Ho avuto modo di rivedermi dopo anni Il Sarto di Panama, curioso mescolamento tra una commedia deliberata ed un thriller di spionaggio, fondamentalmente una riproposizione di un vecchio classico, Our Man in Havana, a cui deve l’impostazione di satira surreale delle dinamiche del mestiere dello spionaggio, unito però questa volta ad una più moderna critica delle inevitabili conseguenze militari di una logica imperialista; spassoso il personaggio di Pierce Brosnan, deve essere stato un sollievo per lui girare un film dove quella che potrebbe essere la vera natura di un James Bond emerge chiaramente, cinico, manipolatorio, fedifrago, falso ed egoista.
Ieri sera, in balia dei fumi della febbre e delle allucinazioni per la mancanza di sonno soddisfacente prolungata da giorni, ho visto su Prime o Netflix il film Colpo di stato con Owen Wilson, dove c’è Pierce Brosnan che interpreta un ruolo in cui, anche qui, puoi rivederci uno 007 più cinico, puttaniere e stronzo.
Mentre il film nel complesso cerca di mantenere un tono realistico, col protagonista che non è supereroe ma un padre terrorizzato, a digiuno di qualsiasi tecnica di combattimento o abilità, l’ultima scena dove si vede Pierce Brosnan è così badass che quasi ti imbarazza per quanto sia fuoriluogo
Il film non è un capolavoro, ogni 5 minuti mi addormentavo per 3 minuti (per i problemi di salute miei), ma le scene più concitate che ho visto non avevano una gran messa in scena e la regia era abbastanza piatta.
Lo consiglio giusto se qualcuno volesse vedere un’altra variante di Pierce Brosnan spia
Ho pure questo annoverato tra i film passati in giudicato, buona premessa, svolgimento altalenante, pare uno zombie movie tra l’altro con nessunissima profondità narrativa; menzion d’onore per la gioiosa famigliola statunitense in viaggio esotico totalmente inconsapevole di qualsivoglia recente evoluzione politica in corso in Cambogia fino a quando, piuttosto letteralmente, i problemi non si presentano con una spranga di metallo di fronte all’albergo.
Ho visto Danza macabra di Margheriti ( ), un film horror classicissimo con una messa in scena stupenda, tutti i tagli di luce son perfetti, gran regia e la sceneggiatura è un classico del genere (magione nobiliare infestata perché ci sono accadute cose brutte e un popporno).
Margheriti è proprio il miglior discepolo di Bava che abbiamo avuto in Italia.
Ma è ovviamente un tributo, la cosa in realtà più triste è che per dire la maggior parte degli spettatori italiani (me incluso) conosce margheriti per la citazione di tarantino, e questo vale per altri registi/attori italiani che omaggia, noi casualoni conosciamo il nostro cinema attraverso lui (che da un lato è un bene eh, però…)
Dato che finalmente sono in ferie mi sono recuperato due film leggeri:
Spartacus (quello di Kubrick) - forse non il più bello di Kubrick, più che altro perché tutta la parte politica è un po’ abbozzata e noiosetta mentre quando ci sono gli schiavi in scena è tutto spot on
Le armonie di Werkmeister (di Bela Tarr) - l’ho visto perché il libro da cui è tratto, Melancolia della resistenza, è stata una delle scoperte di questo 2023, un libro splendido e densissimo sul potere e sulla presa dello stesso da parte di persone senza scrupoli. Il film concettualmente è splendido uguale: sceglie di concentrarsi sul durante (lo spaccare tutto) più che sul dopo (la presa del potere) ed è da vedere con in mente l’analogia anticipata dal titolo e che cerco di spiegarvi così: l’armonia artificiale su cui si basa la musica moderna è un inganno operato dai tecnici (Werkmeister appunto, wikipedia aiuta), ma se proviamo a tornare all’ordine originario scopriamo che l’armonia naturale non esiste, perché suonare secondo quella armonia rende anche i migliori capolavori delle cacofonie dissonanti; allora forse tanto vale accettare l’inganno. Splendido, lento, non banale da vedere, imho merita una visione ma aspettatevi piani sequenza lunghissimi e una narrazione che si svolge per tre quarti fuori dall’obiettivo della macchina da presa.
Con sommo biasimo della mia ragazza sto cercando di recuperare film fantasy poco conosciuti degli anni '80. L’ultimo che si è visto insieme è stato…
Dragonslayer (1981) - Il drago del lago di fuoco in ita.
E’ invecchiato eh, bisogna ammetterlo, ma l’uso della Go-Motion (la tecnica di animazione più tecnologica della stop motion) fatta dai nomi illustri della ILM rende gli effetti ancora guardabili e un paio di volte mi sono stupito di quanto naturali e scorrevoli fossero le animazioni del drago. In più la storia, pur non essendo nulla di troppo elaborato, prende un paio di svolte che sovvertono le tue aspettative. Non gli voglio dare un voto perché secondo me è una questione molto soggettiva, ma è scorso bene e l’ho guardato volentieri.
Si fossero concentrati un pò di più nel caratterizzare alcuni personaggi, imho, sarebbe potuto diventare un classico.
Bellino questo, non cosi’ invecchiato, lo volevo rivedere anche io questi giorni. Tra l’altro ha il drago con il nome più figo di sempre “Vermithrax Pejorative”.
Ne parlavano tutti, ho visto anche io Saltburn: un po’ un collage superficiale di vari film da Barry Lindon a Il Servo, bella l’estetica, ma manca la sostanza (la lotta di classe rimane accennata) dei classici ai quali si “ispira”.
Si salva la recitazione del protagonista, gli altri vuoti - in linea col film.