E vai di 502 error
Adesso che hai il thread apposito vai di storia completa di nonno mahone
Da quel che so in generale i prigionieri italiani erano trattati un po’ peggio perché c’era il disprezzo verso i traditori etc
beh qui è proprio letteralmente survivor bias
Mio nonno marconista su navi da guerra e mecantili, poi guardia del corpo di Berlinguer (il primo tizio con la coppola in basso a sinistra)
Ma è Brian Johnson
Mio nonno è sempre stato un semplice bottegaio.
Serio, severo, austero.
Ha sempre parlato poco (ci pensava mia nonna a parlare per due ), era la figura di riferimento per la famiglia.
Che, come spesso capitava, era in realtà retta da mia nonna che era la figlia non riconosciuta di Satana.
Io l’ho conosciuto negli ultimi anni della sua vita, già minato da una malattia che l’ha portato alla tomba.
Col tempo, a pezzetti, son saltate fuori storie che mi hanno lasciato a bocca aperta.
Ma forse avrei dovuto sospettarlo, viste le sei pagine di necrologi sul quotidiano locale (che al massimo ne riempiva due)
Di mio nonno non so granché. Nessuno lo sa perché non ne voleva mai parlare. Ho passato un periodo in cui ero fissato coi racconti della guerra, ho sempre provato a chiedergli cosa aveva passato ma rifilava a tutti una versione breve e poi stop.
Quello che sappiamo era che era radiofonista in Libia e faceva avanti-indietro tra Tripoli e Misurata con la moto guzzi (l’alce). Buco temporale fino a quando non sono arrivati gli inglesi. Loro erano dietro un muro “e io vedevo che tutti i miei amici che si affacciavano per sparare morivano, allora io ho appoggiato il fucile e mi sono seduto dietro il muro e li ho aspettati.”
Fatto prigioniero lo hanno portato in nave in inghilterra. Durante la traversata sono anche stati attaccati da una nave tedesca. Quando ha visto così, e questa è la cosa che raccontava sempre più volentieri, è andato sotto coperta e ha mangiato la cioccolata di tutti gli altri “così almeno se muoio, muoio contento.”
Durante la prigionia in inghilterra stava discretamente bene. Essendo barbiere gli hanno fatto fare il suo mestiere sostanzialmente. Ma è tutto qui. Chissà che cazzo ha visto e passato in Libia per non voler dire nulla.
Mia nonna invece era staffetta partigiana e lei sì che raccontava, ma magari ne scrivo più avanti.
Lo zio di mia moglie idem, dotato di loquacità fuori dal comune per farlo star zitto bastava chiedergli della guerra e della prigionia.
Mio nonno, come detto, ha fatto la prima guerra mondiale.
Un paio di giorni, ma l’ha fatta. Non ha mai sparato un colpo, non ha mai visto una trincea.
Ha solo parlato di un caos indescrivibile, con gente che scappava ovunque, pure in direzione del nemico in mancanza di certezze.
Gli austriaci magari erano in 1000, col passaparola erano diventati un paio di milioni.
Uccidevano soldati, donne, bambini, animali.
Ha combinato più danni il caos che gli austriaci.
Li hanno presi senza colpo ferire, l’hanno spedito in Ungheria.
E’ finito in cucina e questo l’ha salvato. Pur se controllato riusciva a rubare le patate e le mangiava crude, senza buccia.
E’ tornato un anno dopo facendo la strada salendo sui treni a sbafo (e camminando tanto).
Racconti fatti da mia nonna, che pure sapeva un millesimo di ciò che accaduto.
Aveva come tormentone fisso, quando facevi storie a mangiare, il “ti ci sarebbe voluta la fame dell’Ungheria”.
Edit: dopo l’addestramento l’hanno subito mandato a Caporetto due giorni prima della disfatta, rileggendo non si capiva
Allora il fratello di mia nonna campagna di Russia, mia nonna mi ha detto che non l’ha più rivisto da quando è partito.
Mio nonno prigioniero degli inglesi a Liverpool mi ha insegnato a contare fino a 10 in inglese da piccolo.
Nonno di mia moglie prigioniero degli inglesi faceva l’autista in Africa.
ma il numero uno era stato il nonno di un mio amico prigioniero degli americani portato negli stati uniti quando fu liberato e gli diedero il permesso di tornare in Sicilia lui gli disse “Vi prego no tenetemi prigioniero qui a vita che campo 100 volte meglio e mi sento un signore rispetto a casa”
Mio nonno è stato partigiano in Friuli, ma non parlava mai volentieri di quel periodo, e purtroppo è mancato quando io ero piccolo, non ho mai avuto modo di parlare con lui di quel periodo, me ne rammarico molto.
Mia madre a casa ha ancora una sorta di “patentino” da partigiano, un documento che attesta che durante la guerra faceva parte della brigata Cavour.
Parlo non per sentito dire ma per esperienza personale.
Finché sei vivente, tieni tutto tu. Non donare NULLA.
Finirebbe in qualche scatola in qualche scantinato, lontano da tutto e tutti.
Uno spreco immane.
Tieni tutto per te, cerca di tramandarlo ai tuoi figli - se ne hai - oppure se non li hai a quel punto lascia nel testamento che affidi al museo come ultima spiaggia.
Fonte: mio bisnonno era fotografo della val brembana nel primissimo 900. Nell’archivio aveva fotografie fantastiche. 30 anni dopo la sua morte è stato donato tutto a un museo e ora è in uno scatolone, invisibile al pubblico. Pure io per vedere le foto di mio bisnonno devo fare domanda e mi rispondono quando hanno tempo. Collezione Bonomi di Gazzaniga.
Parte della sua roba è stata (ed è ancora) venduta su Ebay.
Odio tutti.
Mio nonno paterno (classe 1921) aveva fatto il servizio militare come sottoufficiale dell’esercito fascista. Era un universitario (si laureò in chimica dopo il conflitto) e per questo non venne mandato subito in guerra, poi in seguito a una manifestazione contro il regime questo privilegio venne revocato e poté finalmente servire “con soddisfazione” il suo Paese (non che gli fregasse nulla delle ideologie in voga al tempo): fu catturato molto presto dai tedeschi senza aver sparato un colpo e spedito in prigionia in Germania nei campi di lavoro per due anni, e lì ebbe il lusso di poter scegliere tra il lavorare in campagna o in fabbrica. Essendo un pragmatico scelse la campagna perché “lì qualcosa da mangiare avrei trovato”, e infatti le bucce di patata a volte riusciva a procurarsele.
Questo è tutto quello che so, non ne parlava mai.
Era una persona meravigliosa, un carattere positivo, allegro, giocoso. Dopo la laurea ha lavorato tutta la vita come dirigente Montedison, ha fatto una vita da più che benestante e una volta in pensione (anno 1982) si comprò un personal computer pagato una follia e grazie a quello fece un sacco di consulenze molto remunerative. Vacanze a Forte dei marmi e a Cortina, crociere e viaggi negli USA e anche in Cina subito dopo l’apertura all’occidente, mia nonna casalinga con pellicce, gioielli e cene eleganti (eleganti per davvero).
Bisogna premettere tutto questo perché, per capire la persona, si deve aggiungere che quando è morto abbiamo trovato due zoccoli di legno con scritto “Marco” nel suo comodino a fianco al letto in cui ha dormito tutta la vita. Gli zoccoli della prigionia in Germania. Si è concesso molti lussi, ma non quello di dimenticare.
mio nonno paterno lo avevano mandato in africa, ha combattutto li e poi è stato catturato dagli inglesi
il nonno materno, era carabiniere, catturato dai tedeschi dopo l’armistizio, fu mandato verso qualche campo di prigionia in est europa, riusci a tornare a casa in qualche modo
entrambi per ragioni di salute ormai non ci sono più da tanti anni, le loro storie ormai sono solo nei ricordi dei miei genitori/zii e un paio di volte gli ho detto che dovrebbero scriverle da qualche parte.
Cioè il museo di sua sponte ha preso le sue foto e ha deciso di venderle su ebay? Wut?
No il museo no. Qualche parente che ha ripulito prima dell’arrivo dei delegati del museo.
Il museo si è limitato a inscatolare tutto e mettere in cantina.
Odio queste cose.
Ma che cazzo ti costa scannerizzare le foto e metterle online?
Maledetti.,
Di mio nonno materno ho solo i racconti che mi ha riferito mia madre, lui era nell’esercito, non negli alpini, e fu mandato in Russia. Il natale del '42 se l’è passato nascosto sotto un mucchio di cadaveri, per sfuggire alla cattura da parte dei sovietici. Ovviamente sta cosa l’ha segnato, tantè che mia madre non ha mai festeggiato il natale prima dei 7-8 anni, mio nonno non riuscì a superare il trauma per tanti anni (mia madre è del '54).
Scappato dal fronte riuscì a ricongiungersi con il resto dell’armata in ritirata e si fece un viaggione tra camminate, passaggi su camionette e treni (pochi). Riuscì a tornare in Italia solo a Giugno '43.
Si arruolò nei Carabinieri o Polizia (non ricordo bene) e per fortuna non gli fu mai richiesto di compiere azioni criminali a sostegno del regime di Salò. Purtroppo il fratello aveva note antipatie verso il regime e fu fatto prigioniero e spedito in Germania. Non l’ha più rivisto.
Finita la guerra andò in Francia da clandestino per cercare lavoro, per poi finire in Svizzera dove nacque mia madre
Del nonno paterno so ancora meno, so solo che era Marinaio
Chi aveva i nonni fasci?
nonno paterno, artigiano non ha fatto un giorno di guerra, passato il ventennio a fare la vergella, iscritto al PNF come tutti, penso gli sia mai fregato un cazzo di politica, la nonna intanto mi raccontava che si divertiva a fare i sabati fascisti in camicetta e quando andava in collina a guardare le bombe alleate cadere sul paese…
nonno materno cancelliere del tribunale prima della guerra, durante il ventennio e poi fino la pensione, uomo di stato tutto di un pezzo, finita la guerra processo, abiura, amnistia e poi di nuovo a lavorare in tribunale. Informazioni sul suo credo politico, non pervenute, ma ho in un cassetto la sua croce di cavaliere della repubblica.
uno perso prima che nascessi, l’altro morto quando ero piccolo, quindi tante storie non le so.
so che mio nonno materno si è preso una granata sulla schiena prima del disastro in russia, un paio di mesi prima, cosa che gli ha probabilmente salvato la vita anche con un buco nella schiena.
l’altro ha fatto la campagna d’africa e s’é passato buona parte della guerra in una prigione inglese, cosa che gli ha lasciato un fervente odio per albione e un vago inglese (di cui onestamente non ricordo molto, essendo morto che avevo tipo 8 anni…). Poi carriera nell’esercito, nelle cucine, ricordo che al funerale erano veramente in tanti, perché tanti ne ha aiutati negli anni.
Mi dispiace non sia morto più tardi, magari da più adulto sarei riuscito a legarci un po’ di più.
Di mio bisnonno sono sopravvissute delle foto nelle quali è in posa con la spilla del PNF, insieme ai gerarchi della valle.
Poi pero’ segretamente ospitava nelle sue proprietà in valle dei nuclei di partigiani tra cui c’era mio nonno che era stato arruolato a Rovigo e aveva disertato, imboscandosi in valle brembana. Mia nonna - la figlia del fotografo - era staffetta e portava da mangiare ai partigiani e così conobbe mio nonno. Al termine della guerra si sposarono e poi andarono a schiantarsi in moto nel '51 uccidendosi entrambi e lasciando 4 figli orfani.
Quindi immagino che l’essere fascista di mio bisnonno - già veterano della prima guerra mondiale - fosse un errore a cui ha cercato di porre rimedio oppure una copertura per farla sotto il naso dei fascisti.
Spero la seconda, ma va bene anche la prima.