Cmq sia, l’approccio di clanbase e esl era corretto. Il problema era che 1 titolo durava anni, i server erano hostabili da chiunque, era tutto piu semplice. Ora è tutto inchiavardato e per hostare devi pagare 1 rene. Anzi nemmenonhosti piu, paghi per 1 istanza hostata chissà dove e con 3 settings in croce. Un gioco che tra 6 mesi non si caghera piu nessuno.
Ma di che stiamo a parlare? Dai… anche perche bimbetti di oggi saprebbero tirare su un server da zero? E questo è soltanto 1 dei molti aspetti.
Da una parte l’integrazione degli strumenti come voip, ladder etc nel gioco ha reso tutto più semplice, dall’altra ha tolto utenza ai portali come clanbase (che sono morti infatti). Io ammetto di essere fuori dalla scena dell’esport. Vado online faccio la mia partita casual o magari con due o tre amici e via.
Ma Ho provato per 2-3 mesi a giocare con un clan di csgo (che tra l’altro è uno dei giochi più longevi e giocati) e l’impressione che ho avuto è che la comunità si sia polverizzata e impoverita.
Il matchmaking ha contribuito, secondo me, per la maggiore, a ridurre le interazioni tra giocatori.
Non devi più conoscere altre persone per organizzare delle partite e giocare (competitivamente o meno), lo fa il gioco per te.
Da quando è così, tu (o il tuo team) premi un tasto, e il gioco fa il resto, ti trova un’altra persona, che non saprai mai chi è, che forse saluti giusto con un GLHF e GG alla fine, e poi basta.
Niente più forum, niente più ccommunity, niente più chat: dall’altra parte a momenti potrebbero addirittura non essere persone che per te non cambierebbe niente a livello umano.
Quello che era nato e si era costruito nel tempo con siti quali clanbase e ESL era cresciuto così bene e genuinamente proprio perchè esisteva la necessità per i giocatori di conoscersi tra loro, per poter giocare.
E da lì si creava qualcosa di più della semplice community di un videogioco: nasceva il desiderio di approfondire la conoscenza delle persone che ti trovavi davanti in una partita di UT o Quake (o altro).
Quindi, complici anche le connessioni lofi (ma secondo me non poi così tanto), i player avevano il desiderio di organizzare e/o partecipare ad eventi dove ci si potesse incontrare dal vivo: le LAN.
Guarda che pure col matchmaking, se c’è in sistema di rating tipo elo alla fine i migliori giocano sempre con i migliori, e finiscono comunque per sapere chi è chi
All’epoca si creavano dei “micromondi” veri e propri dove ci si conosceva un po’ tutti: dal campione al più scarso ci si conosceva e ci si rispettava (e ci si flammava).
Ti posso assicurare che una community come quella di Unreal Tournament con un sistema come quello attuale non si sarebbe mai formata e non avrebbe mai legato così come accadde ai tempi.
Non è solo una questione di conoscersi tra i più forti, è una questione di interazione sociale.
Voglio dire, i tornei ad invito li fai comunque con i più forti che vedi tramite rating.
Per i casual è mille volte più facile giocare, e quindi per i più forti è anche più facile emergere.
Per come è fatto il mondo oggi, tutti i più forti hanno canali twitch e/o youtube, e le community si fomano intorno a questi punti di aggregazione. Certo, sono community meno solide, ma sono anche più aperte.
Esport non era solo (IMHO) il professionista che fa esperienza e poi prende soldi.
Esport era anche la partita tra amici in tornei più o meno amatoriali.
Era l’equivalente delle categorie più basse del calcio/basket/pallavolo o dei tornei cittadini.
Che poi era anche la palestra per quelli che diventavano bravi e famosi.
Quella parte è andata scomparendo ed è un peccato perché era una parte interessante.
mi metti un po’ in difficoltà, dovrei trovare il modo di argomentare una risposta un po’ articolata.
Spero di farcela
Secondo me per prima cosa, una community più legata e con una maggiore interazione porta la gente (anche cosiddetta casual) a volersi mettere in gioco di più: non c’è solo lo stimolo del gioco stesso ma c’è anche lo stimolo generato da un confronto più diretto.
Un player con livelli di esperienza inferiore ha maggiori possibilità di confrontarsi, non solo in gioco, ma anche parlando/discuitendo, con altri player con maggiore esperienza.
Un punto su cui mi sento di dissentire è che “per i più forti è più facile emergere”: secondo me c’è anche una fetta di giocatori che ha del grande potenziale ma che non trova lo stimolo giusto per esprimerlo, cosa che invece potrebbe trovare in una community più “engaging”.
Poi, se vale il discorso per cui l’esport non è solo quello professionistico, la solidità di una community per lo sviluppo di una “disciplina amatoriale” ha un ruolo a mio modesto parere fondamentale.
Il multyplayer è fatto, secondo me, prima di tutto di persone, e più queste persone hanno la possibilità di interagire attivamente e di creare “punti di incontro” anche culturale che ruotano intorno ad un determinato videogioco, maggiori sono le possibilità che si sviluppi uno spirito di “try harder”.
Anche la formazione di nuove squadre, per i giochi che lo prevedono, necessita che le persone si possano, in primo luogo, incontrare a confrontare: cosa che con i moderni sistemi automatici diventa secondo me più raro che accada.
Io dell’esport italiano non so nulla ma se mi dici che la eSerieA è tra quelli più seguiti, vedendo i numeri che fa su yt e twitch direi che sì, l’esport in Italia è morto.
Condivido tutto e aggiungo una cosa importante a riguardo che mi fa inbestialire. Il tutto va peggiorando anno dopo anno “grazie” si al sistema mmr ma sopratutto dalla consequenziale sparizione dei server dedicati. La vera sfida la ritrovo in quei pochi giochi che utilizzano ancora i server dedicati dove un giocatore come me quando trova il server giusto non cambia server per fare un paio di kill in più ( gratificazione dei giochi “moderni” e del loro mmr…) ma anzi insiste nel giocare contro i più forti proprio per migliorarsi.
E poi i giochi senza chat pubblica…io cerco l’interazione con gli altri ma tendenzialmente i giochi moderni ( fps sopratutto ) la limitano al minimo sindacale e ti sbalzano da un server per tryharder ad uno dove sembra di giocare a farmville.
anch’io condivido in toto quanto scritto da rampage,
non possono esserci scene pro se manca la base di noobs appassionata.
Una volta c’erano i server pubblici dove si entrava, si parlava in chat, si conosceva gente, perchè si rimaneva dentro per più tempo in un ambiente più rilassato, c’erano i clan, i forum
ora c’è il tastino matchmaking e via subito di competitiva dove ci si insulta e basta perchè “si perde MMR”, ogni partita giocata con persone diverse se non si ha già un gruppetto di amici
Avrei giurato fossi tu il primo felice di leggere queste storie, averne thread così onestamente.
Ad ogni modo penso sia difficile per chi non ha vissuto in prima persona l’era dei server dedicati capire cosa effettivamente abbiamo perso. Poi bisogna anche essere sinceri e ammettere che quel tipo di “community” oggi non sarebbe possibile, in primis perché i numeri non sono lontanamente comparabili ma soprattutto perché la “netiquette” è praticamente scomparsa. Oggi nei titoli online tocca mettere sistemi di analisi delle chat vocali perché c’è gente che vomita odio, razzismo e minacce senza motivo alcuno, all’epoca il massimo dell’insulto era un “cu@LAN” e poi in LAN andavi a mangiare la pizza insieme. Si potrebbero scrivere libri sul cambio generazionale anche solo analizzando il comportamento dei giocatori online.
mIrc il grande aggregatore; le sere nei canali dove organizzavi i match fra clan o sfide varie. Ne finivi una e subito a cercarne un altra per non passare nei server da 20 vs 20.
Edit: Tfc nel mio caso
Ma vedi anche sta terminologia “tryharder”… una volta TUTTI si tryhardava di default, entravi in un server di TDM o DM a ut potevi trovarti contro anche un clan al completo stavi li giocavi prendevi mazzate, ma non è che uscivi dalla partita rosicando o sbattendo i pugnetti sul tavolino…
Uscivi e volevi essere più forte di quelli là, e tornavi a giocare per quello.
Da quando han messo ranking, MMR, e roba del genere, via si da per scontato che tu debba per forza in ogni caso giocare contro gente brava o scarsa quanto te, perchè altrimenti guai se la partita diventa difficile.
Senza contare il fatto che innesca meccanismi stupidi e malati, ho perso una partita ho perso punti, ora ne devo vincere due per andare in positivo e cose di questo genere… Per cosa? prima o poi ti ritrovi che giochi per i punti , ti incazzi quando perdi e via dicendo…
La chat pubblica spesso la togli per via della tossicità che può assumere.
Per intenderci anche sui server di ngi ogni tanto la battuta il mezzo insulto anche goliardico, non mi è mai capitato di vedere nemmeno un decimo dei flame che ho visto anni dopo in partite di LoL o altri giochi…
Oh se volete si apre un bel 3d apposta per il memorabilia dei giochi online old school. Anzi già ci avevo provato un paio di anni fa. Però qui si cerca di parlare di E-sport e di dove sta andando a parare, quindi le vicende personali di 20 anni fa sono ot.
Io non so che tipo di allenamento fanno questi che fanno esport, tipo csgo competitivo, ma sicuramente è uno spaccamento di cazzo totale.
Ma anche gli strategici, o le robe tipo dota, dove conta la strategia ma anche la velocità con cui gestisci l’ui.
Sarà che sono vecchio e quando becco i giovani online mi fanno il culo.
Ho visto qualche spezzone di torneo di un po’ di giochi ma sono inseguibili per uno che ha 20 ore di gioco su un titolo, non si capisce un cazzo.
Gli sport traslati in esport invece riesci a seguirli anche se non ci hai mai giocato.
Insomma, gli esport che funzionano in italia sono quelli che vanno bene per chi non ci capisce una sega di giochi, tipo me
Ovviamente cambia molto da titolo a titolo, nei rts oltre alla strategia da adottare e quindi relativa pratica di opening e timed attack contano moltissimo gli apm e abilità nel multitasking mentre nei moba te ne puoi tranquillamente sbattere i coglioni degli apm.
Poi su LoL ad esempio è risaputo che i coreani hanno una routine molto rigida e infatti quando poi non sono più al top e vanno a prendere la pensione in America in tanti hanno raccontato di essere rimasti sotto shock per la scarsità di tempo dedicata agli allenamenti venendo pagati di più tra l’altro.
Infatti quest’anno potrebbe essere l’ultimo che viene svolto LCS perchè tutte le società sono in perdita da anni e senza aver mai veramente provato a coltivare i talenti locali preferendo spendere milioni su milioni su coreani già affermati nella scena.