+++l'ecstasy non uccide??+++

Mitsubishi SEI UN ENORME TESTA DI CAZZO!!! Ma ti rendi conto, dici che io sarei un decerebrato perchè finisco un post con w la birra w la gnocca mentre te sembri giustificare l'ecstasy? E che sei? da manicomio cazzo!!! E a parte che la mia era un'esclamazione scherzosa, e tu sei un COGLIONE che c'hai da ridere, in ogni caso il messaggio , non troppo difficile da capire era questo ;" raga pensate alla figa, e se proprio dovete bevetevi qualcosa piuttosto che butterarvi il cervello!!"
A parte questo dici che l'ecstasy non da dipendenza, col tempo si diminuisce l'uso. UN CAZZO: proprio perchè il fisico non è ancora pronto a recepire gli stimoli una pasta non basta e spesso ci si aggiunge un altro quartino e via così. Semplice. E i danni che fa ,non solo al cervello, ma alla persona tutta, sono DEVASTANTI. Credimi , io ne conosco di gente che si è ridotta male, non parlo per stronzate che leggo su siti del cazzo. Sta gente non capisce piu un cazzo, è alienata, fa schifo, e ti parlo così di miei amici. Io personalmente non ho nulla contro la maria, ma anche là non è detto che non dia dipendenza. La nicotina, come l'eroina, dà dipendenza fisica, la ganja psichica: persone deboli che si passano il sabato sera a cercare da fumare, come hai detto tu stesso o qualcun'altro, tu non le defineresti dipendenti? bhe, io si.
p.s.= per il tipo che dice che la birra fa schifo e l'alcool in genere, se te ti sei sentito male mi dispiace, io bevo a litri certe volte e sto da dio, dipende da come accetta il fisico
Aspetto risposte
Mitsubì... anche se non mi esprimo con questa veemenza, son d'accordo con lui.

spero che un giorno tu capisca.

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-·= Maggiore Arësius ·■· del clan FULL METAL QUAKERs =·-
"..I was told there's a new frag that is done for each time that I died.."
Concordo pienamente, mi piace molto pure il modo di esprimersi di codesto individuo!

COMPLIMENTI!
non so che bisogno c'era di farti un nick nuovo per sputtanarmi. cmq di a sta gente "che conosci" di smettere di calarsi per 2 mesi poi dimmi come stanno.
cmq il mio commento sul tuo "viva la figa e la gnocca" non era di carattere offensivo, non vedo il perche di una risposta cosi aggressiva. a questo punto posso solo concludere che sei solo un coglione col pene piccolo che si piscia addosso la notte.
o vecchio chi vuoi prendere per il cuolo... Tu dici:"no comment... evidentemente a certe persone non è necessario bruciare le cellule cerebrali" allora, io lo prendo come se mi dicessi:" a bbello , te sei completamente rincoglionito!!"" ora , sono io che non colgo le tue arguzie dialettiche :-) , o forse hai la coda di paglia e non ammetti ciò che hai detto di offensivo? Io penso la seconda.
Poi la conclusione...che tristezza...probabilmente le TUE cellule celebrali sono andate a far salotto coi coglioni... il pene piccolo...ma dico, a parte che potevi dire cazzo piccolo che è di maggior effetto, ste cose ce le dicevamo alle elementari!!! Vabbè, ti lascio alle tue merde chimiche, convinciti pure che non fanno male...son cazzi tuoi, ma non venirmi a rompere su cose in cui non c'entri. Ciao bubba.
X yuri
a mio avviso Veronesi è uno dei migliori ministri della sanità che l'italia abbia avuto, se tu avessi letto l'articolo avresti capito che il ministro faqceva notare con i fatti che (il numero dei morti) per ecstasy è tutto sommato trascurabile se paragonato al quello che fanno il fumo l'alcool, la prossima volta leggi prima di parlare


HAHAHAHAHAHA.....cosa sei?E parli di stare bene o male?....ma sparati un colpo nei coglioni va'.
"mazzfucker" ero sarcasti..non mi piace insultare la gente senza motivo...
e @ mia frase "c'e' gente che non c'ha bisogno di bruciarsi di bruciarsi cellule.."
parlavo della risposta di [SWAT]Gotcha.
non t'incazzare che non c'e' motivo.

e per rispondere al "punkabbestia" secondo lui gia' andare in discoteca e' rovinarsi e la gente piglia ecstasy per fa figo (la sua apertura mentale e' incredibilmente grande)
Sono sempre tirato in ballo xkè sono estremista....
Cmq io fumo (tabakko) e bevo (minkia se bevo) ma
1)se al sabato finisko le sizze non è un problema...
2)se non ho tanti soldi bevo poko...
Ma mi diverto lo stesso, è la kompagnia ke fa la differenza...
Poi la kompagnia la puoi vivere kome wuoi:
1)farti un kannone lungo da kui ad amsterdam... fai pure
2)fare ciukka di massa... fai pure

tutti i miei migliori amici si sono fatti o si fanno le kanne ma io non partecipo...
L'unika kosa ke mi fa davvero arrabbiare è la vostra konvinzione ke le droghe non fanno male...
2° te xkè kuando vedi uno x strada kon 2 okkiaie ke sembra uno skeletro, tutto sporko e puzzolente provi un asenso di pena (o magari disèprezzo ke ne so)?
Xkè tui dispiace vedere una xsona rovinata...
Xkè ti fa skifo una socirtà in kui si xmette kuesto...

E se le vere paste non fanno male ma fanno male solo kuelle mal tagliate ke ti devo dire?
Anke il komunismo sarebbe una bella kosa (dikono i komunisti) ma nessuno l'ha mai applikato bene e kuindi son sempre esperimenti riusciti male...
Io molto + semplicemente reputo ke la kosa iniziale, dopo un po' di tenatativi sia male nella sua essenza...
Sono konvinto ke le droghe siano male già solo xkè si kiamano droghe...
E non mi piace cerkare di konvincere le xsone ke le droghe non fanno male...
Tanto x strada mika trovi le paste 100% MDMA, tutti i maglioni hanno la loro xcentuale di akriliko e tutte le paste hanno la loro xcentuale di MISTERO...

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Michi hai pienamente ragione.
[sono un punkabestia]
Per me michi ha ragione, gia andare in discoteca per me vuol dire rovinarsi però vabbe la vita è vostra gestitevela come volete.
Se pero gia stai male poi, giusto per fare il figo, prendi l'Ecstasy sei un pirla.
Se poi stai male sono cazzi tua voglio dire nessuno ti obbliga a prender l'ecstasy lo hai voluto fare tu per farti vedere.

Mha...se poi ti diverti a rovinarti la vita peggio per te però e inutile che ti lamenti.

Ciao a tutti!
Ma che ne sai di come stai?
Hai idea ubriacandoti di quanti neuroni ti si fottano?

Almeno cerca di non porgere il tuo comportamento a modello SANO per la vita di ognuno, se tu vuoi fare finta di star bene ignorando volutamente le ecatombi che provochi alle cellule del tuo cervello fai pure, ma non cercare di convincere la gente a crederci.

Dimenticavo...la maggior causa della morte di cellule neurali sono il consuno di droghe (alcol incluso) e le anestesie totali...inutile dire che i neuroni, per chi non lo sapesse, NON si riformano, perciò quelli che bruciate perdete.

Nè è possibile rendersi conto del cambiamento, prima che sia troppo tardi.

Almeno meditateci su ste cose.

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LeX...Dura LeX...Sed LeX!!!
Correzione pignola: ricrescono...ma MOOOLTO lentamente...

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l'ecstasy SE fotte neuroni (e non e' stato ancora accertato) fotte soltanto quelli serotoninergenici, invece l'alcool li fotte indiscriminatamente..un po' tutti.
questi sono fatti.


[This message has been edited by Mitsubishi (edited 03-12-2000).]
Ma hai una chiara idea di che significhi "serotoninergico"?
E a cosa sia preposto tale siostema nella conduzione della vita dell'uomo?
E quali possano essere i danni sugli assoni nel medio e lungo termine?
O citi tanto per citare?
Facciamo così va...posto che chiaramente, come citato da tutte le fonti, esiste reazione fisica e reazione fisica...

Estratto da http://www.sims.it/ecstasy1.htm

Neurotossicita' dell’MDMA

Studi immunocitochimici nel ratto hanno confermato che 1’MDMA provoca degenerazione neuronale (17). Dopo 3è-48 ore dalla sua somministrazione sono visibili segni inequivocabili di degenerazione degli assoni che mostrano un aumento del calibro, con varicosita enormi e dilatate, frammentazione e monconi di assone dilatati. La perdita degli assoni serotoninergici, in analogia con la perdita di serotonina, risulta più marcata nella neocorteccia, nello striato e nel talamo. La perdita dei terminali serotoninergici e selettiva (17): infatti, mentre i sottili terminali serotoninergici che derivano dal nucIeo dorsale del rafe e che innervano la corteccia sono definitivamente persi dopo somministrazione della droga, gli assoni dotati di più ampie varicosita che provengono dal nucleo mediano del rafe sono risparmiati e non mostrano cambiamenti citopatologici. Gli effetti neurotossici, a differenza di quelli della fase acuta, sono caratteristici dello stereoisomero (+) MDMA. Mentre infatti, entrambi gli stereoisomeri (+) e (-) sono in grado di ridurre la concentrazione corticale di serotonina al 20% dei controlli dopo 3 ore dalla somministrazione, solo lo stereoisomero (+) produce una settimana dopo la somministrazione della droga . Questa diversità di risposta costituirebbe un’ ulteriore conferma dell’ipotesi secondo cui la fase acuta e la fase neurotossica sarebbero fenomeni indipendenti e la deplezione acuta di serotonina non sarebbe indispensabile alla risposta neurotossica (5). Sono stati eseguiti numerosi studi per valutare se si verifica una rigenerazione dei terminali serotoninergici a seguito della lesione. Nel ratto i neuroni serotoninergici possono rigenerare in quanto la MDMA distrugge gli assoni, ma risparmia i corpi cellulari. Studi immunocitochimici hanno evidenziato una graduale re-innervazione della corteccia e di altre strutture da parte degli assoni serotoninergici (18). La lesione del sistema serotoninergico indotta dalla somministrazione di dosi ripetute di 10-20 mg/kg regredisce dopo è mesi-un anno nel ratto (è), mentre gli effetti prodotti da alte dosi di MDMA nel primate non umano sono irreversibili (19).

Effetti dell’MDMA nell’uomo

Non è ancora completamente accertato se 1’MDMA produca effetti neurotossici nell’uomo; esistono poche informazioni certe sull’uso di queste sostanze ed uno dei problemi connessi con 1’uso di MDMA sta nella difficoltà di dimostrare, cosi come e stato fatto per gli animali, gli eventuali effetti a lungo termine della droga sul sistema serotoninergico umano. Sono stati effettuati studi per verificare la potenziale neurotossicita dell’MDMA nell’uomo misurando i livelli di acido 5-idrossiindolacetico, un metabolita della serotonina, nel liquido cerebrospinale in un gruppo di consumatori di MDMA che avevano acconsentito a sottoporsi ad un prelievo lombare due o più settimane dopo 1’ultima assunzione di droga (20). I 33 soggetti presi in esame erano consumatori di MDMA in media da tre anni e mezzo, mentre la dose I dati ottenuti riguardo alla concentrazione di acido 5-idrossiindolacetico (metabolita della 5-HT), di acido omovanillico (metabolita della dopamina) e 3- metossi-4-idrossifenilglicol (metabolita della noradrenalina) nel liquido cerebrospinale prelevati nel gruppo in esame, sono stati paragonati a quelli ottenuti nel gruppo di controllo. Si osserva che, mentre le concentrazioni di acido omovanillico e 3-metossi-4-idrossifenilglicol non subiscono variazioni tra i due gruppi, il gruppo di consumatori di MDMA mostra una diminuzione del 26% nei livelli di acido 5-idrossiindolacetico. Anche se la causa di cioè non può essere identificata con certezza, risultati di studi su animali, roditori e primati, suggeriscono che possa essere coinvolto un danno agli assoni serotoninergici centrali. I risultati di questo studio, tuttavia, contrastano con quelli di uno studio precedente svolto da Peroutka (21) in cui i livelli di acido 5-idrossiindolacetico nel liquido cerebrospinale non risultavano alterati in cinque soggetti consumatori di MDMA. Certamente 1’uso dell’MDMA come droga ricreazionale pone crescenti problemi di salute pubblica. Esistono poche informazioni riguardo al numero di persone che hanno fatto uso della droga e ancora meno di quelle che continuano a farne. In un’ indagine informale in un campus universitario negli Stati Uniti risalente al 1987 (22) risultava che quasi il 40 % degli studenti aveva sperimentato ecstasy almeno una volta. In altre indagini la percentuale variava dal è al 25%. Nel 1985, Siegel (23) riportè che ogni mese, negli Stati Uniti, venivano vendute 30.000 dosi di MDMA. Più recentemente la stima è salita a 100.000 dosi ogni mese (24). Più noti sono gli effetti acuti che 1’MDMA provoca nell’uomo: e infatti ormai noto e descritto in letteratura che 1’assunzione di MDMA provoca aumento dell’attività fisica, aumento del tono dell’umore, effetto anoressizzante, associati ad un alterato senso della percezione, che si manifesta con sensazione di benessere e di amplificazione delle emozioni e dell’empatia. A questi effetti si alterazione della funzione vascolare, difficoltà respiratoria, rabdomiolisi e coagulazione intravascolare, con esiti a volte letali (25). Inoltre le condizioni ambientali in cui queste sostanze vengono assunte rendono particolarmente attiva questa droga e aumentano i suoi effetti tossici; questo fenomeno, comune a tutti gli anfetaminici, è noto con il nome di ”aggregation toxicity” o tossicità da raggruppamento. Studi su animali da laboratorio hanno infatti dimostrato che gli effetti tossici e comportamentali di queste sostanze sono estremamente potenziati se gli animali sono raggruppati insieme e tale effetto e stato confermato anche sull’uomo (4). E’ stato infatti osservato che nel determinismo delle patologie correlate all’assunzione di queste sostanze, quali per esempio 1’ipertemia maligna, acquisiscono importanza rilevante le condizioni in cui queste sostanze vengono assunte. Infatti, 1’aumento dell’attività’ fisica come ad esempio il ballo, la permanenza in ambienti surriscaldati come le discoteche, possono agire concausalmente con gli effetti farmacotossicodinamici (disidratazione da sudorazione profusa e diminuito apporto di liquidi per diminuzione del senso della sete) nel determinare la sregolazione del centro termoregolatore ipotalamico. Inoltre queste sostanze possono slatentizzare patologie preesistenti silenti, quali le miocardiopatie, le coronaropatie, le aritmie funzionali e 1’asma, patologie tutte correlabili ad un deficit basale di ossigenazione del muscolo cardiaco; gli anfetaminici agirebbero infatti attivando un effetto cardiotossico aritmogeno. Le conseguenze di questi effetti sono di estrema gravità e possono determinare la morte dell’individuo (25).

Conclusioni

L’assunzione di MDMA a scopo ricreativo pone fondamentalmente due tipi di problematiche, una relativa agli effetti osservati in acuto e 1’altra, estremamente complessa, riguardante gli effetti a lungo termine di un possibile danno neuronale. Il problema di tossicità acuta da MDMA è stato ed è ampiamente discusso ed evidenziato dalla stampa popolare, soprattutto in relazione ai numerosi decessi di individui in giovane età (morti del sabato sera). Va tuttavia ulteriormente sottolineato che 1’assunzione di questa droga, anche una sola volta la settimana, impedisce ai consumatori di riprendere il ritmo quotidiano delle proprie abitudini, sia scolastiche che di lavoro. Infatti in questi soggetti è rilevabile un’alterazione delle capacita decisionali, un diminuito desiderio di svolgere attività fisiche, difficoltà nell’eseguire operazioni matematiche, cui spesso si associano crisi di panico, insonnia, disorientamento e confusione (1). Meno noti ed analizzati dai massmedia risultano invece gli effetti a lungo termine di questa sostanza sui neuroni cerebrali. Infatti, sebbene non siano attualmente disponibili nella letteratura scientifica prove certe di un danno neuronale permanente nell’uomo, gli studi condotti sugli animali testimoniano inequivocabilmente che l’MDMA produce una distruzione a lungo termine degli assoni e dei terminali serotoninergici nel cervello. Questi effetti come e stato descritto, sarebbero lentamente reversibili nel ratto che pero' possiede, rispetto all’uomo, un sistema metabolico di gran lunga più efficace; le lesioni ottenute nei primati non umani, specie che più si avvicina all’uomo, non sarebbero invece in alcun modo reversibili.
Gli effetti neurodegenerativi a lungo termine ottenuti nei roditori e nei primati, a dosi che differiscono poco da quelle usate a scopo ricreativo nell’uomo, farebbero propendere quindi per l’ipotesi che la neurotossicita’ da MDMA nell’uomo possa essere un processo lento ed insidioso che potrebbe determinare l’insorgenza dopo alcuni anni di disturbi psichiatrici anche gravi come la demenza (26).


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LeX...Dura LeX...Sed LeX!!!
Meno male ke c'è ankora un po di saggezza nella gente... STRA-UP...

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Mi scordavo:

http://www.exodus.it/sostanze/ecstasy/neurodegenerazione.htm

http://www.ecn.org/stupefacente/ecstasy1.htm

State bene attenti perchè quando si parla di neuroni si parla di ripercussioni pesanti sull'uomo, sotto forma di alterazioni percettivo-cognitive.

Sostanze come la serotonina regolano in maniera estremamente complessa (e spesso ancora non del tutto compresa)diverse funzioni vitali...

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LeX...Dura LeX...Sed LeX!!!
non x offendere, ma se c'e' qualcuno che cita per citare sei tu, dato che quello che hai postato conferma esattamente cio' che ho affermato prima.
e comunque si, so cosa regola il sistema serotoninergenico a livello neurologico.
e anche stato dimostrato in altri che studi che, anche se si osservava un cambio a livello assoni serotoninergenici, cio' non comportava cambiamenti comportamentali ne' cognitivi a lungo andare. questo solo in studi che hanno osservato utenti di MDMA soltanto (altre droghe escluse).
sinceramente il voler dimostrare ke le droghe non fanno male mi sembra una kosa strana dove a strana potete sostituire kualsiasi parolaccia xkè la reputo una kosa inkoncepibile...
Cmq a sto punto voglio dire se le droghe sono illegali e il warez è illegale tutti kuelli ke facilitano il reperimento di warez e tutti kuelli ke cerkano di konvincere la gente ke la droga non fa male (ed implicitamente a usarla, xkè se non fa male ke male c'è?) dovrebbero essere x la komunità konsiderati alla stessa stragua e kuindi bannati...
Torno a dire, dire ke l'ecstasy non fa male mi sembra un'idiozia, lo sapete ke kui c'è gente di 12 o 14 anni ke legge? E ke kakkio impara? Ke se masterizzi un cd sei un delinkuente ma se ti fai di droga sei uno ke si sa autokontrollare ecc ecc...
Comincio a stufarmi...

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Cito per citare in che senso?
Quando dico che l'ecstasy danneggia i neuroni salti fuori ti dicendo:



Quasi a sottindere un effetto non gravissimo "soltanto quelli serotoninergici".

A questo punto allora se non bastano le mie parole facciamo parlare i medici...

Non mi sembra corretto dire che l'ecstasy va a colpire "solo i neuori del sistema serotoninergico" finendola lì, come se fosse una cosa da niente.

A quiesto punto, invece di fare informazione a metà la si faccia per bene, la si vuole prendere? Peggio per voi, però è giusto che chi non sa venga informato correttamente.

Anche su quelle che sono le differenze tra sostanze neurotossiche e psicoattive...riporto qua una fonte che meno di parte non si può, era in un link precedente...


Estratto da ecn.org

Il 17 giugno 1998 «Libération» titolava: Il verdetto degli esperti sulle droghe: Ecstasy: Condannato – Cannabis: Assolta, e riassumeva due rapporti appena resi noti, peraltro molto diversi tra loro, come segue: «Dodici ricercatori dell’Inserm rilevano che l’ecstasy, preso in qualunque dose, può comportare gravi conseguenze fisiche o psichiatriche. Per contro la cannabis, secondo le conclusioni del professor Roques nel suo rapporto al ministro Bernard Kouchner, è meno pericolosa del tabacco».

Un anno dopo la pubblicazione del “Rapporto Inserm” (Ecstasy: des données biologiques aux context d’usage, 1997) e di quello della commissione Roques (La dangerosité des drogues, Éditions Odile Jacob, Paris, 1997) a che punto siamo e qual è l’idea che il non specialista può farsi dei termini del dibattito?

La questione della tossicità delle droghe di sintesi – definizione che sotto il nome generico di Ecstasy raccoglie una larga gamma di sostanze, prima fra tutte il (o la) mdma (metil-dioximetanfetamina) – continua infatti a suscitare polemiche e controversie. Di primo acchito si potrebbe immaginare che questa polemica sia solo un remake dell’eterno scontro tra i guerrieri della droga sempre pronti a demonizzare le sostanze e gli antiproibizionisti che, se non arrivano a farne l’apologia, continuano a proclamare che «le droghe non sono vietate in quanto pericolose, ma sono pericolose in quanto vietate». In tanti anni sono state enunciate tante di quelle stupidaggini sulla droga da parte della scienza, che l’idea secondo la quale «l’ecstasy distrugge i neuroni» suona all’orecchio come «la solita musica». Ma le cose forse sono meno semplici...
Mettiamo da parte, per il momento, la questione di che cosa circoli sotto il nome di ecstasy. Insistiamo anzitutto sul fatto che bisogna distinguere chiaramente fra due diversi tipi di tossicità: da una parte la tossicità acuta che può apparire nelle ore o nei giorni immediatamente successivi all’assunzione della sostanza. Essa si manifesta in forma di ipertermia maligna, e/o una massiccia distruzione muscolare (rabdomilosi), e/o una «sindrome serotoninergica», e/o un’epatite fulminante. Tale tossicità acuta presenta cinque caratteristiche principali: 1) è estremamente rara; 2) è estremamente grave, potenzialmente mortale; 3) non dipende dalla quantità di sostanza (può comparire anche con piccole dosi); 4) può insorgere anche in seguito a una sola assunzione o dopo una serie di assunzioni ben tollerate; 5) infine, non esiste oggi alcun modo di definire i soggetti a rischio.
Aggiungiamo che questa tossicità acuta sembrerebbe favorita dal consumo di alcol, cocaina, lsd, o anche «smart drink» ricchi di aminoacidi, e dalla situazione in cui il consumo ha luogo: esercizio fisico intenso, elevata temperatura ambientale, disidratazione. Di qui le misure di prevenzione: accesso all’acqua potabile, aerazione dei locali, «chill out» ecc.

La questione si pone diversamente quando si tratta di valutare la neurotossicità dell’«ecstasy». Essa è stata dimostrata in maniera probante, per alcune specie animali, dall’équipe di Ricaurte e da quella di McKenna e Peroutka, che hanno somministrato mdma a delle cavie (vedi “Rapporto Inserm”, pp. 30-36). Tale neurotossicità si manifesta nella distruzione più o meno reversibile delle terminazioni assonali dei neuroni serotoninergici, cioè dei neuroni che producono il neurotrasmettitore chiamato serotonina. Reversibile nel topo, la distruzione sembrerebbe irreversibile nella scimmia. Il problema, evidentemente, rimane quello di sapere se con gli esseri umani sia lo stesso. Anche gli scettici circa l’estensione all’uomo di risultati di ricerche condotte su animali – è il caso di Charles Grob, che nel 1994 ha condotto il primo studio approvato dall’fda americana sugli effetti dell’mdma sugli uomini («International Journal of Drug Policy», Vol. 8, n. 2, aprile 1998, pp. 119-124) – non contestano questi risultati. Si limitano a rilevare che la neurotossicità dimostrata sugli animali non è stata riscontrata sugli uomini.

In ogni caso, ammesso che tale neurotossicità si dia effettivamente nell’uomo, essa si differenzia sotto ogni riguardo dalla tossicità acuta: infatti dipende dalla quantità di sostanza (è tanto più grave quanto più le dosi accumulate sono elevate), è una tossicità a lungo termine che interesserebbe un numero molto alto di persone e che si manifesterebbe in turbe cognitive (concentrazione e memoria) e dell’umore (depressione). Il “Rapporto Roques” riassume così la situazione: «[...] nulla permette attualmente di rifiutare (né di accreditare) l’ipotesi che somministrazioni ripetute di mdma inducano alterazioni irreversibili il cui carattere patologico si rivelerebbe solo dopo diversi anni» (p. 91). E ancora: «Uno dei rischi potrebbe essere che una lesione rimanga celata sul piano funzionale finché la restante popolazione neuronale riesce a compensare questa perdita, mentre i sintomi patologici comparirebbero solo più tardi, quando la degenerazione legata all’età della popolazione di neuroni serotoninenergici interessa una quantità sufficiente ad annullare questa compensazione [...]» (pp. 152-153).

È fondamentale distinguere chiaramente la tossicità acuta da una possibile neurotossicità. Ed è tanto più disdicevole che nelle «quattro pagine» destinate a riassumere il “Rapporto Inserm” si affermi: «Date le proprietà farmacologiche della molecola mdma, l’ecstasy è un prodotto tossico indipendentemente dall’abuso» (paragrafo “Informare sulla tossicità dell’ecstasy”). Delle due l’una: o questa proposizione si riferisce alla tossicità acuta, e sembrerebbe questo il caso visto che il paragrafo cita le «complicazioni somatiche mortali», e allora bisognava ricordare quanto meno la rarità di tali complicazioni; oppure si riferisce all’eventuale neurotossicità, ma in questo caso è falso affermare che l’uso occasionale e l’abuso sono ugualmente rischiosi. In termini di prevenzione, tale proposizione è particolarmente disastrosa. Essa finisce infatti con l’accreditare l’idea secondo cui l’unico messaggio per la prevenzione debba essere: «Non consumatela» («Just say: No!») e vanifica ogni proposito di limitare i danni legati all’abuso.

Il meccanismo interno della neurotossicità rimane ancora poco conosciuto, ma prevale un’ipotesi generale: caratteristico di prodotti come l’mdma è il fatto di favorire la liberazione congiunta di due neurotrasmettitori essenziali: la serotonina e la dopamina. Semplificando, si può dire che tale proprietà fa di queste sostanze un prodotto intermedio tra gli allucinogeni puramente serotoninergici (lsd, mescalina, psylocibina) e le anfetamine puramente dopaminergiche, ragion per cui alcuni Autori hanno sostenuto l’idea che le feniletilaminasi meritano di essere considerate come una classe particolare, proponendo definirle «entactogene» o «empatogene».

Sottolineiamo che il successo di queste sostanze tra i consumatori è legato a un effetto misto: le proprietà allucinogene sono molto più «dolci» di quelle dei veri allucinogeni; mentre gli effetti «speed» restano «ragionevoli» e sono compensati da quelli leggermente allucinogeni. In breve: la sostanza è facilmente controllabile sul piano psichico, favorisce l’empatia, la comunicazione, la caduta delle inibizioni. Come al presidente di Act Up, a molti «giovani» l’ecstasy «piace».

Esaminiamo ora le ipotesi sulla neurotossicità. Semplificando, l’ipotesi più probabile è la seguente: la neurotossicità sarebbe legata alla ricattura di dopamina da parte dei neuroni serotoninergici. Di fatto, più il rapporto tra serotonina liberata e dopamina liberata è vicino a 1 (mdma, mdea, mda, per esempio), più la neurotossicità è rilevante; minore è la quantità di dopamina liberata rispetto alla serotonina liberata (mbdb, per esempio), più la neurotossicità è limitata (per maggiori dettagli si può consultare il “Rapporto Inserm”, pp. 25-30). Detto altrimenti: l’effetto combinato serotoninergico e dopaminergico sarebbe la ragione tanto del successo della sostanza tra i consumatori quanto della sua neurotossicità. Assai imbarazzante, anche perché, se la neurotossicità fosse accertata, l’ecstasy «si collocherebbe automaticamente al primo posto fra le droghe tossiche» (“Rapporto Roques”, p. 295).
Le metanfetamine non sono le uniche sostanze (potenzialmente) neurotossiche: a gradi diversi lo sono anche l’alcol, la cocaina e le anfetamine. A differenza, è bene notarlo, della cannabis, degli oppiacei e dell’lsd.
E arriviamo a una delle questioni che rendono confuso il dibattito. L’lsd, per esempio, parrebbe più «pericoloso» dell’mdma, essendo il suo potere psicoattivo molto maggiore. Ma, appunto, potere psicoattivo e neurotossicità non coincidono. Una sostanza può essere facilmente controllabile quanto ai suoi effetti psicoattivi ed essere neurotossica (forse è il caso dell’mdma) o, viceversa, essere potenzialmente molto destabilizzante sul piano psichico (come la Ketamina e l’lsd) senza essere neurotossica. Allo stesso modo le anfetamine, capaci di provocare gravi danni psichiatrici (psicosi anfetaminica), avrebbero, in ogni caso, un grado di tossicità minore di quello delle metanfetamine.

Ecco tutto, si direbbe. Ma nelle feste in cui questi prodotti sono consumati, sotto il nome di «ecstasy» circola di tutto e i consumatori non hanno alcun modo di conoscere la composizione di ciò che consumano. Il «testing» (o test di Marquis) permette soltanto di stabilire la presenza di una metanfetamina, di una anfetamina o di una feniletilamina tipo dob o 2cb, ma non dice nulla né sulla presenza di altre sostanze né sulla quantità (queste informazioni possono essere ottenute solo attraverso un’analisi di laboratorio e per mezzo di tecniche sofisticate). Inoltre, l’assunzione contemporanea di alcol, cocaina, lsd ecc. rende difficile attribuire la causa degli effetti neurotossici al solo «ecstasy». Certo, ma il «principio di precauzione» rimane intatto. La neurotossicità, per quanto ipotetica, dell’mdma e dei suoi derivati dev’essere nota ai consumatori.
Ma, che io sappia, nessuno degli opuscoli distribuiti ai rave o in altre occasioni solleva questa imbarazzante questione. A torto, perché chi non demonizza a priori l’uso delle droghe è nella miglior posizione per sollevare dubbi e interrogativi.

Nell’attesa, come dicono i consumatori avvertiti, «un ecstasy alla settimana è già troppo»!

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Ne devo postare altri ennemila o bastano questi due?



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[LeX]Anthares



LeX...Dura LeX...Sed LeX!!!
Già che ci siamo piazziamoci anche qualche rapporto di chi con la droga ci lavora...

Sempre da ecn.org

Psicosi cronica atipica associata all'abuso di MDMA (ecstasy)
di F. Schifano Drug Dependency Unit, Padova Italy

Lettera all'editore:
Egragio sig.: l'uso della 3,4 metilene diossimetamfetamina(MDMA,
"ecstasy") si è diffuso sempre di più nel Nord Italia. Viene venduta
sotto forma di compressa che contiene 100-150 mg di ingrediente
attivo al costo di 15- 40 sterline. L'MDMA ha proprietà sia
allucinogene che amfetaminiche. Il suo uso è stato associato all'ansia,
all'insonnia, alla confusione, al flashbacks e, di recente anche alla
psicosi paranoidea cronica in due soggetti.
Noi presentianmo un paziente che ha sviluppato una psicosi cronica
atipica parallelamente ad un complesso profilo comportamentale
dopo assunzioni di MDMA.

Un uomo di 24 anni è stato invitato al nostro Centro per il
trattamento delle tossicodipendenze dopo aver violentemente assalito
la propria madre. Da quattro anni assumeva MDMA ed ha riferito di
averne fatto uso in circa 150 occasioni. Il dosaggio tipico quotidiano
era di 100-300 mg; presupponendo un dosaggio medio quotidiano di
200 mg, questo corrisponderebbe a 2,8 mg/kg. Faceva passare 1-14
giorni tra le varie assunzioni di MDMA e prendeva sempre la
sostanza sottoforma di compresse. Ha riferito l'assunzione
occasionale di altre sostanze (alcool, benzodiazepine, cannabis,
cocaina). Fino a quando ha iniziato ad usare l'MDMA non ha mai
lamentato disturbi psicologici, ma, come confermato dai suoi parenti,
negli ultimi tre anni si è convinto che la gente lo fissasse e lo
prendesse in giro quando usciva da un posto. Ha sofferto di
allucinazioni ipnagogiche e di inversione del ritmo sonno veglia ( i
sintomi erano iniziati circa 4 anni prima). La perdita di appetito si è
accompagnata ad una forte perdita ponderale e negli ultimi 2 anni, ha
avuto episodi intermittenti di forte desiderio di alimenti che
contenessero cioccolata. Ha riferito una marcata diminuzione della
propria attività sessuale per un anno. Negli ultimi tre anni ha sofferto
di frequenti cambiamenti di umore, anche se mai sufficientemente
importanti da un punto di vista clinico da diagnosticare un disturbo
affettivo. Nei parenti di primo e secondo grado non si sono riscontrati
disturbi di natura psicotica. Aveva causato 5 gravi incidenti
automobilistici che erano correlati ad episodi di ingestione acuta di
MDMA. Nel corso dei 4 anni precedenti si erano registrati vari
episodi di aggressività. L'esame del suo stato mentale mostrava deliri
paranoidei, alti livelli di ansia, e deliri relativi a modifiche corporee
(il suo cervello era stato rubato; gli occhi non erano i suoi) ed era
convinto di avere l'AIDS. Gli esami di routine, la tomografia
computerizzata del cervello ed i test sul siero alla ricerca di sifilide e
HIV sono risultati normali. Al momento dell'invio i test delle urine
risultavano positivi soltanto per il cannabis. Sulla base del DSM-III-R
è stata fatta una diagnosi di psicosi cronica atipica. IL paziente è stato
ricoverato per breve periodo di tempo in una unità psichiatrica in cui
gli sono state somministrate decanoato di flufenazina, clotiapina e
promazina. Il trattamento farmacologico ha avuto effetti benefici
soltanto sulla aggressività. Nel corso dei tre mesi successivi ha
continuato ad assumere una terapia neurolettica ma il suo stato
mentale non è migliorato; i test delle urine sono risultati a volte
positivi per MDMA.
Negli animali l'MDMA causa un rilascio iniziale di serotonina
(5-HT) seguito dalla degenerazione delle terminazioni
serotoninergiche, gli assoni sottili del rafe dorsale, associati ai
ricettori 5-HT 2 risultano particolarmente vulnerabili. Il dosaggio
minimo efficace di MDMA necessario per produrre una deplezionea
lungo termine della 5-HT corticale nei primati è di 2,5 mg/kg.
La concentrazione del 5HIAA (metabolita del 5-HT) nel fluido
cerebrospinale lombare risulta sostanzialmente ridotto in coloro che
hanno una storia di assunzione di MDMA. Si verificano fenomeni di
neurotossicità se viene rilasciato un quantitativo sufficiente di
dopamina. Sebbene non si possono escludere la possibilità che nel
nostro paziente la psicosi cronica sia stata accellerata dalla sua
pesante e prolungata assunzione di MDMA e/o dalla assunzione
occasionale di altre sostanze noi riteniamom che l'MDMA possa avere
indotto di nuovo la psicosi cronica (forse attraverso le vie
dopaminergiche e/o serotoninergiche). Il paziente ha mostrato anche
notevolissimi cambiamenti in varie aree funzionali in cui è implicata
la serotonina, e cioè il sonno, il comportamento sessuale,
l'aggressività, la regolazione del tono dell'umore, l'appetito e le
preferenze alimentari. Non ci risulta che tale complesso quadroclinico
associato alla assunzione di MDMA sia mai stato descritto in
precedenza. Tenendo conto che nel nostro paese questa sostanza gode
dell'immagine di sostanza "sicura", la presente relazione risulta
particolarmente preoccupante.

Tratto da "Bollettino delle farmacodipendenze e l'alcoolismo"1994


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[LeX]Anthares



LeX...Dura LeX...Sed LeX!!!