La mancanza di carta igienica può manipolare l'inclinazione dei governi?

Il post di Malanic mi ha stimolato un quesito laterale.

Cosa accadrebbe ai governi se finisse la carta igienica?

In rete ho trovato solo delle risposte generiche se la carta igienica finisse tipo questo

Secondo me la cosa potrebbe avere delle ripercussioni anche alla stabilità dei governi ma non riesco ad argomentare meglio questo mia sensazione che si basa sull’osservazione distratta della specie umana, ancorchè interferita dai media odierni.

Per capire meglio mi sono guardato qualcosa sul business della carta igienica

Gniente, ho il sospetto che se finisse la carta igienica accadrebbero cose.

Cioè non è che a me sposterebbe chissà che, penso mi pulirei il culo con un set di tovaglie per poi lavarle e asciugarle.

Tra l’altro da piccolo ho davvero vissuto senza carta igienica e ricordo che la nonnina strofinava le pezze di merda col sapone duro e poi si asciugavano al sole.

Vabè che erano tempi duri ma sorvoliamo.

Però non so se l’ipotesi che mi appare effimera nasconda un previsionale effetto butterfly nelle varie culture che mi sfugge.

Penso la carta igienica rappresenti un bene particolare per la società, una sorta di superfluità essenziale, perché correlata ad una ben precisa forma di confort di un contesto assai intimo e culturalmente significativo, un poco come gli alcolici, sebbene questi abbiano un impatto nefasto sulla salute individuale e pubblica e non siano altrettanto totalizzanti quanto l’igiene personale.

sarebbe la naturale evoluzione dell’umanità con l’estinzione di tutti quei popoli trogloditi :dunno:

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https://twitter.com/LauraRaffaeli/status/1033421034656092163

Adesso fanno la carta igenica con il bamboo (che è una graminacea)
siamo salvi

io sono allergico alle graminacee , quindi dovrò farmi il bidet col cortisone poi :asd:

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Consiglio di guardarla. È geniale e vera

404…

E comunque nel 2020 successe davvero in giappone. Era il periodo in cui c’era carenza cronica di mascherine che, essendo prodotte in Cina, con il blocco degli export di quel periodo divennero bene introvabile.

Giocando su quel fatto, venne fuori la diceria che pure la carta igienica era prodotta in Cina, e come tutte le cose prodotte in Cina le esportazioni erano bloccate, e quindi ci sarebbe stato shortage.

Scatto’ la ressa per accaparrarsi i bustoni di carta igienica, con conseguente carestia e razionamento. E in TV tutti a spiegare che il problema non era di produzione (la carta igienica viene prodotta in giappone) ma gli acquisti sfrenati avevano sdraiato la logistica. Ricordo ancora in TV per tranquillizzare la popolazione venivano mandati video di depositi pieni di bustoni di carta igienica… Eppure la cosa ci ha messo mesi a tornare a livelli normali…

Il governo in questo periodo era occupato a tranquillizzare la gente, a diffondere le immagini dei depositi pieni di carta da culo e cercava disperatamente di ideare una politica di contenimento per la nuova malattia d’oltremare…

Se succedono ste robe con la carta igienica, mi immagino gia’ quando iniziera a scarseggiare l acqua :rotfl:

Non dimenticherò mai alcune ragazze (straniere) che mi avevano fotograto il bidét a casa in Italia quando le portavo a Milano.

Io sono un fanatico del bidet. Il suo nome deriva dal francese bidet, termine che indica anche il pony. L’omonimia è dovuta alla somiglianza della posizione che si assume durante l’utilizzo del bidet con quella della cavalcata del pony. La parola deriva dalla radice celtica bid, col significato di piccolo, e bidein, piccola creatura. Anticamente era detto bidetto.
Del bidet non si conosce né la data certa né il nome del suo inventore. La prima testimonianza certa risale al 1710, anno in cui tale Christophe Des Rosiers lo installò presso l’abitazione della famiglia reale francese. Il primo riferimento scritto al bidè risale al 1726. Nella seconda metà del Settecento la regina di Napoli Maria Carolina d’Asburgo-Lorena volle un bidet nel suo bagno personale alla Reggia di Caserta, ignorandone l’etichetta di «strumento di ristoro da meretricio». In realtà il bidet si è diffuso in Italia in tempi relativamente recenti dopo il secondo dopoguerra. Tanto i gabinetti comuni delle case operaie dei grandi centri urbani, quanto le latrine contadine ne erano generalmente privi.
Dal 1900, con la diffusione delle tubature all’interno delle case private, il bidet divenne un oggetto utilizzato non più in camera da letto, ma nel bagno, insieme al water, che sostituiva il pitale tenuto in camera.
Nel 1960, invece, ci fu l’introduzione sul mercato di un sanitario, il washlet, risultante dall’unione del water con il bidet, particolarmente utile in piccoli ambienti in cui i due sanitari non troverebbero posto; esso è a volte detto «bidet elettronico», ma in Italia non ha incontrato favore e non si è diffuso.
Tuttavia esistono tracce di sistemi adibiti allo stesso scopo nella civiltà romana, così come per il water.