Io i nonni li ho persi tutti purtroppo.
Resta mia madre che va per i 90.
Ancora autonoma, la pensione a 3 cifre, e senza patente.
Spende 15 euro la settimana per mangiare.
S’incazza come una biscia che il mangiare costa troppo. Mi scrive nel tovagliolo la lista con tutti i prezzi al centesimo. La vado a trovare almeno una volta a settimana, resto a pranzo da lei, gli vado a fare la spesa oppure l’accompagno nei posti, mi prepara sempre qualcosa, le polpette, oppure le melenzane fritte mitiche, però ammette che mio papy era livello ufo sul tema melenzane, detto anche dai parenti, o il dolce di riso, o le pizzette col sugo cipolloso, che sono delle micro pizze sofficiose co sto pelato e cipolle sopra che inizi e non smetti più, oppure la frittata di patate, o le salsiccie capricciose in umido che sono una versione che fa solo lei con le salsiccie variante capricciosa nell’impasto ci stanno i pomodori secchi e altra roba che non ricordo, oppure le verdurine a semibrodino con l’aglio prezzemolo e un niente di pomodoro che dopo resusciti e ti si restaura tutto il tubo digerente, o i cardi in pastella freddi, oppure gli dico “a mà mi fai la pastina col formaggino?” e ne fa una versione con le carotine e il brodo di pollo light e il formaggino mio che pare un sacrilegio ma dice “costa un cazzo ed è buono” che dopo cachi liscio liscio.
L’aglio e l’olio evo sono omnipresenti escluso nel latte.
Per dire fa un pesto diciamo alla siciliana ma non rende, è una roba fuori parametro, lo fa solo d’estate perchè servono i pomodori ricci freschi, livello coma, cioè ti trovi sta casseruola enorme di pesto a centrotavola di consistenza densa olio a litri polpa di pomodoro maturissimo esagerato a pezzi aglio menta tutto a crudo, poi organizzi una grigliata di castrato e muori. Cioè il castrato bollente lo prendi con le mani dalla brace e lo anneghi dentro sto pesto freddo e lo tiri fuori mordi sto mix praticamente svieni.
Una volta capitò un ospite laureata che fa “eh io non mangio aglio che poi mi puzza l’alito e i vestiti” e mia madre bofonchiò “a questa gli puzza il cervello secondo me” poi però disse “eh si lo sapevo, ho preparato una cotoletta magra senza aglio e olio, che boh secondo me fa schifo, però se ti piace te la puoi magnare dai”.
Poi ci fu il pisolino pomeridiano in campagna e all’imbrunire sulle sdraio di plastica le zanzare mordevano solo lei.
“eh, te lo dicevo di magnare l’aglio, tieni spalmalo sulla pelle così le zanzare vanno via, e uno spicchio magnalo subito a crudo, mastica bene eh.”.
Poi i peperoni ripieni, le cotolette universali che in realtà è olio con le cotolette.
Vabè mi fermo va che poi piango.
Di mia nonna ricordo la pasta fritta.
Cioè restava la pasta del pranzo, poi nel pome come merenda mi diceva “ti riscaldo la pasta” che era poi “ti friggo la pasta nel padellino con l’olio” praticamente erano spaghetti al sugo messi i padella con l’olio, ergo diventavano fritti, gniente mi è rimasto sto ricordo di sta pasta fritta minchia che buona.
Dell’altra nonna ricordo i dolci di natale con la marmellata di fichi fatti in casa.
Cioè io arrubavo pezzi di impasto a crudo, che era già di un buono.
Era un impasto dolciastro di consistenza solida e umida il giusto.
A mia mamma gli ho chiesto come la faceva e mi ha detto che serve un kg di farina 00, 250gr di strutto, 250gr di zucchero, una bustina di pane degli angeli, e il latte.
Impasti il tutto dice il latte deve essere riscaldato poco sul tiepido e aggiunto piano piano, dice che va fatto di sera e poi messo in un contenitore al fresco coperto con una pezza o nel frigo se ce l’hai.
Il giorno dopo fai i dolcetti col ripieno di marmellata di fichi con un niente di cannella, fai i taglietti sopra così in cottura esce la marmellata random e poi metti i diavoletti sopra con o senza la variante glassata bianca.
Mia madre si è presa la ww2 in faccia che era bambina e mi racconta cose che vi lascio solo immaginare.
Tipo fare 5km a piedi per portare due secchi di metallo, che già sono pesanti vuoti, pieni d’acqua potabile, un giorno si e l’altro pure, oppure mangiare semolino bollito con le formiche come pietanza principale per mesi.