Scala di Dawkins - dove siete?

ma che ragione e ragione, cerca conferme in quantità indrustriali, non lo vedo proprio convinto

mi preoccupa
Il punto è che riuscire a essere "buoni" ti fa stare bene, non male. Però richiede più fatica. Dire "la mia religione mi toglie cose che vorrei quindi non puoi dire che mi faccia stare bene" è sentirsi superiori inutilmente. Se mai uno risponde: è vero che la mia fede mi fa stare bene, ma non è l'unico motivo per cui la abbraccio e mi mette in condizioni di maggiore responsabilità comunque. E se l'altro non ti crede e pensa che sia solo perché così stai meglio, cazzi suoi. Non serve dimostrare qualcosa, la fede non è dimostrabile, beltra vorrebbe farlo perché appunto è insicuro imho.


Sono in disaccordo, ma pesantemente.
Riuscire a essere buoni ti fa stare bene se sei buono in partenza. Ma le persone sono complesse, non sono interamente buone o cattive, e in più la società stessa è complessa e può costringerti a essere buono quando non vorressti o a essere cattivo quando non te la senti.
Il capitalismo ti costringe a essere cattivo, lo sport può farlo e la religione è campione in queste cose.

Per questo molti soffrono fino alla nevrosi o alla psicosi. Tabu, sensi di colpa, peccato, paura e ansia.
Non so quale potrebbe essere un'alternativa migliore, non si può certo pensare ad una società funzionante senza un'etica condivisa, e il compromesso fin'ora adottato più o meno tira avanti.
Forse eliminare le sciocchezze soprannaturali e il lavaggio di cervello imposto ai bambini potrebbe contribuire a creare adulti un po' meno disturbati senza per questo rinunciare all'ordine sociale.



certo hai ragionissima ma il discorso non è questo,come ho detto a chuck,non puoi dire caccapupù se non l hai provato




agorà mi psicanalizza



io credo invece che la tua visione difenda molto il "capitalismo" perchè sostanzialmente vuoi essere libero di fare quel cazzo che ti pare,quando in tantissime situazioni non ti sarebbe e non ti converrebbe nemmeno farlo

poi tu la vedi come peccato paura ansia io la vedo come misericordia gioia liberazione,se associ i tuoi pensieri ai pensieri degli altri per forza il mondo lo vedrai sempre o bianco o nero...io che questa esperienza la vivo vedo le persone che perdono dipendenze ansie fobie

il discorso è proprio quello (mi dai pure ragione poi, che onore), ma te e la gente come te arrivate inevitabilmente a cominciare ad andare in cerchio perché non sapete più come continuare.

ti giuro! Lui riusciva proprio a parlare con il mio marito defunto! E' stata una cosa meravigliosa, mai sentita più felice nella mia vita! Oh ma se non c'eri e non provavi quello che si sentiva in quella stanza, non puoi capire!
puoi prendere quello che provi nella tua vita oh tanto santa e benedetta, e scambiarlo con qualsiasi altra cosa che appaghi il tuo desiderio umano di un qualcosa di "di più". il risultato sarà esattamente uguale, e andrai allo stesso modo a dire agli altri che "tanto non possono capire"


Sì ma se uno guarda il video di zakeus nota come il tizio ha tagliato le opinioni del filosofo per farle combaciare alle sue.
Infatti tutti quelli propongono l'argomento cosmologico come prima mossa devono far passare la catena causale come ovvia quando non lo è affatto


Non ne sono troppo sicuro nemmeno io che sia come dico io, ma volevo vedere come rispondevi questa possibilità. Mi fai qualche esempio di regola universale con cui non concordi?



Però mi chiedo perché senti il bisogno di ipotizzare questa grammatica universale alla base e semplicemente non ipotizzi che le società umne nel loro essere simili si basano su regole simili (rispetto dell'autorità del gruppo, rispetto del membro del gruppo etc.) che poi vengono interiorizzate a livello psicologico?

Perché parlare di bene o male?


Trovo semplicistica e poco realistica la tua valutazione su cosa provochi le nevrosi al giorno d'oggi, come fa ad essere un tabu quando fondamentalmente sono stati tirati giù in ogni modo nella cultura contemporanea? La nevrosi è causata dall'alienazione, dall'incapacità di connettere emotivamente e socialmente; qui la religione è opposta nel suo senso etimologico di religo, riunire le persone anche a un'etica comune e sul piano sociale.

Non a caso oggi si tende sempre di più al controllo dell'individuo, per garantire quella sicurezza che è resa traballante dal crollo diffuso dei valori in cui non ci sono freni a quel che ti possono fare; finché non c'è appunto un garante della sicurezza che poi chiaramente dovrà ledere i diritti dell'individuo stesso.

Tra l'altro l'unico tabu rimasto è proprio la spiritualità.


Pshaw

http://www.vancouversun.com/life/Atheists+rapists+list+people+religious+believers+distrust+most+study+finds/5794699/story.html
Lautréamont, I Canti di Maldoror.


un gran bel libro


No, però offre degli spunti affascinanti.


Eh, vado con ordine e spero di non incastrarmi perché ho una confusione in testa mica da poco.

Il mio interesse è capire in base a quali regole, se esistono, si comportano gli altri. Se vuoi è anche una faccenda personale vista una mia discreta ottusità nel capire i motivi di certi comportamenti nella vita di tutti i giorni.
Ma sto migliorando...

La grammatica universale dell'etica è solo un'ipotesi che ha origine dall'ancora vaga psicologia evolutiva.
Quella roba da cui ogni tanto scaturiscono articoli da facepalm sui giornali.
Certo non avrei problemi ad abbandonarla se si rivelasse sbagliata. Ma è presto e la trovo molto promettente, perché forse potrebbe spiegare come fanno a nascere civiltà con sistemi etici tanto diversi come quella cristiana, quella vichinga, quella azteca, ma anche perché alcuni temi etici siano ricorrenti in diverse epoche e in diversi luoghi.
Potrebbe essere solo un fatto di situazioni ambientali simili che hanno causato una convergenza culturale, ma potrebbero anche esserci alcune basilari direttive innate che vengono poi elaborate in una moltitudine di forme.

Scoprire una serie di queste regole e le loro relazioni non può certo spiegare automaticamente il coportamento di un singolo individuo ma potrebbe fornire una chiave di lettura di tutti i sistemi etici e, magari, aiutare a progettarne di nuovi e migliori.

Insomma sì, lo ammetto, ogni tanto sento il bisogno di un bel calzatoio mentale. Se esistesse mi renderebbe la vita più facile.

Parlare di bene e male forse è un errore da parte mia, ma mi manca una terminologia diversa. Il problema è che i due concetti sono talmete influenzati dall'etica corrente che hanno assunto significati che non mi interessa attribuire. Bisognerebbe cercare di vederli dal di fuori, e per farlo bisogna dimenticare tutto ciò che ci è stato insegnato sul bene e sul male.
Come diceva Darwin (forse), bisogna avere un cuore di petra. Cosa non facile in ogni caso, io per esempio parteggio spudoratamente per il bene, nonostante sia stupido.

Per quanto riguarda le regole universali su cui non concordo, mi sono espresso male.
I valori asoluti, o regole primitive o come vogliamo chiamarli dovrebbero governare il comportamento etico ma dovrebbero essere precedenti ad esso, neutrali. Un po' come dicevi te il nocciolo delle pulsioni prima ancora che vengano interpretate in senso etico.
Aggressione e protezione potrebbero essere i due all'origine ripettivamente di male e bene (nella nostra ideologia principale, invertiti in altre), ma potrebbero essercene altri.


Fossero in buon numero i religiosi c'entrerebbe qualcosa


Mah sono solo l'85-90% delle persone sul pianeta terra.

Esatto.


Sì la nevrosi è causata dalla società. Per esempio in Giappone ci sono esempi di nevrosi estreme ma la religione ha un ruolo marginale, in altre società dove la religione plasma di più le relazioni secondo me il ruolo non è così marginale.
Esibisco il solito esempio dell'omosessuale represso tutto casa e chiesa e con la collezione di piatti nazisti.
Oppure come si fa a far convivere il messaggio cristiano con l'ideologia del capitale? A forza di sensi di colpa (e generose donazioni)?

Bella anche l'idea della religione che unisce, confortante come pensiero, ma non del tutto vero. Una religione unisce chi ne fa parte, ma per forza di cose esclude gli altri. Crea degli insiemi, e gli insiemi hanno confini.
Persino quelle che hanno la pretesa di essere universali, pronte ad accoglierti in ogni momento.

Certo si può entrare ma ci sono delle condizioni, 10 regole da seguire come minimo. Puoi stare anche dentro/fuori e convivere a certe condizioni: puoi essere omosessuale, ma casto e sofferente. Anche ateo, ma solo perché in ricerca e (molto) sofferente.
E non devi interferire mai o esprimere opinioni dissenzienti con parole, scritti o sbuffi.

Sui tabu ormai scomparsi, tocca scomodare ancora la sfera sessuale e la discriminazione tra sessi. oppure questo.



In 37 anni me ne hanno dette di tutte, ma proprio tutte, e molto spesso a ragione.
Ma "capitalista" è davvero la prima volta.
Io non vedrei il bigottismo ormai come fenomeno che assume forme di tabù, considerando quando in parallelo mandano in onda lucignolo.

Riguardo all'esclusione: non penso che si debbano per forza seguire gli schemi vetusti in cui c'era tutta la sofferenza che descrivi se non seguivi le "regole". E io sono molto pretenzioso riguardo gli standard che un religioso deve assumere rispetto a tolleranza, proprio perché ha una responsabilità in più dell'ateo. E qui non posso che darti ragione finché le cose non cambiano.

Iroel: mi sembra eccessivo, e se parliamo di paesi industrializzati è direi l'opposto.


Secondo me ti confondi perché frequenti persone relativamente colte ed intelligenti.

Pure io tra i miei amici ho solo non credenti. Ma non conosco nemmeno elettori di cdx nonostante in italia siano costantemente la maggioranza.


http://en.wikipedia.org/wiki/Demographics_of_atheism

Basta vedere qui come in Europa, il più irreligioso dei continenti, le persone che rifiutano anche un concetto di spiritualità (i materialisti duri e puri per intenderci) sono pur sempre una minoranza.