Riforma costituzionale e legge elettorale



eh d'accordo però già il fatto che almeno uno degli almeno due deve essere un sindaco mi pare incompatibile con questa formula, e in generale un discreto casino.

1) cosa succede quando si vota contemporaneamente per regionali e comunali? il sindaco da nominare a senatore va scelto solo tra quelli in carica precedentemente?
2) un sindaco può rifiutare l'elezione a senatore?
3) i cittadini di un comune potranno dire se vorrebbero che il loro sindaco possa diventare senatore o meno?

Non so, più ci penso più mi vengono dubbi sulla fattibilità pratica di questa cosa


Ma come ho detto la mole di lavoro del nuovo Senato non sarà così eccessiva da creare problemi visto che già oggi il lavoro al Senao occupa solo 9 ore di lavoro a settimana, poi il sindaco ha anche un vicesindaco che eventualmente può sostituirlo se ci fosse l'esigenza.

-Succede che sindaco e consiglio regionale vengono eletti poi il consiglio regionale nominerà il sindaco e i consiglieri regionali che dovranno fare i senatori.

-Immagino si possa rifiutare l'elezione come uno può rifiutare l'elezione da deputato alla Camera o cmq rassegnare le dimissioni.

-Il meccanismo preciso per l'elezione dei consiglieri verrà deciso successivamente con legge elettorale.
Potrebbe essere che semplicemente risulteranno eletti coloro che hanno ricevuto più preferenze, oppure può essere che si introduca una specifica preferenza e una specifica lista per i consiglieri candidati anche come senatori.

Si, la domanda da quel che avevo capito era relativa alla elezioni dei senatori

Essa non è normata nel dettaglio ne dentro l'italicum ne dentro la riforma costituzionale, dove vengono definiti solo dei principi per l'elezione dei senatori


Sono saliti a 12:

http://blog.openpolis.it/2016/02/11/camera-e-senato-ma-quanto-lavorano/5793

Sommandole a quelle delle Commissioni non arrivano neanche a 40 ore settimanali.
Senza considerare poi che il lavoro viene fatto dalle Commissioni, in aula ci vanno solo per recitare una parte.
Qui invece l'indice di produttività, che non ho ancora guardato per bene:

http://minidossier.openpolis.it/2015/11/IndiceProduttivita2015.pdf

Oh, bhe:

Se si indaga la produttività in base ai ruoli, distinguendo il parlamentare “semplice” da quello con incarichi istituzionali (presidente di commissione, capogruppo di aula o commissione) si evince che questi ultimi hanno un indice medio di produttività notevolmente superiore ai primi. Invece i 458 deputati e 176 senatori senza incarichi producono meno della media di Camera e Senato.

[...]

Questa analisi evidenzia il fatto che in Parlamento a contare davvero sono in pochi e soprattutto una buona parte degli eletti (il 66% alla Camera e il 63% al Senato) produce meno della media.


634 persone che scaldano la sedia in pratica


sì scusami, chiarito nei post precedenti, ho fatto casino e mi ricordavo che quei pochi principi definiti nella riforma costituzionale fossero in realtà nella legge elettorale.
Probabilmente voterò per il sì, ma non sono per niente convinto dalla composizione del Senato*.
Va bene la riduzione a cento persone e il superamento del bicameralismo perfetto, lasciando al Senato delle funzioni limitate e legate principalmente alle regioni.
Però la composizione del Senato l'avrei mantenuta principalmente com'è ora, cioè con senatori che fanno i senatori e non con sindaci, consiglieri e che altro.
Oppure, a volerlo fare a tutti i costi, prendere un rappresentante per ogni regione e uno per le città più rappresentative, scelti specificatamente durante le amministrative tramite elezione diretta per ricoprire quel ruolo specifico di collegamento tra Stato-Enti Locali.
La maggioranza sarebbe stata quindi composta da senatori e la minoranza - un numero tra venti e trenta - da rappresentanti di regioni/città.



*A mio avviso è un sistema barocco, inutilmente complicato.
Questo meccanismo penso sia scelto per dare voce alle regioni al livello statale tramite il Senato.

Se avessi eletto dei senatori durante le regionali non sarebbe bastato per garantire che essi rappresentassero gli interessi regionali, perchè sarebbero stati senatori senza alcuna connessione con i consigli regionali.

Questa connessione si può creare:
-o lasciando che siano i governi regionali a nominarli come il bundesrat.
-o lasciano che siano i consigli regionali (e in generale i rappresentanti dei consigli degli enti locali) a nominarli come con il senato francese.
-o mettendo nel Senato i consiglieri regionali stessi come si propone in questa riforma.

Perchè solo così i senatori sono vera espressione degli enti locali e possono portare le loro istanze a livello statale tramite il Senato.

Sennò sarebbero solo senatori eletti contestualmente alle elezioni regionali ma alla fine non collegati in alcun modo ai consigli regionali.


come no? sarebbero votati dallo stesso corpo elettorale che vota il consiglio regionale, quindi in rappresentanza dello stesso bacino elettorale. su base regionale, appunto.

la domanda in realtà è: si vuole dare voce in Parlamento *alle regioni* (inteso come popolo votante in una certa regione) o *ai consigli regionali*?
Tra le 2 opzioni manca quella più importante, l'astensione


che è totalmente irrilevante in assenza di quorum, quindi no non è "la più importante"


Ma non porta le politiche regionali e le istanze delle regioni.

Cioè se la regione sta portando avanti una determinata politica e vuole portare le sue istanze relative a quella politica a livello nazionale si fa sentire tramite i suoi consiglieri che sono Senatori.

Se invece fossero senatori eletti contestualmente i consigli regionali non potrebbero in alcun modo portare quelle istanze perchè non ci sarebbe un rapporto che li lega, c'è solo la stessa base elettorale che li ha eletti.

Per intenderci i rappresentanti dei land nel Bundesrat sono nominati dai governi dei land e quindi sono lì per potare gli interessi dei land.

Con i senatori consiglieri regionali sarebbero i consiglieri stessi ad andare in senato, cioè quelli che fanno le politiche nei consigli regionali e quindi sarebbero di fatto le stesse persone e potrebbero quindi far sentire i loro interessi anche in senato.

Se invece fossero solo altre persone elette contestualmente non ci sarebbe un legame con i consigli regionali.


no ti sbagli, se voglio il NO è molto più facile che io lo ottenga non votando


si potrebbe invertire il ragionamento, allora, il senatore viene eletto specificamente e contestualmente al consiglio regionale, e ha il dovere quantomeno di assistere ai lavori in regione e il compito di riportare in Parlamento le istanze da lì uscite. Il risultato sarebbe lo stesso, mi pare.

Comunque vabbè, ormai abbiamo capito che non c'è ancora una cippa di stabilito e ben poco sul tavolo, vedremo che proposte verranno fatte a tempo debito.


uh no.

non c'è il quorum. Se non voti non conti nulla.


allora c'è qualcosa che mi sfugge, dove non c'è il quorum? al referendum oppure ti riferisci al sondaggio?


I referendum costituzionali confermativi non hanno quorum.

Se i sì superano i no la riforma passa, se i no superano i sì la riforma non passa, indipendentemente dal numero di persone che andranno a votare.

Sono i referendum abrogativi che hanno il quorum.

Se vuoi votare no è bene che non ti presenti alle urne

Un giorno a questa famosa costituzione ci darete una letta
ok




tutti quelli che vogliono il no, mi raccomando! non votate!!11111, visto come ha funzionato bene con l'ultimo referendum ? cchiolino:
i senatori devono rappresentare le istanze regionali

ma se i senatori lavoreranno si e no 2h la settimana e non hanno voce in capitolo su un cazzo se non roba etica, come fanno a rappresentare le regioni? costumi tipici? Fassino vestito da mondina?