semplificando: è una carta trattata con un inchiostro speciale che diventa visibile solo a contatto con il calore. le stampanti degli scontrini non usano inchiostro, scaldano solo il "timbro" e la carta reagisce al calore.
questo causa 2 problemi al riciclo:
- qualsiasi carta bianca che provi a produrre con scontrini riciclati uscirebbe nera dalla macchina di produzione cartaria (che asciuga il foglio di carta con cilindri pieni di vapore saturo)
- i prodotti chimici presenti nell'inchiostro verrebbero "depositati" nel prodotto figlio. impensabile rischiare di fare, ad esempio, carta alimentare usando carta non "depurabile", e al momento con gli scontrini non si è ancora capito come fare.
certo se butti lo scontrino nella differenziata in qualche modo verrà spappolato e finirà in qualche cartone ondulato etc, che essendo marrone evita il punto 1; ma il secondo problema non è di facile soluzione. è diverso con gli inchiostri da stampa, che vengono "staccati" dalla carta della differenziata con appositi impianti e poi smaltiti in depuratore.
quindi gli scontrini al momento andrebbero buttati nel secco, perchè sono tanto riciclabili quanto il tetrapack
principalmente la cellulosa arriva da piantagioni di alberi. ho scritto piantagioni, non foreste. il luogo comune dell'amazzonia distrutta per fare carta è appunto un luogo comune. Ci sono motivi tecnici per non usare un baobab per far carta, ma è troppo lunga da spiegare, in caso approfondiamo in seguito. poi oh, i criminali esistono in tutti i tipi di industria, ma se sei un produttore di cellulosa ti costa meno avere delle piantagioni di alberi che tagli a rotazione piuttosto che andare in giro a tagliare alberi secolari, se non altro perchè l'impianto di estrazione della cellulosa non è che puoi spostarlo quando hai finito il bosco secolare di fianco alla fabbrica

il problema principale è lo spazio (ecco semmai all'amazzonia danno fuoco per poi far spazio alle piantagioni): una fibra corta (pioppi faggi eucalipto etc) di cellulosa la puoi usare se l'albero ha almeno 7-10 anni (dipende dalla specie), una fibra lunga (pini e abeti) direi dai 10 ai 20 anni. servono entrambe per fare carta. quindi servono tanti "boschi artificiali". più è la domanda, più i prezzi vanno su perchè l'offerta è per forza di cose relativamente stabile. non è che se la domanda aumenta oggi del 10% puoi offire il 10% in più di alberi, o gli anni successivi chiudi l'azienda. quindi se sale troppo la domanda, in genere cala la qualità dell'offerta perchè i produttori fanno cartello e scartano meno, tutti i produttori. e aumenta il prezzo. in genere per i produttori di cellulosa comunque vale la regola "taglio 1 albero ne pianto 2, che non si sa mai"

tanto per cambiare in questo momento siamo proprio in questa situazione. la cina si sta finalmente muovendo a combattere i problemi di inquinamento, arrivano voci che le aziende fuori limiti di legge vengono chiuse a botte di semestri. tutte le cartiere in cina che usano riciclato stanno inserendo cellulosa vergine in ricetta (più costosa) per abbassare il carico inquinante delle acque di scarico. e la cellulosa è passata da circa 60-70 cents/kg a 70-80 cents/kg nell'ultimo anno. speriamo tutti cali in fretta, ma quando lo farà, qualche azienda chiuderà; quelle con i margini più risicati, che saranno costrette a tenere alto il prezzo, mentre quelle con più margine lo abbasseranno prima per guadagnare quote di mercato. il solito gioco, insomma

EDIT: dimenticavo: ci sono cellulose estratte da piante che nascono e muoiono in un anno, tipo cotone, canna da bambù, canna da zucchero, ma la resa è minore e pure la qualità (cotone a parte, ma il cotone migliore si usa per vsetiti e per le banconote). quindi al momento gli alberi sono la miglior risorsa per un misto di costi, rinnovabilità, disponibilità etc etc
ti ho già risposto in gran parte: usando piantagioni, finchè c'è spazio non c'è disboscamento.
si produce più carta di quanto possiamo permetterci? penso di no, perchè comunque la crisi mondiale (sia dell'editoria che economica) ha causato nel totale del mondo carta un'inflessione sulla quantità prodotta, non so quanti milioni di tons in meno in totale (l'italia ha perso quasi 2 milioni di tonnellate/anno durante la crisi, ora dovrebbe averne recuperate tipo 500.000).
nel futuro? dipende tutto se la carta tornerà a crescere come prodotto, io ci credo molto. non parlo degli utilizzi comuni, parlo ad esempio di usarla come supporto per la crescita/ricrescita di organi, o come supporto per circuiti stampati/elettronica in genere etc etc. se c'è un breakthrough per la carta ad esempio in uno di questi due campi, allora serviranno più piantagioni e quindi più spazio; ma se la carta si userà ancora "solo" per gli utilizzi odierni... meglio preoccuparsi dei falegnami, a cui non basta l'alberello da 10 anni per fare il legno