Il thread di quelli che scrivono cose

Dovrei controllare ma se non ricordo male sia Packt che Apress avevano offerto il 20% mentre PragProg il 50%. Ma non sono sicuro 100% perche’ e’ stato un po’ di tempo fa

20% è superiore a qualsiasi editore cartaceo. 50% non ne parliamo.
Ma se si tratta di una sorta di autopubblicazione sul loro portale allora siamo ben lontani dal 70% che da Amazon per il digitale

Allora ho controllato nelle email, Pack offriva il 18%, Apress il 16% e confermo il 50% con PragProg

Secondo me in Italia questo tratto è particolarmente forte - e ritengo che l’assurda gerarchia e incapacità di ricevere feedback senza pensare che ti stia insultando la madre tipica del nostro paese ne siano sintomo.

A chi dice che invece si può scrivere bene senza leggere molto non rispondo, che non sono mai stato bannato in 19 anni di forum e non voglio iniziare ora

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Sono dell’idea che leggere e leggere tanto sia un requisito imprescindibile per chi vuole scrivere. Come un musicista che ascolta musica. Sarebbe impensabile se non lo facesse.

Poi bisogna fare pratica e soprattutto bisogna studiare. Che si voglia scrivere un romanzo, un saggio, un articolo per il web, qualsiasi tipo di testo ha delle regole. Ci sono linee guida che si possono seguire o meno, ma come in qualsiasi tipo di arte: se non si conoscono le regole e le basi, non si può essere nemmeno in grado di infrangerle per creare qualcosa di interessante.

Infine, le idee. Però anche l’idea, per quanto possa essere geniale, se è scritta con i piedi fa più fatica ad arrivare al lettore.

Insomma, ci vogliono un sacco di qualità e competenze per scrivere (oltre a una vasta cultura generale, una curiosità innata, come diceva xEnd3r). Se fosse facile, saremmo tutti scrittori.

SPiegami… è una cosa tipo Amazon che metti su il libro e loro fanno solo da rivenditori oppure è più editoria tradizionale per cui prendono il tuo libro lo pubblicano stampano copie le mandano in libreria e ti danno le royalties?

No so bene perche’ non sono andato avanti quando mi hanno contattato

eh è un elemento fondamentale per capire che fare

A me pare tu abbia una visione “quantitativa” della cultura. Per dirla con Umberto Eco: “Non lo sfiora minimamente il sospetto di una funzione critica e creativa della cultura. Di essa ha un criterio meramente quantitativo […] occorrendo, per essere colto, aver letto per molti anni molti libri”.

Sì ma il dubbio è come è possibile essere colto senza leggere libri, non se basta leggere libri per essere colto.

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Yep. Ai libri poi si aggiunge quello che diceva Ender, cioè:

Leggere i libri ti aiuta a conoscere il mezzo con cui vuoi raccontare la storia che hai in mente. Il resto ti aiuta a mischiare i mezzi, prendere in prestito, adattare, cogliere spunti e idee

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Come la stragrande maggioranza delle attività umane, ha una forte componente tecnica.

Leggere non è solo fonte di ispirazione, ma insegna elementi di stile che servono ad affinare la tecnica.

Comunque, io direi:

  1. leggere tanto
  2. scrivere anche più di quanto si legge
  3. valutarsi e farsi valutare senza vergogna

Obiettivo: sbagliare il più possibile e il prima possibile.

Nota che io non sono uno scrittore, ma so bene che quei 3 elementi (osserva, tenta, rifletti) sono i pilastri fondamentali di qualsiasi progresso cognitivo.

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Processo peer to peer di scrittura, lettura e valutazione: il nostro collettivo ha cominciato così e a me ha aiutato veramente tantissimo (anche nell’imparare ad accettare e digerire i pareri altrui :asd:)

A me cringiano gli scrittori che non leggono perché il mio cervello cade in due mosse in “ma scusa, se non hai tempo di leggere Proust tu che vuoi farlo per mestiere, per ragioni X o Y, io devo trovare il tempo per leggere le tue cacate?”.

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Per tornare alla domanda Self Vs CE.
Premesso che ci sono molte sfumature di Self e di CE, per cui il panorama è veramente vasto, in genere i punti da tenere in considerazione sono:

  • Fare self in genere vuol dire: scrivo il libro, lo edito (beta reader gratis o investimento pagando editor), preparo la copertina (facendo da me, immagini stock o pagando artista), creo il formato digitale (ebook o print on demand) e lo carico su una piattaforma (sito personale o amazon/kindle/google play libri etc) curando personalmente la promozione e incassando direttamente le royalties. Eventualmente stampo un certo numero di copie e le vedo alle fiere o per corrispondenza.
  • Pubblicazione con CE in genere vuol dire: scrivo il libro, lo propongo a una CE che mi fa un contratto che può o meno prevedere: editing (a cura della CE o dell’autore), stampa di un certo numero di copie (di cui magari alcune acquistate dall’autore), copertina (in genere a spese della CE), pubblicazione e vendita attraverso i canali della CE. Se microeditoria in genere solo sito internet e Amazon, se macroeditoria distribuzione capillare via librerie.

Ora, in genere la pubblicazione con CE che richiede qualche tipo di contributo da parte dell’autore che non sia il fornire l bozza viene vista come EAP (editoria a pagamento) e snobbata non senza alcune ragioni (ma anche su questo eventualmente si può discuter poi, perché ci sono casi in cui l’EAP è l’unica via percorribile). La microeditoria è relativamente facile da contattare e interessare, ma per via delle risorse scarse e della distribuzione a corto raggio è poco remunerativa. La macroeditoria è difficilissima da contattare e interessare e può rendere qualche cosa, anche se in Italia il panorama è triste e desolato.
Per la pubblicazione Self devi fare tutto da solo per cui o hai tanto tempo / soldi da investire oppure non otterrai mai grandi risultati.

Tutto ciò premesso: se ti vuoi sbattere con il Self hai un mercato piccolo ma con rendite per copia x10 o x20 volte superiori all’alternativa con CE che però ha potenzialmente un mercato enorme. Se riesci a interessare qualcuno, ovviamente. Cosa che quasi nessuno riesce a fare.

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Apriamo un OnlyPens.

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E io che sto a scrivere i post impegnati :asdsad:

Per quello c’è Patreon.

E Patreon ha un vantaggio: ti permette di far leggere “in anteprima” le storie ai tuoi lettori, che poi (a volte) ti segnalano eventuali errori di grammatica, etc.

Io comunque l’editing lo faccio per conto mio, e viene abbastanza bene. Bisogna imparare a gestire la cosa. Ci sono siti gratuiti tipo Reedsy a cui dai il testo e ti sputano fuori il PDF impaginato che puoi usare per la stampa, e l’unica cosa che fanno in cambio è mettere una notifica “impaginato con Reedsy” nella copyright notice.

In genere il mio processo è:

  • Scrivo il libro. (Ovviamente.) Per questo uso LibreOffice. In questo passaggio ci sono anche mille letture e riletture, e la maggior parte dell’editing viene fatto a questo punto.
  • Impagino. Come detto sopra si può usare Reedsy, ma io preferisco fare anche questo in LibreOffice perché mi piace gestire le cose nei minimi dettagli, facendo micromanaging di ogni singola cosa.
  • Una volta che ho il file impaginato su fogli A4 la cosa si splitta in cartaceo o ebook.

Ebook: dò il docx in pasto a Calibre che mi sputa fuori un epub. Poi apro l’epub con Sigil e lo sistemo per bene facendo micromanaging anche qui. (Calibre e Sigil sono FOSS, li trovate con una googlata.) Poi lo carico su Amazon e lo lascio lì in attesa.

Cartaceo: formatto il docx per come deve venirmi fuori il pdf, ossia con dimensioni delle pagine, gabbia, capolettere, piè di pagina (per i numeri di pagina), dimensione del testo, tipo di carattere, titoli, sillabazione, righe vedove e righe orfane, interlinea, a capo, ecc ecc ecc, ed inserendo anche le pagine bianche che sono necessarie. (In genere per far venire fuori un libro bene serve che ogni capitolo inizi su una pagina dispari, quindi se il capitolo precedente finisce su una pagina dispari bisogna inserire una pagina bianca tra i due.)

Faccio un PDF, e carico il PDF su Amazon, assieme alla copertina (more on this later). Mi faccio mandare una copia di prova da Amazon, e quella me la rileggo dall’inizio alla fine con una matita in mano per segnare tutti gli errori, e questo è l’ultimo passaggio di editing.

Correggo gli errori, rifaccio il PDF (l’epub lo correggo direttamente da codice interno tramite Sigil), ricarico il tutto, ed annuncio un nuovo libro che verrà pubblicato tra due mesi e comincio a fare pubblicità :asd:

Comunque in tutto questo c’è sempre, sempre un qualche refuso che mi sfugge. Non moltissimi, tipo nel mio ultimo romanzo (poco più di ottantamila parole) ce ne sono tre, ed a un certo punto io adotto la filosofia Ivan Drago:

Se c’è un refuso, c’è un refuso.
/

Questione copertina: per le cose “semplici” tipo la novella da 25mila parole che ho pubblicato il mese scorso me le faccio per conto mio con stock images e paint.net, per le cose più importanti tipo i romanzi ho l’indubbia fortuna che mia sorella fa la grafica di professione e me le fa lei. Non gratuitamente ovviamente, la pago, ma mi fa lo sconto famiglia, ed alla fine mi viene a costare meno di quanto non sarebbe farsele fare a livello professionale.

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Se siete un minimo tecnici (dato il forum), io vi suggerirei di impratichirvi con LaTeX e pandoc.

Roba “what you see is what you get” è difficile da tirare su un comportamento standard, per forza butti via un sacco di tempo sulle minuzie.

LaTeX l’ho usato una volta per impaginare la tesi di laurea.

Never again :asd:

Soprattutto visto che non devo metterci formule matematiche o simili.

LibreOffice è anche semplice da usare, io imposto gli stili di paragrafo e poi fa tutto in automatico. Se (come ho imparato a fare) scrivo già direttamente con gli stili, in due secondi ho fatto.