Il mio nonno ha fatto la guerra

1943-Russia. L’esercito italiano durante la ritirata dopo la campagna di Russia.

Mio nonno era uno di loro…

Senza nulla togliere a tuo nonno su cui non metto in dubbio la veridicità, però qualunque anziano senti parlare della seconda guerra mondiale, è tornato a piedi dalla russia :asd:

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Oppure erano partigiani anche in zone dove i partigiani non ci sono stati e poi gli trovi la “cimice” fascista nel cassetto :sisi:

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Il mio è tornato a piedi dalla Germania, fu catturato in Grecia e trascorse il resto della guerra tra vari Stalag in condizioni disumane.
Quando ad un certo punto le guardie fuggirono le ferrovie erano semplicemente distrutte dai bombardamenti quindi si, è tornato a piedi (come tanti altri).
Sono praticamente cresciuto con i suoi racconti della prigionia e ho le foto prima e dopo guerra, prima era un giovane 20enne in piena salute, dopo sembrava un vecchio rachitico e gli erano caduti tutti i capelli.
Cmq poi si è ripreso e qualche anno dopo rimessosi in forze è andato a lavorare in sud america per mandare i soldi a casa con i quali successivamente ha aperto la sua attivitià e poi ha vissuto tranquillamente.
Erano fatti di un’altra pasta, tra l’altro non si ammalava mai, neanche un raffreddore, amava dire che era per via del vaccino che gli avevano fatto prima di partire in guerra :asd:
È venuto a mancare a 98 anni e ha ricevuto una medaglia commemorativa… postuma :sbonk:

Nonni reduci :lode:

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Preferisco grondare di privilegio senza il trauma, grazie. :asd:

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Anche mia nonna era così
Fino a 103 anni e diceva sempre “mi no so gnanca cosa sia un mal de testa”
Io a confronto sono un rudere ambulante

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Mio nonno è riuscito a farsi ricercare dai tedeschi-fascisti prima e dai partigiani poi.
Quando lo raccontava mi diceva “mi mancavano solo i preti e poi avevo rotto le balle a tutti”

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Perché ricercato dai partigiani?

Breve storia: aveva a che fare con le tessere annonarie e faceva in maniera che persone in difficoltà riuscissero ad avere un pò in più di quello stabilito. Quando ci fu l’armistizio i tedeschi lo cercarono per punirlo, ma lui si nascose da gente che aveva aiutato.
Al termine della guerra lo cercarono in quanto “collegato” al partito fascista ma ci fu una importante processione di gente che aveva aiutato a testimoniare a suo favore.

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La sua storia sembra interessante, sarebbe figo un approfondimento sulla suddetta history :sisi:

Io ho sempre trovato “affascinante” che l’avessero richiamato nella prima guerra mondiale nel 1917, addestrato alla bella e meglio e mandato al fronte… a Caporetto. Durata effettiva della sua guerra: due giorni. Però ha fatto un anno di prigionia in Ungheria, dove mangiava le bucce delle patate (così raccontava lui).
In realtà non parlava molto, tutte ste cose sono saltate fuori a pezzi nel corso degli anni.
Per esempio in casa c’era una sciabola da cavalleria e questo ci faceva pensare avesse fatto il miltare in quel corpo.
Ed invece no :asd:

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Nonno pogue :lode:

Situazione vagamente simile mio nonno.
Era marinaio su una motosilurante al largo della Grecia. Quando si venne a sapere che l’italia stava cambiando bandiera, tentarono di consegnarsi agli alleati ma i superiori non vollero e alla fine furono catturati in grecia dai tedeschi e spediti in campi di concentramento in polonia (se ricordo bene). Viaggio della speranza in treno.
Una volta arrivati, vennero usati come manodopera in fabbriche di armi.

Restò in quelle condizioni qualche anno, per poi venir liberato dagli americani.

A casa ho tutta la sua documentazione dell’epoca. Compreso le medagliette con il nome, il foglio di congedo, un “tema” che gli fecero scrivere a mano con la descrizione dell’accaduto dalla cattura alla liberazione, e tanti altri documenti e tantissime foto.

Mio padre poi riuscì, in maniera postuma, a far avere una medaglia anche a lui, che conservo appesa al muro nel mio studio.

Ne ha passate davvero tante anche nel suo caso, vedere le foto ad inizio servizio e quelle una volta liberato, sembrano passati 30 anni.

Se ricordo bene, la piccola motosilurante da guerra esposta nel molo di Marina di Ravenna, è identica a quella su cui prestava servizio lui.

Purtroppo è mancato quando ero adolescente e non parlavamo tantissimo. Anni dopo mi rammaricai di non avergli mai chiesto di parlarmi direttamente di quegli eventi (ammesso che se la sentisse).

Mio padre però fece un gran lavoro recuperando info, documenti, contattando musei e archivi anche in polonia e germania, per ricostruire quel che ha vissuto.

A tal proposito: esistono archivi, musei o altro che potrebbero essere interessati a raccogliere tali documenti? Io li conservo volentieri ma non vorrei un domani andassero persi. Ci sono anche tantissime foto che mio nonno si fece durante il servizio insieme ai suoi compagni, trovo siano stupende e abbiano un valore storico enorme.

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ho trovato questo LeBI

e anche questo Elenco dei Lavoratori Civili Italiani nel Terzo Reich che nonostante l’url non è un recruiter :asd:

e pure questo https://lavoroforzato.topografiaperlastoria.org/

non ho idea dell’affidabilità, ma insomma di gente che raccoglie documentazione ce n’è.

Credo anche l’ANED ma non so se è solo per i deportati nei campi di sterminio.

Si, hanno vissuto esperienze simili.
Mio nonno era in attesa di imbarcarsi per tornare in Italia ma il suo plotone arrivò tardi e l’ultima nave militare era partita, arrivarono i tedeschi e li catturarono.
La cosa assurda è che paradossalmente questo gli salvò la vita perchè (da quello che raccontava lui) quella nave non raggiunse mai l’italia, fu affondata…
In compenso poi si fece anni di lavori forzati negli Stalag in condizioni disumane.
Tra le varie cose che mi ha raccontato:

Ai prigionieri americani e inglesi arrivano i pacchi della croce rossa, agli italiani no.
Da mangiare gli davano l’acqua di cottura del cibo preparato per i tedeschi con un po di pane raffermo, MAI carne.
Integravano con qualche patata o carota che trovano quando lavoravano all’aperto, una volta trovarono una lepre congelata e la mangiarono così per non farsi scoprire, e fu una festa.
Dormivano su travi di legno in baracconi dotati di una stufa che non bastava per scaldare tutto e fondamentalmente congelavano.
Quando le guardie si diedero alla fuga, visto che era in codizioni pessime magrissimo e quasi moribondo e non esistevano linee ferroviarie, per un certo periodo chiese aiuto ad una famiglia tedesca che accolse lui e altri compagni facendoli dormire nella stalla e dandogli cibo vero in cambio di aiuto nella fattoria (mio nonno ricordava con uno strano sorrisino che il proprietario aveva due belle figlie bionde :asd:)

E mille altre avventure, tipo quando in Grecia mandarono lui, un siciliano e un napoletano a sistemare le linee del telefono: i greci le sabotavano apposta per poi cecchinare i soldati italiani che andavano a ripararle. Così andarono di notte, furono cecchinati lo stesso ma riuscifono a fuggire passando per il cimitero… cadendo in una fossa comune…

E lui nella vita voleva solo fare il falegname.

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miii che storia.
Io non ho molte notizie delle condizioni in cui veniva tenuto nei campi. Mi pare di ricordare che fosse trattato mediamente in maniera pseudo umana, in quanto gli serviva come forza lavoro.
Però ricordo anche che non credeva che sarebbe sopravvissuto a quel campo, che si erano arresi all’idea che prima o poi sarebbero morti lì.

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