Ciao a tutti! Questa sezione mi è sembrata molto interessante, e non essendoci ancora topic aperti ho deciso di iniziare io sperando di far nascere una discussione stimolante per qualcuno.
Come alcuni di voi sapranno, io sono un attore professionista che nel corso degli ultimi anni ha lavorato principalmente con l'uso della voce. Ho militato in una delle più importanti case di doppiaggio cinematografico in Italia, partecipando al doppiaggio di film e serie conosciuti, per spostarmi poi nel campo degli audiolibri fondando la mia etichetta Ménéstrandise Audiolibri (nata, tra l'altro, proprio qui su NGI!) con la quale porto avanti un canale YouTube con più di 6000 iscritti e produco audiolibri in proprio per clienti vari.
Dall'inizio della mia carriera nel 2004 ho recitato in più di 50 produzioni teatrali per un totale di oltre 500 rappresentazioni, ho recitato nell'ultimo film di Pif, in diversi corti e un docudrama da protagonista per Rai Scuola, doppiato personaggi minori in una decina di film e serie TV e ho registrato una roba come 120 audiolibri in due lingue (ho anche doppiato in inglese un PESSIMO videogioco cinese, ma di quello evitiamo di parlare )
Per qualsiasi domanda su recitazione, voci, quanto il doppiaggio sia il male incarnato, sono a vostra disposizione
Poi, faccio la prima domanda banale & fastidiosa: quando doppiate cose in inglese non c'è un po' un senso di colpa per il fatto che mediamente in italia con l'inglese non siamo proprio messi bene e che in qualche modo state contribuendo a far continuare il trend?
Non sono esperto e non saprei, la mia è davvero pura curiosità, ma penso che il fatto che in italia la maggior parte dei contenuti siano doppiati influenzi negativamente l'apprendimento delle altre lingue, sbaglio?
le traduzioni le fa tipicamente la società di doppiatori o vengono date in mano ad altre persone che poi ve le passano? Se le fate da vpoi, generalmente avete traduttori professionisti o si va a "sentimento"
chiedo perché in generale mi sembra che a livello di doppiaggio rispetto a quando ero bimbo sia scesa molto la qualità e che non esista più l'interpretazioen del testo, propendendo sempre per una traduzione letterale quasi stile "google translate" mentre un tempo si rielaborava per dare un impasto "migliore", anche se immagino ci sia chi preferisce la traduzione letterale fedele ad ogni singola parola, io preferivo come era prima
Eccomi! Scusate il ritardo, provo a rispondere a tutti.
Dipende dal film e dalla casa di produzione. Però sì, è successo. Mi ricordo l'esempio di Men in Black 3, dove i produttori erano talmente paranoici per eventuali leak (e spoiler) che ai doppiatori era permesso di vedere solo la faccia degli attori che dovevano doppiare. Naturalmente molti doppiatori si sono lamentati, ma non so quanto sia servito. Io personalmente non ho mai dovuto lavorare in quelle condizioni.
Audiolibro quello che mi pare, hai capito?
Andando indietro, ho sempre frequentato scuole internazionali fino all'università. Questo fortunatamente mi ha permesso di poter lavorare anche in inglese (giusto nell'ultimo mese ho doppiato quel videogioco di cui ho parlato e due pubblicità di macchine in inglese), e sono laureato in comunicazione culturale e forme dello spettacolo. Questo invece non mi è servito a un cazzo Per quanto riguarda la formazione artistica, non ho seguito veri e propri corsi. A 16 anni mi sono iscritto ad un laboratorio teatrale che ho frequentato per quattro anni, e il direttore del teatro all'epoca aveva deciso di formare una compagnia stabile buttandomici dentro. La mia prima esperienza professionale è stata al Gran Teatro di Roma, dove ho recitato di fronte a 3000 persone alla tenera età di 19 anni. Non dovevo fare altro che dire una sola battuta due volte, ma mi sono cagato sotto lo stesso La mia formazione è stata prettamente hands-on, nel senso che non ho seguito corsi o stage particolari ma ho avuto la fortuna di passare una decade circondato da professionisti imparando direttamente sul campo. Occupandomi di mille cose, tra cui andarsi a infilare in attrezzerie colme di oggetti per recuperare un singolo candelabro minuscolo oppure trasportare in due dei pannelli 4x2 che pesavano un'infinità. E' tutta roba che forma il carattere però, che secondo me a molti "attori" giovani manca.
Io no. Io sono perfetto. Scherzo, non è tanto un problema di voce quanto di interpretazione. Spesso ascolto qualcosa di registrato da me e penso "ma come cazzo parlo?", però questo aiuta sempre a migliorarsi.
E' per questo che sono uscito dal doppiaggio cinematografico. Non mi trovavo d'accordo con la filosofia e il mood dell'ambiente, che secondo me è tossico e dannoso alla cultura. Per carità, aiuta moltissimo determinate persone, questo non lo metto in dubbio (io stesso vado spesso al cinema con mio padre che non parla inglese e a 65 anni non ha la sbatta di leggere sottotitoli). Sono anche incazzato con la figura del doppiatore, ma sono contento che la crescita di servizi on demand tipo netflix dia la possibilità alle persone di accedere anche a contenuti in lingua originale.
Vengono date in mano a persone esterne, che in teoria sono freelancer ma che in pratica lavorano sempre per la stessa casa di doppiaggio. I traduttori sono ancora meno dei doppiatori, ed è difficilissimo entrarne a far parte. Questo almeno per quanto riguarda cinema e serie tv. Il calo di qualità è dovuto alla mole pazzesca di lavoro che dev'essere completato in brevissimo tempo. Mi ricordo che quando lavoravamo sul Trono di Spade, i tempi erano davvero ristretti: alla casa veniva fornito un solo episodio per volta, episodio che doveva essere tradotto e doppiato nel giro di una settimana. Questo naturalmente, accoppiato comunque ad un pressappochismo a mio avviso sempre presente (mi è capitato di fare delle correzioni in corso d'opera anche ad un copione di una serie che non si cagava nessuno e senza alcun tipo di pressione) porta ad un inevitabile calo di qualità.
Anche per quanto riguarda le pubblicità, le traduzioni non vengono mai fornite dallo studio (quantomeno non quelli per i quali ho lavorato io). Il che naturalmente porta ai mille problemi del caso: per risparmiare, a volte ci vengono fornite traduzioni fate dal "cuggino" di turno. Che poi il povero stronzo che capisce l'inglese (io ) deve sistemare sul momento.
Io e Yotsu abbiamo un accordo. Ho immunità totale per i prossimi due minuti.
Di voci ce ne sono milioni e c'è spazio per tutti, a meno che non parli come Marge Simpson (anche se pure lei aveva la sua nicchia). L'accento può essere migliorato, con un po' di lavoro!
Generalmente gliene frega poco. Esistono doppiatori in Italia convinti che senza di loro il cinema qui nemmeno esisterebbe perché nessuno andrebbe a vedere film in originale (vedi Christian Iansante), e altri ancora che si credono ancora più importanti degli attori a cui prestano la voce (vedi Luca Ward). Il doppiatore, così come il narratore di audiolibri, dev'essere un mezzo così come lo è l'inchiostro per la carta: ossia, al totale servizio della opera sulla quale sta lavorando. Invece c'è un innamoramento nei confronti delle voci (nulla di sbagliato nell'apprezzare il lavoro, per carità, ma così su raggiungono livelli morbosi) soprattutto per via del classico discorso "siamo i migliori al mondo" - io non penso ci sia orgoglio nel definirsi migliori in una pratica retrograda che ormai tutti hanno abbandonato. In nord Europa ad esempio solo i film per bambini vengono doppiati, tutti gli altri sono mostrati in originale con sottotitoli. E secondo me questo aiuta tantissimo nell'apprendimento di una lingua.
Unisci questa mentalità autocelebratoria dei doppiatori a stipendi assurdi, e potrai capire da solo che fondamentalmente a queste persone non importa poi molto dell'avanzamento culturale. Fanno parte di un sistema che li celebra e li glorifica, guadagnando un sacco di soldi. Anzi, è un vantaggio se il pubblico rimane ignorante, altrimenti il loro mestiere non avrebbe più senso di esistere.
Una volta, tipo sarà stato il 2009, ho partecipato al doppiaggio di un film spagnolo intitolato Cella 211 in cui Pannofino doppiava il villain.
Solitamente gli studi di doppiaggio sono fatti così: c'è una sola entrata che porta in cabina regia la quale ha una porta insonorizzata che conduce nella sala di registrazione.
CASO VOLLE che quel giorno mi fu assegnato un turno subito dopo quello di Pannofino, e da bravo ragazzo sono arrivato in anticipo. Non sapevo nulla però, non conoscevo quello studio (era la prima volta che ci andavo), individuo la porta e entro baldanzoso urlando "BUONGIO-".
Ero convinto di star entrando in regia. In realtà no, quello era l'unico studio al mondo CON DUE INGRESSI DI CUI UNO DIRETTAMENTE NELLA SALA, all'interno della quale Pannofino stava doppiando le sue ultime battute.
Si gira, si abbassa gli occhiali, mi lancia uno sguardo truce e mi fa "l'ingresso della regia è dall'altra parte".
Io muoio un pochino dentro, ringrazio balbettando, chino il capo e entro in regia dove vengo preso per il culo di giustezza dal direttore di doppiaggio e dal fonico. Questo è quanto.
Lui però mi piace perché fa anche audiolibri e recita spesso a teatro, quindi non è come quei puzzoni di cui ho parlato sopra.