ruolo, non è funzionale a nulla: la vicenda non cambierebbe di una virgola se lui non ci fosse.
Non ho capito perchè l'hai messo sotto spoiler, ma vabbè, ti seguo a ruota


Spoiler

Mr. Blue




E' Edward Bunker. Ho sempre pensato che Tarantino l'abbia inserito nel film solamente per esprimere un elogio, una sorta di riconoscimento nei suoi confronti per via della sua grande passione per i romanzi di Bunker.
Quindi penso vada vista semplicemente così la presenza di quel personaggio. Almeno, questa è l'idea che mi sono fatto, magari ha più semplicemente toppato con quel personaggio e voleva magari dargli un altro spessore ma non gli è riuscito molto bene, non so
questo però se il testo "vuole" portare da un punto 1 a un punto 2. potrebbe benissimo invece essere un esempio per una tesi altra che non richiede necessariamente introduzione-svolgimento-conclusione, ma lasciare il tutto con un nulla di fatto. quando lo scrittore ha raggiunto il suo obiettivo potrebbe pure concludere con un finale alla "ok mi sono scocciato, quello che volevo dire l'ho detto".

Tarantino con queste cose ci va a nozze: lui è un citazionista sfegatato, ma ciò non porta sempre a risultati ottimali per le storie. Poi, in questo caso, si tratta di un errore marginalissimo, che non inficia la qualità finale della storia: se il film fosse un tappeto persiano avrebbe un filo pendente, ma nulla di più grave.

Premessa: ora non mi riferisco al racconto che ha originato la questione, ma faccio un discorso più ampio e generalizzato.

Facci caso: qualunque storia fatta bene non arriva mai alla fine senza aver fatto un passo in avanti. La storia ha valore in quanto cambia qualcosa. Se non cambia nulla, che cosa è stato raccontato?
Ora, io non so quali esempi tu abbia presenti, ma, se li esamini attentamente, ti renderai conto che, nello svolgimento qualche cambiamento interviene, anche minimo.
Come dicevo già prima: ogni storia è un viaggio. Se alla fine non ti sei mosso, non c'è stata alcuna storia, perché non c'è stato alcun viaggio.
Parlando senza fare il cretino ti dico come la penso Elric.
Credo che tu sia un neocriticista ed io un reasponsive reader.
Nel senso, un racconto non è per forza un viaggio, può esere uno spaccato di realtà, o di finzione, o di realtà-che-supera-la-finzione, che lascia il lettore libero di vedere, interpretare, tra le righe quello che vuole.
Prendi un racconto di Bukowsky qualsiasi, uno sulle scommesse ai cavalli.
Va-vince-torna a casa-spende i soldi in quarto di scotch-beve e finisce il racconto dicendo che domani tornerà a giocare coi soldi chiesti in prestito dai suoi colleghi.
Non ti muovi, è statico, il significato non sta nel movimento, ma nello spaccato che descrive. Immobile, il significato nel significante e basta.
Capisco bene il tuo punto di vista e lo rispetto. Lo rispetto perchè sono 200 anni che i migliori racconti, romanzi sono viaggi alla Peter Camenzind. Ma credo che sia limitante fermarsi al movimento. [Va chiude con l'ossimoro] :P