Mafia, perché i pentiti accusano Berlusconi

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/resa-conti/resa-conti.html?ref=search



Sui mandanti delle stragi del 1993 estranei a Cosa Nostra entrano Autore 1 e Autore 2 (qui nella foto).
Chi sono Autore 1 e 2? Secondo le indiscrezioni pubblicate già nei giorni scorsi dai quotidiani vicini al governo, sono Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, la cui posizione era stata già archiviata il 3 maggio del 2002.
C'è un nuovo testimone dell'accusa - Gaspare Spatuzza - che indica nel presidente del consiglio e nel suo braccio destro i suggeritori della campagna stragista di sedici anni fa.

Antefatto:

"La Cosa Nostra siciliana" si prepara a chiedere il conto a un Berlusconi che appare, a ragione, in tensione e sicuro che il peggio debba ancora venire.

Accade che, nella convinzione di "essere stata venduta" dopo "le trattative" degli anni Novanta, la famiglia di Brancaccio ha deciso di aggredire - in pubblico e servendosi di un processo - chi "non ha mantenuto gli impegni". Ci sono anche i messaggi di morte. Al presidente del Senato, Renato Schifani, siciliano di Palermo. O, come raccontano le "voci di dentro" di Cosa Nostra, avvertimenti che sarebbero piovuti su Marcello Dell'Utri. Un'intimidazione che ha - pare - molto impaurito il senatore e patron di Publitalia. Sono sintomi che devono essere considerati oggi un corollario della resa dei conti tra Cosa Nostra e il capo del governo.


Il processo:
La campana suona per Silvio Berlusconi perché, nelle tortuosità che sempre accompagnano le cose di mafia, è evidente che il 4 dicembre - quando Gaspare Spatuzza, mafioso di Brancaccio, testimonierà nel processo di appello contro Marcello Dell'Utri - avrà inizio la resa dei conti della famiglia dei fratelli Graviano contro il capo del governo che, in agosto, ha detto di voler "passare alla storia come il presidente del Consiglio che ha sconfitto la mafia".
È un fatto sorprendente che i mafiosi abbiano deciso di parlare con i pubblici ministeri di quattro procure (Firenze, Caltanissetta, Palermo, Milano). Vogliono contribuire "alla verità". Lo dice, con le opportune prudenze, anche Giuseppe Graviano, "muto" da quindici anni.
Quattro uomini della famiglia offrono una collaborazione piena. Sono Gaspare Spatuzza, Pietro Romeo, Giuseppe Ciaramitaro, Salvatore Grigoli.

La prima accusa
Gaspare Spatuzza, 18 giugno 2009, ricostruisce la vigilia dell'attentato all'Olimpico: "Giuseppe Graviano mi ha detto "che tutto si è chiuso bene, abbiamo ottenuto quello che cercavamo; le persone che hanno portato avanti la cosa non sono come quei quattro crasti dei socialisti che prima ci hanno chiesto i voti e poi ci hanno venduti. Si tratta di persone affidabili". A quel punto mi fa il nome di Berlusconi e mi conferma, a mia domanda, che si tratta di quello di Canale 5; poi mi dice che c'è anche un paesano nostro e mi fa il nome di Dell'Utri (...) Giuseppe Graviano mi dice [ancora] che comunque bisogna fare l'attentato all'Olimpico perché serve a dare il "colpo di grazia" e afferma: ormai "abbiamo il Paese nelle mani"".
[Fu chiesto a Spatuzza] se il politico dietro le stragi fosse Andreotti o Berlusconi. Spatuzza rispose: Berlusconi. La motivazione stragista di Cosa Nostra era quella di far togliere il 41 bis. Non ho mai saputo quali motivazioni ci fossero nella parte politica. Noi eravamo [soltanto degli] esecutori"....
I ricordi di Giuseppe Ciaramitaro li si può scovare in un verbale d'interrogatorio del 23 luglio 1996: "Mi [fu] detto che bisognava portare questo attacco allo Stato e che c'era un politico che indicava gli obiettivi, quando questo politico avrebbe vinto le elezioni, si sarebbe quindi interessato a far abolire il 41 bis (...). Quando Berlusconi [è] stato presidente del Consiglio per la prima volta, nell'organizzazione erano tutti contenti, perché si stava muovendo nel senso desiderato e [si disse] che la proroga del 41 bis era stata solo per 'fintà in modo da eliminarlo del tutto alla scadenza"....
Spatuzza racconta che, alla fine del 2004, Filippo Graviano, 48 anni, sbottò: "Bisogna far sapere a mio fratello Giuseppe che se non arriva niente da dove deve arrivare, è bene che anche noi cominciamo a parlare con i magistrati"....
Filippo non ha timore di pronunciare per un boss parole tradizionalmente vietate, "legalità", "cercare magistrati". Si spinge anche a pronunciarne una, indicibile: "dissociazione". Dice, il 28 luglio 2009: "Da parte mia è una dissociazione verso le scelte del passato (...). Oggi sono una persona diversa. Faccio un esempio. Nel mio passato, al primo posto, c'era il denaro. Oggi c'è la cultura, la conoscenza. (...) Io non rifarei le scelte che ho fatto".

Conclusione
Ora bisogna mettere in ordine quel che si intuisce nelle mosse di Cosa Nostra. I "pentiti" non sono maledetti da chi, in teoria, stanno tradendo. Al contrario, ricevono attestati di solidarietà, segnali di rispetto, addirittura cenni di condivisione per una scelta che alcuni non hanno ancora la forza di decidere. E' più che un'impressione: è come se chi offre piena collaborazione alla magistratura (Spatuzza, Romeo, Grigoli) abbia l'approvazione di chi governa la famiglia (Giuseppe e Filippo Graviano) e ancora oggi può essere considerato al vertice di un'organizzazione che, in carcere, custodisce l'intera memoria della sua storia, delle sue connessioni, degli intrecci indicibili e finora non detti, degli interessi segreti e protetti. In una formula, il peso di un ricatto che viene offerto con le parole e i ricordi delle "seconde file" in attesa che le "prime" possano valutare quel che accade, chi e come si muove.
Ecco perché ha paura Berlusconi. Quegli uomini della mafia non conoscono soltanto "la verità" delle stragi (che sarà molto arduo rappresentare in un racconto processuale ben motivato), ma soprattutto le origini oscure della sua avventura imprenditoriale, già emerse e documentate dal processo di primo grado contro Marcello Dell'Utri (condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa). Di denaro, di piccioli minacciano allora di parlare i Graviano e gli uomini della famiglia di Brancaccio. Dice Spatuzza: "I Graviano sono ricchissimi e il loro patrimonio non è stato intaccato di un centesimo. Hanno investito al Nord e in Sardegna e solo così mi spiego perché durante la latitanza sono stati a Milano e non a Brancaccio. È anomalo, anomalissimo". Se a Milano - dice il testimone - Filippo e Giuseppe si sentivano più protetti che nella loro borgata di Palermo vuol dire che chi li proteggeva a Milano era più potente e affidabile della famiglia.



Parleranno?






p.s. ho deciso di aprire un nuovo thread perchè mi sembrava riduttivo discuterne su quello delle "Guasconate B..."
cioè sarebbe una cospirazione mafiosa per disfarsi di un presidente antimafioso ?

dimmi che non intendi questo per pietà
c'e' dell'utri ora su rai 3 al programma della tipa la'
"Non ha mai avuto contatti con la mafia"


bhè da quel che ha riportato non sembrerebbe, più che altro si evincerebbe che il berlusca si sia accordato con la mafia per salire al potere ma poi non abbia rispettato le promesse fatte a loro, in particolare l'abolizione del 41bis.


Sta mettendo le mani avanti, dicendo che anche se Berlusconi viene condannato non deve dimettersi; perchè fino al termine del processo c'è la presunzione di innocenza.

Si stanno preparando al peggio?
quest'uomo (dell'utri) è imbarazzante


Nemmeno Andreotti, quindi?
Più che altro, se dell'utri deve tornarsene al carcere ... non vorrà andarci certo da solo ( e silvio probabilmente questo lo sa )
imho sto processo qui sara la sua fine, ed è la ragione per cui sta facendo correre le camere a spron battuto sul processo breve
sarebbe anche ora che si arrivasse alla resa dei conti eh


ha un senso quello che tu stai dicendo? imo no, visto che i benefici del processo breve sarebbero quelli di far cadere in prescrizione tutte le altre accuse.


ah e tanto per dirla tutta, il processo breve non gioverebbe solo a lui ma a tutti gli italiani visto che oggi come oggi per un processo che nel resto del mondo inizia e finisce in 2-3 anni, qui si va avanti (pagando gli avvocati) 9-10 anni.

Berlusconi (nessuno nega che sia solo per interesse personale... purtroppo) vorrebbe che durasse 2 anni massimo per ogni grado di giudizio
Nessuno avrebbe nulla in contrario se la legge non fosse retroattiva ...Ed è proprio questo che viene contestato a berlusconi, non il processo breve in se.

e io aggiungo anche una mia personale opinione. Sarebbe buono per tutti che modificassero la legge che ha fatto proprio lui (ciriello e pecorelli mi pare) nel suo precedente governo che prevede una possibile diminuzione della pena quando si ricorre in appello e mai un aumento della stessa. Questo di sicuro allunga i processi visto che nessuno ci smena nulla, anzi c potrebbe solo guadagnare con uno sconto, quindi tutti hanno l interesse a ricorrere in appello.

Negli altri stati, invece, ogni grado puo stravolgere la precedente sentenza. Quindi un appello puo dimezzare piuttosto che duplicare una pena.
Fra te e -VEGETH- non saprei chi tifare


mi spiace sono problemi tuoi. sta di fatto che io non tifo per berlusconi ma aborro le affermazioni senza ne' capo ne' coda.
come ad esempio i processi fatti sui forum in base a una dichiarazione di un pentito. scusatemi maio non credo molto alle affermazioni di chi non si fa scrupoli a uccidere la gente. dovrebbe avere piu credibilità solo perchè sta dando contro a berlusconi?
alle cose che hai scritto ci credi solo tu tharghan e pochi eletti qua

Ma ti rendi conto della minchiata che stai dicendo?
In Italia i processi durano a lungo per diversi motivi, tra cui spicca principalmente la precisa volontà degli imputati di tirarla per le lunghe.


Ma falla finita. Sai quante proposte pratiche sono state fatte per accorciare i tempi della giustizia? Sai perché non se le è mai cagate nessuno? Perché una giustizia più rapida ed efficiente fa paura prima di tutto alla classe politica ed imprenditoriale.
Questa legge farebbe vomitare il cenone di natale anche se l'avesse firmata Gesù Bambino perché non fa qualcosa per accorciare i processi ma per ucciderli in pieno svolgimento.
Solo un cretino o un disonesto non capirebbero la differenza.


Come se non ci avesse mai pensato nessuno.
Bruno Tinti ci ha scritto un intero libro (Toghe Rotte) su come sarebbe facile migliorare la giustizia italiana se lo si volesse davvero.


ma falla finita.
torna a correre dietro ai fantasmi del 700 invece di ragionare di cose che non capisci.

il dramma di internet e che ha convinto gente come te di avere un opinione personale mentre siete solo dei ripetitori di cio che vedete su studio aperto.


Se devi contestare quello che ho detto, documenta, altrimenti è solo aria fritta.




lo stesso vale per te
non sai nemmeno di cosa stai parlando.

Processo breve: max 2 anni per ogni grado di giudizio
(e la sinistra non contesta a berlusconi l ' idea del processo breve ma l ' i dea che sia retroattivo. ovvero che valga anche per i processi prima della legge. questo gioverebbe MOLTO a lui visto che farebbe cadere in prescrizione tutti i vecchi processi a suo carico)

quindi cosa cavolo centra il processo breve con questa accusa?
Documentati prima di parlare

E..no, non so le notizie tramite studio aperto ma grazie a un buonissimo commentatore radiofonico (che è di sinistra ma è uno dei pochi giornalisti obiettivi che sono rimasti)

il problema del "processo breve" è che non pone una soluzione per avere una certezza di giudizio entro i 6 anni dall'inizio, ma è un "tana libera tutti " non appena si supera una determinata data.con il risultato di far buttare via tempo al sistema giudiziario ogniqualvolta intervenga, vanificando anni di sentenze.

se invece fosse "io ti do 6 anni ed entro quella data c'è l'obbligo di un'udienza definitiva e inappellabile" sarebbe tutta un'altra storia, ci sarebbe la gara a produrre prove pertinenti, snellirebbe le masse di dibattimenti infiniti e allontanerebbe gli avvocati che giocano sulla prescrizione e sull'affossamento delle cause.



ma per favore, guarda non perdo nemmeno tempo ad argomentare con te, sei inutile, non vali nemmeno il tempo di una ricerca su google sei ossigeno sprecato.