I nostri interessi sono tutelati ?



Non è certo il solo. Ho citato lui perché il suo nobel lo rende credibile.

L'Independent Commission on Banking ha consigliato di implementare misure simili in certi versi ad alcuni punti del Glass Steagall in Gran Bretagna. Ring-fencing.

Fra un mese una commissione simile presenterà le sue proposte per l'Unione Europea.

Tutti complottisti?

E' ininfluente. Stiglitz si è occupato di tante cose ma il Nobel l'ha vinto per il suo lavoro (ottimo) nell'economia dell'informazione, in particolare per l'attività direi seminale nella descrizione delle asimmetrie del mercato assicurativo (l'RS Nash model che trovi nei manuali di scienza delle finanze). Dino avrebbe potuto citare Scholes, che è di opinione pressoché contrapposta e di finanza (e default ) ne capisce ben più del primo.

Si deve accettare che Stiglitz e Krugman fanno politica, devono vendere copie ed articoli di ortodossia come questo sono condizione necessaria per una buona recensione, tant'è, sono le ultime 3 righe quelle che hanno senso, ha ragione.
A riprova di quanto la prima parte sia un ad, c'è un articolo di qualche tempo fa apparso su Vox, con molta pacatezza faceva il punto della situazione, ammette che in effetti la crisi era dovuta anche a cause indipendenti da Wall Street ( Main Street).


Certi interventi apparsi prima, manca solo che qualche scemo tiri fuori qualche battuta stupida sui banchieri giudei che affamano la Palestina.



Ring-fencing non è Glass–Steagall. Sostenere che oggi si debba ritornare o anche prendere esempio da leggi di 80 anni è una presa di posizione ideologica immotivata, che poi venga citato ogni volta che si parli di regolamentazione bancaria giusto per fare audience è un'altra questione. E' come se pretendessi di sostenere che ogni provvedimento antitrust sia in realtà mutatis mutandis lo Sherman Act.
No, il core del Glass–Steagall era lo scorporo di determinati enti, il percorso tracciato dalla raccomandazione dell'ICB va in un'altra direzione.

Chiarisco perchè ti interessa, se mi sbaglio non leggere.

La commissione (non parliamo della composizione, li puoi leggere sul FT) della quale puoi trovare il report, è animata dal desiderio di favorire la supremazia del sistema finanziario britannico garantendo la stabilità della banca "universale" che di quel sistema ha fatto la fortuna.
Già questo pone il lavoro in un'ottica completamente estranea a quella del Glass–Steagall (che era di 25 pagine, alla faccia dei sostenitori dei manuali da migliaia di pagine) nel quale era prescritta l'assoluta separazione tra banche d'investimento e retail.
A differenza dell'atto del '33, la commissione auspica che le banche (esempio B4rC4p) esercitino l'attività retail attraverso entità controllate ma patrimonialmente e legalmente indipendenti, insomma come organi separati, è una garanzia che dovrebbe assicurare maggiore protezione rispetto a quelle già esistenti (negli States abbiamo FDIC e NCUSIF, in UK c'è l'FSCS, l'obbligo da parte delle banche di depositare il denaro delle piccole e medie imprese e dei clienti persona fisica su conti aventi profili di rischio diversi in UK è legge già dal 2005, in Italia c'è il FITD, insomma, principio precauzionale più che ritorno ai fasti ante-guerra ) e che in una certa misura dovrebbe scoraggiare un bank run a seguito del timore di commistione crediti-debiti (uscendo dai confini dell'attività prettamente bancaria, avrai sentito parlare di SPV, ancora, in Italia vige il principio di separazione patrimoniale e delle chinese walls nell'ambito delle società di gestione e di investimento), può sembrare una differenza effimera ma gli effett sono difformi, pensa alle vicende sui mercati azionari o ancora all'opacità informativa associabile alla scissione di una banca in due società separate (sotto Glass, B4rCap retail non ha accesso alle informazioni di B4rcap investimento, under ICB queste informazioni sono invece disponibili, a livello di sistema il rischio è ridotto).

Di buono in quel testo c'è: l'irrigidimento degli standard di capitale (in ritardo su Basilea), l'istituzione di prelazioni e garanzie a tutela dei depositanti e (questa è la cosa importante) linee guida per la creazione di mercati più trasparenti e meno monopolizzati (mentre le legislazioni draconiane sortiscono normalmente l'effetto opposto attraverso l'aumento dei costi di compliance, in questo stesso testo però si parla di fondo a garanzia del rischio legale, che è un modo come un altro per assicurare che certe attività possano esercitarle solo quelle realtà che hanno le spalle coperte).


In quel testo ci sono anche scemenze: il divieto di servire clienti fuori eurozona, di agire sul mercato secondario, limiti agli strumenti derivati utilizzabili, fencing di quelle attività talmente rischiose da intaccare il capitale obbligatorio ( non significa nulla, sono banche o pawnbrokers usciti da Minority Report), higher fencing dei clienti a seconda del profilo di rischio e gestione delle varie categorie. Chi dovrebbe arrischiarsi ad investire in un settore che oggi è meno fruttuoso della controparte speculativa e con questi limiti? Nessuno, l'effetto è che le condizioni per l'ottenimento del credito si cristallizzano ulteriormente ed i prestiti iniziano a concederli enti non bancari sui quali i controlli sono risibili.


Il mio dubbio è questo.
Ci sono esigenze inconciliabili, non si possono avere banche che prestino a condizioni umane, istituti che vivano in un'oasi immacolata e priva di rischi e che non facciano ricorso a derivati diversi dai classici mezzi di gestione (ie: senza correlazione no-go) e che al contempo siano capaci di produrre investimenti, è uno scenario da laboratorio, in assenza di rischio e di profitto e con costi di gestione e controllo crescenti (che naturalmente dovranno pesare sulle spalle dei clienti) in banca non ci lavorerebbe nessuno, non ci sarebbero proprio i soldi per mandarle avanti e francamente nel 2012, se il saggio di profitto di un settore in una determinata area cala , di punto in bianco ti ritrovi con credito che inizia a fluire da qualche oscura finanziaria di HK o Abu-Dhabi.
Una certa componente di rischio è inalienabile, se poi pretendono di far pagare alle banche fenomeni sviluppati in aree grigie che non possono essere regolate, allora parliamo di capro espiatorio.


Per finire, l'ICB stessa esprime dubbi sulla fattibilità di quanto raccomanda, cosa impedirebbe ad una banca di delocalizzare e poi richiedere l'autorizzazione per poter operare sul suolo britannico, quali sarebbero i costi anche in termini di deleverage e di competitività del settore finanziario britannico (che vale GDP e che Cameron non può non difendere in sede Europea).


In Europa si ciarla parecchio, in Italia c'è un inutile ban sullo short selling (naked e covered) di financials e non sui derivati aventi lo stesso sottostante, se la qualità delle proposte è paragonabile a quella dei controllori, ti preparo la sella.