Un gratta e vinci da venti euro e due goleador.
Comunque lui conferma quanto dicevi tu e tocca crederci anche se spiace, a me lavorare in tabaccheria è sempre sembrato fico
La tabaccheria era un social prima dei social.
Quindi i buongiornissimo caffè, i si stava meglio quando si stava peggio, gli sfoghi in lingue incomprensibili erano tutti lì.
Da un mio sfogo sull’argomento:
**Esiste un girone infernale per i luoghi comuni. Un posto in cui ad ogni riflessione corrisponde una risposta banale. *
*Non è il freddo, è l’umido.
Non è il caldo, è l’umido.
E’ dura la vita, si stava meglio quando si stava peggio, piove: governo ladro.
Quando ero giovane saltavo i fossi per la lunga, anche se qui una volta era tutta campagna, e chiudendo una porta si apre un portone.
Esistono luoghi in cui i seguaci di queste frasi perverse si ritrovano, una specie di loro tempio, e potrete facilmente riconoscere questi luoghi perchè espongono una enorme T come insegna.
Al loro interno troverete, tristi e sconsolati, i loro “sacerdoti”, tenuti contro la loro volontà ad orecchie aperte.
Entrando in uno di questi locali dovete proclamare con fare gaudente(per evitare che i “sacerdoti” gioiscano troppo) la parola d’ordine:
UN GRATTA E VINCI VINCENTE!
@betto leggo più tardi il tuo reply
Boh, io capisco il discorso, pero’ onestamente, per dire, Platone credo abbia piu’ di 200 manuscritti a suo nome in 80 anni, non credo abbia passato molto tempo a scuoiare bestie :D Immagino ne abbia passato moltissimo invece a scrivere e pensare, che in teoria e’ quello che tutti quelli che lavorano “nei servizi” fanno… Pero’ sicuramente era piu’ a contatto con altre dimensioni dell “essere” tipo interagire con molte persone e diverse, forse effettivamente intagliare il legno accendere fuochi ecc.
Tra tutte, la dimensione sociale e’ forse quella che io sento si stia incredibilmente perdendo di piu’… Ad esempio, se non sbaglio @Madian2 vive in un posto dove non parla bene la lingua? Mi ricordo che nel cominciare a lavorare, quando vivevo pure io in un posto dove non parlavo bene la lingua (Olanda) varie cose mi iniziavano - quasi inconsciamente - a pesare e mi sentivo molto meno “soddisfatto”/bene, alla fine il tempo era molto meno “fuori lavoro”, non spendevo piu’ molte giornate intere con i miei amici universitari (con cui ero a mio agio con la lingua) a cazzeggiare… Quando mi sono trasferito in UK ricordo che l’idea di poter interagire con la gente random sulla metro, o con i vicini, mi faceva super piacer anche se spesso non e’ che ci si dicesse nulla Pure ad una certa ho fatto un po’ di volontariato con una organizzazione che faceva formazione a persone in carcere [ho smesso dopo pochissimo per tristi motivi, dovrei re-iniziare…] e riflettevo che e’ era una cosa bellissima che in Olanda non avrei mai potuto fare per il discorso lingua… Non so se ci hai mai pensato.
Ma qua dipende come la vedi
I (neo)marxisti ti diranno che è cominciato tutto con il capitalismo, nella sua declinazione taylorista che ha finito per creare una società puramente salariale
(Cioe, sintetizzo all’estremo, il fatto che il lavoratore non produce più un prodotto finito avendo quindi maggiore potere contrattuale, ma fa solo una parte semplice, sostituibile e in sé non indipendente del processo produttivo)
Io penso che sicuramente questo abbia avuto un ruolo ma credo che le radici siano ad un tempo più antiche e più moderne
Più antiche perché la nascita del capitalismo persolamente la mando ben più indietro dell’800 (ma se ne può discutere)
Più moderne perché questo processo è accelerato tantissimo in conseguenza del progresso tecnologico degli ultimi anni, che ha portato alla terziarizzazione e l’informatizzazione spinte della società
La conseguenza pratica è che se vuoi rifiutare tutto questo dobbiamo tornare a scrivere le lettere a mano, a muoverci coi cavalli, a vivere in villaggi? Non lo so, certo è che secondo me questo processo è cominciato con le prime città quindi boh, credo che possiamo solo discutere di come mitigarlo e sopportarlo in realtà
Si ma Platone non era “nei servizi”, era (probabilmente) di discendenza reale e non aveva bisogno di vivere per lavorare, il tutto nel fottuto V sec a.c.
Credo che tutti noi saremmo in grado di sopravvivere all’alienazione della condizione umana se fossimo ricchi sfondati come lui (che era tipo nello 0,0x% della popolazione), con centinaia di schiavi e discepoli che provvedevano a ogni cosa nonché al soddisfacimento dei propri istinti, per cui non so se lo prenderei ad esempio eh
si e’ rotto il cazzo anche di questo 3d
Concordo, le dinamiche alla base di alcuni delle più longeve nozioni del capitalismo moderno risalgono mio avviso al periodo intermedio tra fine del XVI ed il XVII secolo, estrapolazioni successive di ipotesi comportamentali dei gruppi di potere attorno alle logiche del mercantilismo e della massimizzazione dei ritorni a discapito delle controparti attraverso deficit commerciale artificiale la cui evoluzione finale sfociò nell’imperialismo colonialista, l’estrattivismo e nello schiavismo economico.
Sono d’accordo, puoi peró espandere sul concetto di “creazione di deficit commerciale artificiale”? Perché non ho capito cosa intendi
Vediamo se possa riuscire a spiegarmi, nel mercantilismo lo Stato agisce da protettore dei mercanti sostanzialmente ed il commercio è visto come un gioco a somma zero in cui internamente si attuino politiche ISI mentre si opera a sottrazione di valore proiettato all’esterno; al giorno odierno le dinamiche sono cambiate un poco ma le esternalizzazioni di sistema sono rimaste, principalmente ambientali.
All’epoca questo però assumeva altri connotati, i dazi ed il controllo esclusivo delle rotte commerciali prominenti, e l’acquisizione di colonie dinamica utile per rafforzare lo Stato secondo tali principi autonomisti e togliere opportunità di sviluppo ulteriori ad i concorrenti. Difatti alle amministrazioni coloniali era fatto divieto di commerciare tra loro per dire, e questo ha avuto un’impatto notevolissimo sullo sviluppo di molti territori.
Non sono le uniche dinamiche in essere attive ad ogni data fase storica, ci sono poi le connotazioni ed interpretazioni religiose e culturali da tenere presente, come anche le personali intemperanze dei regnanti con potere assoluto alla guida dello Stato, ma rimangono da tenere presenti.