hai colto nel segno, è proprio così. D’altronde, ho avuto dei maestri in fatto di “cattiveria” nelle uscite e quando voglio so essere anche io molto, ma molto stronzo.
Ciao
ho seguito la discussione senza mai intervenire perchè è sempre difficile dare giudizi su queste cose.
Posso portarti solo una mia esperienza indiretta che riguarda mia moglie con suo padre.
Lei ha perso la madre con cui era legatissima a 18 anni e si è ritrovata con solo suo padre. Classico padre padrone che tra l’altro stava via 5 giorni su 7 per lavoro e che non ha mai imparato a fare il padre. In più un anno dopo si è risposato andando ad abitare a 600km di distanza ed obbligandola a seguirla(lei aveva moroso e una vita parzialmente ricostruita dopo la perdita della madre che l’aveva mentalmente distrutta).
Fortunatamente era potuta tornare in zona andando ad abitare da una zia.
Comunque ogni volta che andavamo su a trovarli vedevo la tensione in lei che cominciava a pochi km da casa sua per poi sfociare i giorni che eravamo lì in continue discussioni monodirezionali(nel senso che lei stava zitta e lui gli diceva di ogni).
6 anni fa suo padre prese un ictus da cui si è ripreso parzialmente e lui e sua moglie pretendevano che lei si trasferisse da loro per mesi ad aiutare(noi avevamo una bambina di 3 anni) arrivando a dirle che tanto lei non faceva niente visto che la crescevano i miei.
A quel punto non c’ho visto più, tornati a casa ne ho parlato con lei e le ho detto di bloccare il loro numero avvisandoli prima che se volevano parlarle dovevano chiamare sul mio e che comunque qualunque chiamata sarebbe avvenuta a viva voce con me presente(e in accordo con mia moglie sarei potuto intervenire direttamente nella discussione).
Risultato: dopo l’ultima chiamata dove li ho alzati da terra, i rapporti si sono chiusi da entrambe le parti(lato nostro su sua decisione). Lei è rinata ed ora è molto più serena(si interessa comunque di come sta suo padre tramite uno zio).
Purtroppo i genitori non si possono scegliere.
Mi spiace tremendamente per te @Sgigal, non ricordo di averti già scritto (zero sbatta di controllare), comunque avendo subìto in passato una situazione simile alla tua, non posso fare altro che consigliarti di tagliare i ponti con la tua famiglia d’origine, almeno per un po’.
Poi magari è possibile anche riavvicinarsi imponendo delle condizioni inderogabili. Però, a meno di eventi particolari, tua madre non raddrizzerà mai il tiro.
Io ad esempio ho tagliato completamente i rapporti con un famigliare da almeno 3 anni e sono praticamente rinato. Non bisogna farsi deisensi di colpa perchè la controparte non se li è mai fatti.
Farei anche un discorsetto a tuo padre dato, pare che si sia dimenticato i coglioni in un paio di pantaloni ormai perduti.
/thread
non serve aggiungere altro, lo sai cosa devi fare una volta per tutte, devi solo trovare il coraggio di farlo…sinceramente non vedo altre soluzioni, la testa di una persona dell’età dei tuoi non la cambierai mai
90 minuti di applausi…anche se avresti potuto farlo anche prima, se proprio vogliamo trovarti un difetto
I genitori non si possono scegliere, ma si possono tagliare fuori.
Io ho avuto la fortuna che mio padre è morto giovane (48 anni) poco dopo il mio compimento del 18esimo anno. Dico fortuna perché dai 14-15 anni fino alla sua morte io ho contemplato in modo molto, molto serio il suicidio. Ero molto bravo - lo sono ancora adesso - ad adattarmi, a sopravvivere, ad aggrapparmi a quel poco di buono che c’era nella mia vita e superare il resto, ma la sua presenza era insopportabilmente opprimente e tutto quello che lui toccava si guastava. Mi aveva isolato dal resto della mia famiglia, mi aveva avvelenato le amicizie e la prima e unica volta che avevo portato a casa una fidanzatina si dedicò con così tanto entusiasmo a distruggermi sistematicamente che lei mi lasciò poco dopo, in parte disgustata da lui, in parte dalla mia reazione alle sue angherie.
Aveva vinto. Dopo quella volta non avevo più il coraggio di ribellarmi e quindi pensavo davvero di farla finita.
Poi si è ammalato lui e buona così. Ho pensato: se lui è morto, io posso vivere.
Mi sono sentito felice, poi una merda, poi sollevato, quasi inebriato, poi un figlio degenere e bastardo, poi allegro e così via a ripetizione per settimane e mesi. Ancora adesso, a 27 anni di distanza circa, anche se sento di averlo perdonato e di aver girato pagina, emozioni di sollievo, soddisfazione per la sua morte, sensi di colpa etc si accavallano in una matassa inestricabile.
Li accetto. Ci sono e non li combatto. Però ecco, sono contento di esserci ancora, perché tra lui e me, chi meritava di vivere, se proprio dovevamo fare una scelta, ero io.
La fortuna è stata che non ho dovuto scegliere. E’ successo. Io non credo avrei mai avuto la forza di staccarmi da lui. Era troppo forte, troppo pervasivo, troppo… tutto. Ci aveva in pugno tutti: me, sua moglie, i suoi amici.
Mia moglie 3 mesi fa ha definitivamente tagliato i ponti con i genitori. Penso che se non ci fossi stato io, lo avrebbe già fatto tempo fa. Aveva già avuto discussioni durissime, litigi, rotture che sembravano insanabili. E lei era stata male. Qualche volta ha deciso autonomamente di fare un passo indietro, un paio di volte no, non si decideva. Ma stava male e quindi io le ho detto qualche cosa del tipo: “se stai così male, se vuoi posso aiutarti e posso provare io a ricucire”. Mi sembrava una buona idea. era la peggiore possibile.
Ci sono situazioni in cui non puoi vincere.
Puoi solo decidere come perdere.
Non puoi smettere di soffrire, ma puoi decidere che tipo di sofferenza affrontare.
Lei con i suoi genitori ha deciso di affrontare la sofferenza dei sensi di colpa, del sentirsi una figlia ingrata, di non sentirli più e sapere che tutta la famiglia la giudica male. L’alternativa era mandare giu il rospo e affrontare la sofferenza di vederli intromettersi ogni giorno in ogni decisione importante, lasciargli la porta aperta per inquinare il rapporto con me e con i suoi figli.
Ha scelto la prima e onestamente penso che sia la scelta giusta.
Costa. Ma è migliore dell’alternativa.
Ho letto il thread con attenzione. Mio padre è un narcisista anche se non è un caso clinico distruttivo come tua madre, e ho usato molto tempo e tanta terapia solo per scendere a patti col fatto che la mia “normalità” con lui è sempre stata in realtà un labirinto di meccanismi di controllo e inabilità emotiva.
Una sola cosa riguardo al pezzo che sto quotando: la terapia serve anche a darti un’ancora nel mondo della realtà oggettiva e ad evitare di mettere in dubbio cose basilari come “è ok se mi isolo dalla madre distruttiva?”, perché se inizi a pensare di essere pazzo tu poi ti mangia il senso di colpa e non c’è più una via d’uscita.
Alla luce del vostro rapporto non hai NESSUN dovere verso di loro. Nessuno. Viceversa hai diversi doveri verso tua moglie e tuo figlio. Lavora per convincerti di ciò. Un abbraccio.
Non potevi dire cosa più vera. Rispondo a te per rispondere a tutti, ma grazie davvero del supporto.
Per fini puramente “pratici” (leggasi: eredità dell’appartamento dove vivo ora) sono costretto a tenermi “buoni” i miei pur con doverosi paletti. Si sopravvive
Quando ho letto questo passaggio mi è andato il sangue al cervello, immagino a te.
Boh veramente, roba da schiaffi in faccia. Gente di merda.
Più leggo certi commenti e più capisco che avere avuto dei bravi genitori che mi hanno amato e supportato in tutto non è poi così scontato come di solito pensa chi è stato fortunato come me, è qualcosa di cui essere grati.
Davvero cazzo.
mi aggiugo alla fila dei fortunati, qualsiasi cosa abbiano fatto i miei sono micro-traumi in confronto a quelli che leggo qui …
baciati i gomiti davvero…
tra me e mia moglie abbiamo traumi con i rispettivi genitori che potremmo scrivere un libro…
uguale per me, ma che ero fortunato lo sapevo già
solo che scopro abissi di umanità che non ti aspetti mai