[QUOTE=Y|otsuba;19471665]Ma quindi cos’hia scoperto sulla carta in questi anni?
beh la cosa più eclatante è quanta carta usiamo ogni giorno senza accorgercene, e quante diverse cartiere servono per tutto il nostro fabbisogno. pannolini, carta igienica, scottex, quaderni, quotidiani, calendari… tutte aziende diverse. se poi parliamo di carta moneta, scontrini fiscali, assegni, buoni carburante etc, altre aziende specializzate. aggiungici tutta la carta legata al mondo del fashion e pubblicità, e il fondamentale cartone (ondulato o meno) e inizi a renderti conto di quanta carta usiamo, quante diverse aziende servono e quanti italiani lavorano (si sono patriottico in questo) in questo mondo
Ci sono tipologie più costose di qualità pregiata, marche?
qualità più pregiate si, marche diciamo che vanno molto a gusti del cliente ma soprattutto del grafico/stilista che sceglie la carta su cui fare il lavoro. la carta a spanne va dagli 0.85 €/kg per una carta da fotocopie fino anche a 3-4 €/kg per carte colorate e con trattamenti post produzione di nobilitazione (all’ingrosso). Non è una questione solo di qualità, ma proprio di fascia di gamma. è come scegliere se ti serve una utilitaria o un suv; marca e modello a parte, la scelta dell’auto dipende dall’utilizzo che ne fai
La Fabriano è così figa come vogliono farci credere?
la cartiera di Fabriano non esiste più
hanno solo una cartotecnica (tagliano la carta prodotta dal nuovo proprietario, il gruppo Fedrigoni di Verona) per tenere il nome storico. è stata la prima cartiera “industriale” in italia, dopotutto. Comunque, è carta buona
Diciamo che voglio stampare un artbook dove hanno i rulli, che tipo di carta consigli per avere un risultato di pregio?
non capisco cosa intendi per “dove hanno i rulli” 
Invece qualcosa di pregio ma meno costoso?
La grammatura di questa benedetta carta, cosa mi rappresenta? Giusto oggi sono andata in colorificio a comprare carta di svariate grammature (dai 200 ai 300) ma la numerazione è riferita a…?
grammi per un m2 di carta. più alto è il numero, più òa carta è pesante, spessa, “corposa”. per capirsi, il tipico foglio di quaderno è un 80 g/m2, il tipico album da disegno è 200-220 g/m2.[/QUOTE]
[QUOTE=elindur;19471686]se si può dire pubblicamente, potresti farci un esempio di uno di quei settori in cui siete leader mondiali?
Sono sempre rimasto affascinato dalle nicchie di eccellenza come questa che ha l’italia[/QUOTE]
ti cito il meno conosciuto, ma il più importante, così non spoilero troppo l’azienda: abbiamo il 40% circa del mercato mondiale della carta che serve per produrre la finta pelle.
è una carta tecnica, il cliente finale non la vede: serve da supporto per spalmare uniformemente la fusione di poliuretano nella fabbricazione della finta pelle e ottenere i prodotti che tutti conosciamo. cruscotti auto, scarpe, borse, palloni da calcio etc etc, tutto prodotto su carta nostra. il know how più che sulla tecnologia, è sul parco disegni che ha la finta pelle (immagina il disegno a coccodrillo, o le decine di disegni delle scarpe da donna, o la cover dell’i-phone), e sui contatti con il mondo della moda/automotive che magari ti anticipa i disegni che andranno di più la stagione successiva. si parla di una carta da 7-10 €/kg che la gente comune nemmeno sa esista.
[QUOTE=Odradek;19471720]Puoi dirci di più sul “reinventarsi” in epoca digitale, che mi sembra interessantissimo?[/QUOTE]
qui il discorso è più ampio, ti scrivo qualche spunto, poi se vuoi approfondisco.
il mondo della carta è noto abbia sofferto la crisi del’editoria con un crollo nella produzione mondiale. il bello però è che, sebbene una cartiera non possa decidere da un giorno all’altro di passare da carta da quotidiano, a carta per il calendario Pirelli, una certa felssibilità ce l’ha.
di conseguenza un po’ tutte le cartiere legate all’editoria hanno provato a passare almeno in parte alla produzione di prodotti di gamma un po’ più alta quando è arrivata la crisi. chi ci è riuscito, ha convertito le macchine (si parla di macchinari lunghi anche 100 metri che consumano 2000 kw/h, bei bestioni da prender per mano) ed è rimasto in piedi, con sforzi enormi. chi non ci è riuscito ha chiuso linee. la cosa interessante è che la conseguenza è stata duplice:
- le aziende più piccole e flessibili si sono viste inondare il mercato di prodotti che loro consideravano “da battaglia”, ma che riempivano il carico ordini. prodotti per i quali non erano d’un tratto più competitive. di conseguenza anche le piccole si sono specializzate in prodotti sempre più su misura, il che ha portato, ad esempio, al boom di tutte le borsette e scatole di carta colorata/brillante/metallizzata etc etc che forse non vi rendete conto hanno inondato il mercato negli ultimi 10 anni circa. pensate a quante meno borsette di plastica girano ultimamente, e non parlo dei supermercati.
- parte delle cartiere chiuse sono state poi acquistate da imprenditori che hanno reinventato le loro macchine, hanno ripreso il mercato, e hanno fatto abbastanza soldi per permettersi investimenti di decine di milioni di €, sono state riconvertite e hanno ripreso a lavorare, salvando centinaia di posti di lavoro. l’esempio più eclatante (anche se non è ancora ripartita per i soliti magna magna italiani, ma è la più famosa) è la cartiera di Mantova. l’ultima cartiera di carta da quotidiano in Italia, se non sbaglio ha chiuso 4 anni fa. ad oggi tutto il quotidiano in italia è stampato su carta estera, sapevatelo
. Insomma, sembra quest’anno Mantova riparta per produrre cartone ondulato (il classico cartone di amazon). convertire una macchina da carta da giornale a cartone è una piccola impresa, ma indice di come il mercato è riuscito a reinventarsi e riadattarsi alle esigenze del digitale in pochi anni.