L'angolo del libro: Il Capitale di Piketty



Non credo proprio guarda il rendimento in conto capitale delle abitazioni fino al 2006

Comunque non capisco bene neanche io quel concetto di capitale infruttifero Sonne.
Economicamente è indifferente se io affitto la casa a terzi o la abito.
In un caso avrò un rendimento monetario che però dovrò impiegare per pagare un eventuale affitto, nell'altro semplicemente ho un rendimento "in natura". Ma teoricamente tra l'affittare l'immobile residenziale e abitarlo non cambia nulla. È un po' come se affittassi casa mia e andassi ad abitare dal vicino passandogli l'affitto

EDIT.: ho capito il ragionamento
Essenzialmente nel caso dell'affitto il rendimento comprende anche la remunerazione del capitale, nel caso invece dell'abitarla io non mi aspetto un rendimento sul capitale, ma solo una logica copertura dei costi associati al suo mantenimento.
Considerazione effettivamente eccellente.


Non mi sono fatto capire.
Nel settore residenziale r e' positiva. Tutti d'accordo. Pero' r e' ancora piu' alta se investita in mezzi di produzione.
La "r" di Piketty e' la media tra la r residenziale e la r produttiva. Se togliala r residenziale la r di piketty e' la sola r produttiva. Cioe' se non conti il settore residenziale la r aumenta, non diminusce. Dunque r_produttiva>r_piketty>g


Sono tutti numeri post-deprezzamento (del 10% peraltro, quindi bello alto).


Anche questo e' sbagliato. Se decidi di abitare una casa che avresti potuto fittare in realta' hai semplicemente deciso di consumare il tuo reddito da patrimonio nella casa in cui abiti. Senza patrimonio non potresti farlo, dovresti darla a chi guadagna tramite lavoro. Ancora una volta, il patrimonio in quanto tale genera un profitto. Profitto implicito in questo caso ma altrettanto vero.


E' una bella parabola. Ma e' solo una spiegazione possibile. La domanda e' se empiricamente corretta.
Per esempio, esiste una relazione tra gli investimenti esteri e la crescita economica? Dovremmo vedere una chiara e precisa relazione secondo il tuo modello, eppure la relazione empirica tra FDI e crescita economica e' molto dubbia. Di solito la relazione e' positiva solo attraverso gli "spillover effects", cioe' l'abilita' delle aziende locali di imitare le multinazionali. Che poi e' il punto che fa Pikkety.
Qual'è la media di r stimata nel libro?

Questo è quello che ho pensato anche io prima, ma prova a pensare alla natura del rendimento del capitale, questo capitale esce dalle logiche del costo opportunità del capitale perchè semplicemente non viene prezzato. Sotto questo punto di vista è improduttivo, perchè per quanto ne sappiamo il reddito da capitale dell'investimento potrebbe essere nullo.
È come se io avessi del capitale e lo prestassi senza interesse.

Potrebbe essere che mi sbaglio comunque, sto cercando di fare un ragionamento.

"real estate returns" 4-5%, "sometimes a litle less"
"capital invested in business" 6-8%

Ancora non si e' avventurato nella disamina nazione per nazione pero'.


La liquidita' e' un po' il gatto di Shrodinger. Finche' non vendi la casa non hai veramente guadagnato nulla (se non l'averci abitato). Pero' per lo stesso ragionamento: finche' non hai venduto le tue azioni non hai generato alcun ritorno (se non i dividendi).
E' un discorso formalmente giusto, ma secondo me inutile.

Se Bill Gates vendesse tutte le sue azioni Microsoft domani, di sicuro non le venderebbe al prezzo di mercato. L'impatto sarebbe enorme. Allora sbagliamo a dire che Bill Gates vale tot miliardi? Dovremmo dire che Bill Gates non vale niente se non i dividendi che ha acquisito?
Non voglio dire che la liquidita' non sia importante, ma se fai un discorso su scala nazionale secondo me perde di valore.

Domanda: immagina che sia tu che io siamo disoccupati. Tu hai un bilocale a Roma, io no. Per legge non puoi venderlo, mai. Io e te abbiamo lo stesso regime di vita? Ovviamente no. Io devo pagare l'affitto e tu no. Tu hai un reddito da patrimonio. Anche se il patrimonio e' completamente illiquido.
Ha ragione Sonne a chiedersi come si fa a calcorare allora il valore della casa se non puo' essere venduta e quanto questo cambi i numeri nel libro. Ma e' altrettanto vero che il patrimonio in quanto tale ti genera profitto. Questo profitto e' scremato da cio' che viene prodotto. Questo e' alla fine il punto di Piketty, secondo me.
Visto che non tutti possono leggere il FT.
Riporto da chi riporta:
http://www.finanzaonline.com/forum/macroeconomia/1606264-i-ricchi-sempre-piu-ricchi-e-i-poveri-sempre-piu-poveri-una-sciocchezza-16.html#post40169365

Postiamo anche la risposta di Krugman per completezza.
http://krugman.blogs.nytimes.com/2014/05/24/is-piketty-all-wrong/?module=BlogPost-Title&version=Blog%20Main&contentCollection=Opinion&action=Click&pgtype=Blogs®ion=Body
Si, pero' posta anche le varie "critiche alla critica". L'Economist, Jonathan Hopkins, Carter Price e, ovviamente, Krugman sottolineano tutti come gli errori siano minori (e tanti non siano errori affatto) rispetto alla tesi portata.
Una voce fuori dal coro su questo e' hotair.

Questo perche' la debolezza del libro non e', secondo me, sui dati o la metodologia. La debolezza e' teorica. Appena ho un po' di tempo posto piu' a lungo.




Ah, e' arrivata la rispostona di Piketty. Con sunto sul NYT.
Io non ho capito la critica "le medie in Europa dovevano essere ponderate per la popolazione"

Ma in questo caso non vuol dire che la Svezia ha avuto un peso più alto del dovuto e l'UK più basso del dovuto?

Insomma, con la metodologia proposta dal FT le diseguaglianze europee sarebbero più ALTE rispetto a quelle proposte da Piketty (visto che la svezia è un paese con GINI più basso) , mi sono perso qualcosa?
Comunque il punto più divertente della risposta è questo:



Così a naso: classico Cherry Picking, un signor nessuno ora è alla ribalta internazionale, e dovremmo sorbirci i fanatici per anni a venire.
Appena finisco gli esami mi ci butto un po' di più.


La dinamica che interessa sono i tassi di variazione della concentrazione, non i livelli assoluti.


Io onestamente mi stupisco che ci sia ancora gente che crede che si possa imparare qualcosa di utile dall' analisi di serie storiche macro

Gli economisti son troppo divertenti

Ecco, questa e' una buona lezione. Leggi una cosa prima di commentarla con gli smiley.


Ma non mi rompere le palle, è un giudizio di impressione (e il bello è che lo anche esplicitato), basato su quanto ho letto su FT, e la sua risposta, nonchè premesse anche tue.
Shenlong non ha letto un cazzo e ha messo gli smiles pure, perchè devi rompere le palle solo a me?

Tuo post d'apertura

Climbata di Piketty

Quindi uno dei due dice cazzate, e ho il sospetto non sia te, considerando che anche il suo più grande supporter Krugman ha fatto un parziale passo indietro.
Quando avrò tempo di dedicarmici seriamente (a meno che tutta la faccenda non sia debunked prima del tempo) sarò anche pronto eventualmente a rivedere le mie opinioni.
eh preparate il nobel

che poi per la cronaca piketty e criticabilissimo, solo non da voi


oh zitto che ci sto facendo un paper sulle serie storiche macro

Perche' sei il target dell'articolo del financial times. Una persona che spera Piketty abbia torto e appena legge il titolo sul giornale gia' va dicendo (come hai fatto tu in un altro thread) che va tutto bene, Piketty ha contato male, il capitalismo vince ancora.
Poi pero' arriva la risposta, arrivano le critiche ma ormai tu sei gia' passato ad altro, ed hai perso una buona occasione per imparare qualcosa.

Dino, tante battaglie che ti porti dietro su questo forum e su agora' sono comprensibili. C'e' spazio e c'e' ragione di difendere il libero mercato in tante occasioni. Ma tante volte sembra tu ti riduca a cheerleader. La conoscenza delle scienze economiche e' un vantaggio, ma va temperata attraverso dati e studi sui costi, le vittime ed i fallimenti di mercato.

Ora pero', se proprio vuoi dare torto a Piketty, comincia da qui, e qui.


Scusa eh, ma nel riassunto dell'introduzione che ho fatto:
<<Secondo l'autore, il risultato principale del libro e' il rifiuto del determinismo economico: "la storia della distribuzione del patrimonio e' sempre stata politica e non puo' essere ridotta a meccanismi puramente economici">>
Che e' esattamente la stessa cosa che dice poi nella risposta al financial times.



Ah, buona fortuna


Didascalia: Thomas Piketty assorto nei calcoli per il suo ultimo libro mentre pondera la sua tesi.

Comunque il bashing che sta subendo è vergognoso, peraltro da gente che ha sempre scritto libretti. E' ironico perchè nel mondo finanziario quasi tutti, sebbene ci sia disaccordo, ne riconoscono i meriti.
Ma viviamo nel mondo dove il nipote di Friedman vuole farsi le isole e si crede un economista per aver letto Hayek e la Rand, peccato che il governo non possa prendere a calci nel culo la gente (servizio militare obbligatorio).


Ma questo e' un non sequitur. Forse anche riducibile a meccanismi puramente economici, sarebbe comunque una decisione politica il non decidere di fare qualcosa a riguardo.