Metodo di studio

Miei cari secchioni, voi come studiate?

Vorrei aprire una discussione sui diversi metodi di studio, chi basa tutto sugli appunti, chi legge 3000 volte il libro, che ricopia in modo ossessivo compulsivo gli appunti, chi sta attento a lezione e prende 30 .
Personalmente faccio il dettato delle lezioni e poi dò una letta al libro, per poi fare il riassunto del libro, è un metodo decisamente poco efficiente, in quanto porta via un sacco di tempo per poi avere una media sul 26.


Seguire a lezione, prendere appunti parola per parola. Poi rileggere gli appunti e leggere 3 volte il libro. Profit
E' da un pezzo che non ho a che fare con materie scientifiche, quindi non so quanto sia valido questo metodo riguardo alle suddette (faccio giurisprudenza):

se la materia mi piace tendo a seguire le lezioni (attivamente, se vedi che sei svogliato lascia perdere e studia a casa/aula studio se ti riesce asd) e possibilmente a leggermi l'argomento prima di assistervi. Non dico sapere tutto ciò di cui si parla, ofc, ma avere una buona infarinatura già da prima mi aiuta e quando posso tento di arrivarci già "preparato" in modo da potermi destreggiare col codice. Per quanto riguarda il metodo di studio bhe, avendo a che fare con le "parole" devo curare molto l'esposizione, anche per mia fissa personale, e quindi tendo prima a leggere il libro una prima volta, una seconda sottolineando e poi anche una terza facendo schemi a margine ed integrando il testo con ricerche personali (richiami a leggi, articoli, etc.) e soprattutto collegamenti fra i vari argomenti. Dopo la terza lettura il libro sembra una glossa medievale. Giusto adesso ho staccato di studiare e con le palle particolarmente gonfie sono andato a farmi un giro su Agorà prima di spegnere il cervello fino a domani mattina. Esame fra 1 settimana. Ah, poi per quanto riguarda la fase della ripetizione tendo ripetere ALMENO 2 volte + ripetizioni random a saltare (il più possibile).

Appunti a lezione ne prendo pochi, diciamo lo strettamente indispensabile, ma non lo reputo molto utile visto che se i testi esistono un motivo c'è, e il riassunto di quanto spiegato a lezione non sarà mai completo quanto il manuale. Quindi appunti integrativi si, riassuntivi no.
Gli schemi sono approved!

Se trovo un post di un mio professore lo incollo qui di seguito, l'ho letto qualche tempo fa ed era interessante. ps: cosa studi?


EDIT: una promessa è una promessa. E' un discreto wot

[ Gentile ****,
mi sforzo spesso di capire come si è preparato lo studente con il quale vengo a contatto in occasione degli esami, dei colloqui (le "prove in itinere") e del ricevimento, e cerco di valutare l'efficacia del suo metodo di studio attraverso i risultati che egli ha conseguito e le difficoltà che incontra.

Non dispongo di dati certi, quindi, ma soltanto di congetture, dalle quali a volte traggo la convinzione che, all'inizio delle lezioni o in altri momenti, converrebbe discutere anche della tecnica con la quale gli studenti possano apprendere la nostra materia. Ma altre volte penso che lo studente universitario (specie quello che non è più al primo anno o, addirittura, è in procinto di laurearsi) sappia già come fare il suo lavoro. Anzi, temo che una mia iniziativa sarebbe pregiudizievole, oltre che indiscreta, se è vero che c'è un modo di studiare congeniale alla forma mentis di ogni studente, e congruo all'impegno che egli intende esercitare e ai risultati che desidera ottenere.
A ciò si aggiunge che l'approccio allo studio che a me sembra preferibile per accompagnare la maturazione intellettuale dello studente può non essere il più adatto per chi si prepara ad un concorso pubblico o agli esami di abilitazione professionale, o, genericamente, ad un impegno di lavoro. Pertanto, ogni considerazione sul metodo di studio può valere, tutt'al più, limitatamente alla finalità universitaria, e neanche a questo proposito vuol essere vincolante.

Con queste riserve Le propongo le seguenti considerazioni.

-a) Studio del progetto. Le regole che troviamo nei nostri codici sono diverse dalle "leggi naturali". Quando gli scienziati formulano (scoprono) le leggi della genetica o della termodinamica descrivono lo svolgimento dei fenomeni che hanno osservato ed il nesso causale che li collega, ma non ne indicano le finalità. Quelle giuridiche, invece, sono regole artificiali, in quanto sono opera degli uomini. Pertanto le nostre regole sono costruite per conseguire gli obiettivi desiderati dai loro autori. Chi studia le regole giuridiche può e deve cogliere gli obiettivi per raggiungere i quali esse sono state poste.
Ecco perché è ragionevole studiare le regole giuridiche come si studiano altri prodotti dell'ingegno umano. Per esempio, come si studia un'automobile, ogni componente della quale è stato progettato allo scopo di soddisfare un'esigenza precisa (per dirne una, le cinture di sicurezza sono progettate in modo da consentirci di muovere il tronco in condizioni di normalità e da bloccarlo automaticamente contro lo schienale nell'attimo dello scontro).
Le regole del dir.comm., in particolare, sono congegnate per soddisfare altrettante esigenze del mondo degli affari. Pertanto, se vogliamo conoscerla in modo non estrinseco, dobbiamo chiederci non soltanto cosa la disposizione vieta e cosa impone, ma anche quale problema della realtà essa vuol risolvere.
Così, ad esempio, possiamo chiederci: "Perché la legge ci tiene tanto a che esista il registro delle imprese? e perché, quando ha disposto che alcune notizie siano rese pubbliche, ha voluto che la pubblicità operi secondo modalità diverse, che chiamiamo pubblicità notiziale, pubblicità dichiarativa e pubblicità costitutiva?".
Viceversa, sarebbe sbagliato studiare -poniamo- le eccezioni cartolari come alle scuole medie di un tempo si studiavano le Alpi. Infatti, mentre delle Alpi non ha senso chiederci che ci stanno a fare (=a quale finalità rispondono), e non possiamo che impararne i nomi (Marittime, Cozie e Graie, e così via, da occidente verso oriente, fino alle Alpi Giulie); le eccezioni cartolari sono state previste da coloro che scrissero l'art.1993 c.c. per altrettante precise ragioni. Per esempio, è permesso al debitore opporre anche al portatore di buona fede l'eccezione di alterazione della somma cambiaria perché se così non fosse un debitore cambiario che si era impegnato a pagare 100 si ritroverebbe debitore di 1.000. In tal caso sarebbe troppo pericoloso assumere un'obbligazione cambiaria, ed ognuno se ne guarderebbe. E' vero che a causa della norma in vigore uno sfortunato giratario di buona fede della cambiale rischia di scoprire che il debitore principale non gli darà 1.000, come lui credeva, ma soltanto 100. Questo non è un bel risultato perché rende la cambiale meno affidabile, ma la legge ritiene che sarebbe ancora peggio far pagare 1.000 ad un debitore che si era obbligato per 100.
Bisogna riconoscere che questo modo di studiare è ostico perchè le norme della nostra materia si riferiscono a problemi sofisticati: basti pensare alle modalità secondo le quali oggi avviene il finanziamento delle imprese. Si tratta inoltre di fenomeni spesse volte lontani dall'esperienza diretta dello studente, che non ha piena conoscenza di come funzionano le imprese e di come ragionano gli imprenditori. A ciò si aggiunge che purtroppo quasi nessuno studente (e -si può dire?- ancor meno le studentesse) cura le sue conoscenze di storia economica ed ha l'abitudine di leggere un quotidiano, ed in specie un quotidiano economico-giuridico (o almeno le pagine economiche e giuridiche di un quotidiano "generalista").
Peraltro, con il legislatore, come con il progettista dell'automobile, possiamo idealmente discutere, ricorrendo, fra l'altro, ad una simulazione, e quindi immaginando cosa succederebbe se la norma che studiamo non ci fosse o se fosse diversa da quella realmente in vigore. Anche mediante questo gioco possiamo capire la funzione della norma vigente.

-b) Studio operativo. Se davvero ha compreso contenuto e funzione della norma, lo studente è in grado di utilizzarla per risolvere un problema, reale o di scuola. Così, ad esempio, dopo aver studiato i conferimenti nella s.r.l., sa indicare ad ipotetici soci come comportarsi al momento della costituzione della società o dell'aumento del suo capitale. Questo studente non è un cliente che guarda a distanza gli utensili che si trovano nell'officina, ma è l'artigiano che sa scegliere ed adoperare lo strumento che fa alla bisogna.
Purtroppo, però, anche lo studente che raggiunge una preparazione di (apparente) buon livello, trova spesso difficoltà a risolvere problemi applicativi. In una prova scritta svoltasi tempo addietro lo studente era invitato a far uso delle norme sui conferimenti di azienda o di quelle sulla scissione per risolvere un problema di fantasia. Molti studenti hanno esposto in astratto (e taluni anche bene) la disciplina dei conferimenti in natura ed hanno illustrato la scissione, ma non hanno voluto prendere in mano gli attrezzi e dire: "nel caso in esame la s.r.l. può deliberare l'aumento di capitale senza opzione, onde la s.n.c. diventa socia della s.r.l. e vi conferisce un'azienda; altrimenti la s.n.c. può deliberare una scissione parziale a beneficio della s.r.l., ed allora i soci della s.n.c. si troveranno ad essere soci della s.r.l., inoltre l'azienda viene assegnata........").
Questa incapacità potrebbe essere il segno che lo studente non è padrone delle nozioni che pure è in grado di esporre in modo (esteriormente) soddisfacente. Taluni sono capaci di ripetere con convinzione ed in modo non brutalmente mnemonico discorsi che non hanno realmente capito. Ma la scuola, e soprattutto l'università, non dovrebbe incoraggiare questo tipo di apprendimento. Dovrebbe, piuttosto, coltivare la capacità di riflettere per giungere ad una comprensione effettiva delle materie studiate.

-c) Studio critico. Esaminandole con attenzione, lo studente non tarderà ad accorgersi che le nostre regole sono imperfette, criticabili e modificabili. Sono il risultato provvisorio di un lavorio ora più intenso, ora lento, ma comunque incessante. Un lavorio collettivo e quindi largamente impersonale, nel quale intervengono prepotentemente interessi, ideologie e forze eterogenee e talvolta contrapposte, fra le quali si formano assetti instabili; un lavorio tutt'altro che esente da errori, ed anzi sempre bisognoso di adattamenti e modifiche; un lavorio che inizia quando il legislatore pone la norma, ed è proseguito dai giuristi che la interpretano. Anzi, molte volte, un lavorio che risale alle norme di cui quelle vigenti hanno preso il posto, e che proseguirà oltre la loro abrogazione, attraverso le disposizioni che saranno emanate in futuro.


- d) Studio sistematico. E' bene studiare i testi normativi e i paragrafi del manuale collegandoli e confrontandoli fra loro, anche se non sono contigui.
Così, ad esempio, lo studente si chiederà: il diritto di recesso è disciplinato allo stesso modo in ogni tipo societario? E se non lo è, quali sono le differenze e quali ne sono le ragioni? Ogni norma dobbiamo coordinare con le altre per comprendere come funziona il sistema complessivo.

- e) Studio paziente. Lo studio richiede tanta pazienza perchè occorre leggere con attenzione e senza fretta (si potrebbe dire: con umiltà) la norma e il manuale. Per imparare a studiare bisogna imparare ad ascoltare: ciò che, in un certo senso, è contro natura, perché, solitamente, gli umani preferiscono parlare piuttosto che ascoltare. E' quasi doloroso impegnarsi a capire il pensiero altrui.

Alcuni studenti "saltano" tutto ciò che è scritto fra parentesi: ma se fosse superfluo, l'a. l'avrebbe omesso del tutto. Altri nemmeno portano a termine la lettura della proposizione e passano subito a quella successiva, a somiglianza di quei dibattiti in cui ognuno interrompe gli altri prima che abbiano completato il loro discorso.
Ad esempio, a proposito di imprenditore agricolo, spesso lo studente si ferma allo spezzone di frase che menziona il ciclo biologico, e rimuove la successiva precisazione relativa ad una "fase necessaria del ciclo stesso": ma questa previsione cambia la statuto giuridico -e quindi anche la vita- di chissà quante migliaia di imprenditori.

Pazienza impone di cercare nel vocabolario le parole delle quali non si conosce il significato (per esempio, ancora sull'art.2135 c.c., silvicoltura. Qualcuno pensa che si tratti dell'allevamento di pesci, ma questa è l'itticoltura; qualcun altro pensa alla coltivazione dei fiori. Anche sull'aggettivo "mero" corrono tante voci.).

Pazienza impone di dare un'occhiata al manuale di privato e a quello di procedura civile o di costituzionale, ogni volta che se ne ritrova una norma o un istituto (le obbligazioni solidali, ad esempio, o l'usufrutto,la responsabilità contrattuale e quella aquiliana, o la revocatoria ordinaria, o il pegno regolare e quello irregolare, o la camera di consiglio, o il pignoramento, o la legge-quadro).
Su questo punto è opportuno insistere: anche se tutti debbono rispettare le norme dell'ordinamento giuridico, spesso il linguaggio della legge non è accessibile a chi non ha conoscenze specifiche. Ad esempio, l'art.2393, co.1, è probabilmente incomprensibile anche al cittadino di media cultura, e forse anche a chi ha una cultura elevata in altri settori. Ma il giurista sa cosa significa che "l'azione di responsabilità contro gli amministratori è promossa in seguito a deliberazione dell'assemblea". Il giurista sa cosa significa "azione" e cosa significa -in questo contesto-"responsabilità". Il giurista avverte che vi è questo problema: a chi tocca decidere se sopportare in silenzio il danno che l'amministratore ha arrecato alla società, o avviare contro di lui una lite che sarà risolta dal giudice fra dieci anni, che la società potrà vincere e potrà perdere, che comporterà spese per x euro, che potrà condurre ad un risultato concreto deludente se, poi, il patrimonio personale dell'amministratore sarà insufficiente a risarcire il danno?
Ora, lo studente deve giungere esattamente a questa comprensione e per riuscirci, se non lo ricorda, va a rivedere cosa significa "azione" e cosa significa "responsabilità" giacché chi scrive il manuale dà per assunto che lo studente di commerciale conosca e ricordi perfettamente il diritto privato e ogni altra materia le cui nozioni sono qui richiamate. Lo studente non precipitoso si ferma a riflettere e non cade nell'equivoco di credere, ad esempio, che l'art.2393 c.c. si occupi della rimozione degli amministratori dal loro incarico (questa è la revoca, che non richiede l'intervento dle giudice, ma basta una delibera dell'assemblea ordinaria).

- f) Studio progressivo. Alcuni studenti leggono il manuale, ne evidenziano scrupolosamente secondo una briosa gerarchia di colori le parti alle quali attribuiscono diversa importanza, e poi si sforzano di ripetere ciò che hanno sottolineato. Ma è vero, piuttosto, che ad ogni lettura e ad ogni ripetizione migliora il grado di comprensione del testo. Vi sono passaggi e concetti che non possono essere compresi immediatamente, ma dopo varie letture, anche di altri brani. Pertanto non è possibile, alla prima lettura, fare una selezione o una graduatoria dei discorsi del testo. O meglio, bisogna essere pronti a modificare il cromatismo iniziale, man mano che progredisce la comprensione della materia. Si potrebbe dire che il manuale non è come un film giallo che lo vedi dal principio e alla fine hai capito tutto. Il dir.comm. è come un film in una lingua straniera che non padroneggi perfettamente: devi vederlo tante volte dall'inizio alla fine, o a pezzi a pezzi, o tornando indietro con la moviola, ed ogni volta capisci qualcosa in più.

- g) Cura dell'esposizione. Lo studente legge il testo normativo e ascolta la spiegazione che ne dà il manuale. Poi impara ad esporre ciò che ha appreso. Questo, infatti, e non altro, dovrà fare all'esame orale. Non basta leggere e rileggere molte volte il libro, se nel contempo non ci si esercita lungamente ad esporre ad alta voce ciò che si è appreso (proprio come, per gareggiare per pochi secondi nei 100 m. è necessario aver percorso chilometri e chilometri in allenamento).
Le tre fasi (ascolto, riflessione, esposizione) si susseguono formando una spirale, nel senso che ogni volta che espone ad alta voce ciò che ha appreso, lo studente comprende meglio la norma e ne individua meglio la problematica; ed ogni volta che migliora il suo grado di comprensione della materia, lo studente è capace di esporla meglio. La ripetizione di quanto appreso si accompagna a nuove letture del manuale. In ogni momento, poi, lo studente consulta il testo della disposizione per trovarci il riscontro autentico di ciò che ha appreso. In tal modo, a conclusione del suo studio, egli ha acquistato dimestichezza con il codice, ed è in grado di consultarlo (ma ciò non significa che deve conoscere a memoria la numerazione degli articoli!).

Alcuni studenti non incorrono nell'errore di non prepararsi a ripetere, ma in quello opposto e vanno, per così dire, in superallenamento. Questi studenti mandano a memoria interi brani del manuale, ripetendoli tante volte fino a dimenticare il significato delle frasi che ormai pronunciano meccanicamente. Inoltre, ripetizione dopo ripetizione, le formule stereotipate si deformano inavvertitamente, come in quel gioco di società in cui ognuno sussurra all'orecchio del vicino la frase che gli è stata bisbigliata un attimo prima, e alla fine del giro si constata che le parole iniziali si sono trasformate in modo imprevedibile. In sede di esame, di solito questo studente risponde all'istante alla domanda che gli viene proposta (se è una di quelle standard e se corrisponde ad un preciso paragrafo), ripetendo proposizioni ormai prive di significato e a volte lontane dal corretto tenore.

Ad uno studente universitario si chiede, fra le altre, l'abilità di organizzare il suo discorso, e quindi la capacità di formulare frasi chiare, concise, complete e ben coordinate, dicendo tutto ciò e solo ciò che è utile per rispondere alla domanda. La risposta deve avere una sua "architettura", e non consistere in un coacervo di parole che si susseguono casualmente. Ad esempio, parlando del concordato fallimentare si inizierà dalla proposta e non dall'omologa, o dalle classi.
Rientra nell'abilità espositiva dello studente la capacità di rispondere sul tema indicato e non su un altro; occorre evitare lunghe e superflue premesse. Chi parla deve governare il suo discorso, e non esserne trascinato a zonzo. Non somiglia ad un cavaliere che va dove lo porta il cavallo del quale ha perso il controllo.

E' necessario, poi, usare i termini tecnici (ad es., legittimazione, validità, opponibilità, efficacia, impugnazione, opponente, creditore, azionista, quotista, girante, emittente, scontatario, committente), così come un medico non dice "quell'osso lì", ma dice "la terza vertebra". Il linguaggio tecnico non è una snobistica scelta di erudizione, ma soddisfa una esigenza di precisione, di chiarezza e di rapidità espositiva.

Non è male curare che la pronuncia sia nitida, il tono della voce non basso né alto; non è male evitare intercalari privi di significato (come ad esempio: tipo, cioè, veramente, vero, davvero, ovviamente, giustamente, per così dire, diciamo, purtroppo, per l'appunto, appunto, giustappunto, proprio, quindi, fondamentalmente, sostanzialmente, in sostanza, praticamente, in pratica, teoricamente, naturalmente, assolutamente, comunque, dice, fra virgolette [anche unendo e alzando e abbassando due volte gli indici e i medi di ambo le mani, e aprendo le braccia, quasi a spiccare un volo], insomma, chiaramente, visto, abbiamo visto, per carità, in poche parole. Peggio degli intercalari sono i suoni asemantici che taluni inseriscono fra ogni parola e quella che la segue. Ad esempio: ngh, lle, dde, eh).

Non è male imparare a pronunciare correttamente quelle poche espressioni latine ancora in uso, piuttosto che leggerle come se fossero termini inglesi. (Il latino si legge come l'italiano, salvo che la "t" seguita dalla "i" si legge "z"; e salvo che "ae" ed "oe" si leggono "e"). Così, ad esempio, "placet" si legge "placet" e non "pleiset", e significa semplicemente "piace", cioè "[la persona dell'acquirente] piace [a chi ha il potere di approvare il trasferimento della quota]"

-h) Uso del manuale. Alcuni studenti amano leggere anche testi diversi dal manuale, o fare ricerche in rete. Può andar bene anche così. Evitino, però, di disperdersi in letture disordinate. Consiglierei di lasciare al manuale il ruolo di principale ausilio allo studio della norma, e affiderei ad altri testi un ruolo essenzialmente integrativo.

I manuali non vanno studiati tutti allo stesso modo. Alcuni provengono dalle dispense delle lezioni tenute dall'a., e ne conservano il tono discorsivo. Di tali manuali, almeno in alcuni punti, lo studente può esporre una sintesi. Ci sono poi i manuali stringati, dei quali lo studente deve apprendere ogni passaggio, e dai quali, anzi, talvolta, egli deve estrarre anche ciò che l'a. ha lasciato implicito. Ci sono infine i manuali analitici, buoni per la consultazione, oltre che per lo studio universitario, e quindi simili ad un trattato breve, dei quali lo studente può omettere alcuni passaggi.

Non saprei dire quale manuale contribuisce meglio alla preparazione dello studente. Infatti, il manuale del primo tipo dovrebbe rendergli "simpatica" la materia; quello del secondo tipo dovrebbe abituarlo a non aspettarsi che qualcuno gli risolva sempre ogni problema, e lo sollecita ad un maggiore impegno intellettivo; quello del terzo gli dà un'informazione completa.

Alcuni studenti, con gravoso impegno, redigono per iscritto una sorta di manuale personale, più breve di quello "ufficiale", e studiano sul testo da loro elaborato (una sorta di bignami personale). Può andar bene anche così. Però, se vi sono errori nella redazione del testo privato, lo studente apprende fatalmente nozioni sbagliate. Questo pericolo è elevato perché di solito lo studente compila tale testo all'inizio del suo studio, quando il suo grado di comprensione della materia, come si è detto, è necessariamente basso.]
ricopio compulsivo degli appunti here


* Fixed, ma simile.
Al massimo per certi esami trascrivo pure gli appunti, ma solo se sono esami con troppe dimostrazioni.
Altrimenti cerco di impararle immaginando di scriverle nell'aria
la cosa diventa divertente quando le lezioni sono impartite in inglese ho gli appunti che cambiano linguaggio nel corso della frase
foglio di 2 metri per 2 attaccato al muro e ci disegno mappe concettuali, formule, disegni dell'organo usando miliardi di pennarelli e poi ripasso da lì

Prima leggo il libro capitolo per capitolo, e alla fine di ognuno riporto a memoria tutto sull Wall, poi do una rincontrollata sul libro per vedere cos'ho dimenticato e aggiungo.
Io mi butto in una vasca piena d'acqua assieme ad un lettore dvd acceso contenente un documentario sull'argomento che voglio imparare. Lo shock risultante mi catapulterà in un magnifico viaggio onirico istruttivo alla scoperta del suddetto argomento.
Come metodo ha un suo fascino



EDIT: aggiungerei una domanda al post di Macs...

come fare a distrarsi velocemente e riacquisire forze mentali per continuare? La famigerata pausa. Voi che fate?
No perchè va a finire che uso il metodo Galaahd...
*questa* è la mia pausa, cazzeggio sul forum e poi torno alla programmazione stocastica.

cmq un'altra componente del mio studio è la musica. ad ogni esame associo un disco, questo si è beccato "hail to the thief".
Per quanto riguarda rilassarmi:
O gioco col mio gatto o cazzeggio sul forum.
Il problema è mettermi le sveglie per ricordarmi di tornare a studiare

A volte mi capita anche di rilassarmi immaginando che l'esame andrà benissimo e fantasticando su cosa farò nelle ore immediatamente successive.

EDIT: Ho passato un periodo anche a fare partite di 20 minuti sui vari giochini su Kongregate, ma anche lì necessitavo di sveglie apposite per regolarmi sul tempo...
Siamo tutti nella stessa barca...

Io metto le cuffie e mi concedo 15 minuti di musica (possibilmente butto uno sguardo al topic delle lolline o leggo le flammate sui forum,) e do un occhiata a qualche quotidiano online, poi ricomincio. In casi di sclero eccezionale vado a prendere l'ennesimo caffè al bar sotto casa. Il caffè diciamo che lo prendo più per associazione mentale al momento "pausa" che per reale necessità, visto che non mi fa il minimo effetto..
Da questo punto di vista mi odio. Dopo aver passato 18 anni della mia vita a non fare un cazzo, durante la triennale riuscivo sempre a stare col il culo poggiato sulla sedia 15-20, o sotto esame 9-13 e 15-20, con una sola pausa caffe` a meta` mattina/pomeriggio. Ora che devo studiare il triplo, mi deconcentro molto piu` facilmente. Meno male che almeno il metodo di studio anglosassone e` piu` accomodante da questo punto di vista :/


same here, per materie scientifiche penso sia l'unica, anche perche abitualmente si chiede tutto e solo quello che viene fatto a lezione,
se gli appunti sono presi bene (o si riesce a rimediarlo da qualcuno che li sa prendere ) quelli son sufficienti,
ogni tanto si da uno sguardo al libro per avere un altro punto di vista\ capire meglio qualcosa\ svagarsi


bravo, mi ero dimenticato questo.

L'unica cosa brutta è che quando partono quelle canzoni il cervello poi anche ad anni di distanza va a ripescarsi le materie.
Io mentre elioelst suonavano shine on you crazy diamond, mi immaginavo colon, fegato etc (che poi pensandoci post, avrei potuto ascoltare Il congresso delle parti molli)


cazzo vuol dire?
ah in linea di massima lì i master sono ad anno solare (da gennaio a dicembre) o sono ad anno scolastico? c'hai idea finocchio?


Che visto che essenzialmente scrivi essays essenzialmente se ti alzi 10 minuti dalla sedia non perdi il filo del discorso perche` hai tutto scritto e non devi imparare a memoria.
I Master sono ovviamente ad anno accademico, da 9, 12 o 24 mesi. Io quest`anno finisco il 23 agosto, divertente
Ma te dove sei? ti hanno fatto arrivare in svizzera?
mandato un paio di domande, adesso vedo che mi dicono

ti chiedevo perchè qui per me alcuni master sono cominciati ora a gennaio, quindi fino all'anno prossimo non se ne parla, e c'avevo mezza idea di fare un master in ecografia lì in UK da un anno mmmmmffffhhh


true, soprattutto per gli esercizi: prima imparo a farli seguendo l'esercitatore/professore e poi, una volta presa la mano, "riempio i buchi teorici" dagli appunti o dal manuale.
Vediamo se il relax totale il giorno prima dell'esame porta i suoi frutti oppure no.. Blizz vs Diritto dell'U.E. @ 07:00 ZULU