Comunque l’amianto fa male (alla lunga) se inalato quando si frantuma e ne inizi a respirare il truciolo.
Se perfettamente integro, non dà problemi alla salute. Anche per quanto riguarda le tubazioni, se te lo “bevi” non è così dannoso rispetto a se te lo inali
Basta fare il tetto in eternit quando ne hai almeno 50 e te ne puoi sbattere
Lol
Una eventualità estremamente rara con l’invecchiamento dei materiali
E’ un’eventualità che inizia a diventare consistente quando il materiale diviene particolarmente danneggiato a causa di urti che ne portano a rottura parti della struttura. Ecco, tipo come l’utente sopra che si divertiva a saltarci sopra.
Il normale invecchiamento di per sé non è un problema, non è che il metallo è radioattivo o inizia a rilasciare quantità di truciolo con l’andare del tempo. Al massimo possono incidere le condizioni atmosferiche a cui è stato esposto. Ma pure lì, tutto dipende se parti di materiale sono andati a frantumarsi. Ma non c’è correlazione diretta con l’invecchiamento
Dice bene quell’utente che dice che probabilmente è più pericoloso stare in prossimità di un’operazione di recupero e smantellamento amianto che non starci accanto giornate intere in condizioni di normale utilizzo (sempre se non frantumato)
Eh sì, come sempre “Va tutto bene finché va tutto bene.”
Il mio liceo aveva il tetto in eternit, parliamo degli anni a cavallo del 2000…
“Alla lunga” poi credo sia relativo, io sapevo che ok, ovviamente più sei esposto alle fibre disperse nell’aria più alto è il rischio, ma che può bastare anche poco…
Mmmm io da quel che ricordo sapevo che il pericolo deriva anche dall’invecchiamento proprio perché il materiale non è eterno e a lungo andare tende a sfaldarsi rilasciando micro fibre che inalate sono pericolose.
Strano, eppure si chiama Eternit
Storia
Nel 1901 l’austriaco Ludwig Hatschek brevetta il cemento-amianto, un materiale che egli stesso chiamò Eternit – con riferimento al latino aeternitas, «eternità», per rimarcarne la sua elevata resistenza.[3]
Per intenderci, un rilascio continuo segue un andamento di tipo fig.1, dove l’intensità può essere continua nel tempo, diminuire, o addirittura aumentare. In quel caso ovvio che più tempo hai passato a contatto col materiale, peggio è per te, nel senso che quello che hai inalato è sostanzialmente l’area rossa.
Ma il rilascio di polveri/truciolato segue più un andamento di tipo fig.2, fenomeni estemporanei di rilascio immediato a causa di agenti esterni di tipo meccanico (urti), o al più fenomeni ciclici tipo se quel materiale è soggetto appunto a lavorazioni cicliche che di tanto in tanto ne causano urti e piccole fratture. In questo caso per la salute più che il tempo passato accanto al materiale, conta la qualità del tempo. Se banalmente hai avuto la fortuna di starci in momenti di non rilascio, ottimo, altrimenti ne hai inalato un po’. Da questo punto di vista l’età del materiale non conta. Se ne prendi un pezzo appena uscito di fabbrica e ci salti sopra, lo frantumi, stai nei guai. Se c’hai un pezzo che è lì da 40 anni immacolato, non t’ha fatto sin qui nulla.
Poi, chiaro che, ipoteticamente, un pezzo che c’ha una sua età, che nel tempo ha subito vari cicli di lavoro (i.e. subito vari urti) che ne hanno provocato qua e là piccole microfratture, quest’ultime possono aver cambiato la geometria del pezzo, riducendone le resistenze a sollecitazione, e se magari per un urto di pari intensità prima non rilasciava nulla, adesso rilascia un “pochino”. Ma è più una questione di qualità della vita del pezzo che non direttamente della sua età
Cos
pure qua no
Senta, mi perdoni l’interruzione, ma la sua disamina, per quanto pregevole nella sua linearità figulare, non tiene conto del fattore di sbrindellamento post-inerziale. È lapalissiano.
In quel caso lì, la fenomenologia del rilascio non segue più la fig. 2, ma si orienta verso una bituminazione con scappellamento a sinistra, come se fosse antani, anche per il responsabile del consorzio. Capisce bene che la qualità del tempo diventa allora una variabile dipendente dalla propedeuticità ontologica del pezzo stesso, al netto della sua frattaglia intrinseca.
Quindi, più che di urti, qui si parla di una supercazzola brematurata con doppio avvitamento carpale che inibisce la qualunque. Non è una questione di età, ma di sblindo. Con tutto il rispetto.
+++DLIN DLON+++
Si è smarrito un bimbo di nome licher che vaga in questo post in stato confusionale.
I moderatori del forum Calcio sono pregati di recarsi qui al più presto per prelevare il pargolo e riportarlo nel suo habitat.
Grazie
+++DLIN DLON+++
La stessa questione riguarda ad esempio la “piombatura” delle otturazioni in ambito odontotecnico (che in realtà non contengono piombo bensì mercurio).
Lì il problema ce l’hai anche e soprattutto se ingoi mercurio, e fino ad una quindicina di anni fa i dentisti preferivano fare otturazioni col mercurio per le sue caratteristiche di resistenza. Da una quindicina d’anni il Ministero della Sanità le ha proibite (o “fortemente” sconsigliate). Però averci un’otturazione in mercurio di per sé non è un problema. Diventa un problema quando si danneggia. Sfortunatamente quando mangi però ci batti, i denti si urtano, e potenzialmente hai dei microrilasci di mercurio ogni volta. L’OMS ha escluso il problema, andando a calcolare che il rilascio giornaliero è fondamentalmente minimo e insignificante per causare problemi in un normale periodo di vita media di un uomo.
E’ però per dire che lo stesso tipo di dilemma lo si è incontrato non solo nelle costruzioni, ma pure coi denti
Chi ha lasciato il cancello di Calcio aperto?
Oh chiudete il recinto per cortesia.
Edit. Ecco
Pagliacciate a parte, se all’OP interessa, qui c’è la normativa europea in ambito lavorativo in presenza di amianto, compresi i vari aggiornamenti
Ho adorato avere otturazioni in mercurio nell’epoca dei laptop di alluminio, ne ho forati praticamente da parte a parte un paio
Sudore corrosivo finché non me le hanno tolte, chissà che bene che mi ha fatto.