[Lavoro] Ma tutte 'ste cartiere...

Dato che ci sono già 2 thread sul lavoro, mi ci butto, sia mai che a qualcuno interessa anche il mio


Vi racconto un po' della mia storia per provare a spiegarvi perchè trovo affascinante produrre carta...

mi sono laureato in ingegneria dei Materiali a Padova, una delle prime università in italia ad aver avuto questa specializzazione (se non sbaglio la prima fu Trento, poso dopo venne Padova). sono quindi uscito dagli studi con un'infarinatura su tutti i materiali, ma assolutamente niente della carta. come tutti, per me era un manufatto abbastanza semplice e "noioso", poi ho trovato lavoro nella cartiera davanti casa, che ovviamente "sottovalutavo".

Ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace. sono capo laboratorio e responsabile controllo qualità in una cartiera, a ottobre 2017 ho compiuto 9 anni nella stessa azienda, passando da uffici gestionali nei classici mesi di stage, poi R&D, poi controllo qualità negli ultimi 5 anni (anche se R&D è ancora il mio pane, dato che aiuto parecchio l'ufficio "ufficiale").

ho scoperto un mondo.

essendo aziende di processo, le cartiere lavorano a ciclo continuo come le acciaierie, vetrerie etc, posizionandole quindi nella definizione di industria di processo.
ho scoperto che l'associazione cartai italiana ha negoziato per avere diritto a parte delle riserve strategiche di metano dello stato in caso di crisi del gas, il che mi ha fatto capire l'impatto economico dell'industria cartaria in italia, anche se pochi sanno quanto importante sia.

mi son reso conto di quanto la carta abbia importanza nel mondo moderno, e quanto sia cambiata la concezione della stessa anche solo negli ultimi 10 anni
ho visto un settore in crisi (causa avvento del digitale) reinventarsi e "risorgere", il che mi ha insegnato ancora quanto la carta sia "ingegnerizzabile".

insomma, come dicevo, mi sono innamorato del mio lavoro. duro come tutti, pesante perchè il telefono suona a qualsiasi ora e a qualsiasi giorno, ma sono difficoltà comuni a molti, e, dopotutto, ne vale la pena.

lavoro in una cartiera di dimensioni quasi artigianali, il mio stabilimento produce solo 150-170 tonnellate al giorno di carta. ma abbiamo quasi 5000 prodotti, perchè siamo piccoli. e siamo leader mondiali in un paio di "sottosettori".
se qualcuno è curioso... beh ho aperto apposta il thread, cercherò di rispondere al meglio alle domande
Ma siete la cartiera di Rossano? Perchè non sapevo che a BdG ci fosse una cartiera
mi serve preventivo per carta da imballaggio a 2 strati: carta + pe
parliamo di circa 120 ton/anno su bobine di 2 misure (quello che produci in un giorno lo uso in un anno )
per più info e se sei interessato pemmami!
Ma quindi cos'hia scoperto sulla carta in questi anni?

Ci sono tipologie più costose di qualità pregiata, marche?

La Fabriano è così figa come vogliono farci credere?

Diciamo che voglio stampare un artbook dove hanno i rulli, che tipo di carta consigli per avere un risultato di pregio?

Invece qualcosa di pregio ma meno costoso?

La grammatura di questa benedetta carta, cosa mi rappresenta? Giusto oggi sono andata in colorificio a comprare carta di svariate grammature (dai 200 ai 300) ma la numerazione è riferita a...?
se si può dire pubblicamente, potresti farci un esempio di uno di quei settori in cui siete leader mondiali?

Sono sempre rimasto affascinato dalle nicchie di eccellenza come questa che ha l'italia
Puoi dirci di più sul "reinventarsi" in epoca digitale, che mi sembra interessantissimo?


niente nomi (anche se intuirai probabilmente dalle risposte sotto), comunque per farti capire, nei dintorni di Bassano ci sono:
- 1 cartiera a Galliera veneta
- 1 cartiera a Rossano Veneto
- 2 cartiere a Carmingnano
- 1 cartiera a Lugo



non facciamo multistrato di nostro, ma ti piemmo lo stesso appena torno sobrio... sia mai che riesco a trovarti qualche contatto




ti cito il meno conosciuto, ma il più importante, così non spoilero troppo l'azienda: abbiamo il 40% circa del mercato mondiale della carta che serve per produrre la finta pelle.
è una carta tecnica, il cliente finale non la vede: serve da supporto per spalmare uniformemente la fusione di poliuretano nella fabbricazione della finta pelle e ottenere i prodotti che tutti conosciamo. cruscotti auto, scarpe, borse, palloni da calcio etc etc, tutto prodotto su carta nostra. il know how più che sulla tecnologia, è sul parco disegni che ha la finta pelle (immagina il disegno a coccodrillo, o le decine di disegni delle scarpe da donna, o la cover dell'i-phone), e sui contatti con il mondo della moda/automotive che magari ti anticipa i disegni che andranno di più la stagione successiva. si parla di una carta da 7-10 €/kg che la gente comune nemmeno sa esista.



qui il discorso è più ampio, ti scrivo qualche spunto, poi se vuoi approfondisco.

il mondo della carta è noto abbia sofferto la crisi del'editoria con un crollo nella produzione mondiale. il bello però è che, sebbene una cartiera non possa decidere da un giorno all'altro di passare da carta da quotidiano, a carta per il calendario Pirelli, una certa felssibilità ce l'ha.
di conseguenza un po' tutte le cartiere legate all'editoria hanno provato a passare almeno in parte alla produzione di prodotti di gamma un po' più alta quando è arrivata la crisi. chi ci è riuscito, ha convertito le macchine (si parla di macchinari lunghi anche 100 metri che consumano 2000 kw/h, bei bestioni da prender per mano) ed è rimasto in piedi, con sforzi enormi. chi non ci è riuscito ha chiuso linee. la cosa interessante è che la conseguenza è stata duplice:

- le aziende più piccole e flessibili si sono viste inondare il mercato di prodotti che loro consideravano "da battaglia", ma che riempivano il carico ordini. prodotti per i quali non erano d'un tratto più competitive. di conseguenza anche le piccole si sono specializzate in prodotti sempre più su misura, il che ha portato, ad esempio, al boom di tutte le borsette e scatole di carta colorata/brillante/metallizzata etc etc che forse non vi rendete conto hanno inondato il mercato negli ultimi 10 anni circa. pensate a quante meno borsette di plastica girano ultimamente, e non parlo dei supermercati.
- parte delle cartiere chiuse sono state poi acquistate da imprenditori che hanno reinventato le loro macchine, hanno ripreso il mercato, e hanno fatto abbastanza soldi per permettersi investimenti di decine di milioni di €, sono state riconvertite e hanno ripreso a lavorare, salvando centinaia di posti di lavoro. l'esempio più eclatante (anche se non è ancora ripartita per i soliti magna magna italiani, ma è la più famosa) è la cartiera di Mantova. l'ultima cartiera di carta da quotidiano in Italia, se non sbaglio ha chiuso 4 anni fa. ad oggi tutto il quotidiano in italia è stampato su carta estera, sapevatelo . Insomma, sembra quest'anno Mantova riparta per produrre cartone ondulato (il classico cartone di amazon). convertire una macchina da carta da giornale a cartone è una piccola impresa, ma indice di come il mercato è riuscito a reinventarsi e riadattarsi alle esigenze del digitale in pochi anni.
Grazie mille

Ti faccio un'altra domanda, da ignorante totale: che mi puoi dire della carta riciclata? Se è diffusa, se è meglio/peggio (da produrre e da utilizzare), se un giorno useremo solo quella oppure no?



in media in italia/europa un foglio di carta già adesso ha circa 7 vite prima di essere tecnicamente inutilizzabile. i primi cicli di riciclo sono pre-consumatore (scarti di produzione delle cartiere e tutta la filiera a valle); gli ultimi 2-3 cicli statisticamente sono legati alla differenziata (butti il quaderno che diventa quotidiano che diventa cartone). il che significa che già oggi circa la metà della carta che ti passa per mano contiene almeno una parte di cellulosa riciclata.

ogni passaggio di produzione però indebolisce la cellulosa a causa degli sforzi meccanici necessari a produrre la carta, di conseguenza la carta riciclata è in genere un prodotto più debole in resistenza e più "povero" in prestazioni in genere. questo non significa però che non sia utilizzabile.
al momento nella maggior parte dei casi la carta riciclata viene scelta per il costo leggermente minore, non per aspetti tecnici o estetici. se ti vendo carta riciclata non ti aspetti che le tolleranze qualitative siano a livello Ferrari, e quindi paghi meno.
il problema è la percezione del mercato: se negli anni 90 ti vendevo un prodotto da 500.000 lire impacchettato in carta/plastica che non fosse bianchissima lucidissima e/o coloratissima avresti tirato il naso.
le cose stanno fortunatamente cambiando perchè in genere la gente si sta rendendo conto che riciclato non vuol dire per forza peggiore, solo "diverso". inoltre l'attenzione all'ambiente porta le persone a cercare alternative "ecologiche". il che a volte è fuorviante, perchè se vuoi la carta bianca perfetta fatta con riciclato, devi trattare e sbiancare il macero talmente tanto che inquini meno ad usare cellulosa vergine.

il trend comunque sta già cambiando. negli USA, ad esempio, puoi vendere carta e dichiararla riciclata se contiene almeno il 40% (non è poco) di carta proveniente dalla raccolta differenziata (post consumer waste, o PCW). prima potevi chiamarla riciclata anche se c'era solo l'1% di PCW e magari il 20-25% di pre-consumer waste (gli scarti di produzione).


secondo me, il giorno in cui il mercato deciderà che riciclato è vendibile tanto quanto la fibra vergine, allora chi produce riciclato potrà investire di più nelle materie prime nobilitanti (prodotti chimici, trattamenti superficiali etc) e verrà prodotta della carta riciclata magari un po' più debole strutturalmente, ma bella da vedersi/utilizzare.
ci sono già dei casi di nicchia e di successo, ma sono ancora pochi. la mia azienda è forse il top tra questi.

il futuro quindi dipende in gran parte dal mercato, che è legato alla sensibilità delle persone all'argomento.

Allo stesso tempo personalmente sono convinto che tra qualche decina d'anni dovremo imparare a riciclare anche la carta che al momento viene buttata. in Italia siamo bravi, forse i primi in Europa. Ricicliamo a memoria più dell'80% della carta che consumiamo, ma ad esempio gli scontrini fiscali al momento non sono riciclabili, o tutta la carta igienica usata è ovviamente non riciclabile. prima o poi dovremo pensarci, è uno spreco di buona materia prima, soprattutto in italia dove l'idea di un rotolo di carta igienica fatto con carta riciclata ci fa rabbrividire. Bisogna trovare quindi un modo per pulirla/sterilizzata etc, ma se ci si riesce, sono centinaia di migliaia di tonnellate/anno di cellulosa riutilizzabile. e parlo solo dell'italia.
Interessantissimo, grazie
Come funziona la "carta" degli scontrini? Perchè non è riciclabile?

Da dove prendete la materia prima e qual è la vostra materia prima (alberi, cellulosa, boh?) ? E com'è il mercato (domanda/offerta)

Hai informazioni sul "disboscamento"? Nel senso: si produce più carta di quanto potremmo permettercene?
Aspetta aspetta, ma come si fa a riciclare la carta igienica?



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la carta igienica, come lo scottex o la carta da manifesto etc è trattata con una resina che la rende resistente all'acqua, altrimenti dopo esserti pulito avresti la mano sporca di quel che hai prodotto E cellulosa.
Questa resina quindi consente alla carta igienica di restare più o meno intera per un bel po' di tempo in acqua; il che significa che, teoricamente, è separabile dagli scarti biologici con relativa facilità.

il problema è che quando parli di agenti biologici e riciclo le leggi sono ovviamente estremamente restrittive e nessuno al momento se la sente di garantire l'assoluta sterilità della cellulosa recuperata. immagina le malattie che si trovano all'interno di un impianto di depurazione fognario, giusto per dire la più semplice.

ma sta tranquillo, a livello sperimentale hanno sicuramente già provato a riciclarla, magari fuori dall'Europa ma io non so niente e nemmeno tu


semplificando: è una carta trattata con un inchiostro speciale che diventa visibile solo a contatto con il calore. le stampanti degli scontrini non usano inchiostro, scaldano solo il "timbro" e la carta reagisce al calore.

questo causa 2 problemi al riciclo:
- qualsiasi carta bianca che provi a produrre con scontrini riciclati uscirebbe nera dalla macchina di produzione cartaria (che asciuga il foglio di carta con cilindri pieni di vapore saturo)
- i prodotti chimici presenti nell'inchiostro verrebbero "depositati" nel prodotto figlio. impensabile rischiare di fare, ad esempio, carta alimentare usando carta non "depurabile", e al momento con gli scontrini non si è ancora capito come fare.

certo se butti lo scontrino nella differenziata in qualche modo verrà spappolato e finirà in qualche cartone ondulato etc, che essendo marrone evita il punto 1; ma il secondo problema non è di facile soluzione. è diverso con gli inchiostri da stampa, che vengono "staccati" dalla carta della differenziata con appositi impianti e poi smaltiti in depuratore.
quindi gli scontrini al momento andrebbero buttati nel secco, perchè sono tanto riciclabili quanto il tetrapack



principalmente la cellulosa arriva da piantagioni di alberi. ho scritto piantagioni, non foreste. il luogo comune dell'amazzonia distrutta per fare carta è appunto un luogo comune. Ci sono motivi tecnici per non usare un baobab per far carta, ma è troppo lunga da spiegare, in caso approfondiamo in seguito. poi oh, i criminali esistono in tutti i tipi di industria, ma se sei un produttore di cellulosa ti costa meno avere delle piantagioni di alberi che tagli a rotazione piuttosto che andare in giro a tagliare alberi secolari, se non altro perchè l'impianto di estrazione della cellulosa non è che puoi spostarlo quando hai finito il bosco secolare di fianco alla fabbrica

il problema principale è lo spazio (ecco semmai all'amazzonia danno fuoco per poi far spazio alle piantagioni): una fibra corta (pioppi faggi eucalipto etc) di cellulosa la puoi usare se l'albero ha almeno 7-10 anni (dipende dalla specie), una fibra lunga (pini e abeti) direi dai 10 ai 20 anni. servono entrambe per fare carta. quindi servono tanti "boschi artificiali". più è la domanda, più i prezzi vanno su perchè l'offerta è per forza di cose relativamente stabile. non è che se la domanda aumenta oggi del 10% puoi offire il 10% in più di alberi, o gli anni successivi chiudi l'azienda. quindi se sale troppo la domanda, in genere cala la qualità dell'offerta perchè i produttori fanno cartello e scartano meno, tutti i produttori. e aumenta il prezzo. in genere per i produttori di cellulosa comunque vale la regola "taglio 1 albero ne pianto 2, che non si sa mai"

tanto per cambiare in questo momento siamo proprio in questa situazione. la cina si sta finalmente muovendo a combattere i problemi di inquinamento, arrivano voci che le aziende fuori limiti di legge vengono chiuse a botte di semestri. tutte le cartiere in cina che usano riciclato stanno inserendo cellulosa vergine in ricetta (più costosa) per abbassare il carico inquinante delle acque di scarico. e la cellulosa è passata da circa 60-70 cents/kg a 70-80 cents/kg nell'ultimo anno. speriamo tutti cali in fretta, ma quando lo farà, qualche azienda chiuderà; quelle con i margini più risicati, che saranno costrette a tenere alto il prezzo, mentre quelle con più margine lo abbasseranno prima per guadagnare quote di mercato. il solito gioco, insomma

EDIT: dimenticavo: ci sono cellulose estratte da piante che nascono e muoiono in un anno, tipo cotone, canna da bambù, canna da zucchero, ma la resa è minore e pure la qualità (cotone a parte, ma il cotone migliore si usa per vsetiti e per le banconote). quindi al momento gli alberi sono la miglior risorsa per un misto di costi, rinnovabilità, disponibilità etc etc



ti ho già risposto in gran parte: usando piantagioni, finchè c'è spazio non c'è disboscamento.
si produce più carta di quanto possiamo permetterci? penso di no, perchè comunque la crisi mondiale (sia dell'editoria che economica) ha causato nel totale del mondo carta un'inflessione sulla quantità prodotta, non so quanti milioni di tons in meno in totale (l'italia ha perso quasi 2 milioni di tonnellate/anno durante la crisi, ora dovrebbe averne recuperate tipo 500.000).

nel futuro? dipende tutto se la carta tornerà a crescere come prodotto, io ci credo molto. non parlo degli utilizzi comuni, parlo ad esempio di usarla come supporto per la crescita/ricrescita di organi, o come supporto per circuiti stampati/elettronica in genere etc etc. se c'è un breakthrough per la carta ad esempio in uno di questi due campi, allora serviranno più piantagioni e quindi più spazio; ma se la carta si userà ancora "solo" per gli utilizzi odierni... meglio preoccuparsi dei falegnami, a cui non basta l'alberello da 10 anni per fare il legno


a proposito: sono sempre in dubbio quando devo fare la differenziata su dove dovrei buttare i tetrapak del succo di frutta e del latte.
mi spiego: io li tiro nell'indifferenziata per pigrizia (hanno la parte del tappo di plastica che non ho voglia di mettermi lì a togliere, e non ho nemmeno voglia di dare una sciacquata dentro) ma nella guida del comune per il riciclaggio di certi oggetti dice di tirarli nella carta.

Questa tua frase mi fa pensare che la guida non sia attendibile e che faccio bene a buttarli nella rumenta normale?

Grazie per questo thread


disclaimer: sono meno ferrato in argomento, quindi qui ci sono molti pensieri miei ma meno fatti, probabilmente in internet trovi di più:

ci sono comuni che dichiarano il tetrapack come riciclabile, anche il mio. questo perchè in teoria esistono impianti in grado di separare la carta dagli strati di alluminio e plastica, quindi se il comune conferisce la carta a questi impianti, il tetrapack viene riciclato.
Ma in pratica, da quel che so io, le cartiere autorizzate a riciclare il tetrapack spesso hanno l'autorizzazione semplicemente per macinarlo insieme al resto del riciclato e se finisce un po' di alluminio e plastica nel cartone, pace.
il problema è lo spreco di alluminio e di plastica, che così vengono persi.

quindi a livello del consumatore, se il comune ti dice che lo puoi buttare nella raccolta carta fallo pure, ma sappi che in molti casi non separano gli strati per fare il riciclo "pulito", va tutto nel cartone degli scatoloni, solo in pezzetti molto più piccoli. non è frode eh, è uno dei metodi autorizzati per il recupero del tetrapack, ma io non lo definirei riciclo...

anche qui i produttori di tetrapack stanno spingendo molto sul riciclo selettivo degli strati di diverso materiale, e la situazione sta velocemente migliorando (torniamo la discorso che la gente è più sensibile all'argomento), ma diciamo che col tetrapack si è iniziato a far sul serio da relativamente poco tempo...
Scusate un secondo, io il tetrapak l'ho sempre buttato nella plastica.
Queste sono le indicazioni della società che gestisce i rifiuti qua da me.

http://www.geofor.it/index.php?id=312
il discorso vale per l'appunto da comune a comune. evidentemente la società della tua zona manda a qualche riciclo plastica che molto probabilmente recupera il polimero. che fine facciano carta e alluminio in quel caso, non so...
per quello dico che il tetrapack al momento non è riciclabile, per come la vedo io: casomai è parzialmente riciclabile, sacrificando qualche strato per salvare quello che ti interessa...


Trovato questo sul sito della società che si occupa del riciclo:
http://www.revet.com/it/revet/cosa-facciamo/selezione-e-preparazione-per-riciclo