onlyfans e prostituzione

Sono perfettamente a conoscenza dell’asessualità, ma non puoi parlarmi di anomalie statistiche e di aneddoti in un discorso dove mi è stato detto che non posso ragionare per aneddoti.

Certo, sono a conoscenza che ci sono tante relazioni che funzionano in maniera diversa dalla standard.

E ripeto, piastrellista = sex worker per me non ha senso.

Ma non è che considero nessuno necessariamente “troia” o “cornuto”, se sono due adulti consenzienti ben per loro. Non ti sto dicendo che voglio vietare quel tipo di rapporto, o che lo reputo impossibile, o sbagliato.

Mi va benissimo tutto.

Semplicemente “giudico” quel lavoro proprio perchè è diverso dagli altri. Non è che riduco l’ambito delle relazioni alla monogamia, semplicemente un lavoro che va a fare overlap con la sfera intima e sessuale di una coppia è diverso dal muratore, tutto qui.

E il “non dovreste giudicare” mi spiace ma non è realistico, io ho una certa opinione e quella rimane, se poi viene letta come giudizio, non è di certo abbastanza per spronarmi a dover riveredere come interpreto il mondo. Ci ho pensato a fondo, e la mia opinione, al momento, è questa. Che poi tu giudichi la mia visione come cishet arretrata, io giudico la tua in un’altra maniera. Giudicare è sano, è normale, e non c’è niente di male.

Se poi quel “giudicare” sfocia in discriminazione, insulti, o nel voler limitare la libertà altrui, cosa che io sono fortemente contro, ok. Ma in quanto ad opinione continuerà a giudicare questo argomento in questo modo.

Il libro grazie ma ho una reading list troppo lunga e l’argomento non mi è a cuore abbastanza dall’addentrarmi nelle letture delle varie teorie.

Ma chi ha mai subito pressioni per stare o sposare una prostituta? Cioè è mai successa sta cosa nella realtà? Cchiedo perché mi sembra un altro problema ipotetico non esistente.

Scusami ma, seguendo il tuo ragionamento, io mi offenderei abbastanza se la mia donna andasse a fare pompini a casa delle persone :asd:

Non credo sia così semplice come la fai tu accettare che una compagna/o faccia il sex worker. O sei anche tu dentro quel mondo o difficilmente lo si può accettare.

Si disquisiva sul fatto che, dato che è inquadrato come lavoro normale, possa essere intrapreso da qualsiasi persona post matrimonio.

Boh, un rapporto è costituito su una sostanziale condivisione di principi, dunque se vi è consonanza in ciò non vedo quale possa essere il problema e specialmente non vedo perchè dovrei riservare un’attribuzione morale negativa per chi ha raggiunto una relazione di convivenza su fodamenti differenti.

La metto ancora più semplice:

“Il sex work non è un lavoro normale” è, alla fine dei conti, una valutazione morale.

In passato erano molti i mestieri che erano visti come non normali: i cambiavalute, i banchieri, i mercanti, i medici, i becchini, spesso anche i macellai. Ed ogni volta si trattava di una valutazione morale. Perché non piaceva alla “gente comune”.

Ma ecco il punto: “non mi piace” non è un buon motivo per ostracizzare qualcosa o qualcuno. Se non vi piace il sex work, non fate sex work. Se non volete stare con una persona che fa sex work, non stateci.

Ma giudicare qualcosa come anormale perché non vi piace è bigottismo.

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Beh hai dato del bigotto e arretrato a più di qualcuno che non la pensa come te e che ha anche argomentato piuttosto bene.
La chiusura mentale mi pare che non stia da una parte sola.

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Beh ma, alla fine, cosa non è guidato dalla morale?
Tu non ne hai? Non segui delle regole che ti accomunano a qualcun altro e che socialmente ti hanno condizionato?

E’ pia illusione quella di non esserne affetti.

In quel caso o abbozzi o rompi, il lavoro porta spesso beghe nelle coppie o nelle famiglie per tanti motivi (gente costretta a trasferirsi, orari impossibili, questa o quella sbatta), in un certo senso non puoi farci nulla quando capita o ti adatti alla situazione, o rinunci al lavoro o ti tocca la separazione.

ma infatti è pieno di coppie che si lasciano per le scelte lavorative di uno dei due e sono lavori normalissimi.

Si scusami ma per ME è diversa la situazione. E diverso se uno non è d’accordo che la moglie cambiando lavoro stia 3 giorni a settimana fuori casa rispetto a che la moglie di punto in bianco vada a far bocchini a casa della gente. Boh.

MA SEI PAZZA A DIRE STE COSE LA SANTA DOMENICA DEL SIGNORE?

Ma cosa vuol dire anormale? Stai riducendo il tutto ad una valutazione di “normalità” che imo ridice tutto ad una valutazione “morale” da parte della società quando il discorso non era solo quello. Ci sono vari lavori socialmente accettati, anzi pure di motivo di vanto borghese, che faticherei a definire “lavori come un altro”. Fare il chirurgo d’urgenza, lavorare in hospice o, per tornare ad un esempio che hai fatto tu, in macello sono lavori socialmente accettati ma che indubbiamente possono avere un impatto emotivo e delle difficoltà di gestione diverse dal fare l’impiegato alle poste o in un ufficio. Io non fatico ad infilare nella stessa casistica il sex work, specie se inteso come prostituzione propriamente detta, perché ti porta ad un contatto ed una interazione col pubblico di livello ben diverso da quello che hai in pressoché la totalità degli altri lavori. È quello che lo rende intimamente diverso a prescindere dalla stigmate sociale.
Ciò implica che nessuno possa farlo o gestirlo senza problemi? Ovviamente no ed è giusto così, c’è pure gente che non ha nessun problema a fare il boia se è per questo.

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Sottoscrivo quello detto da BliZ, avendo lavorato in Hospice domiciliare per anni so bene quale possano essere i lavori usuranti a livello mentale e per la sfera emotiva, ecco perchè per questo tipo di lavoro DOVREBBE esserci il supporto psicologico da parte dell’ospedale per l’equipe sanitaria dato l’altissima percentuale di finire in burnout. Sono lavori che non possono essere definiti normali perchè appunto non possono essere svolti da tutti, e non per competenze, ma per attitudine. E non puoi definire bigotta una persona che storce la bocca se gli dici che fai la sex worker. E’ un lavoro che non può essere accettato da tutti (ovviamente parlo delle persone a te strette). Da padre starei malissimo se mia figlia scopasse sconosciuti per lavoro. Ovviamente rimane sempre mia figlia, ma sarebbe un bel dolore.

Perfetto, assolutamente legittimo.

Si tratta solo di applicare lo stesso concetto ma per estraneo invece che usare il “è solo uno che va per massima resa minima spesa” invece che un “lavoro qualunque”

Mettere nello stesso calderone porno autoprodotto (OnlyFans, cam, ecc.), industria del porno (quale?), escort che si sceglie i clienti, la prostituta sfruttata dalla malavita e chi più ne ha più ne metta non so quanto abbia senso.

Lavori diversi, condizioni diverse, retribuzioni diverse, ripercussioni diverse. Sei arrivato da una parte piuttosto che da un’altra per ragioni diverse. Magari stai bene con il lavoro che fai, magari no.

L’ultima parte mi interesserebbe molto in una relazione.

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Questa è una parte molto importante.

Se mia figlia facesse la escort e avesse la possibilità di fare emerso, pagare contributi, fare il 730 e di iscriversi alla camera di commercio sarei incredibilmente felice per lei, anche perché a differenza mia deterrebbe i mezzi di produzione e il cretino in confronto sarei io :asd:

Onlyfans, porno, cam ecc… sono tutte professioni differenti ma nella stessa sfera, ovvero prostituzione.

Io non giudico eh, ognuno da quello che vuole. Se a uno non piace che la moglie o il marito vada a scopare per soldi basta che evita, chiaro.

Però non potete mettermi la prostituzione come “un lavoro come un altro”, non prendiamoci per il culo.

Va bene essere aperti mentalmente, ma cerchiamo di stare con i piedi poggiati a terra.

La sessualità è un argomento delicato (che non significa tabù), difatti nel mondo del porno è pieno di attrici (parlo al femminile perché la stragrande maggioranza di lavoratrici sono donne) che soffrono di depressione e problemi che o ti hanno portato a fare porno o che derivano dallo stesso.

Per non parlare del fatto che anche chi abusa di porno, avrà degli effetti collaterali serissimi. Distacco della realtà con quello che è effettivamente una relazione sessuale “normale”, problemi di erezione, depressione ecc.

Che si voglia renderlo normale, tassato, in sicurezza per chi ne fa parte siamo tutti d’accordo penso. Ma di certo non ricade nella professione come le altre.

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Doubt

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Perdonami, hai ragione, la buttana non deve permettersi

La quarta persona per cui secondo lui il sex work non è un lavoro normale perché secondo lui non è normale mi ha riportato sulla retta via

:ahsisi: