Il Manoscritto di Voynich

un giallo interessante: un libro risalente al medioevo che, con le solite avventure alla indiana jones, arriva fino ai giorni nostri.
i piu grandi studiosi del mondo che decifrano qualsiasi cosa tranne quello... figure umane, piante incredibili, animali, disegni astronomici ed una struttura "grammaticale" che pare perfetta.

possibile che qualcuno piu di 500 anni fa si sia preso la briga di inventarsi un vero e proprio linguaggio e tutto quello che c'e' nel libro scrivendo 230 pagine a mano, oppure è un opera aliena?

... sicuramente non è un pianeta....

link ita:

http://www2.polito.it/didattica/polymath/htmlS/Interventi/Articoli/VoynichPeiretti/VoynichPeiretti.htm

link ufficiale eng con immagini hi-res delle pagine del manoscritto:

http://www.voynich.nu/index.html
Affascinante, ma sicuramente niente di alieno, anzi molto presumibilmente un falso per spillare soldi a Rodolfo d'Asburgo verso il 1580.

La cosa scientificamente più corretta l'ho letta in questo interessante articolo http://www.cerchinelgrano.info/voynich.htm
ed è questo passo:

Questa ripetitività che va oltre ogni linguaggio evoluto demolisce ogni ipotesi di idioma misterioso o comunque "perfetto" fatto da altri autori meno attenti alle regole della glottologia.

Per cui si tratta molto probabilmente di un falso molto fantasioso realizzato con santa pazienza forse dai personaggi a cui si riferisce in seguito l'articolo, servito per truffare un bel po' di soldini a un imperatore appassionato di scienze esoteriche.
Lo definirei comunque una eccezionale opera d'arte.
Osservazione mia:

Per esempio guardate in questa pagina quante volte si ripete una parola che figura più o meno qotlan e altre simili con qualche piccola variazione. Idem per la coppia di caratteri che sembrano un 89
Secondo me qualunque profano dovrebbe sospettare che lo scopo dello scrivano era unicamente di riempire pagine da sottoporre a personaggi poco accorti e poco indagatori come potrebbe appunto essere un sovrano collezionista.



Pure qui, in tutt'altra sezione e quindi in tempi diversi visto che l'ha scritto a mano, pare affezionato a qotla o qotta e a 89 dei quali ce ne sono addirittura tre di seguito nella quintultima riga a destra.



E' grande ma non la riduco, se no è difficile "leggere"...
Direi che ad una semplice occhiata non superficiale e solo su due o tre pagine appare subito chiaro che non può trattarsi di un vero linguaggio. A meno che non sia come la storiella dell'indiano che diceva solo "Ugh" e veniva tradotto con discorsi lunghissimi, ma sarebbe assurdo pensare ad un linguaggio scritto in cui abbia primaria importanza l'inflessione vocale nel pronunciare sempre lo stesso vocabolo.

Leggo però nel commento del Peiretti:


Ma stiamo scherzando? O parla a chi non ha occhi? Struttura perfetta e convincente un testo dove ricorre continuamente centinaia di volte la parola qotta89 con piccole variazioni?
Mi torna in mente il racconto di Woody Allen sui Rotoli del Mar Morto, in cui i ricercatori cominciano a dubitare della loro autenticità quando si accorgono di quante volte vi ricorre la parola cadillac!


Non vorrei aver distrutto il giocattolo a qualche appassionato di misteri...
bah
permettimi di confutare la tua tesi...
Io mi ci sono impegnato, anche perchè mi dispiaceva vedere un thread interessante senza risposta.
Ma possibile che nessuno, nemmeno il thread starter abbia trovato degne di note le mie rivelazioni?
Molte parole italiane finiscono in "to" "lo" "mento" "mente" , non potrebbe essere un caso simile?
Sì, però se osservi negli esempi che ho postato quante volte quella che sembra la stessa parola si ripete di seguito sempre uguale, come nella prima pagina con le donne al bagno, qualcosa suona strano.
Non esistono in nessuna lingua frasi tipo "mento mento mento mento manto mento mento mentol..." ed è molto difficile sostenere che possano avere un costrutto. Al proposito si torna al discorso sull'entropìa del linguaggio, ma secondo me non è il caso di arrivare a tanto.
Mi sembra scritto palesemente per passare sotto un occhio disattento, come un fumettista scriverebbe la pagina di un librone aperto in una storia di Paperino. O come in un bel film che non ricordo, dove un'imbroglione analfabeta faceva finta di scrivere una lettera strappacuore ad un emigrante in attesa di imbarcarsi per l'America tracciando geroglifici a caso.
forse è un precursore del LOLOLOLOLOLOLOL
E se fosse un verbo...? Il verbo "essere"?
In una descrizione il verbo essere compare spesso, anke se mai sempre consecutivamente... E poi non scordiamoci ad esempio il latino o il tedesco dove la desinenza (parte finale della parola) indica a ki si riferisce, se e' un soggetto o un complemento oggetto eccetera.

Voglio dire ke agli okki di un profano anke il latino e' tutto uguale e tutte le parole finiscono per "um" o "ibus".
Mi viene in mente come in "fuoki d'artificio" Pieraccioni ricordi alla sorella ke non basta mettere una "s" alla fine delle parole per parlare "spagnolo" ma in fondo un po' e' vero: molte parole finiscono con una desinenza sempre simile.
Magari quel qulto89 e' una "s" un po' piu' lunga...


Oppure è un codice tipo il binario, nel binario compaiono sempre 0 e 1 ma nelle sequenze giuste possiamo decidere di fargli assumere 16...32...64...etc significati.

Sto facendo il bastian contrario per forza, la tua osservazione è interessante comunque!


D'accordo, ma se scorri attentamente le due pagine (e se vai sui siti linkati trovi il link alle riproduzioni di diverse altre) vedrai che parole identiche si ripetono in successione fino a 5 volte (la prima, ultime 10 righe) e 4 volte 89 (la seconda, ultime 5 righe) quasi come se l'ignoto amanuense verso la fine del foglio cominciasse a scazzarsi e ripetesse sempre le stesse cose. Del resto anche dal punto di vista strettamente "calligrafico" ho 'impressione che all'inizio (vedi pag. 47) ci sia molta più attenzione all'aspetto estetico della grafìa, mentre più avanti (pag. 75) diventa decisamente più corrente, come se lo scrivano avesse preso dimestichezza al lavoro. Non penso che sia una cosa usuale, per un'opera che deve aver portato via mesi di lavoro, no?
Ne converrai che è abbastanza improbabile che una tale successione di parole identiche possa comporre una frase di senso compiuto (a meno che non significhi "porco porco porco porco porco ) come pure la desinenza, se tale è, 89 ripetuta 4 volte non ha significato.

L'ipotesi di un codice binario è affascinante, ma in questo caso mi pare che andiamo sul problema opposto di troppa varietà di simboli nell'intero testo e oltre tutto non mi pare che ci siano combinazioni di una certa regolarità come richiesto da un linguaggio binario (o anche ternario se volessimo).

Un'altra considerazione che vorrei fare è che finchè si sta sul sentito dire senza buttare direttamente l'occhio sull'oggetto misterioso ogni teoria che si legge nei vari articoli può sembrare plausibile e anche io seppure scettico fin dall'inizio me le sono bevute come praticabili seppure poco probabili. Appena invece ci si applica un momento e si osserva con attenzione nei particolari saltano subito all'occhio un mucchio di incongruenze, prima fra tutte la presunta perfezione strutturale di questo misterioso linguaggio. Ritengo che chiunque abbia voglia di applicarsi sia in grado di creare una struttura grafica somigliante a una serie di parole in un alfabeto "alieno" da combinare in maniera tale che possa sembrare realistica, persino di più di questo. E con l'ausilio dell'informatica penso che il lavoro sarebbe ancora più facile e ben riuscito. Immaginate per esempio di dover scrivere alcune pagine di testo in caratteri cirillici da sottoporre agli occhi di qualcuno che non conosca assolutamente il russo. O magari in tailandese. Un semplice taglia e incolla con una buona rimescolata e il gioco è fatto, no?

Del resto quanti di noi sono in grado di decifrare in maniera accettabile, senza allenamento specifico, un codice scritto in caratteri arcaici e in italiano antico?

E' chiaro che si possono fare tutte le ipotesi anche le più astruse, anche presumere che in mezzo a tutto quel testo ci sia una frase vera e propria dispersa con una smisurata griglia di Cardano, ma dopo averci buttato l'occhio direi che al 98% è un puro "esercizio di stile" per non chiamarlo truffa (seppure d'epoca antica) e per il restante 2% ci si può sbizzarrire con la fantasia...
Beppe, sono d'accordo con te, cercavo solo di fare l'avvocato del diavolo (si dice cosi' no?) per fare qualke post in questo topic.

Secondo me e' solo un esercizio di scrittura.
Ah! Un'altra osservazione ke mi e' venuta in mente ieri: a quanti nel medioevo era consentito l'accesso a materiale per la scrittura? E quanti avevano tempo da dedicare non ad un lavoro per la propria sussistenza?
Io ho pensato a dei nobili annoiati (mi viene in mente quel mezzo matto del Leopardi! ) oppure i frati in convento...
Se no ki altri?
Qui siamo presumibilmente nel 5-600, già in epoca di stampa. La scrittura era alla portata di chiunque ne avesse la capacità e la produzione letteraria era ormai smisurata. Non come nell'alto medioevo in cui quasi nessuno scriveva di proprio e pochi amanuensi copiavano libri antichi.
Sul chi, un'ipotesi è quella fatta negli articoli, della coppia formata dal giovane avventuriero falsificatore di atti notarili dalle orecchie mozzate e dall'anziano erudito e occultista inglese suo succube. Solo che la loro presenza alla corte di Rodolfo il Pollo è documentata un'unica volta e con pochissimo interesse da parte di questi.
1500-1600??
Avevo capito fosse piu' antico di alcuni secoli! Beh se e' cosi' ritiro la mia osservazione!
Chi lo vendette a Rodolfo il Pollo sicuramente tentò di farlo passare per antico, ma se è un falso e lui l'ha acquistato l'epoca è intorno al 1580-90, da quel che dicono. Qualcuno avrebbe anche riconosciuto in una delle piante misteriose un girasole proveniente dall'America e quindi non noto prima del 1492 in Europa, ma è solo un'ipotesi.
Concordo con quanto espresso da BeppeStalin, il Voynich rappresenta molto probabilmente un falso ben architettato per lucrare sulle passioni alchemiche ed esoteriche di Rodolfo II d'Asburgo. Una conclusione che risulta ulteriormente rafforzata dall'ambiente che attorno all'imperatore si era andato formando sin dagli anni '70 del 1500 a Praga, segnato dalla presenza di grandi scienziati come Tycho Brahe e Johannes Kepler ma anche da illustri ciarlatani quali il famoso occultista inglese John Dee (già astrologo di fiducia di Elisabetta I) ed il sedicente alchimista Edward Kelley. E' plausibile che il cosiddetto Voynich sia stato venduto a Rodolfo II (che lo pagò la ragguardevole somma di seicento ducati-oro) spacciandolo per un più antico manoscritto attribuibile nientemeno che al filosofo e teologo del XIII secolo Ruggero Bacone; nulla ovviamente può ricondurre a Bacone, ma tale attribuzione venne nuovamente avanzata nel 1666 dal medico e scienziato Johannes Marcus Marci all'atto di sottoporre il testo al famoso erudito e linguista Athanasius Kircher; la lettera del Marci che avanzava tale ipotesi fu conservata e giunse nelle mani del bibliofilo Voynich assieme al manoscritto, costituendo a tutt'oggi pressoché l'unico "prova", se così vogliamo chiamarla, dell'attribuzione del testo al già citato Bacone. Il Kircher, ad ogni modo, non riuscì a trarne alcunché, ed il testo del Voynich è rimasto indecifrabile sino ai nostri giorni, sebbene le analisi condotte sul manoscritto evidenzino, come già sottolineato da BeppeStalin, delle anomalie e delle ripetizioni innaturali che depongono a tutto favore del falso storico.

In conclusione vorrei tuttavia spezzare una lancia a favore di Rodolfo II che tutto sommato non merita l'appellativo di Rodolfo il Pollo; l'interesse e la passione dell'imperatore per le arti e le scienze fu sicuramente genuino e certamente significativo, dal momento che offrì rifugio ad un nutrito numero di personalità le quali, in caso contrario, sarebbero sicuramente rimaste vittime dell'intolleranza religiosa che all'epoca insanguinava l'Europa. Se qualcosa si può rimproverare a Rodolfo d'Asburgo fu la sua inclinazione nei confronti dello strano e del bizzarro, la sua particolare inclinazione verso le cosiddette arti magiche e le scienze occulte che spesso lo portarono a trascurare le scienze propriamente dette a favore di quelle che agli occhi di noi moderni appaiono mere fantasie; ma dal momento che all'epoca tale distinzione fra scienza e superstizione era quantomai labile, come d'altronde dimostrato dalla naturale sovrapposizione della figura dell'astronomo con quella dell'astrologo anche in personalità di eccezionale rilievo quali gli stessi Brahe e Kepler, l'errore di Rodolfo appare ancor più veniale.
Ho dato per scontate le vicende che hanno ruotato intorno al manoscritto perchè non dubitavo che tutti le avrebbero lette sui siti linkati. Comunque tu le hai riassunte egregiamente come sempre.

Ho dato l'appellativo di Rodolfo il Pollo bonariamente e con unico riferimento alla vicenda e alla sua passione per l'occulto. E anche perchè se davvero il libro è stato di sua proprietà sicuramente non l'ha esaminato attentamente prima di acquistarlo, altrimenti penso che avrebbe avuto senz'altro gli stessi sospetti che ho avuto io da profano. Come ho già detto, in questo caso si comportò palesemente da sovrano collezionista ma poco interessato a "cosa" davvero collezionava. Anche pacchi, a quanto pare.
uppo con una notizia di più di un anno fa...
Richard Rogers, 58 anni, di cui 37 dedicati al governo americano sostiene di aver tradotto le prime pagine del manoscritto. Assolutamente per caso. Stava lavorando ad un nuovo algoritmo per il Dipartimento di Stato americano e aveva utilizzato una parte casuale del testo del manoscritto per fare un test. Il software ha fallito per due volte prima di restituire i dati. Dati in codice macchina in cui Richard Rogers ha letto la incredibile scoperta.
Il manoscritto non contiene lettere, parole. Per anni tutti gli studiosi hanno pensato si trattasse di un linguaggio misterioso. In realtà il testo rappresenterebbe il primo foglio di calcolo della storia. Si tratterebbe non di lettere ma di numeri. Algebra simbolica. Roger non poteva credere a questa possibilità. Ha passato 10.000 ore davanti al computer per tradurre le prime tre pagine del manoscritto. Ha persino utilizzato un software satellitare, creato per rilevare le crepe su Marte, per analizzare il vello su cui il manoscritto è stato redatto e le crepe nella carta.
Rogers ha concluso che il manoscritto contiene un messaggio segreto nascosto nelle figure. Alla base del documento c’è una griglia 8×8. Come quella delle scacchiere. Simbolo massonico.
La griglia ha numeri nella parte bassa e lettere nella parte alta. Il documento è algebra ma è anche un sistema per spiegare come navigare sulla scacchiera per leggere o scoprire i messaggi segreti, le immagini e i simboli. La prima pagina non rappresenta altro che le istruzioni su come leggere il manoscritto.
Attraverso una serie di studi e ricerche Rogers ha concluso che il manoscritto è stato redatto a più mani dalla famiglia proprio in Italia. Martino Longhi (1534-1591), Onorio Longhi e Martino Longhi il giovane (1602-1660) sarebbero gli autori. Datato intorno al 1578 prendendo come riferimento l’anno di costruzione di Villa Mondragone a Frascati dove il libro era conservato dai gesuiti. Rogers sostiene che proprio il giardino della villa, sia la chiave. Che la griglia rappresentata nel giardino si integri con il documento che conterrebbe importanti segreti commerciali nascosti alla chiesa.
Richard Rogers non ha terminato la sua ricerca. Ormai nella sua mente e nella sua vita non esiste altro. Scoprire quella chiave e svelare il segreto. Dopo 37 anni di attività sta per andare in pensione. E questo potrebbe essere il modo migliore per uscire di scena.


articolo in inglese che va nello specifico:
http://www.ciphermysteries.com/2009/11/12/richard-rogers-voynich-theory

mi lascia perplesso la parte che dice:
"Rogers ha concluso che il manoscritto è stato redatto a più mani dalla famiglia proprio in Italia. Martino Longhi (1534-1591), Onorio Longhi e Martino Longhi il giovane (1602-1660) sarebbero gli autori."

perchè ( cito dal sito del CICAP che sembra avere le idee abbastanza chiare pur risalendo l' articolo al 2007 )
"Incollata dietro ad una pagina del libro, Voynich trovò una lettera di Johannes Marcus Marci (1595-1667), medico dell'imperatore Rodolfo II di Boemia, indirizzata al famoso poligrafo Athanasius Kircher in Roma, datata Praga 19 agosto 1665 (o 1666).

In questa lettera Marci affermava che il libro gli era stato lasciato per testamento da un amico, di cui successive ricerche riveleranno l'identità: si trattava di Georg Baresch, un alchimista poco noto, nato verso il 1580/1585 in una località ignota.

Marci - continuava la lettera - mandava il libro a Kircher, massimo esperto di lingue a quel tempo, affinché lo decifrasse.
"
quindi mi pare improbabile che il libro sia stato scritto a mondragone, sia arrivato a Praga e poi sia tornato indietro...

i pochi nerd che ancora frequentano MeP che ne pensano?