
edit: e nel caso in cui si voglia richiedere una nuova licenza, a patto di rispettare tutti i requisiti (locale, distanze, etc.), quanto sarebbe il costo da sostenere?
[QUOTE=Ice Feanor;20100099]Allora possiamo tutti transferirci a Roma, caffe’ gratis per tutti [/QUOTE]
Daje
[QUOTE=Holback;20100214]Uscite l’indirizzo
edit: e nel caso in cui si voglia richiedere una nuova licenza, a patto di rispettare tutti i requisiti (locale, distanze, etc.), quanto sarebbe il costo da sostenere?[/QUOTE]
Non si emettono nuove licenze. Si possono rilevare solo quelle già esistenti. A meno che non ci sia un bando per potenziare una zona sprovvista e in quel caso c’è un bando d’asta. Ma di questi tempi di contrazione di mercato non ne vedi tante…
Questo per le ordinarie.
Poi ci sono le straordinarie sotto forma di autogrill/benzinai che hanno tutta una gestione che non conosco. Quelle mi pare che nei paesi le aprano ex novo.
I requisiti della rete sono distanze minime di 200m l’uno dall’altro per avere una rete di vendita uniformata e non satura. Uno può spostarsi di locale ma deve rimanere sempre in questo rispetto di distanze.
Il locale di per sé non ha prerequisiti di base, quello ce l’hanno i bar con le normative sanitarie.
Occhio a non confondere i tabaccai con i patentini.
I tabaccai hanno la T fuori, ma può capitare di vedere bar che vendono sigarette senza questa insegna. Quelli sono patentini autorizzati dal tabaccaio di zona più vicino e vendono sigarette per lui con un margine del 2%.
Iniziamo…
[QUOTE=Nicks;20100548]Un paio di aneddoti strani che ti sono capitati
Ps…tra l’altro almeno da me in paese i tabaccai sanno quasi sempre tutte le news e pettegolezzi del paese; confermi?[/QUOTE]
Di aneddoti ne ho talmente tanti che non saprei quale raccontare.
Quale vuoi?
Little Tony (assiduo cliente e grande giocatore del Lotto) che veniva amichevolmente insultato da mio padre con il quale aveva legato una bella amicizia? Di quando ha portato mio padre in giro con una delle sue super auto e mio padre lo ha maledetto di fronte a tutti perché aveva l’abitudine di passare sempre col rosso (difatti gli venne poi tolta la patente )?
Oppure di quello che voleva farsi una tracheotomia dopo aver rubato un coltello e una cannuccia dal bancone del bar?
Del tipo che ogni giorno dice di fare un lavoro diverso ma in realtà vive ancora con la mamma a 50 anni? Di quello con cui scherzi tutti i giorni e la mattina dopo ti dicono che si è suicidato in casa la notte? Dell’ipocondriaca che ti simula svenimenti cronici in tabaccheria?
Posso andare avanti per ore… potrei scriverci un libro, o una sitcom…
E quindi si, di cose ne sappiamo, specie se hai anche il bar dove la gente ti prende per un confessionale. Hanno sempre estremo bisogno di confidarsi con gli sconosciuti per via delle loro vite piatte.
Di contro non pensare: anche loro fanno presto a impicciarsi nei tuoi affari e parlarti male alle spalle. La clientela della tabaccheria è infame, non fidelizza come quella di un ristorante o di un marchio di abbigliamento.
[QUOTE=Hans Win;20100570]Immaginando di gestire un tabacchi solo con le sigarette e un solo umano che ci deve campare al minimo, e poniamo caso che i costi li mettiamo al minimo con locale di proprietà e orari di apertura max 40 ore settimanali con il sabato e domenica chiusi. Di quanto capitale iniziale c’e’ bisogno (da intendere come minimo) e quanti pacchetti al giorno deve vendere per uscirci un pulito pari a quanto prende un dipendente full time commercio? E quanti pacchetti al giorno in piu’ è in grado di vendere una sola persona al suo massimo orario tale da recuperare prima possibile il capitale investito?
A occhio e croce se lavoro 8 ore al giorno e riempissi tutte le 8 ore con 1 cliente al minuto che compra 1 pacchetto da 6 euro, avrei un potenziale massimo di 480 pacchetti al giorno che con aggio al 10% fanno 288 euro lordi al giorno di aggio. Su questa base sarebbero 75k di aggio all’anno. Per 2 fanno 150mila euro di investimento iniziale per “licenza”. Se immagino un costo aziendale di un dipendente sui 40K mi viene 150 euro al giorno che mi servono per ottenere l’equivalente di uno stipendio lordo. Restano 138 euro di grasso aggiuntivo giornaliero che detratti i costi deducibili e le tasse immaginiamo diventano meno della metà. Supponiamo un terzo è il pulito a stare stretti. Restano 46 euro al giorno. A sto punto il ritorno sul capitale potrebbe essere di 46 euro al giorno su 150mila. Ossia 12mila annuali su 150mila. Ossia l’8% di rendita o furto di valore a seconda dei punti di vista. . Di conseguenza ci impiegherei 150000/12000 = 12 anni e mezzo a rientrare dei 150mila. Dal 13mo anno si potrebbe affermare che si genera accumulo finanziario interessante. Resta da affrontare l’aspetto psicologico di prendere 150 mila euro di risparmi o di debito a seconda i casi e andare a lavorare di persona a 500 pacchetti al giorno per 12 anni e mezzo. Sicuramente è un attività che può essere gestita solo da chi ci deve anche lavorare e non vuole rischiare di perderci il capitale visto che le altre tipologie di commercio al dettaglio sono al confronto dei suicidi nella maggior parte dei casi. L’unico rischio di un investimento del genere è se dovessero liberalizzare il mercato. Che poi 500 pacchetti al giorno in 8 ore non so se è realistico tra l’altro.
Comunque tutti quelli che conosco che gestiscono un tabacchi non me ne risulta uno che se la passi male. Anzi l’esatto contrario. Tutta gente che ha comprato negli anni fior di immobili e nella peggiore delle ipotesi quando si sono rotti il cazzo per l’alienazione del tipo di lavoro, hanno fatto un botto di cash con la vendita dell’attività. Quindi la cosa funziona. Per non farla funzionare ti ci devi proprio impegnare.[/QUOTE]
Allora, tutto sto discorso che hai fatto è vero e corretto, ma si ferma al 2008.
Dopo quella data, vista anche la grande depressione è cambiato tutto. Le spese sono aumentate, alcuni enti se le sono pure inventate per continuare a mangiare.
Quindi quello che tu dici è solo la scorza di un mondo fatto di pagamenti su pagamenti che aumentano di anno in anno.
Fidejussioni, assicurazioni, commercialista, luce, imprevisti, balzelli, siae, rai, consorzi vari, canoni, trasporti… CHIUNQUE viene da te pretende soldi e tu devi produrne sempre di più.
Le tabaccherie si sono svalutate, perché mentre prima potevano permettere di dire “vendo solo siga e sticazzi”, ora quelle che hanno adottato questa politica e non si sono minimamente modernizzate ne stanno pagando lo scotto con una svalutazione di mercato mostruosa.
I motivi sono tantissimi, non ce la faccio neanche ad elencarteli per iscritto. La liberalizzazione di tutto ha dato il via al rimescolamento anche delle tabaccherie che ora possono offrire pure i servizi più strani.
E la gente pretenziosa com’è a ste cose ci fa caso.
Mettici anche il fortissimo impoverimento nazionale che porta al risparmio. Il gettito erariale dei tabacchi, considerati anche gli aumenti a contro del lavoro in discesa, costringe seriamente la gente a risparmiare e chi faceva 100k di aggio annui ora si è ridotto anche a 20.
Considera che la nostra attività ai tempi di mio padre era valutata 800k (lui la prese per 200 milioni di lire e la tirò su pazzescamente), ora me la sto rivendendo a malapena a 300k quando ne varrebbe circa 450. E chiedo anche una signora cifra, comprovata da altre valutazioni che sento in Federazione.
Sono cifre che attualmente se hai in tasca non le vai a investire in un’attività dove devi farti il culo per recuperarle, infatti non a caso ho ricevuto proposte di acquisto quasi solo da cinesi (e dal classico italiano che vuole comprare a cambiali).
[QUOTE=Hans Win;20100702]Le 8 ore è un parametro di comodo per determinare quanto è la produttività oraria teorica e quanto margine aggiuntivo lascia per ogni anno di lavoro uomo a parametro standard dopo che ha remunerato l’ora standard.
La domanda è posta in questi termini.
Poi è chiaro che essendo storicamente un’attività che stampa incassi cash a rotella apri all’alba e chiudi alle 2 del mattino 365 giorni l’anno fino a quando il gioco vale la candela. Ma queste sono scelte individuali che non sono utili a misurare una performance in modo corretto.
Conosco casi di tabaccai che si facevano il loro minimo vendendo addirittura poche marche di sigarette e aprivano con comodo ogni giorno e chiudevano in orari normali (anche perchè a fine carriera completamente alienato a quel tipo di lavoro). Tirava su l’aggio sui 60mila l’anno e se li faceva bastare solo per lui e non ne voleva più sapere di stressarsi la vita.
Dopo di che ha venduto tutto intascando un bel malloppo ed è andato in pensione. Chi l’ha rilevato ha speso un manicomio rimodernando tutto e ha organizzato 3 turni di lavoro con piu’ persone mettendo tutto quello che è possibile mettere come fonti di fatturato. Il fatturato è aumentato di tantissimo ma alla fine della fiera le persone individualmente guadagnano meno di quello che stava da solo con il neon anni 60.
Quindi stabilire dov’e’ il punto di maggior resa e dove quello di rottura è parecchio importante. Come anche stabilire se le altre vendite sono altrettanto remunerative. Tanto parliamoci chiaro, senza le sigarette puoi fare la fame con tutto il resto visto il tempo unitario che serve per ogni operazione come diceva anche l’OP facendo l’esempio delle ricariche telefoniche.
Stabilire la remunerazione per unità di tempo ritengo sia fondamentale per far quadrare i conti.[/QUOTE]
Infatti come ho detto, è un insieme di microcosmi che vanno selezionati imprenditorialmente.
Quindi ogni tabaccheria ha la sua realtà che va studiata e agita di conseguenza.
Problema è che i tabaccai di un tempo, quelli abituati a “vendo siga e stop e guadagno” di questi tempo in cui la concorrenza e la vastità di servizi si fa spazio, sono rimasti arretrati e sono andati in perdita.
Alcuni meccanismi di fidejussioni poi sembra non vengano ben capiti, e qualcuno và a anche in panne con i pagamenti.
Sul gruppo nazionale tabaccai veramente salta fuori gente che manco la terza media… e ogni tanto qualcuno di questi salta e gli revocano licenza per mancati pagamenti reiterati o roba simile.
[QUOTE=Hans Win;20100705]Una tabaccheria può rifiutarsi di tenere i giochi e vendere solo sigarette o è costretta dalle norme a tenere il lotto etc…?[/QUOTE]
Tutti i giochi si stanno privatizzando. Quindi sono facoltativi.
Il Lotto però fa parte del calcolo degli aggi, non ricordo se puoi farne a meno, credo di si, ma oltre a partecipare al calcolo valutativo insieme ti ci danno quel cazzo di 10eLotto che in certe zone è una cazzo di miniera d’oro.
Ed è un gioco fuori di testa in cui ci sono ste estrazioni a monitor ogni 5 minuti e c’è gente che ti passa il giorno intero a giocare.
E’ una slot machine camuffata, dove devi stare sempre a passare schedine come un mulo.
In ogni caso per essere precisi sull’argomento, la tabaccheria deve fornire 8 ore minime al giorno dal lunedì al sabato, ma farsi trovare chiusi prima dello stop alla raccolta potrebbe creare noie perché l’infame che ti segnala ad AAMS c’è sempre. Considera che anche alle 20 mentre stiamo pulendo arriva gente convinta che può ancora giocare i numeri
Inoltre alcuni giochi come G&V, scommesse e superenalotto (quest’ultimo comunque in forte crisi) è una pazzia non metterli perché possono raddoppiarti le entrate.
Considera anche che la distanza di 200 metri tra tabaccherie crea non solo ostruzionismo, ma anche una concorrenza equilibrata nella quale se la tua tabaccheria è veramente ridotta alla mera distribuzione di tabacchi, i clienti ci mettono poco a farsi un paio di palazzi in più e andare dal collega che invece ha TUTTO.
Insomma, un altro motivo per il quale alcuni tabaccai old style sono andati sotto ad un treno…
[QUOTE=Hans Win;20100712]Da valutare anche cosa vuol dire passare da un aliquota irpef a quella successiva all’aumentare dell’imponibile fiscale e di quanto sbattimento aggiuntivo serve per non farsi erodere il tuo oltre a dover remunerare il secondo essere umano o il terzo, pur se impresa familiare, dove poi ti fai malissimo con le tasse. Per come la vedo io il Monopolio (cosa che secondo me non durerà in eterno visto che l’europa è un pezzo che batte sull’argomento) è certamente molto allettante come sicurezza ma può diventare una trappola mortale se ti fai prendere troppo la mano. Al netto dei rischi di altro genere e salvo tecniche di efficienza fiscale al limite delle interpretazioni fantasiose sui costi deducibili. Poi a sentire qualche conoscente di recente si lamenta che il tabacco sta calando nelle vendite anno su anno e si sta cercando di recuperare il fatturato con le e-cig ma non sempre ci si riesce. Non so se al’OP gli risulta tale trend.[/QUOTE]
La storia del Monopolio che cede và avanti da più di 100 anni. Considera che lo stesso ha rinnovato proprio di recente la gestione del tabacco in Italia.
Se perdessero tale predominio, vedresti un’impennata di contrabbando senza precedenti con distruzione del sistema erariale.
L’Europa è convinta che come tutti gli altri paesi le sigarette possono starsene nel supermercato a libero prezzo, ma è bastata l’epidemia di Covid con l’estrema necessità di farci stare aperti a dimostrare che lo Stato di questa gestione ha assoluto bisogno.
Non fatico a pensare che se l’Europa ordinasse di togliere questo sistema, l’Italia andrebbe in default nel giro di pochi mesi.
Le lamentele sono corrette, mi arrivano dai trasportatori tabacchi che mi comunicano che di 50 rivendite a cui consegnano, io sono l’unico di tre che non ha minimamente calato il fatturato.
Altri lo hanno dimezzato.
I soldi in Italia stanno finendo, e qualcuno in politica ancora non se ne è accorto.
Il mercato e-cig come già discusso su Agorà è stato gestito DI MERDA. Come sta venendo gestito di merda anche quello sulla Cannabis. E questo denota il bigottismo e la scarsa modernità di chi sta al Monopolio (età media negli uffici: 63 anni).
Quando uscirono stecazzo di ecig tutti convinti che la morte delle tabaccherie era imminente.
Noi d’altro canto eravamo incazzati per una singola cosa: abbiamo una LICENZA con delle regole FERREE che diceva che non possiamo vendere articoli concorrenziali al tabacco, cosa che le ecig erano.
Quindi noi non potevamo venderle o ci revocavano licenza (passavano i NAS imbruttiti a controllare), mentre tutto intorno aprivano negozietti come pustole a fare miliardi.
Quando la moda è rientrata, lo Stato si è svegliato e ha detto che le potevamo mettere anche noi, ma era troppo tardi: i negozietti stavano già scoppiando, la moda era passata e i dispositivi ancora buoni da utilizzare venivano ordinati sotto costo online dall’estero.
Altra reazione elefantesca dopo 1 anno: accisa e proibizione di import di questi dispositivi, ma ormai di quel mercato rimangono solo pochi appassionati che non fanno il 5% di un fatturato tabacchi.
Ah, dal primo gennaio di quest’anno si sta verificando una cosa analoga con le cartine e i filtri…
[QUOTE=Predy;20100257]
I tabaccai hanno la T fuori, ma può capitare di vedere bar che vendono sigarette senza questa insegna. Quelli sono patentini autorizzati dal tabaccaio di zona più vicino e vendono sigarette per lui con un margine del 2%.[/QUOTE]
le sigarette costano il 2% in più dai patentini oppure i patentini prendono 2 punti percentuali dei 5 del tabaccaio?
[QUOTE=Nicks;20103868]Perché non vendi licenza? Puro calcolo economico (se sì, l’hai fatto?) oppure vai avanti anche per abitudine?[/QUOTE]
La sto vendendo e avevo un acquirente prima della pandemia. Vedremo quando rientra tutto.
Il problema di vendere una tabaccheria è che non puoi andare sotto le valutazioni che ho citato, se lo fai ti becchi accertamento dell’AdE. E in molti casi chi ha voglia di sborsare mezzo milione di euro per andare ad ammazzarsi di lavoro? Meglio tenerselo in tasca e goderselo no?
Conta che una volta presa la licenza bisogna pagare la cosiddetta novennale, cioè la concessione che si avrà per i seguenti 9 anni di utilizzare la licenza. Questa si calcola in base a quanto ha fatto il tabaccaio venditore l’anno prima di aggi tabacchi + Lotto al 50%.
Quindi se una tabaccheria ha fatto 60k di tabacchi e 30k di lotto, saranno 90k che al 50% sono 45mila euro da corrispondere allegramente allo Stato.
Comunque se vendo ho già pronto un nuovo progetto che sperò sia quello che mi porterà alla pensione. Notare che io nel tempo ho anche comprato le mura della tabaccheria, quindi il compratore dovrà corrispondermi l’affitto. Questo andrà a coprire il mutuo ancora esistente, ma tra 15 anni potenzialmente ho 2k di entrata mensile garantiti (se il locale rimane affittato).