Visto ieri.
Il fan di Tarantino che v'è in me ai titoli di coda era così:

Tarantino al 100%, ma versione Pulp Fiction: dialoghi leggendari, a volte lunghissimi, parti al limite della noia e climax girati benissimo, crudezza sangue e tocio, personaggi fantastici ben caratterizzati.
Il me cinefilo ne è uscito invece così:

Perchè 15 anni dopo Pulp Fiction l'aspettativa è di vedere un film scritto come Pulp Fiction e girato e montato come Kill Bill. Invece quando Tarantino mischia sceneggiatura e regia, il Tarantino grande sceneggiatore sovrasta il Tarantino grande regista. Sembra di vedere uno studente che si impegna e prende 10 nelle materie a lui favorite, ed uno striminzito 6 in quelle in cui, per quanto possa essere bravo, fa il meno possibile. Purtroppo la media che risulta è un 8, quando potrebbe essere un 10 e lode. A volte escono inquadrature e piani sequenza da bava alla bocca, ma spesso ci si accontenta della sufficienza. Il film soffre terribilmente della sua costruzione a scene, letteralmente accostate con pochissima continuità. Il ritmo ne soffre a bestia, dando una sensazione alla pulp fiction ma anche molto peggio. Purtroppo mi ha dato l'idea che alcune scene siano molto più curate di altre dal punto di vista cinematografico. La prima, ad esempio, è forse quella girata meglio. Poi purtroppo la qualità delle immagini e del montaggio scade un po', a mio avviso.
La gestione degli attori invece è fenomenale. Niente da dire a riguardo, con un Brad Pitt che interpreta l'ennesimo ruolo-gemma della sua grande carriera. Ma il premio per il miglior attore va sicuramente a Christoph Waltz.
La trama è molto differente da quanto potreste immaginare. L'azione è molto limitata, e questi "basterds" sono davvero "inglourious". Geniale l'idea di mantenere le lingue originali ed i vari accenti, che offrono uno spaccato della dimensione europea del terzo reich. Non oso immaginare la resa del doppiaggio, come verrà storpiato l'accento del Tennessee di Pitt, il duro inglese dei tedeschi oppure quello reale delle spie inglesi. Per il resto, Tarantino usa e gioca con il periodo nazista come se fosse una storia morta e sepolta e non una ferita ancora aperta, il che ovviamente è positivo ma pericoloso al tempo stesso. La storia si dipana tra senso del ridicolo e drammatico, senza mai scadere nel tragico o nel grottesco.
Il film è pesantemente influenzato dagli amori Tarantiniani, il pulp anni '70 italiano e lo spaghetti western. I rimandi a Leone e compagni sono numerosi.
Nota finale per la colonna sonora: molto alla trilogia del dollaro a tratti, è spesso molto azzeccata (specialmente all' inizio ed alla fine) ma a volte ha dei passaggi a vuoto. Vabbè, capita a tutti.