Se devo consigliare da cosa partire per conoscerlo faccio veramente fatica, è un artista che ha attraversato diversi periodi e stili, tutti interessanti.
È partito dal noise e post-punk dei Birthday Party, dall’Australia con droga e furore:
[yt]l5I2vEcVC_I[/yt]
[yt]UhecfKyKxfU[/yt]
Poi nascono i Bad Seeds e lui intraprende la carriera solista, inizia anche il sodalizio con Blixa Bargeld, la cui carriera è inscindibile da quella di Cave.
La stranezza è che l’arrivo di Blixa, che già suonava negli Einsturzende Neubauten ed era un maestro dell’industrial e del noise, è coinciso con una svolta più cantautoriale. La carriera solista è inquadrabile come quella di un cantautore, con però molta più attenzione all’aspetto musicale e alla sperimentazione sonora.
Gli esordi sono ovviamente ancora in parte rumorosi e legati al suono dei Birthday Party:
[yt]Kep9YdtKMrc[/yt]
Il suono gradualmente diventa più maturo e meno urlato, con arrangiamenti più complessi e articolati e si sviluppa quella poetica gotica che è diventato il suo marchio di fabbrica. Storie di reietti, di sofferenza, di religione, di visioni mistiche, di amore, di morte. Nick Cave nell’arco di un paio di anni prende una consapevolezza molto forte, la sua voce è molto più in primo piano nei pezzi e il ruolo di “cantastorie” gli si confà.
[yt]Cur4M00sMZQ[/yt]
[yt]oSl4KX7zBTQ[/yt]
[yt]oyZPvJHcumI[/yt]
(questo è uno dei miei 2-3 pezzi preferiti, ha un crescendo di tensione che mi rovina)
Il periodo è estremamente prolifico, esce un disco ogni due anni e non ce n’è uno brutto.
The Firstborn is Dead, Kicking Against The Pricks (album di cover, via), Your Funeral… My Trial, Tender Prey, The Good Son, Henry’s Dream… difficilmente c’è un disco da buttare, Nick è lanciatissimo e la band lo segue e lo stimola, il sodalizio tra lui, Blixa e Mick Harvey è perfetto: sono tre musicisti molto diversi e si completano a vicenda.
[yt]TqhOVY58zIo[/yt]
Il suono prende una personalità ormai riconoscibile al primo colpo: è un post-punk un po’ gotico, un po’ traditional, un po’ blues, un po’ tante cose e soprattutto molto Nick Cave.
Lui si stabilisce universalmente come cantautore cupo, sofferto eccetera eccetera. Un po’ questo vestito gli piace, ma l’aspetto musicale non segue necessariamente questa direzione ed è il motivo per cui rimane sempre interessante. Non scade mai nel patetico, nel banale, si trovano ballate tradizionali e sfuriate di rumore, c’è di tutto.
Intanto abbandona i capelli cotonati e il look da cugino dei Sisters of Mercy e passa al completo con cui lo conosciamo oggi, diventando il più figo di tutti nonostante sia brutto in culo.
Si arriva a quello che per me è l’apice della sua carriera, dal punto di vista della maturità dei lavori, dell’accessibilità, eccetera. Let Love In e Murder Ballads sono due dischi relativamente “facili”, ma portano con sé un bagaglio di tematiche e sonorità che sono tutt’altro che semplici.
[yt]RrxePKps87k[/yt]
[yt]P51IVqf28Hs[/yt]
Let Love In è il primo disco in cui appare Warren Ellis (mi pare
), che diventerà molto importante col tempo. Non ha un pezzo debole, i testi sono memorabili, gli arrangiamenti sono stratificati, originali, fatti di sussurri, schitarrate, dinamiche estreme, una figata pazzesca.
E poi c’è Murder Ballads, che è il disco più “pop” e più studiato: la murder ballad è un genere tradizionale in cui la ballata racconta di un omicidio (ma và?
) e quindi Nick fa un disco con 10 pezzi: 9 omicidi e in chiusura “Death is not the end” di Bob Dylan 
Il disco è un successone, trascinato da pezzi fantastici coe Stagger Lee:
[yt]Nbe5RERDh4k[/yt]
E dai duetti con PJ Harvey e Kylie Minogue:
[yt]QzmMB8dTwGs[/yt]
[yt]lDpnjE1LUvE[/yt]
E se la terza strofa non ti fa venire lo smalto nero sulle unghie e il rimmel, significa che non hai un cuore:
[I]On the third day he took me to the river
He showed me the roses and we kissed
And the last thing I heard was a muttered word
As he knelt above me with a rock in his fist
On the last day I took her where the wild roses grow
And she lay on the bank, the wind light as a thief
And I kissed her goodbye, said, “All beauty must die”
And lent down and planted a rose between her teeth [/I]
Dopo Murder Ballads inizia un po’ la china, i dischi successivi sono dei mattonazzi con troppo pianoforte e orchestra, ma ne riparliamo dopo pranzo 