Stavamo andando OT sul topic precedente quindi ne apro uno a parte per parlare del reddito minimo garantito.
L'idea base e' assicurare a chiunque un reddito mensile. Ha il vantaggio di essere un aiuto immediato e in denaro cosi' che il ricevente puo' usarlo come meglio crede. Implica una burocrazia minima. E' il metodo piu' diretto per ridurre sensibilmente la poverta'.
Forse per questo e' un'idea che trova proseliti sopratutto fuori dall'establishment (sia tra i comunisti 9mmillimetresi [che si puzzano di fame] e tra i libertari alla Friedman) siccome in tanti casi il reddito minimo andrebbe a rimpiazzare parti della burocrazia protetta dall'establishment.
Il problema e': come metterlo in pratica? Poniamo che il reddito minimo scelto sia 300euro al mese.
Il metodo meno costoso di tutti sarebbe dare i soldi solamente a chi fa meno di 300 euro al mese per integrare. Questo di solito e' anche il metodo peggiore in assoluto perche' estremamente distorsivo e regressivo. Forse non e' immediatamente ovvio ma in pratica lo stato tasserebbe al 100% la parte di salario da 0 a 300 euro al mese (per ogni euro di stipendio, un euro in meno di sussidio).
Il metodo piu' costoso di tutti sarebbe dare 300 euro a testa a tutti. Assolutamente non distorsivo, lump sum come piace tanto agli economisti, ma troppo costoso: con 60 milioni di persone si tratterebbe di pagare in Italia 210miliardi. Piu' di tutto quello che lo stato guadagna con l'IRPEF.
Serve una via di mezzo. La maggior parte delle proposte sensate sul reddito minimo garantito provano ad integrarlo nell'income tax, nell'IRPEF.
Anche se lo stato italiano non brilla certo per quanto riguarda rendere accessibili i propri dati, qui trovate la suddivisione dei contribuenti per reddito e l'irpef pagata. Sono dati del 2007 quindi piu' 'sani" di come sarebbero ora. Nel 2007, lo stato con l'IRPEF incassava 197 miliardi di euro.
Divisi per fascia di reddito gli Italiani dichiarano cosi':
Quel grafico mi piace anche perche' e' un ottimo metodo per mentire con i dati. Le classi di contribuenti non sono della stessa grandezza ne' equidistanti. Se volessimo essere precisi, quel grafico dovrebbe essere cosi':
Sfortunatamente urta il mio senso estetico, quindi usero' gli histogrammi equidistanti. Solo tenete sempre a mente che la vita e' molto piu' iniqua di come sembra
Ora, un sistema equo di imposte e' un sistema progressivo. Chi ha di piu' paga di piu' sia in senso assoluto che in proporzione. L'irpef e' gia' progressiva:
(notate lo strano vantaggio tra i 5000-7500 euro, dove a furia di deduzioni quella classe di reddito paga molte meno tasse di gente piu' povera).
Agli economisti non e' mai piaciuta la tassazione progressiva perche' disincetiva il lavoro tanto piu' uno e' pagato. Tanti tra gli economisti preferiscono una flat tax, cioe' una tassa che e' sempre costante.
La cosa interessante e' che con il reddito minimo si puo' avere un'imposta proporzionale e flat allo stesso tempo. Se pensiamo ad un reddito minimo di 300 euro e una tassa al 33% la formula dell'imposta negativa e':
Reddito *.33 - 300*12
Il che significa che ogni euro di salario/reddito e' tassato sempre al 33%, ma se poi uno considera i 3600 euro l'anno che il governo gli passa la vera proporzione che paga e':
Panacea di tutti i mali? Non proprio.
Anche con una tassa al 33% ed un reddito minimo bassissimo a 300 euro al mese e ignorando tutte le detrazioni, una imposta negativa incasserebbe circa 90 miliardi meno. Troppi. Peggio: tanti vantaggi andrebbero alle classi piu' agiate:
Morale: il reddito minimo garantito e' costoso, e non potra' essere implementato senza nel frattempo attuare una masiccia ridistribuzione di reddito
Un esempio di massiccia ridistribuzione e' la stessa tassa ma al 45% invece che al 33%. Costerebbe allo stato 11 miliardi (abbordabili). Ma gli effetti sarebbero sostanzialmente ridistributivi:
The end.