Hai ragione, il confine è labile.
Confrontarsi con gli altri è utile e necessario, sia come “valvola di sfogo” che come occasione per avere più pov che permettono di realizzare cose che chiusi nel proprio pov non si notano, è chiaro.
È che diventa un problema quando poi ti senti in obbligo a dover rendere conto e/o seguire i consigli altrui quando hai valutato diversamente in base a motivazioni ed esigenze tue.
L’amico, se davvero ha interesse ad aiutare, deve anche saper capire quando “fare un passo indietro” e rispettare la scelta altrui, visto che è l’interessato poi a “pagarne le conseguenze”, nel bene e nel male, e capire quando insistere può essere utile e quando no (tolti casi particolarmente gravi o pericolosi, ovviamente).
Altrimenti è un’imposizione fine a sé stessa.
Cioè tipo qua da come ho capito nakiami ha valutato che l’opzione migliore per lei è la famiglia è questa, e deve sentirsi pressata e in ansia nel dover rendere conto agli amici che premono diversamente (io tra l’altro non so quale sia l’opzione migliore nel caso specifico, mi attengo a quanto ha valutato lei).
Sta roba non ha semplicemente senso
Piuttosto di manifestare opinioni a un conoscente su questioni personali, i finlandesi si strapperebbero la lingua e la userebbero come esca per la pesca al luccio.
Con gli amici è diverso, ma per questo motivo ogni finlandese ha massimo un amico, possibilmente sordomuto, morto, in coma o similmente quieto.
Non sono uguali imo, il jappo ti infiocchetta e gira intorno alla questione senza mai dirti cosa pensa, il finnico non mente ma mi sa che proprio non parla se non per monosillabi
Il motto dalla Finlandia, e del loro impianto culturale, ha la sua radice fondante nel concetto di turvavali, o come si scriva comunque; la distanza di sicurezza sostanzialmente, sia essa fisica, emotiva, relazionale o psicologica, anche da se stessi. Trovo essere un tratto interessante per un popolo.
A quanto ho scoperto può avvenire principalmente attraverso l’uso di alcolici, oppure il quantum tunnelling, secondo le circostanze; ma sono osservazioni d’aneddotica, anzi se ne hai voglia ti prego di approfondire gli sviluppi culturali finlandesi date da un’esperienza diretta, lo studio accademico è utile sono fino ad un certo punto nel capire i fattori d’interazione sociale alla base delle dinamiche collettive.
Gli alcolici sollevano le pastoie autoimposte, tipo carnevale o le notti dell’amore libero degli indiani Ayoreo.
Gli astemi invece fanno risuonare registrazioni della propria voce da una stanza diversa cosicché, nel buio, si possa far finta di chiavare ma “da soli”.
Appunto. Concordo.
Alla fine tutto finisce e molto spesso in modo drammatico.
Quindi non fare nulla non mi sembra la soluzione.
Fare, consapevoli della caducità dell’esperienza umana, ma a una certe è anche il caso di cercare di non pensarci sempre. Ogni tanto. Il giusto.
Ultimo mese di paternità. Avevo in mente tante cose da fare, da portare il telefono a riparare a ricablare casa con la 10Gbit ad installare una nuova antenna e soprattutto sistemare camera mia (quella di cui foto ho postato tempo fa… e niente ora èdecisamente peggio)… insomma un po’ di cose in sospeso.
Cose per cui la presenza di mocciosi trottanti è pregiudiziale, quindi da farsi quando loro sono a scuola.
Bene hanno iniziato a passarsi un’infezione intestinale tipo ambarabaccicciccoccò. 3 settimane tutti a casa. Buttate nel cesso. Letteralmente.
Poi finalmente passato tutto, guariti tutti, li rimando a scuola 1 UN possa un angelo biblicamente accurato farmi visita se mento di giorno di merda e la mattina dopo il nano grande mostra 39 di febbre. Agonizzante, lo porto dallo sciamano che gli ficca una telecamera in gola e legge il responso: influenza. Complimenti, avete vinto 5 giorni minimo di clausura. Complimenti alla tu ma putt…