Afferro il messaggio cifrato, ma per Zerocalcare no, non lo merita.
Malanic che fa belle figure anche quando dice cose che non condivido… dai che non esiste consumo etico in questo caso! Compragli un fumetto o manda soldi ad una delle cause che segue!
mi è piaciuta
Si, riesce magistralmente: nel farti immedesimare, memory lane, morale e ridere.
ah perdio sì, alla grande
la balena spiaggiata sono io
Finito ieri
Allora, la serie spacca in tutto e per tutto, esattamente come la prima
È più complessa della precedente, con molti temi trattati tutti insieme e infatti l’unica cosa che mi sentirei di dire è che c’è tanta tanta carne al fuoco (la dipendenza, le amicizie, le strade che si dividono, il lavoro, i sogni, le scelte sbagliate, il reintegro degli emarginati, i sensi di colpa, i fascisti, le amministrazioni, i migranti ecc ecc) e a volte io ho perso un po’ il focus. Da questo punto di vista imho la serie precedente funziona meglio, perché il tema è uno, però è questione di mio gusto personale e non di validità del prodotto.
Cesare
Io voglio capire quanto c’è di vero e quanto di romanzato, ho cercato in giro e mi sembra che non l’abbiano mai arrestato però sono abbastanza certo che Cesare esista, magari con un altro nome
Anche io in realtà son molto curioso di quanto è reale.
Che ci sia della finzione, mi sembra palese, vuoi per censurare/proteggere alcune cose, o per romanzare un po’ il tutto e renderlo più divertente e/o interessante.
Immagino che per una persona che conosca Zero, o che abbia frequentato gli stessi suoi ambienti nell’adolescenza, possa capire facilmente chi sono le persone a cui si riferisce, però sì… ci sono cose piuttosto private
Ho recuperato la serie precedente, Strappare lungo i bordi, stasera pianifico di guardarmi la successiva, e niente da fare, davvero struggente; non perfetta e con forse alcuni difetti, ma davvero Zerocalcare ha il non comune dono di essere in grado di trattegiare la forma della sofferenza, le insicurezze ed i dubbi con grande abilita’, ed il modo in cui delinea allegoricamente passaggi di vita ed esperienze probabilmente condivisi in un modo o nell’altro da molti risuona magnificamente, forse però proprio anche grazie a questi stessi apparenti difetti.
La storia la conoscevo, almeno in parte, e quindi non rappresenta una sorpresa, ma risalta forse ancora di più nel suo formato d’animazione, meno intimistica della pagine di un fumetto, fosse solo perchè il ritmo della narrazione e’ imposto, ma anche più ampia come coinvolgimento generale grazie ad alcune scelte stilistiche e la presenza di un’ottima colonna sonora a supporto, non era una trasposizione facile ma devo dire di trovarla riuscita.
Non offre risposte, ma stimola riflessioni, ed in maniera acritica, bella produzione.
ma quello nella serie mica è un arresto
Come premesso, e sull’evidente onda dell’entusiasmo per il totale apprezzamento per la prima serie, e non stagione come pure Zerocalcare teneva a voler precisare, mi sono lanciato direttamente sulla seconda divorandomela in una singola seduta. Livello narrativo sempre di altissimo livello, non era scontato, l’autore mi pare si sia adattato incredibilmente bene all’adattamento puntuale di tematiche, stile e registro al nuovo medium e come conseguenza ritmo e coesione narrativa ne hanno giovato, questa serie é in conseguenza senz’altro meglio strutturata e più coesa della precedente, penso proprio il suo team di produzione si sia ampliato.
Nel complesso ammetto di aver preferito la prima, più scanzonatamente sincera, ma appunto parlando di preferenze personali è ben difficile poter fare confronti; una gran quantità di piccoli dettagli, tanta viscerale partecipazione per argomenti evidentemente appassionati per Zerocalcare e disamine molto nitide e dolorosamente verosimili dei personaggi, sempre con il rischio di trasformare l’intera epopea in una sorta di safari sociale ma senza varcare mai quel limite, con il passare del tempo sarà più difficile, e lui ne sembra davvero consapevole.
In particolar modo ho aporezzato la rappresentazione efficacissima delle politiche del consiglio municipale, le giraffe, e la riuscitissima analogia allegorica tra i fondali oceanici e la vita nei quartieri di periferie deprivate dall’interesse pubblico e civico.
Su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai
Bello e potente.
Io vorrei tanto una serie su Kobane Calling.
Ci hanno fatto un bel libro, intanto puoi partire da quello
Devo iniziare la quinta e condivido i commenti.
Tratta tanti temi diversi e attuali, per questo può non piacere, tocca la politica, lo scontro con noi stessi, il rapporto con gli altri e quando ti spiattellano le cose in faccia può dare fastidio.
Se sia vero o meno, vi potrei dire di sì, dovrebbe essere Tor Sapienza - dite che aveva già trattato il tema nei suoi libri giusto?
magari
Assolutamente, piacerebbe pure a me, fu tra l’altro la prima lettura ed quindi implicitamente il primo contatto che ebbi con Zerocalcare, sarebbe una produzione ben differente da quelle attuali, più ampia e forse persino più complessa delle espressioni autoanalitiche finora realizzate, e con ogni probabilità richiederebbe di coinvolgere direttamente personalità esterne alla cerchia principale, non sono sicuro Zerocalcare si senta pronto.
In Kobane Calling tra l’altro vi è un’immagine particolare che mi colpì, non sono sicuro del perchè.
Per qualche ragione la ho sempre potentemente correalata ai versi di Ungaretti, È il mio cuore
il paese più straziato, curioso, considerando dubiti molto sia l’interpretazione voluta dall’autore, meno malinconica e ben più battagliera direi.
vista e piaciuta, però devo dire che la prima mi aveva colpito molto di più, a mia personale opinione e sensazione, la mazzata finale nei feels che tirava l’altra era molto più forte.
e anche nelle singole puntate, devo dire che la prima era più su e giù, 5 secondi prima te la gignavi per una bella battuta/racconto divertente, e 5 secondo dopo ti diceva una cosa che ti prendeva lo stomaco e te lo strizzava come una zampogna per come ti colpiva dentro. In questa seconda serie l’ho avvertito meno questo effetto.
Sono d’accordo, per quanto tale suddetta mutabilità nei ritmi della narrazione della prima serie l’avessi annoverata tra i difetti, ed a mio avviso lo rimane per un prodotto di quel genere, tutto sommato conoscendo il personaggio e gli argomenti trattati quella stessa volatilità assume i tratti di un flusso di pensieri libero e per questo non necessariamente definito e diretto allo scopo; non saprei spiegarlo, appare molto più come una esposizione di una coscienza, per cui si susseguono pensieri intrusivi in un momento felice come egualmente ricordi più fasti, magari pure slegati, di fronte ad una tragedia del momento.
Sicuramente però rimane efficace.
Alla seconda puntata, spesso si perdono parole nell’aere nei dialoghi, non so se a tratti volume basso o smania di parlare velocissimo o mix delle due. Tocca tenere i sottotitoli pure per l’italiano