Eccomi! Scusate il ritardo, provo a rispondere a tutti.
[QUOTE=Shpongle;19468194]E’ vero che ai doppiatori danno a disposizione solo close up in bianco e nero delle labbra degli attori per evitare leak pirata?
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Dipende dal film e dalla casa di produzione. Però sì, è successo. Mi ricordo l’esempio di Men in Black 3, dove i produttori erano talmente paranoici per eventuali leak (e spoiler) che ai doppiatori era permesso di vedere solo la faccia degli attori che dovevano doppiare. Naturalmente molti doppiatori si sono lamentati, ma non so quanto sia servito. Io personalmente non ho mai dovuto lavorare in quelle condizioni.
[QUOTE=CrisM1;19468209]Non audiolibrare la guida della Francigena perché sarebbe un insulto verso tutti i poveracci che si mettono in cammino
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Audiolibro quello che mi pare, hai capito? 
[QUOTE=elindur;19468220]A me piacerebbe sapere quale è il corso di studi che hai seguito e quale è stata la prima esperienza lavorativa nel settore[/QUOTE]
Andando indietro, ho sempre frequentato scuole internazionali fino all’università. Questo fortunatamente mi ha permesso di poter lavorare anche in inglese (giusto nell’ultimo mese ho doppiato quel videogioco di cui ho parlato e due pubblicità di macchine in inglese), e sono laureato in comunicazione culturale e forme dello spettacolo. Questo invece non mi è servito a un cazzo 
Per quanto riguarda la formazione artistica, non ho seguito veri e propri corsi. A 16 anni mi sono iscritto ad un laboratorio teatrale che ho frequentato per quattro anni, e il direttore del teatro all’epoca aveva deciso di formare una compagnia stabile buttandomici dentro. La mia prima esperienza professionale è stata al Gran Teatro di Roma, dove ho recitato di fronte a 3000 persone alla tenera età di 19 anni. Non dovevo fare altro che dire una sola battuta due volte, ma mi sono cagato sotto lo stesso 
La mia formazione è stata prettamente hands-on, nel senso che non ho seguito corsi o stage particolari ma ho avuto la fortuna di passare una decade circondato da professionisti imparando direttamente sul campo. Occupandomi di mille cose, tra cui andarsi a infilare in attrezzerie colme di oggetti per recuperare un singolo candelabro minuscolo oppure trasportare in due dei pannelli 4x2 che pesavano un’infinità. E’ tutta roba che forma il carattere però, che secondo me a molti “attori” giovani manca.
[QUOTE=joyrex;19468222]A me piacerebbe sapere se anche voi doppiatori soffrite ogni tanto della sindrome “ommioddio odio la mia voce”
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Io no. Io sono perfetto.
Scherzo, non è tanto un problema di voce quanto di interpretazione. Spesso ascolto qualcosa di registrato da me e penso “ma come cazzo parlo?”, però questo aiuta sempre a migliorarsi.
[QUOTE=joyrex;19468226]Poi, faccio la prima domanda banale & fastidiosa: quando doppiate cose in inglese non c’è un po’ un senso di colpa per il fatto che mediamente in italia con l’inglese non siamo proprio messi bene e che in qualche modo state contribuendo a far continuare il trend? 
Non sono esperto e non saprei, la mia è davvero pura curiosità, ma penso che il fatto che in italia la maggior parte dei contenuti siano doppiati influenzi negativamente l’apprendimento delle altre lingue, sbaglio?[/QUOTE]
E’ per questo che sono uscito dal doppiaggio cinematografico. Non mi trovavo d’accordo con la filosofia e il mood dell’ambiente, che secondo me è tossico e dannoso alla cultura. Per carità, aiuta moltissimo determinate persone, questo non lo metto in dubbio (io stesso vado spesso al cinema con mio padre che non parla inglese e a 65 anni non ha la sbatta di leggere sottotitoli). Sono anche incazzato con la figura del doppiatore, ma sono contento che la crescita di servizi on demand tipo netflix dia la possibilità alle persone di accedere anche a contenuti in lingua originale.
[QUOTE=Chimay;19468245]le traduzioni le fa tipicamente la società di doppiatori o vengono date in mano ad altre persone che poi ve le passano?
Se le fate da vpoi, generalmente avete traduttori professionisti o si va a “sentimento”
chiedo perché in generale mi sembra che a livello di doppiaggio rispetto a quando ero bimbo sia scesa molto la qualità e che non esista più l’interpretazioen del testo, propendendo sempre per una traduzione letterale quasi stile “google translate” mentre un tempo si rielaborava per dare un impasto “migliore”, anche se immagino ci sia chi preferisce la traduzione letterale fedele ad ogni singola parola, io preferivo come era prima
ps: forse ho capito a che serve sta sezione
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Vengono date in mano a persone esterne, che in teoria sono freelancer ma che in pratica lavorano sempre per la stessa casa di doppiaggio. I traduttori sono ancora meno dei doppiatori, ed è difficilissimo entrarne a far parte. Questo almeno per quanto riguarda cinema e serie tv.
Il calo di qualità è dovuto alla mole pazzesca di lavoro che dev’essere completato in brevissimo tempo. Mi ricordo che quando lavoravamo sul Trono di Spade, i tempi erano davvero ristretti: alla casa veniva fornito un solo episodio per volta, episodio che doveva essere tradotto e doppiato nel giro di una settimana. Questo naturalmente, accoppiato comunque ad un pressappochismo a mio avviso sempre presente (mi è capitato di fare delle correzioni in corso d’opera anche ad un copione di una serie che non si cagava nessuno e senza alcun tipo di pressione) porta ad un inevitabile calo di qualità.
Anche per quanto riguarda le pubblicità, le traduzioni non vengono mai fornite dallo studio (quantomeno non quelli per i quali ho lavorato io). Il che naturalmente porta ai mille problemi del caso: per risparmiare, a volte ci vengono fornite traduzioni fate dal “cuggino” di turno. Che poi il povero stronzo che capisce l’inglese (io
) deve sistemare sul momento.
[QUOTE=Mr.Fobes;19468356]Ravenian ma è vero che ti ha obbligato Yotsu a fare il post
? Me l’immagino che ti obbliga a fare le vocine. Ti siamo vicini ![/QUOTE]
Io e Yotsu abbiamo un accordo. Ho immunità totale per i prossimi due minuti.
[QUOTE=Buzz;19468371]Invidia, è un lavoro che idealmente mi piace un sacco, ma tra voce schifosa e accento how about no
[/QUOTE]
Di voci ce ne sono milioni e c’è spazio per tutti, a meno che non parli come Marge Simpson (anche se pure lei aveva la sua nicchia). L’accento può essere migliorato, con un po’ di lavoro!