[Leave politix autta mah entertainment] Ma Spotify fa bene agli artisti?

si ecco qua ci infiliamo anche nel discorso razzismo imperiale, dove ovviamente sul mercato global hanno x100000000000000000000 più opportunità gli anglofoni che i musicisti che vengono dalle colonie.

Alcune cose per chi non conosce Bonalume:

  1. Bonalume è uno che ci lavora nella industry quindi ha una sua visione interna della cosa.(Insomma non è Nikita che “ipotizza” o fa “riflessioni”)

  2. il video vi può sembrare superficiale perché sono tematiche che lui Comunque affronta da anni con la sua community. Praticamente sono dei richiami di contenuti che lui ha fatto qua e la.

  3. il suo progetto reaperiani è dedicato proprio a chi non ha possiiblità(soprattutto economica ) per poterci provare e farcela.

Per il resto le sue riflessioni sono tranquillamente criticabili poichè la sua visione è “ se non puoi contrastare la corrente allora lasciati trascinare”

Quello che ti sfugge è che l’accentramento per prima cosa distrugge o almeno ostacola fortemente la scena DIY. Giusto in questi giorni sto leggendo un (ottimo) libro sulla scena punk HC italiana anni 90 (Disconnection) e spiega molto bene come i guadagni dei concerti e autoproduzioni veninvano investiti nel poter produrre altri dischi e poi altre attività legate in modo molto generativo: alcune, come Green Records, sono passate da distro a negozio a realtà controculturale a tutto tondo promuovendo anche festival ed eventi grossi. Ma senza la minima base di partenza come fai? Auguri ad avere qualche minimo fondo a suon di 0.000000000005 paperdollari ad ascolto :asd: .

In più c’è l’effetto saturazione, per appassionarsi ad una scena ci vuole del tempo, se il tempo e l’attenzione sono le risorse maggiormente contese dai tech overlords come fai? Competere non è facile, visto l’effetto distorsivo che gli overlords producono influenzando lo stesso tessuto sociale…

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Minchia butto un occhio al volo e leggo che ci sono dentro i With Love. Se mi dici che ci sono anche i Nuvolablu lo compro in tre due uno. Se non ci sono lo compro uguale

La vera tragedia è che su spotify non c’è ancora la NGI Lung Social Dream Band composta da 49 maschi e una femmina con l’album di esordio IO C’ERO in quattro quarti a 117 sincopato funk synthwave metal vedo non vedo disco, tutto string e bossa nova con i bongos in re minore da 47 minuti che vince il grammy come colonna sonora di un film di Tarantino sulle vicende di un cyborg bimbominchia come attore protagonista ambientato in un castello di vinile su sirio dalla durata di 3 ore e 17 minuti.

A quest’ora staremmo tutti su un isola nel pacifico vista dinosauri a scrivere poemi eterni declamandoli a turno a ora di pranzo mangiando noccioline e banane e cagando tutti intorno al fuoco la cacca della vita istituendo una nuova religione basata sul valore del piscio come disinfettante vendendo nft di selfi di cazzi depilati.

Poi nel 2045 avrebbero chiesto una re-union in commemorazione della morte del fondatore deficente data unica a copacabana solo over 70 che vabè sarebbero scesi pure i klingon e gli apache.

Ci sono

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Omg :love: fun fact, nel duemilaetot, quando ero sotto con tutto il post-hc anni '90 e 2000, sono finito sotto anche ai Nuvolablu e rimasi super scandalizzato dal fatto che non ci fosse una loro pagina su fb. Così l’ho fatta io :asd:

Non l’ho mai gestita granché, ma nel metterla su mi ha scritto Marco, il bassista (che ora ha un ristorante) e una fanzine che voleva scrivere un articolo su di loro, così almeno li ho messi in contatto :asd:

come si chiama l’app per usare youtube senza ad e in background?

Newpipe

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revanced

Lascio qua

Silvestrin fa un recap sul ping pong che c’è stato tra James Blake e Kanye West riguardo alla situazione dell’industria e dello streaming.

Bel video, nella sua semplicità sono abbastanza d’accordo.

Anche perché, personalmente, penso che i problemi del settore musicale siano solo una delle tante ramificazioni dei grandi temi odierni, tra cui:

  • Il concetto di possesso (perché è vero che si è arrivati perderlo con sta illusione che è tutto free, ma in altri ambiti questa cosa sta già finendo e si vedono i risultati, vedremo con la musica che succederà)

  • Annosi problemi etici già presenti pre-internet (in questo caso vedi il mondo moralmente povero del business musicale, da una vita, come può ben sapere chiunque abbia approndito un po’) che internet ha solo fatto scalare a velocità smodata.

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hai ragione :asd:

quello che dicevo io come supporto alla scena locale era anche per tutte quelle attività di contorno non strettamente legate alla pura creazione musicale.
per esempio: con la mia vecchia band ci stampavamo in casa il merch, il mio chitarrista aveva una piccola serigrafia che oltre a produrre le nostre magliette/stampare le grafiche dei dischi lo faceva anche per altri gruppi della scena (che portava soldi a lui e offriva un servizio a buon prezzo per chi ne aveva bisogno). Avevamo poi una sala prove nostra, che mettevamo a disposizione di altri gruppi ad un prezzo amico che ci permetteva di avere un introito extra e permetteva ad altri di fare le prove in un ambiente decoroso e senza spendere troppi soldi.
son cose piccole eh però ci permetteva di portare avanti le attività della band senza doverci smenare dei soldi di tasca nostra, anzi avevamo un bel fondo cassa per poterci permettere di ampliare le nostre attività. certo, non ci dava da mangiare ma non era neanche il nostro obiettivo principale ma avevamo i mezzi per poterlo far diventare qualcosa di più ““serio”” (non che non lo fosse già). il problema nostro in questo caso è stato avere differenti visioni a lungo termine, chi tirava indietro perché “la musica deve essere solo una forma di protesta e non bisogna lucrarci”, chi non gliene fotteva un cazzo ecc ha fatto crollare tutto :asd:

poi è ovviamente più difficile per una band arrivare al punto dove tutti i membri possono essere sfamati (difficoltà che aumenta con il numero dei componenti :asd:) ma per i singoli produttori ad esempio di musica elettronica credo diventi un filo più semplice riuscire ad arrivare ad una massa critica che ti permette di portare a casa la pagnotta. questo partendo dal presupposto che devi innanzitutto ridimensionare le aspettative, il raggio di azione, e la fetta di pagnotta che arriva dalla pura esecuzione musicale.

non so, mi piace pensare che ci sia terreno fertile per chi ha voglia di sbattersi e per chi ha un po’ di flessibilità mentale per cercare qualcosa di alternativo senza per forza cadere nel “vado a fare le cover di vasco alla sagra della porchetta” :asd:

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Amen, Vine, diobono. Noi eravamo più indietro e più acerbi, ma il cazzo di sito internet l’abbiamo tirato su noi (anzi, io), la sera ci trovavamo per chiamare e richiamare i locali della regione per proporci come band, contattavamo le band fuori Bologna per proporci come opening act… Le copertine dei dischi e degli ep le abbiamo chieste (pagando) a conoscenti, i booklet li abbiamo fatti noi. Questo tutto i aggiunta alla pratica vera e propria. Quando siamo andati giù in Sicilia a registrare abbiamo girato tot locali della zona per suonare e fare due soldini per ripagarci dischi magliette ecc ecc

Che cazzo di figata che è stato :lode: uno dei periodi più belli della mia vita

ma io credo / penso / spero che tutt’ora sia il modo in cui nascono e si sviluppano il 90% dei gruppi anche oggi dai

io ho sempre frequentato metallari e per un po’ (quando avevo 16 anni) ho cantato in una cover band dei manowar con gli amici… poi mi hanno cacciato, hanno preso un cantante serio e hanno fatto un disco in germania da cui hanno guadagnato forse 1000 euro in quattro :asd:

due di loro con la musica ci campano tutt’ora, facendo il lavoro di musicista che e’ diverso da quello dell’artista… uno e’ finito a suona’ il basso a propaganda live :asd:, l’altro a dare lezioni di batteria e fare il turnista per gente piu’ famosa… ma e’ gente che ha studiato musica per 20 anni, si e’ mossa bene, si e’ fatta un circolo di conoscenze che se li chiamano se serve una batteria o un basso

same :lode:
un bucio di culo incredibile eh, non ho visto un giorno di ferie per 5 anni :asd: però capitare a berlino e trovare inaspettatamente il proprio disco in un negozio è stato qualcosa di meraviglioso che ha ripagato di tutti gli sforzi fatti. per non parlare poi delle prime uscite fuori dall’italia, cazzo che figata. mi viene un po’ il magone a ripensarci, quanto potenziale sprecato :sad:

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Il terreno fertile c’è sempre finchè è vivo lo spirito DYI che traspare anche dal tuo post.
Il problema principale sono le condizioni materiali, che sono peggiorate nel tempo. Ci sono sempre meno locali che ospitano musica alternativa e spesso questi stessi posti sono in vita per la buona volontà di chi li gestisce, visto che non fanno di certo navigare nell’oro e essendo in media la gente più povera ha meno soldi da spendere anche per progetti di questo stampo, penso più ai musicisti che al pubblico.
Questo influenza molto anche poi gli artisti stessi, infatti in media i ragazzi nati dopo il 95 fanno poche band e si buttano in massa su techno e musica elettronica, anche per i minori costi.
Insomma quei pochi soldi che si facevano con i cd e la musica fisica aiutavano non poco, specie in scenari come quelli attuali.

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nel video si descrive come spremono gli artisti, also APPLE MERDA :lode:

Come si vede nel video c’è sempre lo stesso modus operandi sotto il capitalismo ovvero creare real estate ed intermediari inutili per rubare soldi quanto più possibile dalle industrie. Poi magari gli intermediari sono scatole cinesi che rispondono a stesse persone che diventano monopolisti

:rotflfast:

“They just sent me some sh-t from Spotify where I got a billion streams, right? My publisher hit me. I said, “Break that down, how much money is that?” That sh-t wasn’t even $45,000. That’s crazy.” shares the rapper.

Non ho ascoltato per cui forse mi perdo qualcosa, ma sti conti non tornano? cioè la somma del tutto è più della spesa dell’ascoltatore, cosa mi sfugge?