[Leave politix autta mah entertainment] Ma Spotify fa bene agli artisti?

@Attela tu come la pensi, non so se ti sei mai espresso sull argomento

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Quale mercato? Cos’è, siamo tornati ai tempi dei Metallica che rantavano contro Napster? Abbiamo resettato la discussione?

Il mercato “classico” è stato distrutto da internet prima e poi il colpo di grazia l’aveva dato Apple con l’iPod.
Perché il pubblico mainstream gli frega del singolone e se glielo vendevi a 1 euro e non a 10-15 euri del singolo con altre 2-3 canzoni/remix che fottevano cazzo a nessuno o l’album a 25-30 euro il mercato l’avevi ammazzato comunque.

Fino alla fine degli anni '90 se eri una band/cantante dovevi farti ogni locale/fiera sarcazzo, essere povero come la merda sperando che poi il Cecchetto di turno ti scoprisse e ti facesse fare i soldi.
Ora è solo aumentata la visibilità degli artisti emergenti, ma i soldi che la gente spende in musica sono sempre gli stessi.

Prima ti compravi un cd al mese, ora ti fai un mese di Spotify. Ma tanto il cd primo in classifica era sempre quello pompato dai media, non di certo il più meritevole

Taylor Swift ovviamente non fa un cazzo a riguardo ma non penso possa farci granché. Mi pare di aver visto i Pearl Jam distribuire in USA biglietti su una piattaforma “indie”, sul loro sito - potrei sbagliarmi su sta storia quindi SOURCE NEEDED ma non cambia il discorso, cioè che potresti distribuire biglietti tu direttamente. Il problema è che qua arriva la true maphia di ticket master. Se infatti il proprietario di ticketmaster attraverso altre corporation ha in mano la gestione del 90% delle venue, può bloccarti se non distribuisci tickets sulle sue piattaforme e se non suoni live sei costretto alla fame letteralmente.

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guarda sono d’accordo che il problema è al 90% di ticketmaster e al 10% di taylor swift. Anzi, è 0% taylor swift ma di chi glie li da 1000 dollari a ticketmaster per vederla :asd:

ma quelli sono problemi che l’industria non si fa perché crescita infinita etc… cioè la finanza è magia staccata dall’esistenza materiale

Si, per anni i PJ han fatto la guerra a Ticketmaster, credo l’abbiano persa però :asd:

La problematica vera è che il discorso ha più punti di vista

Lato artista è questo il discorso: con 10.000 ascolti di quel brano quanto guadagno con Spotify e quanto con un metodo diverso, mettiamo il tradizionale.

Lato cliente è: con 10 euro al mese cosa ci ascolto in un mese?

E’ logico che gl iinteressi dei primi cozza con quello dei secondi ed è qui che Spotify e le major si sono infilate.

Vero ma come scrivevo sopra il fatto che facciano meno ascolti questo porta spotify nel complesso a fare reveneu e non a distribuirle?

Quando Spotify raccoglie soldi fa vedere i numeri e i numeri diranno che fa nmilamiliardi di ascolti al mese. Quell’nmilamiliardi non è che sono 99% gente famosissima(100 artisti) e 1% tutto il resto. Sarà magari invece che tutte le piccole minoranze fanno numeri grossi ma che poi prese singolarmente non possono avanzare pretese.

ma infatti è calzante il fatto che “la gente spende uguale ogni mese” per la musica.

Io prima di spotify spendevo quasi un cazzo, la musica non la compravo mai. Con spotify ho iniziato a pagare. Per il live ho sempre speso e continuo a spendere, anzi, ora spendo di piu perchè spotify mi fa conoscere piu artisti, grazie algoritmo che a volte funziona bene.

Non è che se non ci fosse spotify ora mi farei spuntare dal nulla un extra centone al mese con cui comprare single e album. ovviamente tutto aneddotico

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non so, io ho amici che sono passati piu’ volte su radio rock che a roma fa sicuro piu’ di 10k ascoltatori al giorno.
mai visto una lira, al max usavano il passaggio in radio per trovare una serata in cui prendevano 30 milalire l’uno e un panino

No. È finita come la siae dove i soldi vanno tutti a Vasco la Pausini ferro etc

Quel concetto di democratizzazione delle revenue di cui parli è sparito. Questo passo sulle threshold è un ulteriore step in quella direzione. Poi lo sappiamo tutti che è l’introduzione. Da 1000 di soglia si salirà progressivamente per tagliare fuori più roba possibile.

Spotify al musicista non grande serve solo come vetrina perché dove si guadagna è nei live. (Letteralmente ti pago in visibilità)

In America sta succedendo che pure nei live il musicista medio non ci guadagna per i temi di ticketmaster che citava crism, il fatto che il 70% delle venue per suonarci devi passare da ticketmaster. Il fatto che le venue chiedono il 35% Del merchandise

Mai come prima si produce musica ad ogni livello e mai come prima la musica ə stata a rischio
Perché prima la band indie i dischi li vendeva (CD)

In Europa si tiene ancora botta (per ora) e questo aspetto del live

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Non leggo una sega, ma per il thread delle playlist sto usando per la prima volta Spotify da almeno 5 anni ed è veramente ma veramente una merda

Ps visto che siamo in LSC aggiungiamo che il fondatore di Spotify con quei soldi ci fa i droni da guerra :v

Ci sarebbe tutto un discorso da fare su spotify che non offre nulla se non infilarsi come ennesimo middle man che fotte soldi offrendo ben poco, che nel corso degli anni ha tagliato lo “stipendio” per ascolto di ben oltre la metà (da 0,009 a 0,003c per ascolto), che il CEO chiede apertamente agli artisti di aumentare l’output a discapito dell’arte (e qua su ngi qualcuno aveva avuto il coraggio di dire che è meglio rilasciare i singoli perché è meglio per i consumatori) etc etc…

Non è importante la user experience se chi deve rimetterci in qualità della vita sono gli artisti che producono musica. Insomma se gli artisti di professione si lamentano che spotify ha reso la loro vita peggiore, portare al tavolo come argomento che l’ascolto user è migliorato non ha senso.

Non regge manco il discorso della dive bar band perché se frequentate musicisti professionisti vi dicono tutti che decine di anni fa si guadagnava molto meglio (cioè male) rispetto ad oggi (cioè na merda liquida). Se guardiamo l’anglo mondo la situazione è pure peggio perché un tempo anche i musicisti live squattrinati rispondevano ai sindacati etc ed ora suonare live è una lotta a ribasso da smezzare con tutta al band

ma quando mai c’e’ stato un mercato democratico per la musica scusa?

ma forse ci ricordiamo un mondo diverso, imho ha 100 volte piu’ possibilita’ di uscire dal nulla una band oggi con spotify che una 20 anni fa che doveva incontrare il cecchetto di turno

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Guarda anche sta roba non è vera per niente :asd:

Già analizzata e debunkata più volte. Ma ora sono fuori e non riesco a farti un wot :asd:

Ma ci sono proprio studi a riguardo eh

Dipende da cosa intendi per democratico (discorso lungo). Semplificando diciamo che banalmente prima vendevi i dischi e ti arrivavano i soldi. (Pochi come diceva crism ma arrivavano ) Adesso manco quello

ma che vuoi fare, un wot per dimostrarmi che 20 anni fa se registravi il demo sotto casa e lo distribuivi alla festa dell’unita’ avevi piu’ reach di mettere il demo su spotify oggi?

ma evitatelo il wot dai :asd:

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Si guarda il discorso che volevo fare è esattamente quello :sisi:
Si vede proprio in sti reply che a te non la si fa, che sei super esperto delle dinamiche del mercato musicale, di come p.e. È cambiato il ruolo del produttore e della casa discografica etc
Di quanto oramai tutto sia a carico degli artisti (e i produttori si mangiano la solita quota senza fare più niente se non royalties)
E che di tutti quelli di cui parli che hanno grandissime opportunità in realtà sono piene le fosse
:ahsisi:

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dai mi interessa il wot allora, tu hai detto che questo

imho ha 100 volte piu’ possibilita’ di uscire dal nulla una band oggi con spotify che una 20 anni fa 

e’ stato debunkato piu’ volte, mi interessa anche solo sapere quale metologia o dati usi per debunkarlo

che c’hai, dati aggiornati su quanti ci provano e quanti ci riescono?

Per altro mi piace sto concetto Nauf per cui metti il disco su Spotify e qui di automaticamente ti possono conoscere :rotfl:

Sembri Fedez quando parlava a Cremonini