Visto che ormai è diventato un tema ricorrente, direi di raccogliere e discutere qui le peggio porcate revisioniste sul fascismo che stanno venendo fuori dalla simpatica destra che è andata al governo
Inauguriamo con il presidente del senato La Russa, seconda carica dello stato
Mi fa morire che periodicamente si sentano tutti belli ringalluzziti e pronti a pensare “Dai, ormai siamo sdoganati, è il nostro momento, possiam dire come la pensiamo, che bello, siamo tornati e non dicono più nulla!”.
E invece NO.
Non c’è più il benzinaio, ma Piazzale Loreto sta ancora lì, pronta e bella spaziosa.
La Russa e’ una merda fascista, in piu’ e’ un cretino. Che pero’, lui e gli altri fascisti mentecatti che stanno al potere, sbandierino il revisionismo in modo cosi’ palese e poco furbo mi sembra principalmente un tentativo di alzare un polverone per coprire fallimenti e ruberie del governo.
Cmq penso sia un misto di cause e concause: ignoranza (tanta), malafede (tantissima) del fascista che vuole girare la frittata e volontà di agitare le acque e distogliere l’attenzione del pubblico verso un governo che sta facendo schifo sotto ogni punto di vista, scontentando tutti, chi li ha eletti e chi non li voleva prorpio. Pero’ mi raccomando… parliamo dei partigiani che hanno causato l’eccidio tirando bombe ai musicisti pensionati e delle coppie gay che prendono l’utero in affitto.
Stasera su rete4 avevamo direttamente la conduttrice Palombelli che raccontava che suo nonno antifascista aveva visto tutto e sapeva che i nazisti morti erano brava gente che è stata assassinata da un attentato partigiano
Diventa difficile combattere una guerra con un esercito invasore composto da brava gente. Se spari, sei un po’ stronzo. Se non spari, ti conquistano e ti tocca imparare il passo dell’oca.
Tempi difficili
l’Italia è un paese che riesce a farti vergognare di appartenervi. Neanche su di un fatto così chiaro e lampante riusciamo ad avere una memoria storica condivisa. C’è il gonzo pavido che si beve la propaganda e c’è l’avvelenatore di pozzi che agisce intenzionalmente.
La pizza, l’architettura e il genio solitario di alcuni nostri compatrioti non mi compensano per nulla. Questo è un popolo infame.
Brunella Bolloli
Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l’università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po’ pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c’è la passione c’è tutto. Volevo fare l’inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.
È capitata a Libero non fa una grinza. Sul diventare giornalista vera ha fallito.