si scrive pœrcqueddô
Che è incidentalmente anche una bestemmia in oristanese di sopra
Mia nonna materna non sapeva cucinare, proprio non le interessava, quando andavo da lei mi faceva pasta al sugo e sofficini, però mi manca lo stesso.
e si pronuncia ‘Franco’
The pœ is silent
100% d’accordo su tutto - poi per me la lasagna alla bolognese è l’alfa e l’omega di tutto il cibo mondiale, potrei mangiarla pranzo e cena tutti i giorni
La parmigiana di mia madre. Che darei per mangiarla. Non ne esistono come la sua, pochissime ci si avvicinano per la giusta quantità di sugo denso abbastanza e per il fiordilatte buono o la scamorza che ha proprio quell’esatto sapore. Al che mi scende una lacrima.
E poi sì, anche le polpette di mamma, con una quantità di aglio e cipolla all’interno non adatta a tutti i palati.
La mozzarella in carrozza, la frittata di patate, la pizza di patate. Il sugo (alla napoletana) con le sue braciole, anche quelle con quantità di aglio e prezzemolo che le rendevano perfette.
E poi c’era patate e peperoni con l’uovo di mio padre. Le sue bruschette con la qualunque sopra, ma che erano sempre sublimi. L’uovo col pomodoro.
Sono tutte cose che pur volendo non riesco a replicare. Forse mi avvicino solo alla pizza di patate di mamma ma quella è livello easy.
mia nonna faceva la polenta con lo spezzatino coi funghi… la polenta e’ facile farla buona, ma non so che cazzo ci mettesse nello spezzatino coi funghi, probabilmente la cocaina, mai mangiata una roba del genere da quando non c’e’ piu’.
l’altra nonna invece era una cuoca ok-ish, l’unica cosa che faceva veramente eccezionale erano gli agnolotti, ovviamente tutti fatti da lei in casa
Svariate tonnellate di burro, che è fondamentalmente eroina alimentare.
Anthony Bourdain approved
Dalle mie parti la quantità di passata/pelati deve essere pari al grammaggio di carne, quindi è “asciutto”.
Ci sono cresciuto e lo preferisco di gran lunga a quelli liquidi.
Ho chiamato mia madre, mi sono fatto spiegare ste polpette.
Riporto la descrizione tradotta dal siciliano:
Ti servirà una mattinata libera, fatti dare un permesso di 4 ore se no ti viene una porcata immangiabile.
Prendi mezzo chilo di macinato primo taglio, fattelo macinare davanti che se no ti viene uno schifo. Vai dal macellaio non andare al supermercato. Digli che ti serve per le polpette al sugo. Poi compra dal fornaio mollica bianca, non prendere quella di altri colori. Da fruttivendolo fatti dare aglio e prezzemolo. Dal macellaio fatti dare pure due uova, lui li compra da quello che alleva galline del posto che hanno la carne gialla del colore originale e non bianca come le galline deformi.
*Poi fai un impasto bello bello con le mani con: il tritato, 4 cucchiai di mollica bianca, uno spicchio aglio tritato fino fino, prezzemolo fai a occhio, tritalo bene e lavalo per bene prima. Metti pure un niente di sale e pepe *
Poi sempre con le mani fai delle polpette di media dimensione, falle schiacciate tipo rettangolo smussato grandi quanto un cucchiaio, non farle sferiche che vengono uno schifo e diventano dure. (testuale “falli ammaccati, un ni li fari tunni, chi vennu duri comu un cuti”)
Poi prendi padellino e metti olio evo quello che si compra dal frantoio del quartiere, non fare il pidocchioso con l’olio.
Friggi ste polpette per bene, fai fare la doratura e lascia l’interno morbido. Girale spesso, movimento di polso, nel mentre canta un pezzo di Mina. Deve formarsi una crosticina marroncina.
Mettile in un contenitore a riposare con un panno sopra.
Poi prepara il sugo, fai soffritto bello, una bottiglia di passata di pomodoro e inizia cottura lenta a fuoco basso, appena vedi che é pronta aggiungi un po d’acqua (sta cosa dell’acqua non la sapevo, credo sia il passaggio fondamentale) il sugo deve essere sull’aspro e non troppo denso, poi metti le polpette piano piano e falle galleggiare, continua cottura fino a che si crea un odore che invade la casa. Aggiungi giro olio evo quanto basta.
Fai test scarpetta, se ok spegni fuoco e lascia raffreddare col coperchio chiuso un po, ma non troppo.
Servi in piatto fondo ricopri di sugo.
ho scordato a scrivere le due uova nell’impasto.
Se avete la fortuna di avere ancora i nonni ricambiategli più possibile l’affetto che vi hanno sempre dato, ma tanto più che potete, è una banalità lo so ma fatelo.
Mia mamma ha ereditato da mia nonna paterna una ricetta delle chiacchiere/lattughe/nome che preferite, l’ha fatta sua e ne è diventata la sacerdotessa. Chiunque le abbia mangiate ci è impazzito.
Da quando mi ricordo ogni anno sotto carnevale c’è la cucina per due giorni interi con la finestra spalancata talmente tanto frigge, e conseguente (fortunatamente oggi meno) pellegrinaggio di amici/parenti che venivano a prendersi il loro vassoio.
edit: manca poco
Ma dove le chiamano lattughe
Nei posti dove non c’è Babbo Natale ma Santa Lucia
Ah, il posto dei neanderthal