Capisco, lo so, e mi aspettavo una risposta per cui a 33 anni ero un adulto, un adulto peró in un forte stato confusionale ma in procinto di rendere la sua carriera eclatante e affermata, visto che tra matrimoni, fashion, viaggi a New York ( che Comunque davano rappresentanza), video vari ero tra i più apprezzati e sempre più conosciuto, ho accettato, per scappare dal dolore, fidandomi della persona più cara di questo mondo, ritrovandomi poi in un vortice di un sistema che non riuscivo a uscirne più, e più passava il tempo più avevo paura di ritornare alla mia carriera, quindi sono andato avanti con la speranza che qualcosa cambiasse, mi sono fatto amici a Lecco, ho fatto tanto trekking, ma sempre con una sofferenza atroce nel pensarmi che tutti i giorni avrei dovuto guardare un muro e lavare cessi ( con tutto il rispetto per chi lo fa) a fronte di quello per cui sento sia nato, il creare qualcosa, in questo caso fotograficamente parlando.
So che dare la colpa ad una madre forse è da vigliacchi, ma neanche nel tempo che passava sono mai stato incoraggiato a ritornare a fare quello che amavo e che ne avevo bisogno, ho lavorato anche come mulettista 4 mesi in una fabbrica di metalmeccanica pesante,non un mondo per me, sono stato 7 mesi senza essere pagato dalla scuola, perchè contratti brevi funziona così, mi rendo conto che sono stato abituato alla mia libertá per anni, a gestire il mio tempo, a viaggiare, a incontrare persone, ad essere ammirato, apprezzato e criticato mentre per gli ultimi quasi 6 anni mi sono solo sentito umiliato, anche dalle persone di quei contesti scolastici.
Certo, lei si sente molto in colpa e io avvolte ato bene avvolte la tratto dimmerda
Quando è uscito l’argomento come finiva di solito? Ti aspettavi una specie di benedizione da parte sua per poter tornare a fare il fotografo professionista che non è mai arrivata?
Mi scuso per i toni secchi che ho usato ma non credo tu sia qua in cerca di commiserazione.
Vorrei scrivere un wot di 4 anni ma mi limiterò a un post breve sperando di non fare danni.
Accettare le cose come sono, anche le più orrende, come avessero vita propria, che hanno un inizio e una fine, da osservatore, non puoi guidare le cose, esse hanno la guida autonoma, se hai la passione per la fotografia non la abbandonare, qui c’è gente in gambissima in grado di aiutarti con le foto, usa il lavoro come schiavo per la tua passione, compra un sacco da 70 kg e gli scrivi sopra “tu sei al mio servizio e non il contrario”, le foto le puoi fare anche di notte, dopo il lavoro, anzi vengono pure meglio, c’è un mondo la notte, un esercito di anime da fotografare, condividi questa passione con la tua compagna, ti amerà alla follia, erigi un muro di granito intorno a te, sentiti dentro questo muro, guardati nella tua essenza più vera, dopo un po tutto il resto ti apparirà rumore di fondo, tipo quando negli anni 80 tentavi di sintonizzare i canali con la rotella.
Sintonizza la tua rotella e inizia l’ascolto, diventa un guaritore, usa questo forum per esprimerti se vuoi, non avere timore di scrivere banalità, fallo e basta.
Ti diranno che è cringe, che sei mediocre, che non vali un cazzo, che sei da buttare nell’umido, che hai le mani bucate, che sei un cacasotto.
Tu invece sei una farfalla bellissima. Mi è chiaro che lo sei.
Non è importante farlo sapere ma convincersi di esserlo.
Non avere paura, ma non buttare il bambino, solo l’acqua sporca. Con fare sereno.
Facile a dirsi, ma serve tempo, molto tempo, e l’aiuto di qualcuno.
Anche mia madre è una che farebbe sbarellare un santo, a un livello che non immagini, anche io ho perso mio padre anni fa, uno che faceva foto sminchiatissime, ma oggi le rivedo e sono ai miei occhi delle opere d’arte.
Mia madre, che normalmente si esprime con bidoni di acido, ne ha per tutti fino alla quinta generazione, ma quando mi ha visto nero è diventata wonder woman con le stampelle, ancora oggi piango quando la rivedo nei ricordi che mi curava.
Mi curava con una tazza di latte, io nel divano perso nel baratro.
Non devi fare pace col mondo, lascialo così com’è e salutalo con un sorriso.
Ti assicuro che puoi riuscirci.
Adesso ti appare tutto nero, come la pece, anche brutta come la pece, appiccicosa, che non va via nemmeno con la carta vetrata, ma anche la pece ha il suo predatore naturale, va via con l’olio.
Cerca l’aiuto di qualcuno.
Anche più di uno.
Tipo adesso però.
Fatti aiutare, parla con un umano fisico, asap.
Inizia a vivere, nelle piccole cose, al supermercato non ti incazzare più se c’è la fila, lasciali cadere sti birilli in aria, noterai che non succede un cazzo uguale, il pianeta gira in ogni caso, lasciati andare, frequenta le zone della tua mente in grado di darti sollievo. Innaffiale con la pompa, al massimo.
Usa il sud per trovare ispirazioni, parla con quello scuro che vende il cocco in spiaggia, fatti raccontare la sua storia, non cercare la perfezione, non esiste la perfezione, è un invenzione sociale.
Giorni fa ho assistito a una scena in spiaggia, te la racconto.
Un venditore del nordafrica sulla sessantina carico come un mulo di roba da vendere, girava tra gli ombrelloni.
Gli si avvicina un ragazzo giovanissimo, indossava un costume con la scritta nel culo “Calvin Klein” con la K maiuscola.
Gli serviva un coso per gonfiare il materassino.
Gli chiede quant’è, il venditore gli risponde “15 euro”.
Il ragazzo, adolescente, col taglio dei capelli da figo, con fare maschio, anche fisicato devo dire, gli intima “se me lo dai per 8 euro lo prendo”. Enfatizzando l’accento. Lascia trasparire un po di ansia mentre lo dice.
Il venditore con fare stanco gli fa “facciamo 10 euro e te lo vendo”
Il ragazzo gli dice “ok, spetta che vado a prendere i soldi” torna e gli da in mano delle monetine bofonchiando “questi vanno bene” e gli leva il coso dalle mani.
Il venditore inizia a contarle con fare lentissimo, quasi che volesse riposare dopo aver venduto qualcosa, mentre il ragazzo era già tornato al suo posto, una decina di metri più in la.
E dice a bassa voce, ma io lo sento bene: “mancano due euro” e resta pochi secondi con lo sguardo verso la mano, con il sudore che gli colava giù dalla testa.
Io sul momento mi va il sangue al cervello mi alzo e guardo con sguardo brutto verso il ragazzo che non mi vede era girato a pompare sul coso, pensando “ma chi cazzo ti ha educato a te, uno deforme deve essere”
E qui accade una cosa che mi sorprende.
Il venditore si accorge che avevo empatizzato con lui e nota il mio disappunto e senza che io avessi ancora detto niente ma forse temendo di rovinare il karma mi dice con tono che sembrava Gandhi
“È un bravo ragazzo, guarda li, aveva solo quelli, di soldi contanti, e doveva gonfiare il materassino alla sua fidanzata, e non ha chiesto soldi alla ragazza”
Mi giro e noto da lontano una ragazza bellissima, sembrava una scena del film paradise, lui che la guarda e lei con gli occhi a cuoricino per il suo uomo che gli preparava il materassino.
Mi sono commosso per il livello Dio di questo signore.
Aveva capito tutto e io avevo sbagliato a giudicare male il ragazzo, che ai miei occhi era apparso predatorio, invece era in ansia per non poter fare felice la sua fidanzata.
Vabè che mi è rimasto un po di fastidio per il comportamento comunque irrispettoso, ma ha avuto quello che io definisco il perdono del giovane padawan. Irruento ma buono si direbbe.
Vabè che se l’avesse fatto mio figlio io sarei diventato una bestia, ma proprio lo avrei cazziato a rotella. Piuttosto te lo gonfi con la bocca ma non esiste proprio. Ma si sa che con i figli non è facile nemmeno per un cazzo.
In una sola scena ho percepito un universo intero.
Il mondo è fatto di predatori e di guaritori, i secondi in genere alla distanza restano a raccontarla la storia. I primi spesso finiscono malissimo.
Mi sono seduto senza dire una parola mentre lui si allontanava e non ho avuto nemmeno la sensibilità di comprargli qualcosa.
Poi dopo è passato un altro e gli ho comprato un braccialetto.
Era uno giovanissimo, con un sorriso che era impossibile non accettare.
Mi ha detto che veniva dal Kenia e che aveva nostalgia del suo mare.
Non odiare tua madre, accettala con i suoi difetti.
Neanche lei è perfetta ma si toglierebbe un polmone per te.
Non esiste sofferenza più immane di vedere un figlio soffrire.
E anche li dobbiamo fare la nostra parte, prendere decisioni difficili, raramente giuste, ma anche li, non esistono le decisioni perfette, ma solo livelli di imperfezione.
Ti assicuro che so di cosa sto parlando, anche io soffro come un dannato, poi mi passa però, dalle 22 alle 7:00.
E comunque io un bidello come te lo vorrei avere, ci passerei il tempo ogni giorno durante la ricreazione, a farmi spiegare come cazzo funziona un ottica, per dire sta cosa della lunghezza focale non l’ho mai capita, vorrei chiederla a @xanthh ma mi vergogno come un cane, pensa se certi ragazzi avessero trovato uno come te come bidello, si sarebbero risparmiati 4 anni di coma e oggi avrebbero le foto esposte al moma.
Gears, il punto non è tanto la colpa o gli errori di tua madre, che nessuno vuole negare, assolutamente.
E capisco anche il voler tirare fuori questa rabbia, sacrosanto.
Ma la responsabilità della tua vita… è tua.
Prenderne atto è l’unico modo per raddrizzare le cose
Io fossi in te ricomincerei a fare il fotografo subito, in parallelo al tuo lavoro.
Manda una pec al dirigente chiedendo l’autorizzazione e buttati sulla piazza.
E magari al posto di guardare il muro puoi metterti a fare editing alle foto che fai
Ho riso perche’ dopo questa riga ho visto che non mi entrava tutto il post in due scrollate intere di pagina.
Poi mi son dovuto asciugare le guance, hans
Ho swri subbi che possa aprire la partita iva e fare il.professionista in parallelo al dipendente. Probabiomente con autorizzazione puo’ fare il.fotografo come dipendente subordinato
No è il contrario, la partita iva la puoi aprire con autorizzazione. Essere dipendente di un privato assolutamente no
Esattamente, l’ho anche postato prima.
Ci sono un paio di bidelli dove insegna mia moglie che fanno la libera professione, uno architetto l’altro non mi ricordo.
Poi quando ingrani molli la bidelleria
Mi dispiace per quello che hai sofferto, sicuramente hai vissuto momenti difficili e hai dovuto fare scelte molto difficili per andare avanti.
Come ti hanno detto anche altri cerca però di razionalizzare il fatto che la vita è tua e le decisioni a riguardo le prendi tu, magari ascoltando tua madre e le persone a te care ma poi decidendo di testa tua.
Se pensi comunque di poter intraprendere una attività da fotografo sia soddisfacente dal punto di vista professionale ma anche redditizia dal punto di vista economico valuta tu come procedere, a volte nella vita bisogna anche prendersi dei rischi per arrivare a quello cui si crede.
Valuta però attentamente se questo della fotografia sia un grande hobby oppure un lavoro vero e proprio che possa permetterti di avere indipendenza economica
prima era a tutti gli effetti un lavoro, adesso sto rischiando che sto per lasciare un indeterminato, che non reputo un lavoro dignitoso sopratutto economicamente, ritornare a Lecco e cercare di sopravvivere oggi con 1000euro al mese da solo e’ praticamente impossibile, infatti in questi anni tra imprevisti vari mi sono ritrovato nonostante lavorassi sempre piu’ povero da poi non frequentare piu’ amici ne donne (nonostante sia un bel ragazzo sportivo etc) per la paura dei soldi, si desso da qualche mese sono in malattia cercando di sfruttare questo tempo per ingranare di nuovo qui al sud, dove la fotografia e’ piu propensa che nei dintorni di Lecco era praticamente inesistente, anche se qui poi mi sono ritrovato un mondo completamente cambiato, ricominciando da 0 avendo perso contatti e giri, non esisto ancora se non un nome virtuale sui social.
Ritornare li a fare un lavoro praticamente pagato come un sussidio mensile,umiliante su molti aspetti, lasciare amici, la mia terra, un nuovo amore e’ proprio dura.
scusa ma se hai portfolio e roba varia, anche se non sei nel giro da anni, fai prezzi un po’ più tirati ma qualcosa dovresti riuscire a trovarla.
poi non ho ben capito che tipo di fotografo sei (matrimoni?), magari puoi cambiare giro?
io ho avuto una carriera molto varia, ho fatto videoclip, cerimonie di 18esimi fatti in un modo particolare che mi hanno lanciato nel fashion/commerciale, questo mi ha portato a New York per lavoro, e mi sono poi cominciati a entrare matrimoni, ma era difficile fare fashion e cerimonie insieme, due mondi un po diversi ma che riuscivo a farli benissimo, tutto in pochi anni dal 2013 al 2018 che mi sono poi fermato
Dal post emerge il profondo risentimento per tua madre, un sentimento caricato a molla per anni di insoddisfazione.
Restando a ciò che scrivi tuttavia, pare che ciò che ha fatto deviare nettamente il corso della tua vita sia stata piuttosto la tua difficoltà a metabolizzare, a superare il lutto per la morte di tuo padre.
Da li viene la perdita di senso, la perdita di entusiasmo verso la tua passione, ed il fatto che ad un certo punto ti sei lasciato convincere a fare un lavoro che non volevi fare.
Se tuo padre fosse vivo, tu faresti probabilmente il fotografo giusto?
Da quello che scrivi, pare che a causa della depressione tu abbia fatto delle scelte sbagliate, tra cui quella di accettare un lavoro come bidello… però sono sempre state tue scelte.
Non dico che tua madre non abbia colpe in questo, ma c’è stata tanta gente che è andata a vivere sotto un ponte piuttosto che subire certe imposizioni.
È possibile che nel tempo tu abbia sviluppato una associazione mentale tra la sensazione di risentimento per il corso della tua vita, e tua madre; un persorso mentale che il tuo cervello compie ormai in automatico, e su cui tu hai poco controllo (li dimostra il fatto che hai anche fatto un pellegrinaggio ma non è cambiato).
Credo che tu debba realizzare profondamente dentro te stesso il fatto che sul passato non hai piu il controllo, ma puoi decidere cosa fare del tuo futuro, con tutti i limiti che le tue scelte passate impongono.
Ognuno di noi ha fatto scelte passate che hanno limitato le potenzialità future, in qualche modo.
Se tua madre ha ancora molto potere di persuasione su di te, è probabilmente dovuto al fatto che la tua volontà è debole, perché per molto tempo non l’hai esercitata. Comincia dalle piccole cose…
Io voglio…
Io sono figlio di narcisisti, quindi mi sono ritrovato anni dopo davanti ad un terapista a realizzare che alcune scelte che credevo di aver fatto al meglio delle mie facoltà erano in realtà risultato di condizionamenti “subdoli” lunghi anni e insinuati in numerosi aspetti della mia vita, dai sensi di colpa alle loro ambizioni direttamente vissute tramite me. Ancora non ho trovato una quadra. Vivo per inerzia una vita lavorativa fortunatamente piuttosto agiata ma che mi avvelena psicologicamente perché non l’ho mai veramente voluta, e il resto della mia vita è una corsa perlopiù inconscia e feroce al realizzarmi al di fuori degli ambiti lavorativi: musica, fotografia, giochi, libri, arti visuali, donne, nerderie varie tipo Magic, alcol, ho avuto pure la fase dove ho aperto un’azienda agricola come hobby per incrociare peperoncini, il tutto per distrarmi dagli aspetti della mia vita che non ho mai voluto ma che mi sono trovato in mano by proxy.
Ho letto giudizi feroci in questo thread riguardo al colpevolizzare tua madre. Io ho vissuto una vita di sottili manipolazioni “per il mio bene” da parte dei miei genitori, che mi hanno inevitabilmente portato a rimorsi e rimpianti. Non li ritengo brutte persone, non ritengo neanche che abbiano agito in a vacuum contro il mio interesse, ma veramente gli unici rimpianti che ho sono le scelte che ho fatto sotto la loro influenza.
Fino a qualche anno fa dicevo con fierezza che nella vita ho fatto perlopiù quello che cazzo ho voluto. Sbagliavo. Con l’influenza di certi tipi di genitore non si scherza neanche per un cazzo.
Se tua madre è veramente dispiaciuta andate a fare terapia insieme. Purtroppo mia madre è venuta a mancare sette anni fa e non avrò mai più l’occasione, invece mio padre piuttosto morirebbe, che è diretta misura della scarsissima consapevolezza che ha di sé e dei suoi errori da genitore. Sbroglia i nodi che puoi risolvere, assolviti dalle colpe che senti e se riesci assolvi lei, tanto del suo dispiacere manifesto non te ne farai mai nulla. Buona fortuna.
Si ciao, terapia con settantenne… soldi buttati in cesso.
I genitori nella migliore delle ipotesi ti risponderanno che hanno fatto quello che hanno potuto, nel momento storico in cui hanno vissuto, con il bagaglio culturale che avevano e cercando di non perpetuare gli errori che a loro volta vedevano nei genitori.
Mia madre era 6a di 8 fratelli in una capagna desolata ed ha potuto frequentare solo fino alla 5 elementare, poi è stata avviata al lavoro, e mio padre dai 3 ai 18 anni ha vissuto sballottato tra parenti e collegio perché i suoi genitori non avevano cibo a sufficienza.
I miei mi hanno fatto arrivare all’università e mi hanno sempre garantito stabilità economica… per il resto sull educazione di un figlio sapevano ben poco.
This.
@Gears guarda oltre certi commenti un po’ troppo carichi di giudizio, il mio consiglio è di concentrarti a capire cosa puoi fare di costruttivo per raggiungere stabilità e serenità. Di pari passo consiglio pure io la terapia, per certi aspetti ho una storia molto simile a quella di @xanthh e fino a qualche anno fa ho sempre pensato presuntuosamente anch’io di avere il pieno controllo delle mie emozioni e delle mie decisioni. La terapia mi ha dato una nuova consapevolezza e mi ha fatto capire tanti meccanismi genitore - figlio che mi hanno aiutato a trovare un equilibrio che prima non c’era.
Mica è per cambiarli, è per avere un confronto mediato e trarne sollievo