Il Fantastico Mondo di Sanctuary

Distributore automatico di mummie
Mi piace il modo in cui Electra usa indiscriminatamente la nova.

La mia adorazione per la dolce carognetta aumenta costantemente.

Non sono ancora hai livelli di Gibli, però.









La valchiria promette mooooooooolto bene.
hei, ke succede qui? pausa estiva?
a parte gli scherzi, è un po' che non posti più niente wri, non penserai mica che qui ci siamo dimenticati e/o stufati di electra & co, vero?
Hai ragione, Alcor, è un po' che non posto più nulla
So che state aspettando il seguito delle vicissitudini del gruppo di pazzi e appena avrò tempo (e l'umore adatto) mi farò perdonare della pausa lunga
Giurin giuretta


<>
<> chiese Klarisse, ingenuamente.
<> Berciò Electra, dando Drow di piatto sulla testa del Paladino.
<>
<> lo accusò, <>
<> protestò Jesus, carezzandosi amorevolmente l'elmo, laddove aveva cozzato contro la Spada, come se avesse potuto subire un bernoccolo.
<> brontolò, offeso.
<> gli spiegò, pazientemente, tentando di suonargli di nuovo Drow in capo.
Questa volta fu la Spada stessa a rifiutarsi di picchiare il Paladino.
<> si giustificò.
<> ordinò, delicata come sempre.
<immotivate!>> si risentì Jesus, incrociando le braccia al petto con fare risentito.
<> rifletté Klarisse, non senza buone ragioni di riflettere.
<> l'apostrofò Electra.
<<...e d'altronde non mi sembra che qui ci sia qualcuno capace di orientarsi in questo dedalo di corridoi e stanze!>> li occhieggiò uno per uno.
Poi il suo sguardo indagatore si soffermò su Gibli, raccolto in un cantuccio a farsi la toeletta quotidiana.
Gli si avvicinò con passo deciso, scostando Jesus e Klarisse.
<> gli sferrò un calcio ben assestato.
<> brontolò l'altro, tremante e mortificato.
<> gli ordinò.
<>
Questa flebile protesta gli fece guadagnare un altro calcione.
<> lo minacciò.
Fu così che Gibli, nonostante i suoi tentativi di protesta, venne proclamato guida del gruppo.
Due ore, sei massacri e un piano più in basso dopo, trovarono uno stanzone abbastanza tranquillo per riposare.
<> si lamentò Electra, sedendosi sulla nuda pietra a gambe e braccia incrociate.
<> spiegò il Paladino, stendendone una in terra e preparandosi alle preghiere della buonanotte.
Immancabilmente, la coperta "in più" gli venne abilmente sottratta dall'Incantatrice che, dopo avergli spiegato che era un atto cavalleresco, onorevole e paladinico cedere la coperta "di troppo" ad un'infreddolita, stanca e indifesa fanciulla affinché potesse riposare calda nonostante la scomodità del luogo, se la buttò sulle spalle continuando a brontolare.
Klarisse, rimasta l'unica in piedi in mezzo alla sala, si avvicinò al Paladino, lo destò dalle sue preghiere piantandogli la punta del piede in una costola (si era sfilato l'armatura, restando con indosso la casacca speciale), gli fece un sorrisone raggiante e gli chiese: <>
<>
<>
Jesus la guardò con un cipiglio pensieroso.
<>
Klarisse lo guardò come se non capisse la lingua che il Paladino aveva adoperato per comunicare.
Rimase un altro paio di minuti in piedi, lì davanti, mentre il giovane si reimmergeva nelle proprie preghiere agli Dei, e quando capì che non le avrebbe ceduto la sua coperta, si avvicinò a Gibli che oramai dormiva placidamente rannicchiato in un cantuccio, usando l'orso come cuscino.
<> lo chiamò, con dei calcetti leggeri (in confronto a quelli ai quali l'aveva abituato Electra).
Quello appena la vide, di default, iniziò a ringhiare.
<> gli chiese, ignorando completamente quel suono minaccioso.
Il ringhio smise immediatamente, ingoiato da Gibli che ci restò anche un poco male di non essere riuscito nemmeno a far trasalire l'Amazzone.
<> le chiese, scontroso.
Lei si guardò attorno, scansò - sempre usando un piede - il corpo di Gibli che rimase esterrefatto per qualche attimo, scansò anche l'orso (che tentò di addentarle una mano senza che lei battesse minimamente ciglio), poi rispose: <>
Gibli restò interdetto per qualche momento, poi: <<Non sto usando alcuna coperta, Klarisse, per il semplice fatto che non ho con me alcuna coperta.>>
<> disse lei.
<> si risolse, felicissima di quell'idea.
L'orso la guardò, le sbadigliò in faccia e si rimise a dormire.
<> spiegò il Druido
In quella, la donna dorata passò in mezzo ai dormienti diretta verso Klarisse.
Come al solito le diede uno scapaccione e poi l'acchiappò per l'orecchio, torcendoglielo.
<> la redarguì.
<>
<>
<> piagnucolò l'Amazzone.
<>
<>
<> protestarono, quelli che avevano potuto addormentarsi liberamente.
<> le confidò Klarisse, indicando l'alone aureo che la faceva risplendere ancora di più nel buio.
<> brontolò la Valchiria.
<> gridarono le tre voci insonnolite ma spazientite.
<> le bisbigliò all'orecchio, Klarisse.
Quella, indignatissima ma tenendo sempre l'Amazzone per l'orecchio, acconsentì a "spegnersi" e si trascinò la discepola in un cantuccio, costringendola a far la guardia per tutta la notte.
Ogni volta che la palpebra della povera Amazzone cedeva, un sonoro ceffone alla base della testa la risvegliava.
Così la notte si fece vecchia, e otto ore dopo, la flebile luce del mattino che trapelava dalle numerose fessure della stanza, rishiarò un'antica sala diventata oramai più simile ad un dormitorio per barboni.
Klarisse dormiva appollaiata sul proprio arco, mentre la Valchiria al suo fianco russava sonoramente, riversa al suolo e coperta col suo mantello.
<> chiese Electra, osservandole con sdegno dall'alto al basso.
<> ribadì il Paladino, avvicinandosi al pietoso quadretto e contemplandolo a sua volta con cruccio.
<> spiegò Gibli, osservando la scena delle due addormentate, con occhio contrariato.
Quando la Valchiria si destò, vide che le tre paia d'occhi l'osservavano abbastanza schifate. Si ricompose lesta alzandosi in piedi e impugando la propria lancia, si ricompose la capigliatura, il mantello e... insomma, si diede un contegno da Dea, ricominciò a rilucere come una discoteca, e poi s'accorse di Klarisse che se la dormiva felicemente, abbarbicata al proprio arco.
Quando sollevò la lancia con l'intenzione di usarla per regalare alla sua discepola un risveglio non del tutto piacevole, Jesus le fermò la mano.
<>
Gli altri annuirono e si strinsero minacciosamente attorno alla Valchiria che indietreggiò.
<>
<dettagliatamente alla nostra compagna in che modo una Valchiria fa la guardia durante la notte!>> la ricattò, Electra.
Quella abbassò di scatto la lancia, disarmandola e inorridendo alla prospettiva.
<> esordì l'Amazzone, stiracchiandosi scompostamente e asciugandosi un rivolo di saliva dal lato della bocca. Poi s'accorse della presenza dei compagni, li guardò e sorrise raggiante.
<> spiegò, allegramente, assolutamente ignara di tutto, ritratto di ingenuità e innocenza.
<> disse Electra, scoccando un'occhiata becera alla Valchiria.
<> proseguì, ritratto di allegria e buonumore, Klarisse.
<> rifletté Jesus, che solo allora si stava accorgendo di avere un certo appetito.
<>
<> strepitò la maga, indignata.
<> sentenziò Jesus, accettando di buon grado l'offerta del compagno.
<> domandò Klarisse, apparecchiandosi insieme ai due uomini.
Effettivamente, le provviste del Druido erano davvero nutrienti, e ne mangiarono voracemente, dopo aver ingollato il primo boccone cauto.
<> domandò timidamente la Valchiria, memore del ricatto che pendeva sulla sua testa.
<> proferì, allegro, il Paladino, offrendo un po' della sua razione alla donna che l'accettò a disagio.
<>
<>
<>
Electra, all'udire quei commenti, guardò di sottecchi i compagni che si stavano ingozzando poco lontano. I morsi della fame si fecero sempre più forti, finché anche il suo smisurato orgoglio fu messo a tacere.
Con apparente nochalance si avvicinò al gruppo e disse: <>
<> spiegò Gibli, addentando l'ultima bacca rimasta.
La donna dorata le sorrise con la bocca piena, ed Electra giurò in cuor suo che si sarebbe vendicata... di tutti!
Ripresero il cammino lamentandosi di aver mangiato troppo, e delle privazioni alle quali sono costretti gli eroi: un buon bagno per togliersi via la sabbia di dosso, un letto morbido sul quale riposare stanche membra, un periodo di sano e meritato riposo in un luogo di soggiorno che non sia soprannominato "l'inferno in terra".
Essì, la vita degli eroi è dura!
Comunque, ripresero il cammino di lì a pochi minuti. Gibli sempre in testa, col naso chino quasi a sfiorare il terreno, Jesus subito dietro, Electra che li seguiva covando il suo astio, e infine Klarisse sorvegliata dalla Valchiria.
Vennero attaccati da un gruppo di scellerati mostri, che poverini non sapevano affatto a cosa stessero andando incontro, e che prima di spirare ebbero tempo e modo di rammaricarsi d'aver compiuto il loro dovere di sorveglianti.
Electra ebbe la sua piccola vendetta personale quando, risoluta a riversare la propria rabbia contro l'intero mondo, iniziò a sparare scariche elettriche alla cieca... o così poteva apparire a colui che non la conosceva bene. In realtà le sue scariche erano più che mirate... contro i propri compagni. Poco importava alla ragazza se nel mezzo si fossero venuti a trovare innocenti demoni e poveri e inconsapevoli mostri, l'importante era vendicarsi!
Dopo mille altre svolte in corridoi identici a quelli già descritti, dopo scontri titanici contro bande di strani esseri deformi, abortiti dal buio stesso, dopo tutte queste peripezie che in genere sono affare riguardante solo gli eroi (ma per questa volta faremo un'eccezione e lasceremo che capitino anche al nostro dissestato gruppo), giunsero in un locale assai diverso dagli altri.
L'immensa stanza di pietra era inondata da una luce flebile ma piacevole, rilassante, nell'aria vagava una eterea musica che Jesus - che di queste cose se ne intendeva - definì celestiale, proveniente da ogni dove, ma da nessuna parte in particolare.
Il tutto, così sapientemente miscelato, serviva l'intento di dar pace alle anime tormentate che si staccavano dai corpi abbandonandoli per sempre, per intraprendere il loro lungo viaggio verso l'Ignoto.
Al centro dello stanzone vi era una specie di altare sul quale era adagiata una figura non ben definita, ma che sembrava in posa per una cerimonia funebre.
Non fosse stato per una folta schiera di mostri assortiti, Jesus si sarebbe prostrato in ginocchio per accompagnare con le preghiere il distacco dell'anima da quel corpo.
Il gruppo di demoni non li attaccò immediatamente; volgevano loro le spalle e sembravano assorti in una discussione di carattere organizzativo.
<> chiese uno che pareva uno stregone, ma che nulla aveva di umano.
<> rispose l'altro, in tono reverenziale.
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<devi sapere chi o cosa è costui!>>
Rork, un grosso demone che più che altro sembrava un agglomerato di serpi e bende in maschera, chinò l'enorme testone.
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<> lo apostrofò, con un sarcasmo tagliente, Shard.
<>
Shard sollevò gli occhi al cielo <> sibilò.
<> li richiamò una voce alle loro spalle, con tono spazientito. Quando Shard e Rork si voltarono videro il piccolo stuolo di persone che paziente (ma non troppo) attendeva sulla porta.
<> proseguì Electra, quand'ebbe la loro attenzione.
<> si lamentò Rork portandosi quelle che parevano mani ai fianchi con gesto stizzito.
Shard lo guardò per un istante, poi scosse la testa in segno di diniego disperato.
<> lo consolò Electra, indicando col pollice una persona a caso dietro alle sue spalle, fra Klarisse, Gibli e Jesus.
<> riprese il discorso subito dopo, <> spiegò, pazientemente, l'Incantatrice, mentre alle sue spalle gli altri iniziavano a vociferare frasi sconclusionate come "ma che cavolo sta dicendo?"
Shard scosse le esili spalle, ed allontanandosi fluttuando dal gruppo di demoni e facendosi leggermente da parte, disse a Rork in tono tagliente: <>
Non appena Rork ebbe ricevuto l'ordine, partì contro i quattro seguito dal suo stuolo.
Effettivamente non ci vollero più di cinque minuti nei quali ognuno dei ragazzi poté sfoggiare tutte le abilità conosciute per atterrare la banda.
Così Jesus si prodigò in un miscuglio di scherma e preghiere, Electra indebolì ed abbrustolì i nemici a suon di elettricità, Gibli chiamò per l'occasione i suoi tre lupi, il grizzly e i superstiti corvi, e Klarisse menò frecce a tappeto, beccandosi insulti, bestemmie e scapaccioni da parte di tutti i presenti, amici e nemici inclusi.
Quando la calma tornò a regnare mortale nella Sala, lo stregone si avvicinò con fare quasi cerimonioso ai vincitori.
<>
Le smorfie di Jesus lasciarono intendere che non aveva la benché minima intenzione ne' di arruolarsi con la controparte, ne' di rivolger parola a quell'aborto di essere.
Klarisse si staccò dal gruppo per rimirare l'ambiente, seguita a ruota da quella specie di soldatessa buona solo per mollare sberle e rimproveri (e mai un elogio!), Gibli continuò a ringhiare sommessamente contro l'essere, ed Electra fu la unanime portavoce del gruppo.
<>
<> disse, cogliendo in pieno il punto debole dell'Incantatrice: la vanità, <<> disse, aggirandosi per i cadaveri sparsi in terra. Piantò una pedata contro una specie di muflone bruciacchiato e disse: <>
<> tagliò corto Electra, che se ne infischiava allegramente di tutte quelle ciance.
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Shard si portò le mani alle orecchie, sibilando fra le labbra.
<> supplicò.
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<<...ma non capisco cos'abbia di strano...>> completò la frase, sinceramente accigliata.
<> la richiamò, Jesus.
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<<...a un demone, sia un po' come dire una bestemmia davanti ad un monaco Horadrim...>>
<>
<> chiese Klarisse, subentrando nella discussione.
<> spiegò Electra, ancora molto confusa.
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<> domandò l'Amazzone, accigliandosi a sua volta.
<> domandò Jesus.
Intanto Shard era appoggiato all'altare e vomitava rumorosamente, preso da conati nervosi.
<cosa???>> si lamentò Klarisse, che proprio non riusciva a seguire la discussione.
<> le urlarono in coro, Electra, Jesus e Gibli che aveva seguito da lontano tutta la diatriba.
Fu la mazzata decisiva per il povero demone, che stramazzò a terra colto da un colpo apoplettico fulminante.
<> si lamentò la maga, scotendo la carcassa con un piede.

Nonostante l'umore di questi tempi e tanti, tanti, tanti ma tanti casini assortiti, e nonostante non riesca a rimettermi a scrivere la storia, ancora ho un po' di "scorta" da postarvi.
Vi avevo promesso che mi sarei fatta perdonare per la pausa lunga, dunque ho pensato che sarebbe stata cosa gradita postare due parti di PreLo(a)D.
Questo anche per dirvi che, probabilmente, non aggiungerò altri brani fino a... bah, fino a data da destinarsi.

...prendetela come una "pausa estiva"

...e buona lettura.


Poi sollevò gli occhi e vide l'Altare Sacro, e sopra di esso una figura fine, dalle carni bianche, dall'aspetto sereno, con le mani incrociate sul petto.
<> disse Klarisse, <>
<> rifletté Electra, cercando di disincrociare le braccia della salma per sbirciare meglio nel decolleté
Jesus si rintanò velocissimamente in un cantuccio, faccia al muro, e si lasciò andare a preghiere accorate per far penitenza di qualche pensiero impuro improvviso ed incontrollabile.
<> insisté l'Amazzone, <> disse, indicandosi le sue.
<> s'accigliò l'altra, allargando un po' la scollatura e sbirciando.
<> disse quella, aprendo un occhio, riacchiappandosi la sua scollatura e stringendosela al petto.
<> berciò, alzandosi dal piano dell'Altare. Poi occhieggiò il gruppo.
<>
Klarisse ed Electra si guardarono, e Klarisse si portò le mani ai seni facendo gesto all'altra, come a dire "è più piatta di te!". Electra scrollò le spalle.
<> prese la parola, Jesus, che aveva appena finito di pregare e genuflettersi.
<> domandò l'altra, sempre più sospettosa.
<> e non terminò la frase, che dovette di nuovo correre al solito angoletto per ricominciare a genuflettersi e a chiedere perdono & pietà.
<> disse sinceramente Klarisse, senza traccia di scherno nella voce.
<> la riprese, acida, Electra, portandosi le mani pudicamente al petto.
La tipa, seduta sull'altare con le gambe penzoloni, rimase a guardare le due con occhi sgranati.
Poi parve riprendersi, si sistemò la scollatura e scese con un balzo dal trespolo.
<> le rimproverò.
<> chiese, ingenuamente, Klarisse.
<> domandò l'altra, severamente.
<>
Quella sembrò essere stata schiaffeggiata. Si guardò addosso, si tastò seni e terga, poi sbottò in una serie di improperi degni di uno scaricatore di porto.
<> berciò.
<> chiese Gibli, grattandosi dietro un'orecchio con la zampa.
<>
<> si accigliò Jesus.
<>
<> sentenziò a voce bassa, Klarisse, non volendo interrompere la serie di lagnanze.
<> disse gentilmente Electra, che oramai era preda divorata dalla curiosità.
La tipa si sedette. Tutti notarono le succinte vesti delle quali era vestita, il cui lembo più largo consisteva negli stivali che le coprivano le gambe fino quasi a metà coscia.
L'abbigliamento nero fece pensare ai più navigati di loro (praticamente lo pensò solo Electra) ad un vestitino sadomaso, ma tutti si guardarono bene dall'esprimere quei pensieri a voce alta.
La ragazza prese un paio di stranissime lame, da sopra l'Altare, e iniziò a giocherellarci.
<> chiese Gibli. L'altra l'occhieggiò indagatrice.
<>
Gibli si grattò la testa.
<>
<> lo redarguì.
<> concluse sconsolata.
<> la consolò Jesus, che però non aveva coraggio di avvicinarlesi più di tanto, e preferiva guardarla da sopra la spalla di Gibli.
<> pianse. Poi si riscosse e aggiunse orgogliosamente: <> disse, puntandosi una delle due lame al petto.
<> disse Electra, acchiappando prontamente entrambe le lame e togliendogliele di mano.
<>
<> chiese Klarisse.
<> rabbrividì Electra.
<> disse poi, risoluta.
<Seppuku, come la mia Dottrina impone!>>
<dopo che avremo levato le tende, intesi?>> disse, poggiando le armi accanto alla ragazza.
<> chiese Gibli, annusandola un poco.
<<Chi sono non ha importanza. La mia stirpe ha sempre agito in silenzio e nell'ombra, in estrema e completa segretezza. Nessuno sa chi siamo in realtà, ne' cosa facciamo. Eppure tutti ci temono. Siamo abituati a muoverci nelle ombre, a viaggiare nelle tenebre, ad agire nel buio!>>
<> sentenziò Klarisse.
<>
<> bofonchiò Electra.
Khornelia impallidì, sgranando gli occhi.
<>
<>
<> rifletté, Khornelia.
Electra le lanciò uno sguardo torvo.
<> ridacchiò Klarisse.
<> rifletté Jesus.
<<...effettivamente...>> disse, sottovoce, Gibli.
<> tentò di cambiar discorso, il diplomatico Paladino.
<> borbottò Khornelia, adagiandosi di nuovo sull'Altare, le mani giunte sul petto.
<> l'interruppe, Jesus.
<>
<
>
<> disse, indicando l'Altare.
<> chiese Electra, che ancora non aveva molto digerito la mancanza di... spirito d'osservazione della tipa.
Non appena quella si fu spostata, i quattro si precipitarono contro l'Altare, e iniziarono a spintonarlo a destra e a manca per trovarne il meccanismo.
Dopo venti minuti di infruttuosi tentativi andati clamorosamente a vuoto, come è facile dedurre, si spazientirono e optarono per le maniere forti.
In men che non si dica, rasero al suolo un Altare antico di millenni, simbolo di sacralità, testimone di riti religiosi, prima tomba di re e sovrani, nobili e maghi citati in più d'una vicenda eroica da tutti i libri storico-letterari del Creato... in poche e semplici parole: distrussero un manufatto la cui sola liberazione dalle forze del male li avrebbe resi ricchi a vita natural durante.
Fortunatamente tutti ignoravano questo piccolo particolare, perché se solo ne avessero avuto il sentore, la nostra storia sarebbe probabilmente terminata con epiloghi più tragici anche della riunione del gruppo di "eroi".
Ma data la legge per la quale il fine giustifica i mezzi, il ritrovamento del Cubo Horadrim non diede loro il minimo dubbio che ciò ch'era stato compiuto fosse l'unica cosa fattibile.
Certo, se avessero conosciuto il semplicissimo meccanismo d'apertura della nicchia nell'altare, quella nel quale era riposto il Cubo, probabilmente un paio di dubbi sarebbero balzati nelle loro menti instabili, ma va bene così...

<mio altare, non avrò altro posto su cui morire!>> brontolò Khornelia, imbronciata e adirata al contempo.
<> le consigliò il Paladino, guardando all'intento di essere gentile e tenendo presente poche altre cosette.
Khornelia gli scoccò un'occhiataccia bieca ed altezzosa.
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...e a quelle parole, Klarisse, Electra e Jesus ebbero un brivido di rimembranza.
<> esordì, accomodante, il Paladino, <>
<> intervenne Electra, abbastanza allarmata.
<>
<> brontolò a voce impercettibile.
<>
<>
<> poi impallidì, riflettendo per la prima volta su ciò che aveva detto.
<>
<pettegolezzo, non è nemmeno considerato un Peccato Capitale!>> minimizzò l'Incantatrice.
Jesus finse d'ignorare la compagna e, cercando di salvare il savabile della propria coscienza, proseguì:
<<Potrei farti questa domanda, in una linea di pensiero del tutto teorica! Ma non te la porrò... d'altronde non ho motivo per portela... ti risponderò invece che con tutta probabilità ella è un membro della nostra compagnia!>>
<> gli domandò, ancora più allarmata di prima.
<>
<>
<>
Electra si fece guardinga.
<> proclamò, con sicurezza.
Jesus le regalò uno sguardo torvo.
<>
<> si risentì l'altra.
<>
Electra sbuffò alzando gli occhi in aria.
<>
<> brontolò, mettendo su il broncio.
<>
<> esplose, incrociandosi le braccia al petto e girandosi di spalle al compagno.
<> le chiese, con tutta la delicatezza, il tatto e la dolcezza delle quali era provvisto.
In realtà, e non l'avrebbe confessato nemmeno a sé stesso, nemmeno in punto di morte, era divorato... dilaniato... incendiato da un'indomabile curiosità. Possibile mai che la compagna avesse un qualche punto debole?
<>
<> proferì gaudente Drow, sbucando dal fodero per metà. Difatti la sua vocetta metallica era attutita dalla spessa guaina in pelle e gemme.
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<> le sibilò la maga, ricacciandola dentro per intero.
<> si ricompose lui, facendo la voce grossa, <> e per questo si guadagnò un ennesimo calcione sullo stinco da parte della maga.
<> disse Drow, tornando a far capolino dal fodero.
<> fu rimessa a tacere dalla padrona.

Nel mentre, l'allegra compagnia alle spalle dei due confabulanti, aveva allestito una partita di rubamazzetto proprio sulle Sacre rovine dell'ex Sacro Altare.
Gibli s'era rivelato un ottimo giocatore d'azzardo, sebbene le due donne non comprendessero come si potesse azzardare in una partita di rubamazzetto, ma comunque stavano perdendo per tre a zero nei confronti del Druido.
<> Disse Khornelia, gettando le carte sulle rovine dell'Altare, <>
<> domandò, sbadatamente, Gibli, raccattando le carte e mischiando il mazzo.
<> chiese l'interpellata, del tutto sovrappensiero.
<<...cosa dovrei dire in merito a cosa, scusa?>> disse, ripensandoci e facendosi sospettosa.
<>
<>
Chiaramente, Khornelia era del tutto all'oscuro (tanto per cambiare) in merito ai motivi celati dietro l'affermazione del Druido, dunque non comprese.
Chi invece aveva capito benissimo era la Valchiria, che stava dando testate disperate contro un muro della stanza.
<> proferì allegramente Klarisse, cercando di sviare il discorso precedente.
<>
<>
<>
<> disse Gibli, <>
<> spiegò Klarisse, soffiando il mazzo di carte al Druido, <>
<> chiese Gibli, cercando di strappare di mano a Klarisse il mazzo di carte. Ma lei non lo voleva cedere.
<>
<>
<> rifletté l'Amazzone, tentando di morsicare la mano di Gibli che ancora stringeva il mazzo di carte per metà.
<> fece scattare i denti sulla mano del compagno, ma quello fu più lesto a ritirarla, senza però mollare la presa sul mazzo, e ringhiando sommessamente alla compagna.
<> domandò la Valchiria, con una luce di speranza disperata negli occhi.
<> Disse l'altra, fiera delle sue deduzioni.
La Valchiria tornò a tirare testate contro il muro.
<> chiese, educatamente, la nuova arrivata.
<> Gibli, vago, ringhiando a Klarisse, <<...a quanto pare molte cose ci accomunano.>>
<> s'intrufolò nella discussione, allegro e gaudente, Jesus, trascinandosi per un braccio la recalcitrante e ammusonita Electra.
<>
<> Jesus, confuso, si grattò l'elmo. Poi parve riprendere il filo del discorso: <> spiegò.
<> esordì allegramente Klarisse, stringendo il mazzo di carte sopra la testa, e agitandolo vittoriosamente come un trofeo di guerra.
La Valchiria si illuminò a quelle parole.
<>
Klarisse, sempre più euforica, senza pensarci su un momento, rispose: <>
La Valchiria fece per mollare uno scappellotto all'Amazzone, ma la mano le tremò a mezz'aria. Così decise di tornare a dar crapate a quello che aveva eletto "suo personalissimo muro del pianto".
<>
<<Tu hai detto questo. Io no.>> bofonchiò l'Incantatrice.
Khornelia li guardò uno ad uno, meditando per un momento l'eventualità che potesse essere davvero così. Rabbrividì.
<> sentenziò, al fine, <>
<> l'avvertì l'Amazzone.
<> le disse malevola, Electra.
<>
<> sospirò Gibli.
<> brontolò Klarisse, dando vita ad un solitario nel quale barava persino a metter giù le carte.
<tutti e non solo la propria.>> Gibli, risoluto.
<> disse, trionfante e alquanto galvanizzata dall'idea del proprio cadavere.
<>
<> gridò Klarisse mandando all'aria il mazzo di carte, <> s'indignò, <>
Sguardi inorriditi, occhiate becere, espressioni oscenizzate si levarono verso l'Amazzone. Nel silenzio di ghiaccio che s'era venuto a creare, si sentivano solo i TOC-TOC via via più convinti della testa della Valchiria che sbatteva contro la parete.
<<...dicevo...>> si ricompose a fatica, il Paladino, <<...che potremmo provare a chiedere al Sacro Vegliardo...>> e così dicendo si inginocchiò rispettosamente, <<...sicuramente il Sommo saprà ogni cosa!>> lo elogiò.
<> fece notare Gibli, occhieggiando un po' diffidente la nuova arrivata.
<> proclamò, secca, Khornelia.
<> rispose il Paladino, come se quel vecchio proverbio fosse la risposta a tutti i misteri del mondo.
<> concluse, felice come un infante appena ripulito, Klarisse.
<> disse, schietta ma educata, Khornelia, rivolgendosi a Jesus.
<> cincischiò quello, prendendo una gamma di colori in faccia, che andava dal verde al rosso fuoco.
<> lo zittì l'altra, con un tono autoritario che ad Electra non fece affatto piacere.
<>
<> lo incoraggiò, mentre il suo volto pallido si faceva di pietra.
<>
<> sbottò l'altra, guardando il Paladino come un'insegnante potrebbe guardare l'allievo che dimostra palesemente di non avere aperto libro, e di non conoscere la lezione sulla quale è interrogato.
<> intervenne Electra, scandendo le lettere componenti il nome del Paladino, con crudeltà sadica.
Quando l'espressione di pietra dell'Assassina le scivolò via dalla faccia, tutti i presenti seppero quale reazione sarebbe immediatamente seguita.
Non ci volle poco tempo per calmare l'accesso di risate sguaiate.
Ma quando finalmente l'ilarità venne in un qualche modo arginata, l'improvvisato conciliabolo riprese la sua veste formale.
<> spiegò Gibli, riassumendo l'argomento principale.
<>
<> proclamò Klarisse.
<chiave.>> Jesus, più preciso della collega.
<>
<> spiegò l'Amazzone.
<<...ma comunque i pezzi dovrebbero essere due...>> si affrettò ad aggiungere, Gibli.
<>
<> inorridì, Klarisse.
<> fece eco, Khornelia.
<> si rammaricò, Jesus.
<> sollevò gli occhi al cielo, l'ultima arrivata.

Grazie dalla nuova puntata , è sempre una mattinata piacevole quella in cui il fantastico mondo si Sanctuary si popola di una nuova puntata.
Ora me la leggo con calma
Mi raccomando, quando quella cattivella della Real Life ti lascerà un po' di tempo, non privarci del seguito di questo bellissimo e divertentissimo racconto :cool2:
Belli come al solito questi due episodi.

E l'assassina piatta non me l'aspettavo.

Per quanto riguarda la tua "pausa estiva", non ti curar di noi.
Ci hai allietato con questo tuo racconto per così tanto tempo che credo tu abbia tutto il diritto di metterti in stand by.
Quando avrai voglia di tornare a scrivere di quei cari pazzoidi, noi saremo ben lieti di ricominciare a rotolarci sul pavimento dalle risate.

Grazie ancora, e se hai bisogno di una valvola di sfogo o di una spalla imbottita (che non sia il khorno ), sai dove trovarci.

beeello, ero in montagna e non li avevo visti!! ora li leggo subito
e noi aspetteremo con calma gli episodi, se non te la senti ora, sacrosanto prenderti una pausa, dopotutto non è mica un lavoro, ma un piacere
Grazie a tutti per la comprensione... il fatto è che ci sono molte, molte cose che non mi sento più di portare avanti.
...spero che questa non sia una fra le molte.
Scusatemi.
voglio la 1.10