Questo post fenomenale di Drest mi ha ispirato un topic di più ampio respiro.
Ossia la non esistenza nel reale. Cioè esistere solo nel digitale.
Se il mondo non fonde prima, nel medio termine saremo tutti vivi solo nel digitale e morti nel reale?
È una domanda che mi corrode da anni.
Il pensiero di esistere solo nel digitale mi causa non pochi contorcimenti di budella.
Sto immaginando un futuro in cui un avatar diventa autonomo, ti apre la partita iva, si configura da solo un cloud per vendere unghie, fattura un botto il primo anno, tu ti ritiri e campi di rendita felice.
dipende.
da IT Manager (sempre facendo un discorso da bar un pò generalista) l’assetto che sto prendendo è:
sw no core, commodities (piattaforme no code, RPA, etc) = OK SaaS. li attivo veloce, li stacco veloce, non li personalizzo, pago il canone.
sw core (ERP, sistemi di cassa, etc) = no SaaS (per quanto sarà ancora possibile perlomeno, visto che anche in questo ambito i vendor ti stanno obbligando a passare al SaaS se vuoi le ultime feature). Ci metto anni ad attivarli customizzando i nostri processi, so già che non dovrò staccarli per almeno 10-15 anni, pago le licenze perpetue one shot (capitalizzandole) e poi 20% di maintenance (costo annuale).
Lo switch massiccio da on prem a SaaS non è un cazzo sostenibile a livello di conto economico, come lo spieghi al CFO che da 1 anno all’altro gli OPEX sono raddoppiati
Mondo as service passa anche attraverso prezzare tanti beni fuori dal potere di acquisto di chi prima li possedeva, vedi mercato auto dove hai listini folli ma contemporaneamente normalizzi nella testa delle persone che si trovino a pagare una rata mensile per sempre, ricontrattando ogni tot anni per andare da un’auto all’altra.
La ricchezza, anche realativa, si sviluppa per accumolo e mantenimento, l’attuale approccio all’economia dei servizi disallocati produrrà inevitabilmente nel tempo un ritorno alla servitù della gleba.
Il discorso secondo me è che qualsiasi rateizzazione di un servizio “essenziale” (metto fra virgolette perché cosa sia effettivamente essenziale è quantomeno oggetto di riflessione) rende maggiormente stabile il profitto nel tempo, ed è più facile fare previsioni economiche con delle entrate fisse che con la vendita one shot. La stabilità e la possibilità di fare previsioni sono essenziali per ottenere l’attenzione degli investitori. Non credo che ci siano altri motivi, sotto sotto, a muovere le cose in questo senso.
Faccio l’esempio di un amico e mio vecchio concessionario Citroen (affiliato, non diretto da casa madre): quando uscirono le C3 fecero letteralmente il botto perché ne vendettero aoe. Soldi in cassa, progetti, investimenti ecc ecc. Poi gli altri modelli andarono così così, e col mercato di fascia della C3 già saturo si trovarono a non avere più il cash per pagare le rate degli investimenti fatti, gli vennero chiusi i fidi e andarono a carte quarantotto. Errori di valutazione, certo, pisciata fuori dal vaso, sicuro, erano dei ciula e l’avrebbero preso nel culo uguale, ma se avessero venduto quelle stesse auto potendo ottenere un introito nel tempo invece che con tutto e subito avrebbero potuto pianificare meglio tutto quanto e avrebbero avuto speranze di cavarsela. Questo è un esempio piccolissimo, ma su vasta scala secondo me cambia poco.
Per rispondere meglio ad Hans, noi esistiamo nel mondo fisico e abbiamo un bisogno insopprimibile di fisicità. La carenza di quest’ultima crea fra le altre una insoddisfazione cronica che cerchiamo di esaurire con quello che siamo abituati a considerare come risposta adeguata a questa carenza. Il problema è che le nostre valutazioni in questo senso sono influenzate pesantemente dal pensiero e dai comportamenti comuni, dalle abitudini, dalle pressioni che riceviamo dall’ambiente sociale, dai media, dalla pubblicità. Più che il digitale in sé mi preoccupa la capacità di pensarlo e di gestirlo correttamente.
i servizi, alla lunga, costano SEMPRE di più di un acquisto one shot.
vanno benissimo per qualcosa che:
a) ha un costo di mantenimento da parte del fornitore
b) non può essere acquistato (ovvero, ha senso che abbia un costo di mantenimento fisso perché trattasi effettivamente di servizio)
c) devi usare molto saltuariamente (perché altrimenti è meglio se invece di noleggiarlo, il trapano, te lo compri, se lo usi ogni 2 giorni)
in tutti gli altri casi è una fregatura.
il problema sorge quando “il fornitore” è anche il produttore del bene. a quel punto, visto che può farci più soldi in the long run non ha nessun incentivo alla vendita diretta, anzi; perché a quel punto non prezzare fuori i poveracci e costringerli a pagarti mensilmente per l’accesso?
sono più soldi overall e crei un flusso di entrate come dici tu.
ma a me, cliente, perché dovrebbe fregarne del tuo flusso di cassa?
A me frega cazzo come cliente del loro flusso di cassa, ma a loro sì ed è per questo che orientano in questo modo i nostri acquisti appena possono. Noi qui siamo una fetta di privilegiati perché abbiamo mediamente una cultura elevata e strumenti cognitivi per cogliere queste dinamiche, il signor Mario Rossi medio se gli dicono abbastanza volte che è meglio noleggiare un’auto invece che comprarla, alla lunga ci crede e lo fa. Soprattutto, se gliela dichiarano inquinante e ovreprezzano il nuovo per forzarlo a noleggiare, non scende in piazza e si ribella, perché non capisce un cazzo di come gira il mondo, tutt’al più smette di votare e va al bar a bestemmiare coi suoi amici mentre gratta e non vince
Siamo nel mondo in cui le scelte del cliente non è il cliente a farle
Come in ogni transazione commerciale tra due entità, quando uno ci guadagna, l’altro ci perde.
Se i venditori puntano al saas, è perché ovviamente gli conviene. Sul lungo ci guadagnano di più, ergo l’acquirente sul lungo ci smena.
Anche perché il saas il venditore è libero di alzare il prezzo del canone quando gli pare. E se nel venderti il bene lo alza a dismisura che rende il saas “conveniente”, ti sta inculando lo stesso.
L’unico modo in cui è accettabile, è per beni non necessari. Tipo netflix, se cagano troppo fuori dal vaso uno cancella l’abbonamento e amen. Meno fattibile se si parla di un’auto, o di un software core dell’azienda.
su questo concordo assolutamente: ma non è SOLO il flusso di cassa - overall una auto noleggiata fa >>> rispetto ad una venduta.
anche alzando i prezzi di listino.
Per quello dicevo di riflettere con attenzione su cosa sia necessario e cosa no. Io ad esempio in famiglia ho rifatto Amazon prime, potrei stare senza ma ci siamo abituati a poterne usufruire, e lo usiamo, nonostante ci abbiano infilato nel culo le pubblicità su prime video.
Fosse solo per me guarderei film o serie in diretta sulla TV gratuita.
Riprendendo il titolo del thread, se per Felicità intendi quella cosa mediata dai neurotrasmettitori ti rispondo che la conseguenza del waas (world as a service) è il saad ovvero service as a dependence, dove specie nel digitale i nostri criteri di scelta sono orientati da una dipendenza da attività, mediate da servizi, in conseguenza di quanto efficacemente queste attivano i suddetti neurotrasmettitori.
Per alcuni anche postare compulsivamente su Agorà via telefono è a tutti gli effetti una dipendenza da un servizio, visto che connessione, elettricità e lo stesso telefono si pagano o si possono pagare un tanto al mese.
La consapevolezza di come funziona il cervello è una redpill da cui non torni indietro, quando sei mosso verso qualcosa chiediti chi è che lo vuole, se sei tu o se è un neurotrasmettitore.
Trasformare un prodotto in un servizio permette pure di modulare e manipolare l’esperienza del cliente in modo tale da indurre una progressione guidata delle aspettative, fino a creare una ciclicità di consuetudine; in quanto dopotutto pagano regolarmente per servizi di cui non fanno veramente un uso sufficientemente stabile per giustificarne il valore ? Non è più un acquisto di un servizio, è una sovvenzione a titolo gratuito capillarizzata.
Il problema è quando si tramuta in un sabotaggio attivo delle funzioni, vedasi le stampanti che si rifiutano di funzionare perché la licenza d’uso non è stata rinnovata. La dipendenza dalla funzioni in una società tecnologizzata diviene una deprivazione della libertà d’azione ed interazione resa man mano più diffusa e soffocante man mano la distanza tra le capacità di un individuo di affrontare la complessità dei problemi che si ha di fronte e la dimensione sociale cresca.
Il risultato più evidente sarà la disintegrazione di piattaforme comuni di mutuo riconoscimento.
Insisto sul problema della scarsa capacità di analisi e di pensiero. In quanti si chiedono “che cosa sto facendo?” e di questi quanti si prendono il tempo di darsi una risposta e di questi altri rimasti in quanti se la danno corretta? In quanti sanno perché fanno quello che fanno? Mi ci metto pure io dentro eh
La filosofia del Togliere.
Adesso ti vendono il diritto ad usare qualcosa finché non te la tolgono.
Smetti di pagare? Te la tolgo.
Finisce la promozione Fomo? Te la tolgo.
Lo scopo non è più avere un cliente ma avere uno schiavo su cui hai il controllo totale.
E’ letteralmente lo stesso meccanismo che si usa per fottere un drogato:
ti do il prodotto più o meno gratis per i primi tempi, finché non vuoi più farne a meno.
A quel punto sei mio, potrò farti rosicare a comando, metterti la Fomo, punirti togliendoti quel che voglio.
Sono il tuo padrone, se mi lasci perdi tutto.
Non solo, ma ovviamente sanno tutto di te perché nell’eula dice che ti spiano anche mentre caghi, il che li aiuta a capire come fregarti meglio in futuro.
Poi hanno il coraggio di metterti i sensi di colpa se pirati.
Il cazzo, piratare roba anti user oggi è in molti casi un dovere morale per combattere l’Enshittification (inb4 avvocati nintendo).